Sempre più utenti si collegano da dispositivi diversi dal computer: smartphone, tablet e netbook sono ormai molto diffusi. Il Responsive Design (RD), che permette di cambiare la disposizione ed il numero degli elementi a seconda delle dimensioni dello schermo, si candida a diventare il nuovo standard per il Web:
Un esempio pratico? Guarda il sito css-tricks.com di Chris Coyier da vari dispositivi: tablet, smartphone, pc, o semplicemente allarga e restringi la finestra del browser. Fantastico, vero?
Immagini a tutto schermo, icone più ampie e scritte a caratteri cubitali certamente rimangono più impresse nella mente del visitatore, e saranno sempre più utilizzate:
La tendenza al gigantismo non risparmia neppure i footer, che diventeranno sempre più protagonisti della struttura del sito:
La semplicità paga. “Via il superfluo, mantieni solo le informazioni necessarie” sembra essere il nuovo, minimalistico, motto dei web designer:
Anche i siti strutturati in un unica pagina, in cui sono concentrate tutte le info di rilievo, stanno sempre di più prendendo piede:
Saranno sempre più usate, per rendere accattivanti anche i dati più noiosi, e rendere le statistiche più ostiche comprensibili anche al vostro nipotino. Ma la vera novità sono i siti che si ispirano allo stile e agli elementi tipici delle infografiche:
Google+ sarà anche stato un mezzo flop, ma l’idea di usare i cerchi era accattivante e di tendenza. Molti grafici li stanno infatti utilizzando come elementi chiave dei siti web:
Del resto anche lo street artist Banksy afferma che la maggior parte delle cose risultano migliori se racchiuse in un cerchio:
A raccontarvela così sembrerebbe una semplice lavanderia e invece dietro c’è un mondo.
Leggendo l’articolo avrete la sensazione di leggere una storia fatta di giovani neolaureati, creativi ma senza spazi, stanchi di soccombere al “sistema” e con troppa voglia di fare, infatti è così.
Si chiama Laundry ed è partita da 40 jeans Levi’s, il capitale praticamente, e ho la possibilità di parlarvene perchè è stata l’università Bicocca di Milano a portarmeli sotto al naso e non mi pareva giusto tenermi l’entusiasmo di un’idea tanto simpatica tutta per me.
Il ragazzo Cortese, vestito da commercialista con la fissa del web(fuori il primo).
Fra, il ragazzo biondo masterizzato nei migliori bar Milanesi(l’altro) e
Cristiano(il restante), l’intellettuale vintage che non ve le manda a dire in fatto di gusti musicali.
Hanno mantenuto quella vecchia lavanderia in via Vigevano 20 a Milano, con ZERO costi d’affitto, lasciandone inalterata la funzione commerciale ma arricchendola di circostanze ed eventi che oggi fanno di Laundry un punto d’incontro e un brand unico e pensato.
Le cose sono cambiate da quando i tre giovani fondatori ci hanno messo sù gli occhi; via la muffa, via i vetri spaccati, via la polvere e via quella cassa anni ’70. Fatto salvo le lavatrici, tutto è cambiato e il patto è questo; gestire il negozio, mettere tutto a nuovo ma non pagare 1€ di affitto
Si, perchè Laundry continua ad essere una lavanderia ma non è solo quello. E’ anche un negozio figo in cui mentre provi un capo vintage qualcuno si centrifuga le sue belle lenzuola da studente.
Nel 2010 gli italiani hanno buttato via una mole di abiti pari a 18.000 km di stoffa (praticamente il doppio della distanza che intercorre tra Milano e Tokyo) e uno tra i principali valori alla base di Laundry è il RIUSO, quindi avete perfettamente capito di cosa sto parlando.
Ma Laundry non è solo roba, è anche Poter e Saper fare. Ecco perchè ogni capo viene sapientemente valorizzato da giovani in gamba, che nel riusare materiali orfani hanno la possibilità di esprimere la loro creatività e il loro talento. Tutto torna e la roba prende vita.
Ogni prodotto Laundry è un pezzo unico fatto di stoffe abbandonate a cui viene rifatto il trucco.
Succede ogni primo sabato del mese, il primo osservatorio artistico in una lavanderia a gettoni. Ogni mese viene messa a disposizione l’intera lavanderia per permettere ad artisti di ogni genere l’esposizione del loro talento.
Il supporto offerto è organizzativo, materiale e di tutti i canali di comunicazione utilizzati.
Cade la terza domenica di ogni mese ed è un osservatorio su tutte le realtà musicali “zittite” nel mercato attuale. Ogni martedì dalle 19.00 alle 22.00 gruppi indipendenti, musicisti e cantanti possono esprimersi in lavanderia.
E’ un giovane creativo, attento all’ecosostenibilità e originale .
Non possiamo parlare di target vero e proprio, non ci sono categorie per Laundry, solo idee buone che dalla mente passano ai fatti e ai prodotti. Laundry è un pensiero materializzato.
