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smart working e neuroscienze

Perché affidarsi alle neuroscienze nella scelta tra smart working e ufficio

In questi infiniti mesi di pandemia, il fenomeno smart work è stato studiato da molti punti di vista, dall’efficienza aziendale all’adeguamento dei contratti.  Raramente si è approcciato il tema partendo dalle differenze tra le persone nel “lavorare da remoto”, valorizzando l’immensa ricerca neuroscientifica a disposizione.

Due premesse sono necessarie. Il tema smart work non va affrontato con pregiudizio da tifoseria. Alcune persone sono più adatte e produttive quando lavorano da remoto, altre funzionano meglio in ufficio, a parità di impiego.

work from home before and after covid

Il miglior funzionamento non riguarda unicamente i risultati, ma anche il benessere psicofisico, condizione essenziale per mantenere l’efficacia lavorativa nel lungo periodo.

Il secondo aspetto riguarda le scelte delle imprese ad epidemia conclusa. Molte aziende adotteranno un modello ibrido.

Al lavoratore sarà richiesto di scegliere se e quanto smart working fare nella settimana lavorativa. Questa libertà impone la responsabilità, ad ogni persona, di riflettere su di sé. Dove funziono meglio? Sono più produttivo in smart work o in ufficio? Dove mi sento a mio agio?

Gli studi di neuropsicologia sono utili per capire le caratteristiche che predicono produttività e benessere in smart work. Individuando, al contrario, le persone a cui consigliare di rientrare in ufficio il più possibile e prima possibile.

Due caratteristiche sono fondamentali: la tendenza alla procrastinazione e la socievolezza.

La procrastinazione

Il professor Pychyl, della Carleton University, ha confermato studi iniziati nel lontano 2012, agli albori del “telelavoro”. La prima ricerca, firmata da Clark, Karau e Michalisin, è stata pubblicata sul “Journal of Management policy and practice”. Il titolo: Telecommuting and personality.

L’obiettivo era studiare il rapporto tra efficacia nel “tele-lavoro”, così si chiamava nel 2012, e configurazioni di personalità. L’ipotesi dimostrata è che l’ufficio agisca come un ascensore.

Quando siamo dentro, tutti seguiamo un protocollo non detto. L’ufficio definisce orari di arrivo e partenza, prevede codici di comportamento che dettano il tempo fuori e dentro l’attività. Le persone che tendono a procrastinare lo fanno meno all’interno di un ufficio, rispetto a quando lavorano da casa.

Chi fa fatica ad organizzarsi, tende a distrarsi o rimanda i lavori più frustranti, è meno efficace da remoto.

Al contrario chi non procrastina, non ha necessità di scrivanie e orari.

Ogni lavoro, anche il più bello del mondo, prevede compiti noiosi e stressanti. Se tendi a procrastinare, lo smart work non fa per te. Se fai quasi sempre quello che devi, tollerando bene la frustrazione, l’ufficio non serve.

La socievolezza

In una recente dissertazione, il professor Davis della Leeds University ha ripreso un’ampia metanalisi del 2018, pubblicata sull’European Journal of psychology, dal titolo: “Stress in remote work”. Lo scopo della ricerca era capire quali soggetti soffrivano maggiormente il lavoro da remoto.

Tutti i dati convergono sul fatto che le persone estroverse tendono ad avere difficoltà quando lavorano da casa. Coloro che fanno affidamento sull’ambiente sociale per godersi la professione e ricercano motivazione nel confronto, si trovano svantaggiati da remoto.

Le videocall non hanno il calore delle chiacchere davanti alla macchinetta del caffè. Una telefonata non è come un pranzo tra clienti o colleghi. Le persone socievoli traggono energia nell’essere immersi in un mondo di relazioni.

Se sei una persona socievole, dopo un certo periodo in smart work, ti troverai con alti livelli di stress ed insoddisfazione, al di là degli incarichi lavorativi. Se il calore della relazione ti manca, ti conviene rientrare in ufficio.

Se invece sei una di quelle persone che sta bene anche sola e non coltiva rapporti di amicizia sul lavoro, allora lo smart work è la soluzione ideale.

