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  • Gli influencer potranno presto indossare abiti digitali per le loro campagne su Instagram (e non solo)

    Nell’era in cui le tendenze cambiano alla velocità della luce, può essere difficile tenere il passo e il digital clothing potrebbe essere una soluzione

    2 Maggio 2019

    Li compri, pubblichi una foto sul profilo Instagram e vengono addirittura modellati addosso al corpo. Unica pecca è che non arriveranno mai a casa come un qualunque altro capo di abbigliamento comprato online. Si tratta dell’abbigliamento digitale, intere collezioni di capi esclusivi progettati e sviluppati in 3D che in realtà non esistono fisicamente ma solo digitalmente. Nel mondo dei fashion influencer che hanno fatto dei loro outfit il loro cavallo di battaglia e la loro unica ragione di vita, c’è chi ha pensato che quel vestito da urlo indossato nell’ultimo post su Instagram, molto probabilmente finirà sul fondo di un guardaroba infinito, oppure verrà reso al mittente.

    Come nasce l’abbigliamento digitale

    È da questa idea che è nato il progetto del retailer norvegese Carlings di sviluppare un’intera collezione di capi d’abbigliamento digitali. Sì, avete capito bene. Si comprano su un vero e proprio eCommerce per una cifra tra i 20 e i 30 euro, si carica una foto sul sito che consente al software di modellare il capo addosso al proprio profilo, ma a casa non si riceverà mai nulla. Unico scopo è quello di avere un nuovo #ootd da postare su Instagram. Sempre più Instagram rappresenta una vera e propria passerella virtuale, in grado di influenzare milioni di persone nei gusti e negli acquisti. La moda si è trasferita dalle strade delle metropoli ai social, dove gli utenti si esprimono nei modi più incredibili. E quello che è successo nei primi mesi dal lancio della piattaforma di digital clothing di Carlings potrebbe essere solo l’inizio di un fenomeno che va al di là del semplice gaming. LEGGI ANCHE: Il riciclo di Adidas, North Face, Mylo e Vegeatextile per una moda sostenibile
     
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    @higherthanfashion is wearing Cloud Puffer jacket and Thunder Jeans from our digital collection. ? #carlings #adDRESSTHEFUTURE

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    I designer di Carlings hanno manipolato le foto inviate dagli utenti rendendo praticamente cuciti addosso i vestiti. Hanno coinvolto diversi influencer per promuovere la collezione su Instagram e i capi digitali sono andati esauriti nel giro di una settimana. La collezione lanciata, ovviamente, aveva uno stile molto tech: tute metalliche, colori fluo, codici stampati su felpe che strizzavano l’occhio al mondo della tecnologia, accompagnati da slogan come “Artificial Excellence” o “I’m Not a Robot”.
    Lo scetticismo degli utenti è stato sicuramente molto alto trattandosi di capi che non si possono realmente indossare, costringendo l’azienda a inserire un disclaimer sul sito per specificare che non si riceverà mai una versione fisica dell’oggetto acquistato.

    Una nuova frontiera dello stile

    C’è chi vede nel digital clothing dei vantaggi per il mondo fashion e per l’ambiente. L’industria della moda infatti cresce e si sviluppa su un consumo eccessivo di risorse e materie prime, che probabilmente il mondo degli influencer ha intensificato, con un danno enorme per l’ambiente. È evidente a tutti che i fashion influencer considerino i capi d’abbigliamento come uno strumento per creare un contenuto. Molti utilizzano intere collezioni solo per fare l’unboxing. Un circolo vizioso, che rende l’industria della moda una delle industrie con il più alto impatto ambientale. L’azienda norvegese ha affermato che l’intento era quello di realizzare capi unici che nel mondo reale avrebbero avuto costi altissimi rendendo in questo modo accessibile a tutti queste collezioni. Ma oltre a questo, lo scopo era aprire una nuova frontiera dello styling, con consumi che non impattano negativamente sull’ambiente.
     
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    @skhbarbara is wearing Cloud Chaps from our digital collection. ?? #carlings #adDRESSTHEFUTURE

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    Ovvio che sia prematuro considerare a tutti gli effetti i capi digitali la soluzione allo sfrenato consumismo del mondo della moda. Tuttavia è un fenomeno che, se avrà i suoi ritorni economici e ambientali, i brand dovranno tenere in considerazione. LEGGI ANCHE: Chi sono i virtual influencer e come hanno conquistato anche la Cina

    I vantaggi di un vestito digitale

    Negli ultimi anni la moda si è sempre più avvicinata al mondo dell’intelligenza artificiale e degli avatar: Lil Miquela la fashion icon creata nel 2016 dagli artisti Trevor McFedries e Sara Decou che è arrivata a collaborare con brand del calibro di Prada, o Shudu Gram la bellezza mozzafiato creata in 3D e accusata da alcune modelle di rubare il lavoro ad altre modelle nere reali. Gli abiti digitali sono quindi un’ennesima dimostrazione di come il mondo della moda, soprattutto quella legata agli influencer, si stia evolvendo verso nuove tendenze, nuovi esperimenti e nuovi consumi. Il digital clothing sembra essere una nuova provocazione nei confronti di un settore dove è importante apparire, dove se non hai la taglia giusta è difficile indossare un vestito pensato e progettato sul corpo di una modella. Gli abiti digitali potrebbero essere potenzialmente una soluzione anche a questa problematica. Provare e indossare anche virtualmente un vestito potrebbe eliminare le barriere legate alla taglia, rendendo più facile anche per gli influencer dalle taglie forti, lanciare nuove mode e trend. Difficile da definire quindi quale sia (e quale sarà) il ruolo dell’abbigliamento digitale nel mondo reale. Molti potrebbero considerare questa nuova tendenza inutile, visto che si tratta di pubblicizzare o acquistare capi che nella realtà non esisteranno mai. Altri possono pensare che ancora una volta il mondo digitale entra in maniera pervasiva nelle vite reali. Lo scetticismo nei confronti di questa nuova tendenza è tanto. Ma per una volta perché non pensare che anche possa aiutare il pianeta?