Se credete che non esista una lavanderia funzionante in cui potete acquistare abiti originali e unici, a prezzi bassi, a cui si associano serate divertenti fatte di incontri piacevoli e buona musica. Allora ci vediamo in lavanderia, via Vigevano 20 per la precisione!
Ci sentiamo di recensire e di consigliare con grande entusiasmo il libro “Bella Napoli. Storie di lavoro, di passione e di rispetto” scritto da Vincenzo Moretti per Ediesse.
In un momento dove si parla tanto di branding territoriale e le polemiche sono accese sui diversi approcci e le diverse strategie possibili, dal nostro punto di vista quello proposto da uno dei massimi esperti italiani di social innovation ci sembra l’unico approccio sensato: quello orientato allo storytelling.
Quanto siano importanti le storie lo spiega bene proprio nel libro l’autore senza metterci una parola che fosse sua, semplicemente citando, così: “Le storie aiutano la comprensione, perché integrano quello che si sa di un evento con quello che è ipotizzato […]; suggeriscono un ordine causale tra eventi che in origine sono percepiti come non interconnessi […]; consentono di parlare di cose assenti e di connetterle con cose presenti a vantaggio del significato […]; consentono di costruire un database dell’esperienza da cui è possibile inferire come vanno le cose” (Karl Weick); “Le storie che raccontiamo alla fine si prendono cura di noi. A volte una persona per sopravvivere ha bisogno di una storia più ancora che di cibo. Ecco perché inseriamo queste storie nella memoria gli uni degli altri. È il nostro modo di prenderci cura di noi stessi” (Barry Lopez); “Un racconto non è solo un semplice susseguirsi di eventi, ma dà forma al trascorrere del tempo, indica cause, segnala conseguenze possibili” (Richard Sennett).
Vincenzo Moretti, considerato da molti il Sennett italiano e sicuramente insieme al nostro Alex Giordano uno dei maggiori esperti di Social Innovation, è un vero sociologo narratore, un inventore di senso. E’ il suo modo di esserci, con la sua testa, con le sue mani per prospettarci una nuova Napoli possibile, anzi attuale.
In Bella Napoli non cerca di nascondere i problemi, tanti, che attanagliano la città, cerca piuttosto di prospettare una condizione di possibilità collegata alla consapevolezza che cambiare è possibile, che dipende dai cittadini e dalle classi dirigenti, dalla cultura, dalle scelte, dall’impegno degli uni e delle altre.
Nulla di divino e neanche di metafisico, dunque, “solo” società, contesti, relazioni, faccende umane, cose concrete da fare o non fare, per l’appunto possibilità, una condizione di possibilità che non toglie ma piuttosto aggiunge responsabilità a ciascuno dei protagonisti.
Dodici storie di lavoro, di passione e di rispetto che, contrariamente a quanto siamo abituati a sentire, ci danno una carica di ottimismo facendoci toccare con mano che un altro futuro possibile esiste già.
Uno Storytelling, quello di Bella Napoli, orientato al Societing più che al Marketing territoriale: il che vuol essere un invito ad una maggiore capacità di proiettare l’ombra lunga del futuro sul presente e di avere una visione partecipata e dunque condivisa della realtà nella quale viviamo, delle trasformazioni e delle innovazioni che riteniamo necessarie per dare valore alle nostre comunità.
Una prospettiva questa di Moretti che merita di essere seguita anche nelle sue inchieste da cittadino reporter.
Nel 2012 avverrà un cambiamento ma non sappiamo come sarà. L’unica cosa certa è che se continuiamo a non fare nulla ci ritroveremo in un altro regime autoritario dove le persone non potranno più scegliere.
Scegliete di scegliere, è questo l’augurio che parte da questo libro utilizzando Napoli come metafora e non solo come territorio. Un augurio che cerchiamo di estendere da Ninjamarketing a tutta l’Italia ed il mondo occidentale consigliando “Bella Napoli” come il regalo perfetto per una befana diversa e consapevole che quando il tempo è alla fine non ci si può che arrendere alla vita.
Mancano pochi giorni all’arrivo del 2012 e ognuno di noi sta scaldando le orecchie preparandosi ai botti di fine anno. Tuttavia, come vuole la tradizione, si ripensa all’anno appena trascorso e si cominciano a fare anche i primi bilanci. Ecco perché noi di Ninja Marketing siamo andati indietro nel tempo alla ricerca dei migliori spot del 2011 sul tema del mobile e telefonia, ripercorrendo tutti i video messi in onda sia in Italia che nel resto del mondo, incluso Internet.
Questa è la nostra classifica personale che, prendendo spunto dal concorso di bellezza tradizionale, incorona il “Mister mobile Spot 2011” ma premia anche altre pubblicità del mondo mobile con diverse “fasce di consolazione”.
Voi non dovete far altro che sedervi comodamente sulle vostre poltrone e gustarvi la nostra selezione …perché anche la pubblicità è spettacolo!
