Vi ricordate quando i film erano prodotti da case di produzione più o meno grandi e indipendenti o quando ci si improvvisava registi per girare degli improbabili cortometraggi?
Bene, oggi basta affidarsi a Facebook Connect o a Google per vedere i propri contatti o dati trasformati in esperienze filmiche.
Già qualche mese fa vi avevamo parlato di FlashForward Experience, applicazione utilizzata per il lancio della serie TV americana centrata su Facebook Connect e sul concept della serie stessa. I propri amici e le proprie foto venivano elaborate dal programma per creare un flash forward "artificiale" che richiamasse nell'estetica quelli visti dai protagonisti della serie.
Qualche mese dopo l'esperimento sembra prendere ancora più piede e ci ritroviamo così due memi estivi: Lost in Val Sinestra e The Downtown.
Nel primo caso viene utilizzato Facebook Connect per creare un cast di 6 contatti più noi come protagonisti, in seguito è possibile scegliere il grado di brivido del trailer. Se non l'avete ancora sperimentato non potete perdervelo!
La video-creazione è in realtà parte di una campagna promossa da Swisscom per il lancio di alcuni nuovi servizi televisivi.
D'altra parte l'idea è vincente poiché - come nota Giovanni Boccia Artieri - è un "linguaggio, questo dell’individual trailer, che contiene un genoma virale per costituzione, che aggiunge valore attraverso la capacità di integrare, nell’esperienza che viene vissuta nell’intrattenimento, la propria esperienza (le proprie immagini e quelle degli amici, così come le relazioni interpersonali da social network)".
Ancora più personale il concept alla base dell'iniziativa "The Wilderness Downtown", un "Chrome experiment" realizzato "with some friends on Google" e basato su Html 5.
Ci viene richiesto, in tal caso, l'inserimento dell'indirizzo di un luogo d'infanzia ed offerta la possibilità di scrivere al nostro io più giovane, il tutto con in sottofondo "We used to wait", nuovo singolo degli Arcade Fire.
In altre parole ripercorriamo i luoghi in cui siamo cresciuti grazie Google Street View e all'ingegno di Chris Milk, cui si deve l'idea del video.
E' evidente che in "prodotti" di questo genere - tenendo conto soprattutto del loro potenziale di condivisibilità sui social networks - è la privacy ad essere messa a rischio (va anche detto che ciascuno intuitivamente dovrebbe esserne consapevole...), infatti il primo e più interessante esperimento di questo tipo risale ad un anno fa quando il Ministro della Giustizia olandese lanciò una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza online.
L'iniziativa, ideata dall'agenzia N=5 e realizzata da Kong insieme a Refunk, diventò presto un fenomeno virale (potete vedere il video qui) ed era basata sull'uso di dati "rubati" ali utenti di Hyves, il più grande social networks olandese, allo scopo di dimostrare la "fragilità" della protezione dei propri dati nelle reti sociali.
Che si amino o si odino questi user generated movies sembrano essere delle pratiche sempre più diffuse e certamente sono tra gli usi più interessanti che si fanno dei social networks. La loro capacità di rendere l'utente parte di un'esperienza cera un alto livello di engagement, facendo leva anche sulla possibilità di condividere i contenuti creati. L'interazione con il brand diviene così integrazione con esso, autorizzazione a "farlo entrare" nelle nostre vite prendendo parte ad esso e stabilendo dunque un rapporto che viene percepito come personale.
Entrano insomma in gioco dinamiche para-ludiche: esattamente come se stessimo prendendo parte ad un gioco di ruolo, additivo alla partecipazione e al nostro ruolo in quel contenuto più ampio che sono i social networks e trovando in essi l'ideale terreno di proliferazione.
Personalmente apprezzo molto tali produzioni ed anzi mi auguro che in futuro possano aumentare e - perché no? - migliorare. Finora la mia preferita resta The FlashForward Experience, e la vostra? Ne conoscete altre?
User generated contents: prossimamente sui vostri social networks!