“I screwed up”. Queste le parole pronunciate da Eric Schmidt, intervenuto all’apertura della D9 Conference, organizzata da AllThingsD e tenutasi dal 31 maggio al 2 giugno a Rancho Palos Verdes, in California.
L’executive chairman ed ex CEO di Google ammette di essere il responsabile del fallimento della strategia di Big G nel campo dei social network. “I clearly knew I had to do something and I failed to do it. The CEO should take responsibility” ha detto facendo riferimento a delle note scritte da lui stesso tre anni fa riguardanti il fenomeno social network e che non sono mai state utilizzate.
Schmidt ha inoltre citato Facebook, competitor di Google nell’online advertising, come membro di una “gang of four” che oggi domina il mercato delle nuove tecnologie e di cui fanno parte, oltre a Google, anche Amazon e Apple, il cui valore, che supera i 500 miliardi di dollari, deriva dal fornire “something you can't do otherwise”. A questi quattro top brand potrebbero aggiungersi PayPal e Twitter ma non Microsoft che, nelle menti dei consumatori, “is not driving the consumer revolution”.
Ma, se Microsoft non guida più l’evoluzione del settore, è riuscita in qualcosa che non è invece riuscita a Big G: se Google ha provato senza successo ad instaurare una partnership con Facebook (“We’ve tried very hard to partner with Facebook” ha affermato l’executive chairman “Facebook has done a number of things which I admire”), nel 2007, la società di Redmond ha invece acquistato una quota dell’1,6% del social network per 240 milioni di dollari, e da allora le due compagnie hanno sviluppato insieme diverse partnership operative.
Sicuramente interessante sarà osservare, nei prossimi giorni, le reazioni e le conseguenze innescate da questo pubblico mea culpa.