Avere uno smartphone è anche condivisione con i propri cari e con i nuovi modelli è ancora più semplice grazie alla possibilità di fare la videochiamata. La casa coreana Samsung ci mostra con questo video qunto sia bello condividere i momenti della propria giornata con i propri amici o addirittura lanciarsi in sfide a colpi di…beatbox! A loro la fascia per lo spot più simpatico…
Lunedì 28 novembre 2011 Nokia ha presentato il suo Lumia 800 a Londra con l’aiuto di un Deejay, di una avanzatissima tecnologia 4D, luci e… della Millbank Tower! Straordinario il risultato ottenuto, descritto nei dettagli in questo nostro articolo.
Ecco come le persone possono usare uno smartphone per divertirsi con una “real version” di uno dei giochi più conosciuti nel panorama smartphone: Angry Birds! Per approfondimenti leggete questo nostro articolo.
Questo spot , di cui vi abbiamo parlato in questo articolo, venne realizzato da T-Mobile, la famosa compagnia telefonica inglese, a seguito delle nozze di William e Kate. Ecco la loro fantasiosa rivistazione del celebre matrimonio…
Per il lancio del Galaxy S II in Francia, Samsung ha portato JayFunk, il fenomeno di Internet del Finger Tutting, da Los Angeles a Parigi per donarci una coreografia incredibile e affascinante, per non dire elegante. Approfondite la notizia leggendo il nostro articolo.
Cosa c’è di più italiano nel mondo di…Cristoforo Colombo? La serie della TIM per celebrare i 150 anni d’Italia ci è sembrata originale quanto simpatica, ecco perché abbiamo voluto premiarla in questa nostra classifica.
Ritroviamo un’altra pubblicità italiana nella nostra classifica. Si tratta di quella di Vodafone. Creativa e d’impatto la scelta di associare alla sua campagna “Le cose belle si fanno in due” l’immagine di un bambino scalmanato. Ottima scelta!
La Motorola ha presentato questo spot al superbowl di quest’anno: nel video si vede un ragazzo normale che, circondato solamente da persone apatiche con cuffie iPod alle orecchie , va alla ricerca di una ragazza, anch’essa tristemente omologata alla massa di “iPhoniani”, e riuscirà a farla sorridere grazie al suo tablet Xoom (di cui vi abbiamo parlato in questo articolo). Chiaro anche il riferimento al romanzo 1984 di Orwell: più fair-play di questo…
Ed eccoci arrivati alla ciliegina sulla torta. Abbiamo scelto questo spot del Xperia Play (presentato in occasione del superbowl e da noi descritto in questo articolo) perchè unisce humor, fantasia e un’ ottima regia: quanto basta per ottenere un successo.
Questo spot è molto vecchio e non rientra nelle categorie elencate ma la redazione mobile di Ninja Marketing vuole fare un tributo anche a uno degli uomini più geniali del nostro tempo, fondatore della Apple e ideatore fra le tante cose degli iPhone, scomparso proprio quest’anno: Steve Jobs.
Voi invece cosa ne pensate? A chi avreste dato la fascia di Mister mobile spot 2011?
Indecisi su quale sarà la prima app da installare per il vostro nuovo Android? Abbiamo raccolto le 30 migliori app gratuite per i vostri robottini, non perdetele!
Questo Natale milioni di nuovi Android hanno preso vita ma come tutti gli amanti del robottino verde sapranno, il passo successivo è scegliere le app giuste. Se non volete perdervi nell’altissimo numero di app presenti sul market non vi resta che seguire la nostra guida sulle migliori app gratuite che il vostro Android potrebbe desiderare.
Abbiamo diviso il post in categorie che trovate elencate qui sotto, basterà poi un semplice clic sull’immagine dell’app per essere portati direttamente al Market nella pagina di download.
Ne avete altre da suggerire? Avete trovato app migliori di queste? Fatecelo sapere lasciandoci un commento!
→ PS: ecco cosa fare se volete promuovere una app
Per scorrere velocemente alla categoria di interesse cliccate sul nome in grassetto
– Produttività: le app per lavorare e gestire la propria vita quotidiana
– Comunicazioni: Portate al massimo le possibilità di usare lo smartphone per comunicare
– Social: tutte le app per accedere da ovunque ai vostri social network preferiti
– Cucina: Ricette e strumenti, Android si fa anche cuoco
– Informazioni: Per rimanere sempre aggiornati
– Utility: tutte le funzioni aggiuntive che non possono mancare sul vostro smartphone
– Giochi: i migliori passatempo
Questa selezione di app farà del vostro device uno strumento irrinunciabile per il lavoro. Gettate l’agenda, non ne avete più bisogno.
Prendere appunti sul vostro smartphone non è mai stato così semplice. Con pochi tocchi potrete creare i vostri appunti, anche attraverso la scrittura vocale che verranno poi caricati sul vostro spazio web fornito da Evernote. Potrete richiamare da ogni computer i vostri appunti e condividerli assieme a foto e ogni altro allegato.
Nessuno dei vostri impegni vi sfuggirà grazie a Jorte che gestirà il vostro calendario con moltissime opzioni. Massima personalizzazione per gestire l’app secondo i vostri gusti. Widget e possibilità di ricerca per gli eventi passati fanno di Jorte un’ottima scelta per tenere sotto controllo i vostri eventi.
