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Troppo Facebook fa male? Un'analisi e alcune riflessioni fuori dal coro

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Francesca Barzaghi 

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Pubblicato il 15/11/2012

E’ il 2 novembre e sulla bacheca ufficiale di Facebook appare la foto di una grande torta azzurra con una scritta bianca che recita “Le torte sono come Facebook”. Un’immagine curiosa, simpatica, apparentemente innocua ma destinata ben presto a far discutere e parlare la rete, riaprendo un dibattito in cui fra like, condivisioni, polemiche, critiche, accuse, giudizi e pregiudizi ognuno - esperti e non - ha cercato di dire la sua sull’ultima mossa (per alcuni falsa) del social network più famoso al mondo.

In realtà, si tratta dell’ultimo di una serie di messaggi in cui Facebook si paragona ad oggetti e ricorrenze che hanno funzioni e caratteristiche simili: prima ad una piscina perché “Le piscine sono piene di gente. Alcune le conosci, altre no. E ogni tanto si vedono cose che non si dovrebbero vedere”, poi alla zucca di Halloween in quanto “Halloween dà la possibilità alla gente di essere spaventosa, divertente o sexy, o, qualche volta, un po' di tutte e tre. Halloween permette alla gente di esprimersi”.

Senza contare poi al commercial per festeggiare il miliardo di utenti, su cui la nostra Adele ha riflettuto alcune settimane fa e in cui la comparazione era con le sedie.

Originali, divertenti, insolite, forse un po’ provocatorie: fra queste tre immagini è però l’ultima postata riguardo le torte ad essere diventata un caso di dibattito ed aver suscitato in rete un bel po’ di rumors e buzz: finora sono infatti più di 443.000 i "mi piace" ricevuti, oltre 27.500 le condivisioni e più di 27.000 i commenti. Beh niente male! ;-)

Abbiamo così provato ad analizzare il caso, le critiche, le accuse e le diverse opinioni, cercando di essere il più neutrali possibile e mostrandovi, solo alla fine, una riflessione e un punto di vista che si discosta un po' da quelli diffusi in rete. Una voce che esce dal coro? Forse, ma scopriamolo insieme! :-)

“Le torte sono come Facebook”: la foto incriminata

In realtà, più che la foto e la scritta sulla torta, a far discutere o, come definito da Killerapp, a "far scandalo" è il messaggio che l’ha accompagnata:

"Le torte di compleanno sono fatte per far star insieme le persone. Esse danno agli amici un posto per riunirsi e festeggiare. Ma troppo dolce probabilmente non fa così tanto bene alla salute. Ecco perché le torte sono un po' come Facebook."

Come detto da Repubblica, con questo messaggio è lo stesso social network ad avvertire e ammettere quello che numerosi studi evidenziano da tempo: “Facebook può far male alle relazioni”, alla coppia e alla salute. L’avvertimento sembra essere arrivato dopo che il social network si è reso conto che i dati delle ultime statistiche ufficiali (gennaio 2012) relative al tempo trascorso dagli utenti quotidianamente sul sito non erano del tutto positivi. Come ci aveva mostrato Inside Facebook  gli utenti hanno trascorso più di 10,5 miliardi di minuti complessivi al giorno su Facebook nel mese di gennaio, senza includere l'uso mobile. Un valore che corrisponde ad una media di 12,4 minuti di uso quotidiano.

Insomma, sembra che Facebook sia andato oltre l’aspetto puramente di business e profitto e abbia realizzato che, dal punto di vista umano, un suo uso esagerato può far male alle coppie così come alla salute dei suoi utenti, perché porta ad allontanarsi dalla realtà.

Ovviamente, in seguito alla pubblicazione del post, le reazioni in rete non si sono fatte attendere, sia da parte degli utenti stessi che hanno “likato”, condiviso, commentato (chi in modo ironico, chi in modo critico e negativo), sia da parte di esperti, quotidiani, blogger e siti. Analizzando il quadro generale, è possibile raggruppare le diverse opinioni emerse  in 3 filoni principali:

    • Epic Fail. Sono diversi i siti e blog che hanno considerato la mossa di Facebook come un grosso errore di comunicazione, un vero e proprio autogol con cui, secondo alcuni, il social si è tirato la zappa sui suoi stessi piedi. Ancor più dopo che il suo titolo in borsa è definitivamente crollato: un errore forse di chi è troppo sicuro di sé e non ha paura di perdere colpi... o forse in questo caso, sarebbe meglio dire utenti ;-) . “Un post, come detto sempre da Killerapp, che forse voleva essere divertente, forse auto-celebrativo.  Si potrebbe comunque trattare davvero di uno sbaglio: TechCrunch in "Facebook Admits Too Much Facebook Probably Isn’t Healthy" dice addirittura che questo post sembra essere frutto del lavoro di un dipendente non molto attento!
    • “Utente avvisato, mezzo salvato”. In questo caso si ritiene che Facebook sembra aver voluto 'scaricare' parte delle sue responsabilità, per cui starebbe ora all’intelligenza e al buon senso delle persone utilizzare in modo corretto il social network e assumersi le responsabilità di eventuali conseguenze negative, un po’ come succede per le aziende produttrici di sigarette o alcol.
    • Slancio di sincerità. E' l’opinione meno diffusa ed in questo caso sarebbe la cosa più onesta che Facebook abbia mai scritto, un momento di sincerità fra il social network e il mondo intero verrebbe da pensare. Se rileggiamo i post, uno di seguito all’altro, possiamo notare come il messaggio che viene veicolato è proprio quello di mostrare, senza nasconderlo, che accanto ai lati positivi (è un luogo dove c’è tanta gente, in cui si possono incontrare amici e nuove persone, stare in compagnia ed esprimere se stessi) ci possono essere anche degli aspetti negativi: in altre parole, il lato oscuro della medaglia ;-)

