Japan’s Mobile Art Lab, una branca della Dentsu Inc., la più grande agenzia pubblicitaria giapponese, ha annunciato la sperimentazione di iButterfly coupon, una nuova applicazione per iPhone.
iButterfly trasforma l’abitudine di raccogliere buoni in un gioco divertente, inoltre incorpora e amplia l’effetto di realtà aumentata, i sistemi di movimento, di posizionamento globale e servizi basati sulla localizzazione.
Nel corso del periodo sperimentale tre società forniscono le “farfalle”, Tokio Music Group Mappa – negozi che offrono buona musica di sottofondo fornisce coupon di sconto, Yamada Denki – la più grande catena di negozi elettrico giapponese offrirà coupon presso la sua filiale di Ikebukuro, Tokio Gas – fornitore di gas regionale offrirà un buono per delle novità gratis su tre showroom Chou (farfalla in giapponese) è qui usato in doppio senso perché lo stesso suono “Chou” significa collezione di libri. Dentsu ha in programma di aggiunere più “Chou” come ad esempio “Oroscopo di oggi”, le “App per iPhone ecc…
Nel video vi è la presentazione iniziale di questo prototipo, il quale mostra come le nuove tecnologie esistenti sono in grado di trasformare e ampliare le funzioni dei cellulari e di coinvolgere proprio spazio personale in maniera divertente e utile.
[Post nato dalla nostra ninja sentinella in giro per il mondo: Danilo De Rosa]
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Kyliahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngKylia2011-02-10 13:21:122011-02-10 13:21:12Andare a caccia di farfalle con l'iphone? iButterfly e il trend dei virtual goods [Case History]
L’evento più fantasmagorico dello sport americano, il Super Bowl, è appena passato e la creatività dei grandi brand si è sbizzarrita, complici anche gli investimenti pubblicitari altissimi. Come l’anno scorso, infatti, anche il 2011 si conferma un anno in cui l’integrazione social dell’advertising non solo diventa più evidente, ma riesce anche a interagire a 360°.
La parola chiave è, ancora una volta, coinvolgere. Coinvolgere i propri fan, conquistarne di nuovi e incrementare la propria community. E da quello che si è potuto vedere quest’anno, non più solo tenendo i fan incollati davanti a un entusiasmante spot, ma rendendoli protagonisti e magari, perchè no, facendoli divertire. Tutto ciò è alla base di quello che viene definito Tribal Marketing, ovvero tutte quelle azioni che hanno come obiettivo di creare una community collegata al prodotto o servizio del nostro brand. Tutte quelle azioni che permettono ai consumatori di creare un legame sociale comunitario.
E indubbiamente può essere citata come case history tribale proprio quello che ha voluto fare Mercedes-Benz lanciando la prima Tweet Race della storia dei social network, che si è svolta dal 2 al 4 Febbraio. Ebbene sì, in occasione della sua prima partecipazione in qualità di sposor al Super Bowl, Mercedes-Benz ha voluto attirare l’attenzione del mondo social con una gara di auto… alimentate a tweet!
Il contest era stato lanciato nel dicembre scorso, per catalizzare l’attenzione su questo Big Game e per creare aspettativa anche in occasione del Super Bowl. L’obiettivo della gara non era solo quello di arrivare primi, ma anche quello di riuscire ad ottenere il maggior numero di like e di tweet , anche grazie al superamento di alcune prove su strada. 4 squadre in gara (ciascuna composta da pilota e co-pilota), partite da 4 città diverse (New York, Tampa, Los Angeles e Chicago) a bordo, ovviamente, di una Mercedes Benz, ma tutte con la stessa destinazione: Dallas e il Super Bowl. Quest’anno il primo posto è stato conquistato dal team S che riceverà, così, una Mercedes-Benz C250 Coupè, disponibile sul mercato americano solo a partire da ottobre 2011.
Bisogna ammetterlo, un modo creativo per generare attesa sul lancio di un nuovo modello. Ma la “corsa” della Tweet Race non si è svolta solo lungo le 1400 miglia del percorso su strada, ma anche e soprattutto sui social network, con il coinvolgimento dei followers presenti su Twitter e dei più di 90.000 fan presenti sulla fan page di Facebook di Mercedes-Benz Usa. Da qui si può accedere alla mappa dove sono mostrate le tappe compiute dalle 4 squadre nei 3 giorni di gara o al video con i test effettuati sul prototipo dell’automobile.