Google Drive è la suite completa per la gestione e la condivisione dei documenti. Una volta appreso il funzionamento non potrete più farne a meno. Al momento supporta la visualizzazione di tutti i tipi di file e la modifica di documenti e fogli di calcolo.
In alternativa o assieme a Google docs, dropbox consente l‘accesso rapido e condivisibile con i documenti che metterete nelle cartelle dedicate. Comodo anche per trasferire velocemente file di dimensioni ridotte dallo smartphone al pc e vice-versa.
Servirà una connessione wireless per ottenere il massimo da quest’app che consente di controllare da remoto un pc sul quale è stato installato teamviewer. Il programma si integra perfettamente con lo smartphone, permettendo di usare tutte le funzioni del vostro personal computer. Comodo quando è necessario lasciare il pc a lavorare e non ci si trova in casa.
Fra le applicazioni che aiutano a comunicare abbiamo estratto le tre migliori, ma ancora una volta vi chiediamo di segnalarci le vostre preferite che qui non trovate!
IMO è un’app con la stessa funzione di ebuddy ma senza i suoi difetti, tra i quali logiche di advertising sempre più invasive e blocchi dell’app troppo frequenti per essere accettabili. IMO è il suo degno successore, godetevi il video introduttivo e se non l’avete ancora fatto, scaricatelo!
Indispensabile sul vostro Android, l’app di skype offre tutte le funzioni del client normale, ottimizzate per lo smartphone. Attenzione ai vostri contratti se usate il 3g perché gli operatori pongono diverse condizioni sul VOIP: prima di effettuare chiamate verificate le condizioni!
Questa piccola applicazione vi permetterà di mandare attraverso wi-fi o 3g messaggi istantanei agli utenti che avrete aggiunto. Così snella quest’app è un’ottima alternativa agli sms, ma offre anche la possibilità di mandare sms classici a prezzi vantaggiosi.
Una selezione di app indispensabili per essere sempre connessi attraverso il vostro smartphone su tutti i social network.
Da installare assolutamente, si integra con il device per consentirvi tweet velocissimi. Inserite le credenziali e siete pronti per cinguettare i vostri pensieri o leggere quelli degli altri attraverso il comodo widget da posizionare sulla schermata principale.
L’app ufficiale del più famoso social network non presenta più quasi differenze con la release per iOS. Ci sono ancora funzioni migliorabili per Android ma l’app (è scontato ormai dirlo) è sicuramente più comoda che navigare il sito mobile, soprattutto su device non di fascia alta.
Se usate google + non può mancare quest’app. Condividere post e foto con le vostre cerchie non è mai stato così facile, pochi tocchi e avrete tutto a disposizione. Il widget è ancora più funzionale, una comoda barra che consente di postare istantaneamente status o prendere dati dalla memoria del device.
Non ha bisogno di presentazioni, l’app vi permetterà di fare l’ormai classico check – in nei vostri luoghi preferiti con tutte le possibilità ce offre questo social network.
A completare la sezione social, ecco l’app di linkedin per Android, molto comoda per tenere sotto controllo il proprio network professionale.
Nessuno può negare il fascino del vecchio ricettario della nonna, ma non sempre è a disposizione. Lo smartphone ci viene in aiuto: ci potremo mettere in tasca centinaia di ricette per non essere mai colti impreparati in cucina. Ne abbiamo selezionate due fra le tante.
Tante ricette rapide e semplici (o meno semplici) per avere sempre il giusto piatto per ogni occasione. Pochi tocchi e potrete mettervi a lavorare in cucina.
Ne abbiamo parlato diverse volte e la consigliamo anche qui. Barilla ci offre ricette, consigli e molti strumenti utili per cucinare come il famoso dosa spaghetti. Un ottimo caso di brand app che promuove il marchio offrendo un vero valore all’utente. Ne avevamo parlato qui approfonditamente.
Chi possiede uno smartphone d’ora in poi saprà sempre dove trovare tutte le informazioni nazionali e non. Inseriamo solo Pulse, la più completa e innovativa, ma si accettano suggerimenti!
L’app vi mette a disposizione un mosaico in cui verranno raccolte tutte le news delle vostre fonti preferite. Diventata ormai un classico è fra le migliori per mantenersi informati grazie al mix perfetto di praticità e funzionalità che offre, consentendovi di inserire tutti i feed rss che vorrete seguire fino anche al vostro account di Facebook, dandovi rapido accesso a tutti gli aggiornamenti del social network.
Abbiamo selezionato per voi alcune app per che doneranno al vostro device diverse funzioni aggiuntive. La scelta è stata limitata a pochi nomi, ma una volta provati non potrete più farne a meno.