 Share of employees 18+working from home during the COVID-19 pandemic

Il rapporto tra lavoro a distanza e salute mentale

Un’altra questione interessante riguarda il rapporto tra lavoro da remoto e salute mentale.

Un  recente studio del 2020, uscito su LSE Business review, realizzato dal dott. Ogbannaya e dal suo team, ha risposto in maniera esaustiva.

Il titolo dell’articolo di ricerca: “Remote working is good for mental health?”. Il target del lavoro era confermare o falsificare le asserzioni sentite sui media riguardo l’impatto positivo o negativo del lavoro da remoto.

Le conclusioni sono solide in quanto si basano sulla raccolta dei principali sintomi di malessere psicologico, realizzate su campioni enormi di persone in tutta Europa. Nel 2020, moltissime professioni sono andate in smart work, il covid ha generato l’opportunità di avere una base dati amplissima. Mai nella storia così tante persone avevano lavorato da remoto e per un tempo così lungo.

A cosa giunge questa ricerca?

In pratica lo smart work non genera alcun problema di salute mentale, né tanto meno riduce i sintomi se considerato come variabile a sé stante.

L’idea quindi che migliori o peggiori lo stato di salute mentale, ottimizzando l’equilibrio famiglia-lavoro oppure peggiorando la qualità della vita per la continua necessità di essere connessi non è confermata dai dati empirici.

Tuttavia, nel caso di persone che mostravano una bassa stabilità emotiva, ovvero che già prima del Covid, avevano una storia di malessere emotivo, lavorare da remoto acuisce la situazione.

L’aumento nel consumo di psicofarmaci legati alla regolazione dell’umore e le richieste di supporto psicologico per la gestione dell’ansia sono state maggiori da parte di chi soffriva di disturbi mentali, con una diagnosi acclarata, prima del covid.

Gli studi mostrano come lo smart work possa essere per alcuni soggetti psicologicamente meno stabili, o comunque più fragili, un fattore precipitante che peggiora la salute mentale. Sulla popolazione generale non si notano associazioni statisticamente significative in senso positivo o negativo.

L’approccio neuropsicologico allo smart working dimostra l’inutilità di ogni ideologia preconfezionata. Ogni scelta dipende dalla personalità del soggetto, da come sta e cosa fa la persona quando lavora da casa.

Dalla sua storia pregressa, dalla sua rete di relazioni, da come vive il lavoro, dal senso che assume nella sua vita. Il resto sono idee che ignorano la più grande certezza sugli esseri umani: nessun cervello è uguale all’altro.

Al via “Donne Connesse”, la nuova serie di podcast firmati Samsung Italia

Samsung Electronics Italia annuncia il lancio del podcast Donne Connesse, disponibile su Spotify e su tutte le principali piattaforme di streaming a partire dal 20 settembre.

Sviluppato in 6 episodi, Donne Connesse è il progetto dedicato all’universo femminile che racconta cosa si nasconde dietro lo schermo di 14 protagoniste, tra cui imprenditrici digitali, creator ed influencer, svelando come la tecnologia ogni giorno le supporti nel conciliare passioni, lavoro, affetti, vita sociale e privata e rivelando i segreti del loro approccio ‘always on’ sempre accompagnato da una buona dose di ironia. 

Donne Connesse

Le creator coinvolte nel podcast sono Rossella Migliaccio, I Trentenni, Lea Cuccaroni, Lavinia Biancalani, L’Armadio di Grace, Diletta Secco, Michela Coppa, LaSabri, Ludovica Pandolfo, Martina Pinto, Kessy e Mely. 

LEGGI ANCHE: Upskilling e reskilling: come aggiornarti in Social Media Marketing

6 episodi, 14 protagoniste

I racconti delle protagoniste sono moderati da una madrina d’eccezione, la conduttrice televisiva e radiofonica Melissa Greta, che grazie a un mix di abilità e grande senso dell’umorismo, guida l’ascoltatore in un percorso di “chiacchiere digitali” in cui tutti, almeno una volta, possano riconoscersi.

