L'opinione comune che ruota attorno a Yoast - uno dei plugin più utilizzati per la SEO - è contrastante. Immagina due fazioni, un po' come avviene per il calcio: tifosi pronti a inneggiare i propri beniamini. Ecco, in questo caso, i protagonisti in campo sono molti meno...per la precisione è uno soltanto. Ed è il plugin tanto amato/odiato da chi si occupa di SEO.
Ora, io non voglio prendere le difese di questo strumento. E neppure voglio condannarlo. Il mio intento è quello di raccontarti cosa è in grado di fare. Spetta a te scegliere se includerlo o meno tra i plugin installati sul tuo tema di Wordpress.
Già, la conditio sine qua non per utilizzare Yoast - e per trovare utile questo articolo - è avere un blog (o un sito web) su Wordpress. Insomma, se usi un altro CMS, come Magento, PrestaShop o Joomla!, puoi benissimo chiudere la tab e leggere altro. Ma scommetto che tu sei qui per scoprire qualcosa in più su Yoast. Ed è per questo che mi hai trovato. ;)
PS → In questo articolo non trovi la definizione di Yoast, non sarebbe utile. Piuttosto, trovi espletate le funzionalità più utili per posizionare al meglio il tuo blog (o sito), tra le prime pagine di ricerca.
Oltre il semaforo c'è di più
Questo è il primo step da affrontare, quando si parla di Yoast. Il tanto discusso semaforo è, infatti, una delle caratteristiche principali del plugin. Ed è anche quella più criticata dagli addetti ai lavori. Perché? Semplicemente perché funziona male. O meglio, la parte inerente all'inserimento della keyword principale può essere fuorviante.
Ti spiego subito il motivo, utilizzando l'articolo che stai leggendo come esempio.
La keyword che ho inserito per questo post è "yoast seo guida". Quello che mi restituisce il plugin, è il seguente elenco:
- non è stata fornita alcuna meta description, i motori di ricerca mostreranno quindi sezioni di testo della pagina;
- la parola chiave di riferimento 'yoast seo guida' non appare nel titolo della pagina;
- in questa pagina non appare alcuna immagine, considera di aggiungerne alcune rilevanti;
- la parola chiave non appare nel primo paragrafo del testo. Assicurati che l'argomento sia chiaro da subito;
- all'interno del testo non è stata utilizzata alcuna parola chiave in nessuna delle sotto testate (come ad esempio una H2);
- la ricorrenza della parola chiave è 0.3%, è un po' bassa; la parola chiave è stata trovata 1 volte;
- in questa pagina non c'è alcun link in uscita, considera di aggiungerne alcuni rilevanti;
- il titolo di pagina contiene 29 caratteri, che è inferiore alla lunghezza raccomandata di 35 caratteri. Usa questo spazio per aggiungere variazioni di parole chiave o per creare una descrizione persuasiva;
- la parola chiave di riferimento appare nell'URL di questa pagina;
- non hai mai usato questa parola chiave prima d'ora, molto bene;
- il testo contiene 306 parole, questo è più del minimo raccomandato di 300 parole.
NB → Come noti dall'ultima riga, l'analisi che ho fatto è "live". Insomma, non ho voluto copia incollare i dati di Yoast, ad articolo concluso. Ma continuiamo con l'esamina. :)
Analizzando le criticità, riscontrate da Yoast, possiamo trarne alcuni spunti di riflessioni interessanti.
In primis, mi suggerisce di inserire la meta description, per migliorare il mio snippet. Questa accortezza è fondamentale per personalizzare la descrizione delle proprie pagine, e invogliare l'utente al click. Io, ho inserito questa: "Una guida alla scoperta del migliore plugin per la SEO, disponibile per Wordpress: Yoast. Ché oltre il semaforo c'è di più.". Come vedi, la parola chiave di riferimento è presente, ma non nell'esatto ordine nel quale l'ho inserita nel box di Yoast. Per questo motivo, il plugin restituisce un "errore", suggerendomi di inserire la mia parola chiave nel titolo (h1 e meta title), all'interno del primo paragrafo, in eventuali sottoparagrafi (h2, h3, etc.), nell'URL e come testo alternativo per le mie immagini.
In linea di massima, tutti questi suggerimenti sono sacrosanti; è la corrispondenza esatta a non esserlo. Così come la voce "ricorrenza". Non è riempendo le tue pagine con la keyword che intendi attaccare a darti un risultato egregio, in termini di posizionamento. Anzi. Il keyword stuffing - ossia, l'abuso della parola chiave all'interno di un testo - non è ben visto da Big G. E tu non vuoi contrariare il boss delle ricerche. O sbaglio?
Quindi, arrivati a questo punto, per citare il buon Antonio Lubrano, "una domanda sorge spontanea": il semaforo di Yoast è inutile? No, non lo è affatto. Ma, trattandosi di uno strumento, va utilizzato con criterio.
Un po' come l'indice di leggibilità, un altro semaforo da "superare".