Tutta Italiana, quest’app nella versione gratuita vi permette di tenere sotto controllo gli orari dei treni, visualizzandone anche eventuali ritardi. Pochi tocchi e potrete progettare il vostro viaggio senza dover usare nient’altro se non Orario Treni., anche per l’acquisto online del biglietto stesso. La versione a pagamento presente anche diverse opzioni aggiuntive, tra le quali un ottima selezione di widget. Orario Treni è nella sua semplicità così completa da essere un must per chi viaggia spesso in treno.
Semplice e snello come deve essere un lettore di Qr- code (e codici a barre), basterà inquadrare il codice per essere immediatamente rimandati al sito a cui fa riferimento. L’app offre anche diverse funzioni aggiuntive, come la cronologia, i propri preferiti e la possibilità di condividere i codici scannerizzati.
Se spesso vi ritrovate a non sapere quale sia il titolo della canzone che avete sentito poco prima, soundhound fa decisamente per voi. Fategli “ascoltare” una parte del brano in questione e vi saprà dare tutte le informazioni a riguardo, compresa la possibilità di acquistare l’mp3 a pochi centesimi.
Sopratutto se avete uno dei modelli samsung non ne potrete più fare a meno. Consente di connettere lo smartphone a un pc a patto che condividano la stessa connessione wi-fi, permettendovi così di accedere a tutto il contenuto del vostro device. Con pochi tocchi potrete modificare, aggiungere o cambiare foto, messaggi, musica e tutto quello che è presente all’interno dello smartphone.
Perchè consigliato sopratutto ai possessori di un modello Samsung? Perchè vi permette di non passare per il lentissimo Samsung Kies versione desktop, se non quando sarete costretti a utilizzarlo per aggiornare il sistema operativo. Un bel risparmio di tempo.
Per leggere i PDF troverete molto comoda la classica app di Adobe, molto snella terrà traccia anche dei file usati di recente o scaricati per consentire un accesso più veloce. L’app offre anche diversi strumenti per la lettura e una semplice gestione del testo.
Con l’app di Coming Soon, non solo avrete accesso ai trailer in HD di tutte le nuove uscite assieme a molto materiale aggiuntivo, ma anche a orari e sale cinematografiche in cui verrà proiettato il film che vorrete vedere.
Sul treno, sull’autobus e dovunque abbiate qualche minuto di tempo, vi attendono centinaia di giochi gratuiti per Android. Noi abbiamo selezionato quelli che ci hanno divertito di più, manca qualcosa che vi è piaciuto?
Ecco a voi l’onnipotente Angry Birds in tutto il suo splendore. Siete pronti a schiacciare gli odiati maialini verdi? Gameplay semplicemente divertente, grafica pulita e nuovi livelli pubblicati regolarmente. Cosa aspettate a scaricarlo? Non dimenticate anche la versione Season e Angry Birds Rio, fantastici come l’originale.
L’intramontabile “gioco dei re” è presente in moltissime versioni sull’android market. Noi abbiamo scelto Chess, tanto completo quanto popolare. La caratteristica interessante di quest’app è proprio l’intelligenza artificiale che riesce a soddisfare sia i principianti che gli scacchisti più esperti. Se invece siete dei campioni, beh non c’è app che tenga 😉
Un simpatico puzzle game che ci metterà alla guida di un piccolo carro armato. Per vincere dovremo riuscire a eliminare tutti i nemici del livello, potendo così accedere a quelli di grado più elevato e a tanti nuovi potenziamenti. Una grafica 3d molto piacevole e un gameplay frenetico fin dal primo livello fanno di Tank Hero uno dei giochi gratuiti per Android da provare assolutamente.
Uno dei più famosi tower defense per Android. Ambientazione futuristica, un mucchio di potenziamenti e orde di nemici tutti diversi da abbattere. Oltrepassando i livelli potrete potenziare sempre di più il vostro armamento, per raggiungere tutti gli obiettivi che il gioco vi propone. Nella versione full (a pagamento) sono presenti anche diverse mappe aggiuntive. Sul Market è disponibile anche la versione HD qui
Un gioco tra i più semplici ma e appassionanti dell’ Android market. L’obiettivo è far salire il vostro ninja il più in alto possibile, evitando tutti gli ostacoli e accumulando potenti power – up che vi faranno volare sempre più in alto. La sfida si farà ancora più dura quando andrete a confrontarvi con i tantissimi altri utenti online.
Ispirato da un grande classico del calibro di “Geometry wars” questo gioco riprende lo stesso stile in quattro modalità che metteranno alla prova anche i giocatori di vecchia data. A completare il quadro troviamo medaglie, classifica online e nuove “navi” sbloccabili man mano che si avanza con i punteggi. In alcuni punti è veramente difficile sopravvivere alla cattiveria delle forme geometriche che attenteranno alla vostra vita, ma vale la pena fare almeno un giro di prova!
Non si tratta di un vero e proprio gioco ma non potevamo fare a meno di segnalare quest’app. Grazie a Androidify, potrete personalizzare in mille modi il robottino verde, vestendolo e modificandolo fisicamente, per creare il vostro personale Android. Una volta creato potrete condividerlo o salvarlo sul vostro device.