A proposito di video, qui quello che annuncia che l’attesa è finita. In poco più di una settimana ha superato le 10.000 visualizzazioni. Tutti pronti, partenza!
Bisogna ammetterlo, per il suo primo Super Bowl Mercedes Benz ha saputo farsi valere. E non solo per il suo spot, ma per ciò che ha saputo crearvi attorno nel mondo social e… su strada! Un ottimo esempio di campagna molto social, molto viral e molto tribal 😉
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Eukikohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngEukiko2011-02-10 13:00:382011-02-10 13:00:38Mercedes-Benz Tweet Race: la prima corsa su strada alimentata a tweet
Devo ammetterlo, Airbnb mi ha conquistato subito. Sarà che sto progettando un viaggio a Berlino… non sono l’unica a preferire la casa all’hotel, vero?
La piattaforma di cui parliamo oggi è americana, nasce nel 2008 e da start up con problemi di fondi (ops, che novità!) si è trasformata in una community di successo. Avere una grande idea, oggi, non basta. Bisogna creare una relazione, una community, perché sarà la stessa a decretare il tuo successo, e ne abbiamo già parlato qui e qui.
Airbnb è un sito “affita camere/casa”. Non è il couch surfing, non è solo un sito di booking. È ciò che separa me, viaggiatore, dal mio prossimo affittuario ed “amico” a Berlino.
Entro in Airbnb, immetto la città, il periodo in cui vorrei pernottare e davanti a me si aprono diverse possibilità. Scelgo il prezzo più basso, ma potrei scegliere tra il più alto, la distanza o il feedback positivo di chi, in quella casa, c’è stato già e decide di raccomandarlo. Mi sento rincuorata dal fatto che la casa che ho visto è stata valutata da Peter, Ruth ed altre persone in maniera positiva. Maria, la proprietaria, sembra davvero una persona gradevole.
A questo punto, e secondo me il potere di Airbnb è proprio in quello, posso comunicare con Maria. Si, proprio così. Posso inviarle un messaggio, e il sito mi pone un bel 100% come tasso di risposta. Le foto sono davvero belle, la casa sembra luminosa, posizionata in un buon quartiere della città. Inoltre è provvista dei confort che cercavo, come viene specificato nella descrizione.
Mi addentro nel mondo Airbnb e scopro un po’ di cose.
Prima di tutto come nasce. L’idea è casuale e i creatori, Joe Gebbia, Brian Chesky e Nathan Blecharczyk hanno sviluppato la propria piattaforma con evidenti difficoltà economiche. Oggi sono una piccola azienda nel cuore di San Francisco, e nella loro pagina “Lavora con noi” è possibile anche leggere i benefits che sono previsti per i dipendenti.
Esiste poi un’applicazione per iPhone, scaricabile da iTunes in maniera gratuita. C’è unblog e una webtv, sui quali è possibile conoscere alcuni dei proprietari delle case/camere in affitto oltre ai luoghi in cui è possibile trovare casa con Airbnb. Ovviamente una delle caratteristiche di Airbnb e che riscontriamo in tutte le start-up e nuove aziende “made in web”, è l’utilizzo dei social network. Non mancano quindi le pagine Facebook, Flickr e Twitter.
Qui cosa hanno ottenuto nel 2010 appena trascorso. Su cosa otterranno nel 2011 lo scopriremo insieme, e nel caso dovessi partire per Berlino e pernottare da Maria… vi farò sapere! 😉
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00keirahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngkeira2011-02-10 12:00:042011-02-10 12:00:04Pernottare a New York, Berlino, Roma? Airbnb ti trova un posto dove stare. [STARTUP HUNTING]
Seguite sempre i consigli del medico. Un volume troppo alto degli auricolari, soprattutto mentre ascoltate la musica, può danneggiare il vostro udito. La soluzione è a portata di mano. Si chiama ZIP, e farà felici tutti (molti più uomini probabilmente :D).
A parte le battute, è un indumento che unisce estetica e tecnologia indossabile. Ci sono molti prodotti al giorno d’oggi che permettono di interagire con i nostri lettori mp3, ma in questo caso si fa ancora un passo avanti. Tramite la zip del giubbetto si controlla il volume del nostro lettore. Naturalmente alzandola il volume si alza, ottenendo l’effetto contrario abbassandola.
Gli auricolari (collegabili a qualsiasi device) sono “invisibili” perché passano all’interno del tessuto ed escono dal collo del giubbetto. Tramite la tasca è possibile collegare il dispositivo ed il gioco è fatto. Con ZIP controlleremo il volume in modo semplice ed intuitivo.