“Proseguiamo il nostro percorso nel mondo del podcasting con un nuovo progetto in cui è la vita connessa a rappresentare il fil rouge con il podcast di successo Elio e le storie Tech dello scorso anno”, ha dichiarato Francesco Cordani, Head of Marcom di Samsung Electronics Italia.

Un viaggio interamente al femminile, emozionale e coinvolgente, in cui abbiamo voluto dare voce a 14 creators che insieme alla presenter Melissa Greta ci hanno raccontato le loro priorità nella vita di tutti i giorni, evidenziando come i devices tecnologici possano valorizzare le loro esperienze. Abbiamo affrontato 6 macro-temi, dal gaming all’empowerment passando per il wellness. Una forma di comunicazione molto diretta, naturale e semplice che attraverso idee e ispirazioni vuole ingaggiare, ma soprattutto intrattenere chi ascolta. 

La playlist Donne Connesse si apre con un contenuto che non conosce età, razza e genere: Love&Relationship’, argomento di cui è testimone il trio digital de I Trentenni, che riporta la generazione dei Millenial ai mitici anni ’90, raccontando come attraverso la tecnologia, le relazioni odierne siano mantenute salde e bilanciate… ma niente spoiler, sicuramente non mancheranno spassosi aneddoti.

Il secondo episodio che introduce un’altra tematica senza tempo è dedicato al ‘Beauty’. I segreti della bellezza non potevano che essere svelati dalla famosa esperta d’immagine, Rossella Migliaccio. Il guru dell’armocromia si confronta con Lea Cuccaroni, content creator di riferimento per tutte le ragazze della Gen Z, evidenziando che così come i canoni estetici si sono evoluti nel tempo, lo stesso è accaduto per i prodotti tecnologici, i quali, in certi casi, diventano oggi dei veri e propri oggetti di design.

A seguire una puntata focalizzata su un tema molto attuale, in cui la maggior parte delle ascoltatrici e degli ascoltatori si riconoscerà: Job’. Lavinia Biancalani, social media expert e fondatrice di un’agenzia creativa milanese specializzata in progetti digitali, dialoga con la professional organizer Erika, meglio nota come L’armadio di Grace, confermando quanto i dispositivi tecnologici siano stati fondamentali recentemente per consolidare il lavoro smart e di come gli strumenti digitali possano supportare talenti emergenti e progetti di responsabilità sociale.

Il viaggio del podcast Donne Connesse prosegue parlando di un elemento centrale alla vita di tutti i giorni: ‘Health&Wellbeing’. Diletta Secco, giovane food creator appassionata di cucina e in particolare di alimentazione sostenibile, racconta come sia possibile concedersi qualche sgarro senza rinunciare alla salute (anche grazie alla tecnologia in cucina). Presentatrice tv, conduttrice televisiva e radiofonica, maestra di yoga ed esperta di cucina salutare, Michela Coppa svela quanto sia semplice impostare una routine di benessere quotidiano grazie al supporto della tecnologia.

LEGGI ANCHE: Shopping online, PayPlug: cresce l’uso del mobile, vincendo in estate e durante il Black Friday

Nonostante la posizione in scaletta, le due protagoniste del quinto episodio sono senza dubbio meritevoli di podio: una piacevole chiacchierata per tutti i gamer, in cui LaSabriGamer, che spopola sul web tramite i video dei suoi giochi preferiti, in coppia con Ludovica Pandolfo, la giovane gamer del team Samsung Morning Stars, condividono da una parte il ruolo divulgativo nei confronti dei follower, dall’altro l’approccio femminile verso il mondo del Gaming.

La setlist del podcast si chiude con una puntata dedicata al mondo ‘Family di cui si sono fatte portavoce Martina Pinto, attrice di diverse fiction italiane che si trova a dover conciliare il nuovo ruolo di mamma con tutti quelli che già ricopriva. Insieme a lei, le giovanissime gemelle milanesi di origine peruviana, conosciute sui social come Kessy e Mely che devono il loro successo alla digitalizzazione. Per motivi diversi, le protagoniste di questo episodio sono forti sostenitrici del supporto che la tecnologia può fornire in vari contesti.