Un altro passatempo a cui non riuscirete più a rinunciare. Verranno lanciati diversi frutti in aria, voi prima che cadano dovrete tagliarli a metà. Sembra facile? Non proprio, provare per credere.
Dalla mia esperienza personale, ho imparato che spesso le startup non hanno piena consapevolezza del potere della social media communication e che i team cercano di coprire l’area marketing un po’ alla buona, improvvisando tattiche di sharing che credono furbe, trovandosi poi in situazioni imbarazzanti.
Se assumiamo che i social media non hanno regole definitive -e, dal mio punto di vista, non ne devono avere- come facciamo a regolarci per un loro uso ottimale in base agli obiettivi della nostra azienda?
A partire da oggi, ogni giovedì fino a 12 gennaio, proveremo a sciogliere alcuni nodi che riguardano le strategie della comunicazione di una startup e, per la costruzione di una bella discussione a tema, è più che benvenuta ogni critica, ogni domanda e ogni nuova idea.
Entrare nel mercato target, nella prospettiva dell’area Marketing, significa conquistare i suoi attori, quindi i clienti possibili, i partner con cui collaborare e gli eventi che riguardano il proprio settore, con lo scopo di aprirsi ad iniziative e a contatti utili.
In che modo i social media ci aiutano a farlo? Creando un rapporto diretto con la community. Infatti, realizzando la condizione ideale per immergerci nel mercato che abbiamo individuato, ci dà la possibilità di osservarlo, comprenderlo e riportare in azienda tutte le problematiche tipiche rilevate, dalla percezione del brand alle informazioni utili per lo sviluppo del prodotto e della sua comunicazione ad hoc. Non da ultimo, ci aiuta a ripensare e modellare il nostro business model.
Quali mezzi possiamo utilizzare per farlo? Abbiamo a disposizione sia i canali tradizionali di web marketing sia i social media.
1. In questo, e nel post del 5 gennaio, ci occuperemo dell’importanza dell’uso consapevole dei canali di comunicazione social, iniziando da Facebook e Twitter
2. Ci interesseremo alle politiche di comunicazione attraverso i diversi social network, più le applicazioni integrabili, guardando alla logica di Foursquare o Instagram
3. Nel post finale, quello del 12 gennaio, tratteremo brevemente dei canali tradizionali di webmarketing, dai blog alle email istituzionali
Tralascerò del tutto le strategie marketing in senso stretto, quindi non entrerò nel merito, per esempio, del legame gaming tra i check-in e il rilascio dei badge, virtuali o reali, utilizzati come contest promozionali da alcune aziende.
Invece, vi aggiornerò sicuramente di alcune esperienze come questa presa nell’ esempio, con i dati più recenti sull’utilizzo delle app o della loro percezione da parte dell’utente.
Iniziamo il discorso col dire semplicemente che ogni social network andrebbe scelto in base all’utilizzo effettivo che ne dobbiamo fare.
La domanda da farsi quindi, prima di registrarci ovunque, è: a cosa mi serve? Io non sono d’accordo sul fatto che, già solo iscriversi dappertutto, crea una possibilità, per la nostra azienda, di farsi conoscere: la dispersione nel web è talmente alta che è preferibile indirizzare il tempo e gli sforzi su pochi canali piuttosto che avere mille account non curati. Inoltre non bisogna trascurare le informazioni che rilasciamo che, come capita in alcuni casi, dimentichiamo del tutto di monitorare, poiché è questa la prima causa del danno che provochiamo alla nostra immagine.
Si vedano quelle pagine lasciate a se stesse, riempite con insulti o critiche sterili a cui nessuno dà mai feedback o, peggio, quegli account dispersi su Google che pure, alla fine, riaffiorano con una semplice ricerca, per scoprire amaramente che l’azienda è completamente latitante. Di contro, un brand ossessionante che tenta di richiamare in ogni modo e in ogni dove la nostra attenzione, non solo ottiene l’effetto contrario, ma dimostra ugualmente di non aver capito tanto bene come funziona l’arte della comunicazione.
Come fa il Cmo a scegliere in che modi e in che tempi presentare il nostro business online? Ecco una mappa veloce per la scrematura iniziale.
Quindi saper scegliere i nostri social media in base allo scopo che dobbiamo raggiungere diventa, da un lato il nostro bigliettino da visita, dall’altro un trampolino di lancio quando siamo effettivamente pronti.
Cosa vuol dire essere pronti? Vuol dire che la comunicazione e lo sviluppo del prodotto devono andare di pari passo, perciò anticipare troppo tempo prima qualcosa che si vedrà accadere sì e no dopo mesi, diventa un’arma autodistruttiva.
L’ideale sarebbe iniziare a creare aspettativa non più di un mese prima dall’ingresso nel mercato del prodotto. Ovviamente i casi sono tanti e diversi, ma in generale sarà buona abitudine stare attenti a non fare capriole spettacolari con le parole per poi cadere nella vasca… vuota!