Una riflessione in controtendenza: un invito alla ricerca e alla conquista dell’equilibrio?

Prestando un po’ più di attenzione, si può notare facilmente come tutte le opinioni apparse in rete, seppur diverse fra loro come abbiamo visto nella classificazione di prima, abbiano un aspetto in comune: una certa vena polemica, di accusa e critica che, a ben pensare, accompagna e ha sempre accompagnato le mosse del colosso di Menlo Park.

Questa cosa ci ha colpito, portandoci a fermarci un attimo a riflettere. Ciò che ne è scaturito è un’opinione e un’interpretazione differente, forse un po’ in controtendenza rispetto a come si presenta il pensiero generale in questo particolare periodo storico. Tutto nasce da una semplice domanda: “e se per una volta provassimo a spogliare di ogni interpretazione, giudizio e/o pregiudizio, il messaggio che ci viene dato? Cosa ne rimarrebbe? Beh, se preso alla lettera, la risposta non può che essere una semplice comunicazione, in cui lo stesso Facebook ammette che abusare di Facebook può far male.

Se da un lato il social network di Zuckerberg offre infatti una serie di benefici, dal permettere di stare in contatto con le persone (vicine o lontane che siano) al creare appartenenza, comunità, collaborazione e interazione, la condivisione, l'aggiornamento e il divertimento, dall’altro sono diversi gli studi che negli ultimi anni hanno sottolineato i rischi e problemi che Facebook e, più in generale, i social media, possono creare.Tra questi, uno dei più gravi è quello legato ai i fenomeni di dipendenza tanto da aver portato alcuni professori dell’Università di Chicago a condurre una ricerca da cui è risultato che i social media sono più “addictive” di sigarette o alcol:

"Nonostante uno voglia resistere, potrebbe essere più difficile resistere al desiderio dei social media a causa della loro alta disponibilità e al fatto che essere coinvolti in queste attività dà l'idea di non "costare molto"."

Non troppo tempo fa, anche noi Ninja vi avevamo scherzosamente riportato una divertente infografica in ("I social media vi hanno ridotto a zombie digitali?”)  in cui venivano analizzati i diversi tipi di “mostri” creati da Facebook, Twitter, Instangram e Foursquare. Scherzi a parte anche in quell’occasione avevamo voluto dare uno spunto di riflessione sull'utilizzo di internet e dei social media.

Se considerato ed utilizzato come unico strumento di comunicazione ed interazione, Facebook può davvero portare rischi, problemi ed effetti negativi nelle relazioni quotidiane così come nella percezione di sé, della propria autostima e del proprio valore, arrivando a generare isolamento, alienazione e problemi più gravi di origine psicologica.

Non facciamo però di tutta l'erba un fascio: in realtà il mezzo in sé non ha nulla che non va. E' il suo uso eccessivo, il suo abuso ed utilizzo improprio a generare degli esiti negativi: alla fine tutti sanno che gli estremi, l'esagerazione non portano mai nulla di buono. Quindi, a ben vedere, siamo noi, come utenti e, prima ancora come persone, che sbagliamo.

Eliminati giudizi e pregiudizi, abbiamo voluto così provare a vedere la realtà da un’altra prospettiva, ricercando il positivo all’interno dei pensieri ed opinioni negative che accompagnano la nostra realtà ultimamente. E ci siamo così resi conto che dietro il messaggio incriminato di Facebook è possibile trovare un semplice  invito e uno stimolo alla ricerca dell’equilibrio nell’uso del social network per poter godere e sfruttare al massimo i benefici e le opportunità che offre.

Vi lasciamo con queste parole di Cicerone:

"La gente giudica poco secondo la verità, molto secondo le opinioni."

Cosa ne pensate di quest’altra prospettiva con cui abbiamo interpretato la mossa di Facebok? Troppo utopica o più azzeccata delle tante critiche?

Scritto da

Francesca Barzaghi 

Appassionata di marketing e comunicazione, sono stata catturata dal mondo digital e dei Social Media. Dopo la laurea in Management Internazionale, un Master e il Social Media … continua

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