Eccovi il video (molto bello a mio parere) che ne spiega il funzionamento:
Il progetto è di Jennifer Darmour (aka ElectricFoxy) che sul suo sito spiega anche come si arrivi alla realizzazione dell’indumento.
Complimenti, bella idea!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Simosokehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngSimosoke2011-02-10 11:00:362011-02-10 11:00:36Alzare troppo il volume può far male. Quindi, tirate giù la ZIP [TECNOLOGIA INDOSSABILE]
Anche chi proclama un’indipendenza stoica dai diktat della moda, non è realmente indifferente al modo di vestire, proprio o altrui.
Partendo dal presupposto che l’abbigliarsi è molto lontano dall’essere solo un escamotage per non buscarsi un raffreddore, si può dire che tutti, chi più chi meno ovviamente, abbiano un’opinione sulla moda.
Senza contare che proprio il modo di vestire, da sempre, ha assunto a precise funzioni sociali come la distinzione in classi. È palese poi che l’identificazione del singolo con un gruppo non può prescindere dal riconoscersi parte di tale gruppo grazie allo sfoggio di un determinato capo d’abbigliamento o accessorio.
Il meccanismo alla base della tribù, a partire dal suo significato originario e anche relativamente a quello più attuale di tribù 2.0, è la condivisione delle emozioni. Ecco allora spiegato il successo di Polyvore, la community leader per lo stile online. Stile online? Sì, perché Polyvore tramite una breve registrazione gratuita permette di esprimere il proprio stile mixando e combinando abiti e accessori, il tutto via web.
Ci si può così improvvisare virtual stylist creando dei collage da inserire anche in vere location con tanto di complementi d’arredo. Quest’ultima è una novità che contribuisce a rendere Polyvore uno strumento utile anche per professionisti come designer, visual e interior designer che possono verificare se determinate combinazioni di colori e pattern siano vincenti. Polyvore è stata creato nel 2007 (oggi, il 10 febbraio festeggia quattro anni) da tre ingegneri, Pasha Sadri, Jianing Hu e Guangwei Yuan che lavoravano in Yahoo. Attualmente la sede di Polyvore si trova nella Silicon Valley e il sito registra 6,5 milioni di visite mensili.
Creare i Set su Polyvore è molto simile all’esperienza di acquisto che tutti conosciamo. Dopo essersi registrati, si cerca in Negozio il vestito che interessa e lo si salva nel folder Oggetti. Si possono creare poi, con i vari set, delle Collezioni tramite un semplice drag ‘n’ drop delle immagini sulla lavagna bianca. La funzione Importa (Clipper) permette di salvare oggetti, trovati in altri siti web, nei propri folder in modo da avere un guardaroba pressoché infinito.
Gli utenti di Polyvore entrano in contatto tra loro intessendo delle relazioni, si scambiano pareri sui vari set, condividono le proprie creazioni anticipando e ricreando le tendenze, commentano le scelte stilistiche più belle che possono essere votate. Infatti da poco si è concluso il primo contest, lo Stylist Game Style friends and ask them to create outfits for you, con in palio 2 borse di pelle griffate.
Il nuovo trend in fatto di personal shopping è la sezione Ask in cui si chiedono agli altri utenti consigli sull’abbigliamento più adatto per il colloquio di lavoro, la cena romantica, l’abbinamento azzeccato con la it-bag del momento. A queste domande rispondono anche degli esperti del sistema moda: fashion designer, personal shopper, fashion editor, blogger, stylist e celebrity stylist.
Il successo di Polyvore è riconducibile all’attuale panorama del fashion system. La moda oggi è fruibile da tutti, in tempo reale e a livello globale, è quindi 2.0, non è più appannaggio delle élites, ma parte dalla base, parte dalla strada e si fonde con l’haute couture. Non è più per pochi privilegiati, ma oggigiorno singoli individui, inizialmente al di fuori del fashion system, armati di computer e fotocamera digitale dettano consigli in fatto di stile. E per ironia della sorte proprio questi ultimi entrano, inesorabilmente, a far parte del fashion system. Perché la moda è così, ti coinvolge, in ogni tua azione, anche quando pensi di emancipartene.
