La storia della rete è stata sempre affollata di individui che hanno fortemente creduto e voluto la realizzazione di un ambiente in cui fosse possibile mettere in pratica quegli ideali di libera circolazione della conoscenza e del sapere al fine di poter collaborare e cooperare con quante più menti possibili alla creazione e allo sviluppo di una cultura mondiale e umanitaria fondata sul contributo di tutti e, di conseguenza, libera sia di essere capita sia di essere utilizzata da tutti.
Quello della rete è stato il progetto che ci ha dato l’opportunità di capire veramente cosa si intende quando si dice che gli unici veri creatori, sviluppatori e detentori di una tecnologia sono gli utenti ovvero coloro che la usano e la adattano ai loro scopi e alle loro finalità.
Think global, act local (pensa globale, agisci nel locale), questa è la mission, ovvero la missione strategica, l’obbiettivo fondamentale della società in rete.
Dato che ci troviamo sempre più ad utilizzare e a servirci delle stesse tecnologie e delle stesse fonti di informazioni, insomma dato che operiamo tutti con gli stessi mezzi e sullo stesso materiale, abbiamo finalmente creato una base comune per capirci, per intenderci, per conoscerci e soprattutto per scambiarci dati, informazioni e conoscenze.
Quale prospettiva migliore del poter lavorare liberamente e cooperativamente con milioni di persone sparse in tutto il mondo, con le quali magari accomuniamo solo un piccolo interesse, che però ci porta ad intrecciare così tante relazioni e rapporti, con la gente e con le macchine, che mai prima avremmo potuto pensare di realizzare.
L’interazione e la continua presenza in rete ci consentono di velocizzare i rapporti fra le persone e di accelerare così quei processi di continuo aggiustamento fisiologico e organizzativo – feedback - propri di ogni sistema, che si esplicano appunto portando i cambiamenti più appropriati e le modifiche più opportune a tutti i livelli e in tutte le parti del sistema che, interagendo nella loro complessità, rendono possibile il suo funzionamento.
L’immediatezza dell’interazione, che consente di essere continuamente aggiornati e informati sulle effettive modifiche apportate alle tecnologie come ai suoi prodotti, ha contribuito a velocizzare e facilitare il nostro modo di lavorare e quindi di produrre.
Il tempo utile per sviluppare una tecnologia e riuscire ad utilizzarla per generare nuovi cambiamenti e soluzioni si è ridotto drasticamente portandoci a sovrapporre e, quindi, a fondere questi due processi:
• Il processo di learning by using - imparare usando - che sta a rappresentare l’approccio alla tecnologia, così come il modo di studiarla, farla propria, comprenderla per imparare ad usarla;
• Il processo di producing by using - produrre usando - che costituisce il momento in cui utilizziamo la medesima tecnologia per la produzione di altra tecnologia sempre migliore e più potente.
La riduzione, o meglio ancora la totale sparizione, del lasso di tempo che finora divideva questi due processi ha portato alla genesi del processo di learning by producing - imparare producendo.
È proprio il learning by producing a spingerci verso la natura aperta e libera della rete. Tale processo non ci consente più di vivere come free-riding (scrocconi) di tecnologie, informazioni e conoscenza.
Dobbiamo contribuire nel nostro piccolo a produrre sempre e comunque qualcosa di nuovo, qualcosa che contribuisca a rendere migliore tutto ciò che abbiamo a disposizione e che ogni volta usiamo per agire e interagire con il resto dell’umanità.
La nostra fruizione deve trasformarsi in produzione.