La versione integrale dei primi 3 episodi del podcast è disponibile su Spotify.

upskilling e reskilling

Upskilling e reskilling: come aggiornarti in Social Media Marketing

L’adozione del digitale ha registrato una incredibile accelerazione nell’ultimo anno e con questa è cresciuta anche la necessità di upskilling e reskilling per professionisti, manager e imprenditori. La proliferazione di social media di ogni tipo, l’ascesa dell’eCommerce e l’avanzamento sempre più inarrestabile di tecnologie come il machine learning, l’AI e la VR hanno visto i consumatori passare più tempo che mai sui loro dispositivi. Una connessione internet e uno smartphone sono diventati ancora più essenziali.

Lo spostamento verso il digitale da parte dei consumatori ha riscritto, quindi, anche il ruolo del marketer. Le aziende guardano al team di marketing per capire le ultime tendenze e tradurle in strategie di business rilevanti ed essere in grado di sfruttare i dati e le intuizioni per guidare la crescita.

Ma stare al passo con i rapidi progressi non è qualcosa che può avvenire in automatico. Non basta dotarsi di strumenti digitali per dare nuovo slancio al business. è essenziale dotarsi di competenze digitali per raggiungere il massimo potenziale dell’impresa.

upskilling social

Upskilling e reskilling: colmare il divario di competenze

Per costruire competenze e capacità all’interno di un team è necessaria:

  • chiarezza sulle priorità di sviluppo chiave;
  • condivisione degli obiettivi con la squadra.

Spesso, infatti, la pianificazione dello sviluppo è intrapresa a livello individuale, ma se si vuole intraprendere davvero un approccio verso il digitale e verso il data-driven, è importante considerare le competenze e le capacità che devono essere costruite in un contesto più ampio.

In questo senso, la formazione sul lavoro è vitale per costruire le competenze, ma upskilling e reskilling non sono una soluzione “one and done”. Si tratta di un vero e proprio addestramento per riqualificare il team, o per riqualificare le proprie competenze, che soprattutto in alcuni settori sono continuamente in aggiornamento.

upskilling social media

Social Media Bootcamp: 6 Technical Masterclass gratuite con i migliori guerrieri

Per far alzare il livello delle competenze strategiche e tecniche, di processo e di tool per permettere ai digital marketer di fare la differenza, Ninja Academy sta lanciando il suo Social Media Bootcamp, un nuovo ciclo di incontri ancora più specifici e più pratici con alcuni dei migliori esperti di Social Media Marketing in circolazione.

 

Il 27 e 28 settembre troverai su Ninja Academy un vero e proprio concentrato di competenze Social rivolte a studenti e imprenditori, manager e freelance che hanno la necessità di essere sempre aggiornati e fare upskilling ricevendo nuovi input da grandi professionisti del settore.

Obiettivo finale: costruire un mini-percorso per misurarsi con le proprie competenze attuali nel Social Media Marketing e con quelle da integrare per essere un professionista a 360°.

In questo percorso ti aiuteranno i migliori guerrieri Ninja:

  • Mariano Tredicini, Head of Social Communication & Web Analysis TIM
  • Cristiano Carriero, Storyteller & Brand Journalist
  • Veronica Gentili, Facebook Marketing Expert & Influencer
  • Alessandra e Maria Rosaria Gallucci, WhatsApp Marketing Expert
  • Mario Di Girolamo, Growth Marketer Zero
  • Orazio Spoto, Instagram Expert & Presidente di Instagramers Italia

Ognuno di questi professionisti si dedicherà alla community Ninja per 6 Free Masterclass di altissimo profilo, con un approccio fortemente orientato all’operatività, attraverso esempi pratici e approfondimenti.

Cosa imparerai durante le free masterclass

Alla fine delle 6 Free Masterclass saprai:

  • Impostare una Social Media Strategy efficace
  • Scrivere contenuti ingaggianti per LinkedIn
  • Creare Facebook Lead ADS vincenti
  • Vendere via WhatsApp con il conversational commerce
  • Sfruttare i Reels per crescere su Instagram
  • Fare lead generation con Telegram

upskills social media

I Social Media si evolvono: è tempo di upskilling

Un tempo i social media erano qualcosa di proprietà esclusiva dei team di marketing. Gradualmente, però, le aziende hanno capito che i social sono più di una piattaforma per diffondere contenuti, e come Mark Zuckerberg afferma continuamente, Facebook è un’azienda fondamentalmente tecnologica. Facebook, insieme a Twitter, Instagram e altre piattaforme, sono diventati canali importanti per i team di relazioni con i clienti, ma anche per i dipartimenti di fidelizzazione, per i  team di vendita, per i dipartimenti IT e persino per i team di sicurezza.