Nel momento in cui cambi tribù, cambi anche il tuo modo di vestire, e il fatto di indossare o meno un determinato capo d’abbigliamento ha un preciso significato che viente interpretato dagli altri, che siano utenti o no!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Irene D'Agatihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngIrene D'Agati2011-02-10 10:00:562011-02-10 10:00:56Tribal Marketing e Moda 2.0: il caso Polyvore [CASE STUDY]
Poetico e innovativo questo video musicale che diffonde un messaggio ambientalista.
Le musiche di Matteo Negrin, chitarrista, pianista e compositore torinese, accompagnano le sapienti mani dell’illustratrice Alice Ninni, diretta da Luca Cattaneo. La composizione musicale si chiama Lacrime di Giulietta e fa parte dell’album Glocal Sound.
Il successo è arrivato inaspettato, il video ha raggiunto in poco più di un mese oltre 700.000 visualizzazioni.
Negrin spiega:
il video è nato come primo esperimento di animazione su pentagramma, dal momento che non mi risultano precedenti applicazioni del genere “music painting”.
Sulla base del brano e di un mio soggetto, mi sono rivolto ai giovanissimi amici di Lab, ovvero Luca Cattaneo, Alberto Filippini e Alice Ninni.
Ne è venuto fuori uno storyboard steso su un foglio unico, lungo 12 metri. Su quello abbiamo girato 15 ore di immagini, che poi sono state selezionate e sincronizzate per dare vita ai tre minuti e mezzo di clip che tutto il mondo sta apprezzando.
Musica e immagini suggeriscono, con delicatezza e senza intenti didascalici, di intraprendere uno stile di vita green, utilizzando biciclette e mezzi pubblici, per favorire la riduzione dell’inquinamento. Il risultato è incantevole e fiabesco. Siete d’accordo?
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https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Irene D'Agatihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngIrene D'Agati2011-02-09 17:05:232011-02-09 17:05:23Il primo music painting italiano: Lacrime di Giulietta [VIRAL VIDEO]
Per la serie: "Era una cosa talmente ovvia che nessuno ci ha mai pensato", ecco a voi il ponte solare-eolico, da un'idea tutta italiana!
A volte alcune cose sono talmente semplici che ce le lasciamo sfuggire, ed ecco la differenza tra il “normale” e il geniale!
Tre designer italiani, Francesco Colarossi, Giovanna Saracino e Luisa Saracino, si sono accorti che i ponti, specialmente quelli costruiti in zone con altitudine abbastanza elevata, sono costantemente colpiti dal vento e dal sole.
E allora perchè non produrre energia da questa cosa tanto naturale quanto evidente? Il loro progetto, vincitore qualche mese fa del secondo premio al concorso internazionale online Solar Park South, prevedeva proprio questo.
I tre hanno immaginato il viadotto tra Bagnara e Scilla in Calabria (circa 20 km di strada) convertito in una vera e propria centrale energetica, tra l’altro con un impatto ambientale ridottissimo:
la parte della carreggiata dove transitano i veicoli può essere interamente coperta di una speciale superficie già in uso negli Stati Uniti, una plastica super-tecnologica con dei pannelli fotovoltaici integrati che consentirebbe di produrre circa 11.2 milioni di KiloWatt/h all’anno. Come se non bastasse, negli spazi tra un pilone e l’altro si possono inserire la bellezza di 26 turbine eoliche senza distruggere ulteriori pezzi di paesaggio, aggiungendo in questo modo altri 36 milioni di KiloWatt/h all’anno.
Oltre a produrre energia in totale per alimentare circa 15.000 abitazioni, il risultato sarebbe anche spettacolare e bellissimo da vedere.
Da non sottovalutare anche le relative implicazioni dal lato turistico. I tre infatti hanno previsto anche una specie di belvedere, con punti panoramici alternati a serre autosufficienti, dove i passanti potranno anche acquistare dei prodotti.
Che dire, si può solo far loro i complimenti per la grande idea, e sperare prima di tutto che un giorno possa essere realizzata, e poi che in futuro ne vengano altre simili, perchè le competenze ci sono e c’è anche una parte dell’Italia che si sta svegliando…
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Luigi Ferrarahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngLuigi Ferrara2011-02-09 16:00:232011-02-09 16:00:23Il ponte dell'energia pulita, made in Italy!
C’è grande fermento e voglia di creare valore nella comunità hacker italiana; lo confermano eventi come HackItaly, la maratona di 10 ore consecutive di hacking con pasta-party finale ideata da Max Ciociola insieme a Stefano Bernardi e tenutasi lo scorso sabato a Milano.
