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Insider

I fondi non vogliono più Zuckerberg alla guida di Facebook (ma non ci riusciranno)

Dopo il Data Breach che ha coinvolto 30 milioni di utenti, cresce la pressione sul CEO della società di Menlo Park. Ecco cosa sta succedendo

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A più di due settimane dalla rivelazione del data breach che ha violato gli account di 30 milioni di utenti, Facebook non ha ancora chiarito chi ci sia dietro l'attacco. Secondo il Wall Street Journal però la compagnia crede che ci siano spammer (e non troll di Stato per capirsi), che si sono mossi con l'obiettivo di fare soldi tramite pubblicità ingannevole. Venerdì scorso il vicepresidente di Facebook Guy Rosen ha detto solo che la compagnia non crede che l'attacco sia da collegare alle prossime elezioni di medio termine, ma oltre a indicare che l'FBI sta indagando, non ha aggiunto niente altro.

LEGGI ANCHE: Gli account violati di Facebook sono in vendita sul dark web

facebook

Mark Zuckerberg

Pressioni

Intanto diversi fondi hanno chiesto di togliere a Mark Zuckerberg la poltrona di presidente. Ad appoggiare la proposta, avanzata dall'azionista Trillium Asset Management, sono sono stati i fondi pensione di Illinois, Rhode Island, Pennsylvania e il New York City Comptroller Scott Stringer. La proposta, va detto, non ha alcun effetto pratico ed è in gran parte simbolica, dal momento che Zuckerberg possiede circa il 60% dei diritti di voto, ma può avere come effetto quello di aumentare nuovamente l’attenzione sulla guida della società dopo la serie di passi falsi e problemi (scandalo Cambridge Analytica in testa). La mozione sarà comunque votata in occasione della riunione annuale degli azionisti della società a maggio 2019.

Rischi reali

"Abbiamo bisogno che Facebook  si impegni seriamente nell'affrontare i rischi reali (reputazionali, normativi e il rischio per la nostra democrazia) che hanno un impatto sull'azienda, sui suoi azionisti e, infine, sulle pensioni di migliaia di lavoratori di New York City" ha detto a CNBC Scott Stringer.