Leggi anche: Ecco come il Machine Learning sta rivoluzionando la SEO
Analisi della leggibilità
Appurato che puoi sperare di ottenere un buon posizionamento anche con un semaforo rosso, o del tutto assente, per quanto riguarda la leggibilità, ti suggerisco di ignorare meno le "direttive" di Yoast. Una su tutte, il punteggio relativo al Flesch reading ease test. No, non è uno scioglilingua anglosassone, ma un calcolo per stabilire la difficoltà di lettura di un testo.
Si parte dal gradino più basso, con un punteggio che può variare da 0 a 30. Contenuti del genere sono adatti a un pubblico particolarmente colto. Per farsi comprendere, senza troppe difficoltà, l'ideale sarebbe ottenere un punteggio tra i 60 e i 70.
Considera che questo valore è il risultato di una specifica formula matematica, che tiene conto della lunghezza complessiva del testo, della lunghezza dei paragrafi e delle singole parole.
Inoltre, con l'analisi della leggibilità attiva, puoi ricalibrare - qualora richiesto - i tuoi paragrafi, senza eccedere in futili digressioni. Insomma, sul web vige una lettura veloce e scansionata. Meglio andare subito al dunque e approfondire al momento giusto. Ecco perché è molto importante non perdersi tra incisi e subordinate, tanto cari alla lingua italiana. Per fortuna, anche in questo caso, Yoast è pronto a bacchettarci, indicandoci tutte le frasi che contengono più di 25 parole.
NB → Puoi abilitare, o disabilitare, l'analisi delle parole chiave e della leggibilità. Basta un click, come mostrato nell'immagine seguente:
Queste sono le funzioni di Yoast, inerenti al fatidico semaforo. Eppure, il suddetto plugin può essere usato per svolgere altri compiti. E questo può essere tradotto con tre parole: semplificazione del lavoro.
Robots.txt e redirect
Robots e htaccess a portata di un click: questa è un'altra funzione - molto ghiotta - presente in Yoast. Sull'editor di massa e sulla funzione "importa ed esporta" non mi pronuncio. La descrizione è già abbastanza esplicativa.
Il robots.txt, giusto per rinfrescarti la memoria, è un file di testo situato nella root principale del tuo sito web. La sua funzione? Quella di bloccare la scansione di determinate pagine, da parte del motore di ricerca. In parole povere, se hai una o più pagine che non vuoi indicizzare, devi indicarle nel file robots.
Normalmente, per visualizzare (e modificare) questo file, occorre un programma che ti permetta di accedere all'ftp. Con Yoast, invece, diventa tutto molto più semplice.
Ecco un file robots.txt corretto:
User-agent: *
Disallow: /wp-admin/
In questo esempio, le uniche directory inibite sono quelle di sistema - del tutto inutili per l'utente.
Titoli e metadati
Con questa sezione di Yoast, puoi gestire facilmente il tag title e la meta description della tua homepage. Un po' come vedi nello screen sottostante.
Ma c'è dell'altro. Dal sottomenu, infatti, è possibile impostare i meta robots (da non confondere con il file robots.txt) su articoli, pagine, media, categorie e tag. In pratica, per escludere dall'indicizzazione gli elementi appena citati, devi passare da qui. Anche in questo caso, l'interfaccia del plugin rende tutto molto intuibile.
Sitemap.xml
Ottimizzare un sito web per i motori di ricerca significa, in primis, fare comprendere ai crawler che esistono pagine più importanti rispetto ad altre - e quindi prioritarie per noi. Il file robots.txt e i meta robots servono anche a questo. Così come la sitemap.xml, un'altra funzione che può essere gestita da Yoast.
La sitemap (per i motori di ricerca) è un file di testo in formato .xml. E puoi visionarla, SEMPRE, a questo indirizzo: tuosito.it/sitemap.xml
Possono esistere diverse sitemap.xml, ognuna associata a un gruppo di contenuti specifici. Come, ad esempio, la sitemap degli articoli, delle pagine, delle immagini, o delle categorie. Comunicare al motore di ricerca la struttura del tuo sito web è cruciale se vuoi dare la giusta priorità ai tuoi contenuti.
E Yoast, anche in questo caso, viene in nostro soccorso, creando in maniera del tutto autonoma la sitemap.xml.
Index e noindex
Infine, tra le funzioni avanzate di Yoast - appena sotto le impostazioni per la condivisione sui social - trovi l'icona di un ingranaggio. Da qui, è possibile gestire singolarmente lo stato di indicizzazione di una determinata pagina. Quindi, scegliere se indicizzare o meno un contenuto, o impedire al crawler di seguire i link presenti nella pagina.
Per chiarire ogni tuo possibile dubbio, ti consiglio di dare una lettura al Glossario SEO per aspiranti blogger. In un articolo che parla di Yoast, non posso (e non devo) parlarti di acronimi e termini tecnici. Mi dispiace.
Yoast SEO: non chiamarlo semaforo
Il nostro excursus su Yoast volge al termine. Se conosci altre funzioni che reputi fondamentali, ti invito a seguire la pagina Facebook di Ninja Marketing e inserire un commento al post. E per l'amor della SEO, non chiamare Yoast "semaforo". Sarebbe un po' riduttivo, non credi?