Ma, se è vero che i social media sono perennemente in evoluzione, prima di andare avanti, vediamo come lo stato delle cose si sia trasformato negli ultimi 12 mesi:
Iniziare a comunicare a nome della startup attraverso Facebook e Twitter è la prima cosa che viene in mente di fare a tutti i team. L’obiettivo è di creare la nostra community e relazionarci, dentro e fuori da essa, con il mercato target.
Per farlo adeguatamente, dovremmo prima riflettere sulla definzione del brand che vogliamo dare e soprattutto dei valori che, attraverso il brand, vogliamo trasmettere. Quindi iscriviamoci, dando importanza anche alle parole che useremo per descriverci, per dare una netiquette ai gruppi, mettendo al centro delle nostre affermazioni la problematicità dell’utente che vorremmo ci seguisse.
Infatti la rivoluzione social insegna proprio che la direzione intrapresa dal 2.0 permette all’utente di sfruttare quello che ormai non è più considerato spazio virtuale, ma spazio reale aumentato.
Ecco perché le aziende devono stare attente a cercare le migliori soluzioni di interazione nei piccoli luoghi che abitiamo, da cui comunicare globalmente contenuti e condivisioni. Ciò significa che su queste piattaforme ci occuperemo, in maniera diversa, di trasmissione di comportamenti e non più dell’acquisto di merci. Quindi non ci comporteremo come per vendere tappeti e abbonamenti o cercare iscrizioni al nostro circolo, ma proporremo la nostra identità, perché se c’è una sola vera regola valida nei social media è quella dei significati sociali, cioè del perché esserci, come farci trovare e cosa condividere nelle reti, in concreta rintracciabilità online e offline.
Grazie alla strategia webmarketing decisa, quindi, si deduce quali canali di comunicazione siano più adatti al nostro caso e in che modo gestirli.
Come si prende questa decisione? Semplice. Analizzando il legame che esiste tra la nostra presenza reale sul mercato –offline- e le attività di promozione –online- dell’azienza, con lo scopo di acquisire nuovi visitatori nella propria famiglia di utenti.
Non sono d’accordo sul fatto che l’utente vada fidelizzato, quindi smantello completamente questa strategia: è il cliente di un prodotto fisico che un tempo veniva fidelizzato, ma, oggi, con i social media l’utente vive un’esperienza che, se trova utile o piacevole, trasmette automaticamente agli altri, ma l’azienda non lo induce, a tranello, a pattuire un legame con sé.
Pensiamo al fatto che per molte startup raggiungere 10mila utenti venga considerato un traguardo difficile: non è vero! Basta che sappiamo arrivare a 100 utenti che, da soli, vadano ad influenzare con il nostro messaggio altri 100 dei loro amici, e abbiamo ottenuto la nostra prima massa critica. Cosa accomunerà noi e loro? Tutto ciò che fa parte dell’esperienza sociale affine. La regola generale che dovrebbe perciò sempre valere è dettata semplicemente dal buon senso.
Alla domanda “qual è il miglior modo di promuovere le proprie attività su Facebook?” rispondo partendo da un errore comune che ho notato.
Non è caso raro che un’azienda o un’organizzazione, anziché registrare un account pubblico come la Fanpage di Facebook, registri un account personale, che oltre ad essere un’ azione contraria al regolamento -che prevede la registrazione di profili legati solo ed esclusivamente a persone realmente esistenti- lo impegnano per andare a chiedere le amicizie a destra e a manca, tra parenti, amici e sconosciuti, fino a farsi segnalare come spam e farsi bloccare, o rimuovere, l’account.
Oppure, per fare un altro esempio, capita altrettanto di frequente che un’azienda inizi a parlare con i suoi followers di Twitter del suo prodotto mesi e mesi prima del lancio sul mercato, manovra tutt’altro che redditizia e che porta, alla lunga, all’abbandono alle conversazioni da parte degli utenti e ad una cattiva prima impressione online.
Ricordandoci perciò che c’è differenza tra un profilo e una fanpage e che il profilo non è MAI utilizzato da un’azienda seria, mentre la fanpage esiste proprio per l’ufficializzazione delle attività dell’azienda, decideremo di usare una Fanpage adeguata alle nostre esigenze, seguendo la guida della community di Facebook.
Potremmo inoltre, come fanno in tanti, scegliere di utilizzare i gruppi di discussione, per tutto ciò che non riguarda le attività specificatamente dedicate al marketing tramite pagina pubblica. Cambieranno registri comunicativi, scelta delle immagini e persone direttamente convolte nella comunicazione.
Per quanto riguarda nello specifico Twitter, su cosa e come utilizzare i palinsesti di intrattenimento individuati dal marketing conversazionale che si può implementare proprio grazie al suo account, soprattutto se integrato con altre applicazioni, vedremo di delineare nel post del 5 gennaio le politiche di comunicazione tramite social media.
Riguardo l’atteggiamento da mantenere, ripeto, è inutile scervellarsi sulla fidelizzazione dell’utente: è un falso mito. Nell’era social, l’utente fa parte della nostra rete di contatti, in cui noi non siamo sopra di lui, ma al suo pari. Non riuscire a coinvolgerlo con le nostre attività, generando troppa aspettativa, porta al calo di interesse e all’abbandono dalle nostre pagine social.