Ne avevamo parlato brevemente intervistando Stefano in questo articolo; con il veloce contributo video che segue presentiamo di nuovo l’iniziativa per chi non la conoscesse, per poi passare a raccontare l’esperienza vissuta in prima persona da NinjaMarketing, che era presente sul luogo.
La missione di HackItaly è radunare, valorizzare e dare visibilità ai top hackers italiani, mettendoli alla prova con un tour de force di programmazione lungo un giorno; lo scopo finale è creare “hacks”, ovvero rivisitazioni creative di prodotti internet di cui vengono messe a disposizione le API* (hanno partecipato le aziende Play.me, Audiobox, Nokia con Ovi Maps, Microsoft con Windows Phone 7, Spreaker, Beintoo, Thounds), Simplegeo, Musixmatch.
HackItaly experience: l’evento visto da dentro.
Internet companies da una parte, hackers dall’altra: in quelle dieci ore vissute in un clima familiare eppure denso di competizione, nella stanza gremita di gente al piano terra della Blend Tower di piazza 4 novembre – sorta di moderno bastione dalle nitide superfici di vetro e acciaio, l’ideale quartier generale di una scintillante rivoluzione tecnologica – si poteva sentire il ticchettio costante delle dita sulle tastiere fare da base ritmica al mescolarsi delle voci dei partecipanti. I laptop aperti sui tavoli, spesso tatuati con gli stickers più originali, lasciavano intravedere paesaggi fatti di caratteri alfanumerici verdi sul fondo nero dei terminali, cursori lampeggianti in attesa di input, mouse che si muovevano nervosamente, mani impazienti di digitare, creare, dare forma alle idee.
L’impressione finale è che sia nata la consapevolezza di un ritrovato ethos, un profondo senso del gruppo, che ha fatto comprendere a ognuno dei developers presenti l’importanza del proprio ruolo nell’attuale ecosistema startup. Gli sviluppatori sono gli architetti delle nostre attuali e future vite digitali, questo è il predicato che emerge con forza dall’esperienza di HackItaly. E, insieme a ciò, ancora una volta l’invito alla mobilitazione, al contrapporre alle dispute oziose e ai lamenti funebri che affossano l’impulso innovativo dell’Italia una risposta diretta, concreta, positiva, qui e adesso.
Gli hacks completati al termine della giornata sono tutti da scoprire: da Thounds Map che visualizza su una mappa i contenuti Thounds vicini alla posizione geografica rilevata e permette di riprodurne il contenuto audio, a Playme Explorer, bookmarklet che rileva i nomi di musicisti presenti in una pagina web e mostra informazioni contestuali su di essi. Tutti sono documentati dettagliatamente qui.
Prima di chiudere, una nota per comprendere la reale portata della cultura hacker, una grande ricchezza che troppo spesso viene sottovalutata o completamente travisata. Se infatti il linguaggio comune propina un’immagine distorta dell’hacker che molto si avvicina a quella di un criminale informatico, è bene sapere che l’accezione principale del termine non ha niente a che vedere con la polarizzazione negativa che va per la maggiore. Un hacker è semplicemente un individuo con una profonda conoscenza dei meccanismi di funzionamento di un sistema tecnologico o informatico. L’uso corrente del verbo inglese “to hack” inoltre, rimanda a un significato assolutamente positivo e costruttivo, ovvero la capacità di intervenire in modo intelligente su un problema/necessità e trovarvi una soluzione pratica e brillante (il sito Lifehacker è ricco di spunti e suggerimenti in proposito). Quindi se è vero che in certa misura nello spirito hacker è intrinseca una componente di sfida verso il sistema di cui si conoscono così a fondo le caratteristiche, ciò va considerato come una spinta positiva all’innovazione piuttosto che come un’irrazionale pulsione distruttiva, come il sensazionalismo spicciolo la vorrebbe spesso definire.
Di una cosa comunque possiamo essere assolutamente certi: il nostro orizzonte tecnologico non sarebbe lo stesso se la hacker community non avesse continuato sino ad oggi a fare ciò che ha sempre fatto: innovazione, sperimentazione, superamento dei propri limiti.
*API (An Application Programming Interface (API) is a particular set of rules and specifications that a software program can follow to access and make use of the services and resources provided by another particular software program that implements that API. It serves as an interface between different software programs and facilitates their interaction, similar to the way the user interface facilitates interaction between humans and computers. Es. un Twitter client utilizza le API di Twitter per scambiare dati con Twitter.com).
