Neanche un mese e quasi 15 milioni di view su YouTube dopo essere finito in almeno 150 mila cerchie con più di 200 mila +1 in giro per il web.
E' la realtà che aumenta a colpo d'occhio, palpebre sparse per il mondo e abra cadabra digitali a renderci la vita più facile e immediata.
Una tecnologia concepita per "esserci quando ne hai bisogno" come recita lo statement con cui Project Glass si presenta sulla sua page.
E se queste sono le forme di una possibile vita di domani, che ci piaccia o meno l'idea di chiedere ai nostri occhiali di comprarci il biglietto per il cinema (o di fare un upgrade del botteghino del nostro multisala), dovremmo ispezionare bene la lente delle meraviglie e chiederci: perchè Google pensa che questo sia un mercato da esplorare?
E' una sfida nemmeno tanto celata allo stato dell'arte (o meglio dell' augment-arte!) di un connubio fortemente interconnesso e fitto di potenzialità: mobile devices e apps.
Oggi, con uno smartphone e le giuste applicazioni, possiamo sovrapporre alla routine giornaliera una lunga serie di azioni: chattare, informarci, navigare, prenotare, acquistare, trovare indicazioni, giocare, lavorare... perfino produrre musica elettronica on the go e stimolare i sogni nella giusta direzione.
I brand e le organizzazioni hanno la possibilità di interagire con le persone in modo immediato e fortemente contestualizzato, partecipando ai momenti di vita per trasmettere messaggi significativi, opportuni, graditi.
Ovvero nuove potenzialità di permission marketing per strategie decisamente "win-win".
Così pure gli editori di social network possono alimentare le possibilità di condivisione e interazione accorciando la distanza fisica e temporale tra i profili degli utenti e le loro esperienze di vita offline.
Ci affacciamo su questa miniera di possibilità perchè l'inarrestabile onda mobile ci ha progessivamente allontanato dalla dimensione desktop della vita digitale sradicandola dalle scrivanie e adeguandola a tutti i momenti della nostra giornata.
Non è più necessario sedersi al PC e fare login.
Portabilità o usabilità?
Eppure tra l'esperienza mobile di oggi e la magia evocata da Project Glass ci sono ancora diverse diottrie da mettere a fuoco: quante applicazioni sono davvero usabili in situazioni di mobilità reale?
Quante volte, in ritardo o nel traffico, siamo riusciti ad impostare correttamente il navigatore social senza rischiare la patente o il paraurti? Ci capita più spesso di pigiare l'odioso banner ad un passo dal record dei record o di conquistare un buono sconto in prossimità di un check-in?
Per ora possiamo mettere le quattro frecce, accostare e rilassare il pollice.
Le applicazioni pensate per la vita in mobilità sono di fatto portabili mentre siamo in movimento, ma non sono realmente in grado di aggiungere utilità o contenuti senza distoglierci del tutto o in parte da ciò che stiamo facendo.
Non è un caso che a contendersi il primato dei consumi giornalieri su dispositivi mobili siano le app dei social network e le game app, con 24 minuti a testa su un totale di 77! (fonte: Flurry Analitycs, "Daily Smartphone App Consumption, Minutes per Category, WW").
Siri piuttosto che le Google Voice Actions hanno già mosso i primi passi concreti verso la cooometa comparsa all'orizzonte ed è chiaro che il significato di usabilità assume oggi una prerogativa molto più profonda e affascinante, per il mondo mobile.
Gli smartphone e i tablet hanno portato nelle tasche e nelle borsette gli hub digitali di giovani, professionisti, nerd, turisti, imprenditori, dj, blogger, atleti, giornalisti, lettori ed è lì che si concentrano oggi le loro attenzioni.
E' in quelle piccole galassie, dove molti vincoli spaziali e di relazione si rompono per fondersi in dimensioni completamente nuove, che un brand o un'organizzazione deve farsi spazio e diventare disponibile.
"Senza interruzioni" sembra essere la sfida lanciata da Google per domani: abilitare servizi e produrre benefici in mobilità, in qualsiasi momento, senza disturbare gli utenti.
Adagiarsi ai loro momenti come livelli di realtà aumentata.
Renderli consapevoli e pronti a esperienze di acquisto, intrattenimento, condivisione in quei nuovi spazi di realtà e digitalità che sono oggi liberi e accattivanti, lungi dall'essere saturi di contenuti, esperienze ridondanti, spam.
Come fare?
Essere efficaci e competitivi in questo grande market che diventa sempre più un'incessante esperienza collettiva richiede energia, risorse, esperimenti.
E uno sguardo attento ai grandi player che riescono per primi ad esplorare nuove idee producendo prototipi e strategie.
Se proviamo a leggere tra le righe, possiamo trovare nel lacio di Project Glass un paio di indicazioni preziose per ideare le applicazioni e i device del futuro:
- mobile usability: sincronizzare l'esperienza digitale con le esigenze pratiche di mobilità (rispondere ad un messaggio con le mani sul panino);
- user interface: ideare automatismi attivabili e orientabili da spazio e tempo (cercare un percorso alternativo senza cambiare applicazione).
Vogliamo aggiungere un pò di tencologia?
Ci sono almeno un paio di trend hi-tech da non perdere di vista che impatteranno in maniera evidente (e stupefacente!) su tutte le forme di mobile experience:
- realtà aumentata: tecnologie che consentono di ottenere le informazioni più rilevanti in tempo reale... the future of shopping?
- biotecnologie: i dati e le informazioni provengono da ovunque, anche dal nostro corpo! Nike FuelBand vi dice qualcosa?
E mentre lasciamo correre l'immaginazione per scommettere su come saranno le nostre giornate di domani, i marketers sono pronti a interpretare le opportunità di questo mondo sempre più iperconnesso?
Usabilità significa letteralmente "l'efficacia, l'efficienza e la soddisfazione con le quali determinati utenti raggiungono determinati obiettivi in determinati contesti" (definizione dell'ISO su Wikipedia).
Se le presesse sono quelle anticipate da Google, stiamo pur certi che alla soddisfazione aggiungeremo una bella dose di stupore!