Questo articolo è comparso su Think With Google. È un guest post di Helen Lin, President of Digital Investment Publicis Media tradotto e adattato da Federico Oggioni.
Se pensate che la capacità di attenzione dei vostri clienti e potenziali tali sia in forte diminuzione vi sbagliate di grosso. In questo articolo, Helen Lin, President of Digital Invest di Publicis Media, uno dei più grandi Communications Group del Mondo, sfaterà questo e altri miti sui consumatori di oggi.
Viviamo in una società dove la maggior parte di noi, dal momento in cui spegne la prima sveglia del mattino a quello in cui imposta quella per il giorno dopo, è costantemente connesso al proprio smartphone e PC: email, Whatsapp, Facebook, Google Drive, Video su YouTube e così via. Non esiste un momento della giornata in cui non siamo connessi.
I più nostalgici potrebbero pensare che viviamo in un mondo inquietante fatto di asocialità e indifferenza, c’è chi invece sostiene che sia semplicemente la realtà in cui viviamo e come tale non sia né giusta, né sbagliata. Noi propendiamo per questa visione: la realtà è questa e dobbiamo, da marketer, saperne trarre più vantaggio possibile per la nostra azienda. Le agenzie devono liberarsi dai cliché e delle vecchie credenze sapersi adattare al contesto che le circonda.
Vediamo come Helen Lin, sfata 3 dei miti più comuni.
Mito #1: le persone hanno la capacità di attenzione di un pesce rosso
Non è vero che la capacità di attenzione dei consumer è in calo, anzi, non è mai stata così alta la capacità di concentrazione delle persone. Un recente studio sui comportamenti dei consumatori, infatti, rivela che l’81% dei video cattura l’attenzione degli spettatori.
Quello che è cambiato non è l’attenzione, ma la scelta dei contenuti e la poca propensione a perdere il proprio tempo. Una volta, con canali unidirezionali come la televisione, lo spettatore era passivo di fronte allo schermo e abituato a sorbirsi pubblicità e contenuti poco interessanti, mentre ora se un contenuto non è di suo gradimento passa ad un altro con una facilità e velocità disarmante. Se invece il contenuto è interessante, i consumer sono più propensi a investire tempo e denaro, pensiamo semplicemente al successo di Netflix e alla pratica dilagante del binge watching.
In conclusione, l’attenzione non manca da parte dei consumatori, ma l’asticella si è alzata. Se si vuole veramente attirare i propri clienti e spettatori, allora bisogna conquistarli con contenuti di qualità.
Mito #2: le persone prestano lo stesso tipo di attenzione indipendentemente dal tipo di supporto che utilizzano
Niente di più falso: la fruizione dei contenuti varia a seconda del tipo di schermo o supporto che le persone utilizzano per guardarli.
Ad esempio, quando siamo davanti alla tv, quanto facilmente siamo predisposti a deconcentrarci e controllare quello che viene definito il second screen o più semplicemente alzarci, mangiare , stirare, ecc? E quanto siamo concentrati invece quando guardiamo un video su smartphone o tablet?
Le ultime ricerche ci mostrano che le persone quando sono in modalità lean-forward, cioè più motivate alla visione e meno propense al multitasking, sono circa 1.5 volte più portate ad essere attente ai contenuti. La stessa ricerca mette in luce come i video online siano 1.8 volte seguiti con più attenzione rispetto ai programmi TV.
In conclusione, i momenti lean-forward sono quelli a cui devono tendere i marketer perché l’attenzione dei consumatori sarà quasi completamente focalizzata sul contenuto.
Mito #3: le persone prestano attenzione ai contenuti, ma non alle pubblicità
Ci sono alcune pubblicità che sono davvero memorabili e che ci incollano allo schermo più di alcuni programmi. Questo perché quando c’è qualcosa che ci appassiona, non possiamo far altro che guardarlo anche consci del fatto che sia fatto solo “venderci qualcosa”. Secondo Ipsos, l’attenzione degli spettatori verso Ads rilevanti è addirittura 3 volte superiore alla media.
Come creare pubblicità memorabili? Innanzitutto non focalizzandosi sulla vendita, ma sull’esperienza che i consumatori possono vivere grazie al brand che si vuole promuovere. In secondo luogo, bisogna conoscere profondamente le abitudini del proprio target.
Perché i consumatori utilizzano diverse piattaforme social? Per lo stesso motivo per cui ognuno di noi lo fa: soddisfare i differenti bisogni emozionali, informativi, sociali nel luogo più adatto a farlo.
Spesso i marketer si dimenticano dell’aspetto emozionale e trattano la pubblicità sui Social senza pensare ai bisogni del proprio target. Con un po’ di attenzione in più a questo aspetto i primi risultati saranno assicurati.
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Ma quello che dobbiamo e possiamo fare è un ulteriore passo in avanti: gli attuali strumenti di web marketing ci permettono di creare contenuti personalizzati per i nostri differenti target sulle diverse piattaforme in cui vogliamo intercettarli, sfruttiamoli!
Un esempio su tutti: Kellogg's ha fatto realizzare dall’agenzia Leo Burnett 110 versioni differenti del proprio spot su YouTube per il lancio di un nuovo prodotto lavorando su 175 keywords differenti.
Se avessi cercato “come cucinare un tacchino” sarebbe apparso questo ad:
Se invece avessi guardato video per bambini questa sarebbe stata la pubblicità prima del tuo contenuto:
La campagna di Kellogg's che ha avuto un successo enorme proprio perché è riuscita, grazie agli attuali strumenti messi a disposizione dal web, a catturare l’attenzione creando una forte connessione tra il brand e gli interessi del consumatore.
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Fare Marketing nella nuova Attention Economy
Sfatare questi tre miti, è anche sfatare un quarto mito: “troppe possibilità e sempre meno tempo a disposizione”. Suscitando emozioni si può ancora fare breccia nei cuori - e nei portafogli - dei consumatori!
Detto questo, dimentica i falsi miti e ricorda:
- Le persone prestano attenzione solo ai contenuti di qualità
- Attira l’attenzione dei tuoi consumatori con video online
- Coccola i tuoi contatti, rendi il tuo brand importante per loro con contenuti personalizzati e customizzati per ogni tipo di piattaforma.