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Takeshi Mifunehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngTakeshi Mifune2011-02-09 15:00:332011-02-09 15:00:33HackItaly: di che pasta sono fatti i developer italiani? [Startup Events]
Sta per arrivare San Valentino, la festa degli innamorati. Festeggiare o non festeggiare. Regali si, regali no. Insomma, i dilemmi sono sempre quelli. Per alcuni è un giorno da non dimenticare, per altri potrebbe tranquillamente non esistere.
Noi ninja, rispettando le vostre opinioni, vi proponiamo ben 10 idee regalo da veri geek! 🙂
Alle ragazze piacciono i fiori. Bene, questi non si trovano facilmente in giro e non hanno bisogno di acqua. Basta appoggiare il vaso ad 8 bit ed il gioco è fatto! Troppi pixel giganti? 🙂 A 14.99 dollari.
7 – Cuffie con il cuore
Condividete la musica con il vostro amore. Da veri romanticoni, prezzo di 16 $.
8 – Foratrice
Nel vostro ufficio manca un po’ d’amore? Ecco la foratrice con i cuoricini. Per 16 $.
9 – Porte Usb a forma di tulipano
Anche qui, diamo colore alle nostre scrivanie con l’hub usb a forma di tulipani. Costo? 22 dollari.
10 – Create un regalo “tecnologico”, ma fatto da voi e con le vostre idee
Che ne pensate di una raccolta con le vostre canzoni preferite, che hanno segnato vari momenti della vostra storia d’amore? Oppure di un video con le vostre foto e le vostre musiche. La tecnologia al giorno d’oggi permette di stupire e molte volte gratis!
Per concludere, non serve per forza qualcosa di materiale per rendere speciale la festa degli innamorati. Il volersi bene ogni giorno, i piccoli gesti e la semplicità di un sorriso rendono molto di più e fanno bene al cuore. 🙂
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https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Simosokehttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngSimosoke2011-02-09 14:00:462011-02-09 14:00:46Arriva S. Valentino. Ecco a voi 10 regali da veri geek!
L’enorme successo della seconda stagione di Glee, con una media di ascoltatori di 11 milioni in Usa, ha portato la produzione Fox a girare uno speciale episodio evento trasmesso la scorsa domenica subito dopo il Super Bowl XLV. Si tratta, come abbiamo più volte sottolineato su Ninjamarketing, di uno degli show più importanti nel palinsesto americano, nonché uno dei serial oggi più seguiti al mondo.
Attorno a questa serie sono nate vere e proprie comunità di Gleeks in vari paesi, termine nato dall’unione di glee + geek per indicare i fan dello show. E anche in Italia si punta tutto sull’enorme potenziale di questa tribù.
In occasione del lancio tra Febbraio e Marzo dei dvd della prima stagione (divisi in Volume 1 e 2), Contourella Dance Projecte20th Century Fox H.E. offrono un’occasione imperdibile a tutti i fan della serie. Dal 15 Marzo in ben 8 accademie del circuito Contourella (tra cui quelle di Milano, Roma, Napoli, Genova, Parma, Pavia e Aversa) sarà possibile effettuare uno stage di danza e canto ispirato alla serie cult della Fox. Il progetto, denominato Glee Dansing, si articola in stage dalle 4 alle 8 lezioni costruite sulle performance dei ragazzi della McKinley High School e sulle musiche più belle della serie: dai Queen a Madonna, da Michael Jackson a Britney Spears. Per i veri Gleek la prima lezione è gratuita mentre le altre hanno un prezzo che oscillerà tra i 10 e i 30 euro. Gli aspiranti cantanti e ballerini del Glee club saranno seguiti da coreografi e insegnanti professionisti come Giacomo Molinari e Max Bartolini.
Negli ultimi mesi Glee si trova al centro di un processo di brand stretching che sembra senza fine. Prima le 5 compilation musicali legate alla serie poi il videogioco per la Wii “Glee Karaoke Revolution” fino ad arrivare al tour che toccherà l’ Europa quest’estate.
Il progetto di 20th century Fox e Contourella rappresenta un esempio interessante di marketing esperienzialemirato a rafforzare il fandom della serie nel nostro paese.
Per informazioni dettagliate sulle sedi degli stage clicca qui.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.png00Massimo Sommellahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMassimo Sommella2011-02-09 12:00:162011-02-09 12:00:16"Glee Dansing": la crossmedialità unisce fandom e fitness [TRIBAL]
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