A tal proposito, teniamo sempre in mente che attraverso social media 1 utente su 7 accede ai contenuti attraverso le bacheche di Facebook. La La maggior parte delle ricerche a tema su un argomento, invece, avvengono tramite hashtag su Twitter. Occorre perciò che ci facciamo trovare facilmente.
I modi di evitare eco e solitudine nei social network saranno argomento di giovedì prossimo.
Adesso però tocca a voi! Se volete contribuire ai prossimi post, basta che raccontiate quali sono gli errori e le soluzioni, commessi dalla vostra startup, sul piano comunicazione. Il resto lo faremo insieme. 🙂
Il Tethering consiste nel trasformare uno smartphone in un router, per offrire una connessione internet ad altri dispositivi, quali telefoni, tablet, computer o simili, che abbiano la wi-fi attiva e si trovino nelle vicinanze. Ad oggi, tutti i maggiori sistemi operativi offrono questo tipo di tecnologia: da Android a iOS, da Blackberry a Symbian.
Spesso, però, questa funzione rimane inutilizzata, abbandonata negli “angoli bui” dei nostri smartphone.
Ma entriamo di più nel dettaglio e vediamo come funziona.
Per mutare il vostro telefono in hotspot basterà avviare l’applicazione Tethering (il nome dell’app cambia da smartphone a smartphone), selezionando la relativa icona nel menù.
A questo punto, vi sarà chiesto di configurare la rete con nome e password di sicurezza (procedura che andrà eseguita una sola volta). Il processo di installazione richiede un paio di minuti. Al termine, il telefono sarà pronto per essere utilizzato come router.
La velocità di connessione, invece, dipenderà da diverse variabili: il tipo di rete internet a cui ci si collega, la distanza dalla torre di trasmissione di rete più vicina, il livello di congestione del web in quel momento, etc. In base al modello, il telefono cellulare può fornire connessione ad un massimo di 8 dispositivi in contemporanea. Generalmente, il segnale wi-fi del telefono ha un raggio di circa 100 metri, perciò più ci si allontana dall’hotspot, più sarà bassa la potenza del segnale.
Ebbene, bisogna precisare che questa (utilissima) funzione non sembra essere trattata con grande chiarezza dalle compagnie telefoniche italiane. Navigando un po’ sul web, infatti, trovare costi e modalità di attivazione del Tethering diventa un’ardua impresa: in alcune pagine compaiono presunti listini prezzi, in altre cambiano radicalmente; alcuni blog dichiarano che taluna o talaltra compagnia telefonica di punto in bianco ha deciso di troncare la fornitura del servizio Tethering, altri post invece smentiscono totalmente; infine, sui siti ufficiali dei gestori non si trova nessuna rilevante notizia a riguardo.
Per fortuna, esistono delle alternative totalmente free: app gratuite come MyWi per iPhone, Android WiFi Tether per Android o JoikuSpot Light Hotspot WiFi per i sistemi Symbian permettono di attivare il Tethering senza alcun costo, a scapito però delle garanzie di sicurezza che le compagnie telefoniche (forse) garantiscono.
Se da una parte c’è la fumosa questione economica, dall’altra va considerata la comodità di non dover impazzire per trovare un hotspot wi-fi pubblico a tutti i costi. E non solo: basti pensare che, grazie al Tethering, non è necessario nessun tipo di accessorio esterno. Accessori che spesso vengono dimenticati a casa o che, nel peggiore dei casi, sono scarichi perché abbiamo dimenticato di ricaricarli prima di uscire.
Di seguito, due semplici guide per attivare il Tethering su iPhone e Android
1. Il software
Prima di tutto, accertatevi che il vostro melafonino abbia installata l’ultima versione di iOS. Per farlo, collegatelo ad iTunes e cliccate sul pulsante “Verifica aggiornamenti”.
2. Attivazione del Tethering
Nel menù Impostazioni dell’iPhone, andate su Generale > Rete. Settate la voce “Internet Tethering” su ON.
3. Navigazione sul web
Una volta impostato su ON, una barra blu appare sulla parte alta dello schermo del vostro iPhone, con la scritta “Internet Tethering”. Ovviamente, con questa funzione attiva, potete effettuare e ricevere chiamate, oltre ad inviare e ricevere SMS regolarmente.
1. Occhio alla batteria
Per prima cosa andate su Impostazioni Wireless e reti > Tethering / hotspot portatile. Attivate la spunta, quindi un messaggio vi avviserà che in questa modalità la batteria potrebbe consumarsi più velocemente, a meno che non lo si colleghi alla rete elettrica.
2. Alcuni dati
A questo punto vi sarà chiesto di inserire il nome del dispositivo sulla rete, la password di sicurezza (facoltativa e modificabile in un secondo momento) e il timeout di inutilizzo della funzione.
3. Attivazione del Tethering
Una volta inseriti questi dati, il vostro dispositivo Android sarà pronto per condividere la connessione con altri dispositivi.
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