Per quale motivo? Oggi i social media non sono una singola entità che deve essere gestita. Sono le campagne e i contenuti che devono essere gestiti, insieme ai clienti e alle community. Le aziende che vogliono soddisfare le aspettative dei clienti di oggi devono quindi assicurarsi che ci siano membri del team in tutta l’azienda che siano capaci e formati su come usare i social media per la loro funzione lavorativa.

I benefici dell’aggiornamento in Social Media Marketing sono molteplici e comprendono:

  • maggiore efficienza
  • capacità di condividere la responsabilità dei compiti
  • la consapevolezza dei dati e la formazione sulla sicurezza per mitigare il rischio
  • una migliore gestione delle richieste dei clienti
  • tempi di risposta più rapidi per i clienti
  • risparmi sui costi portando le attività digitali all’interno dell’azienda piuttosto che affidarsi ad agenzie esterne

Ma la capacità di utilizzare in più direzioni i social media non riguarda solo il team. Anche la leadership deve essere competente e consapevole della loro importanza. Secondo uno studio di Hootsuite, condotto in Australia qualche anno fa, le aziende guidate da CEO che sono attivi sui social media sono percepite il 23% più positivamente rispetto alle aziende senza CEO socialmente attivi.

Solo adottando i social media e la tecnologia digitale nelle diverse aree funzionali le aziende possono essere più agili, più reattive e più centrate sul cliente.

>>> Scopri quali sono le competenze che dovresti aggiornare e inizia a dare un nuovo boost alle tue skill con il Social Media Bootcamp di Ninja Academy, il 27 e 28 settembre!

strategie di crescita organica su TikTok

Come far crescere la tua azienda su TikTok: strategie di crescita organica

Torniamo a parlare delle strategie di crescita su TikTok ed in particolare occupiamoci della crescita organica. In questa strategia rientrano tutte quelle tecniche che hanno a che fare con una crescita naturale del proprio profilo su TikTok.

Fig. 1 strategia crescita organica

Fig. 1: strategie di crescita organica su TikTok

Tra le principali tecniche di crescita organica che puoi utilizzare possiamo indicare:

  • hashtag
  • suoni
  • duetti
  • stitch

Esaminiamone in maggiore dettaglio le singole caratteristiche.

Hashtag

 La principale ragione per cui usare gli hashtag è far comprendere immediatamente agli altri utenti TikTok le tematiche dei tuoi video, spingendoli alla visione dei tuoi contenuti.

Molti utenti sono alla ricerca sull’app di contenuti molto specifici e considerano gli hashtag come il miglior modo per individuare quei tipi di video.

Su questa piattaforma poi gli hashtag mettono in risalto i temi in tendenza e quindi per aumentare le interazioni con i tuoi video sarà fondamentale utilizzare quelli che sono le parole chiave più popolari.

Al tempo stesso, per non essere penalizzato dall’algoritmo di TikTok, dovrai anche assicurarti che gli hashtag siano pertinenti con il contenuto del tuo video.

La cosa migliore non è quindi creare dei video e poi cercare degli hashtag da associare ma fare esattamente il contrario!

Il primo suggerimento pertanto è: individua degli hashtag di tendenza e poi crea dei contenuti a partire da quelle parole chiave.

Per darti un’idea, questi sono stati alcuni degli hashtag più popolari in Italia nel 2020:

  • #IoRestoaCasa
  • #ImparaConTikTok
  • #ActivePlank
  • #UsoLaMiaVoce
  • #AmoIlMioCorpo
  • #MuseoaCasa
  • #ConsigliDiViaggio
  • #aCenaCon

Ma come individuare gli hashtag di tendenza?

Ci sono due modi.

Il primo è quello di andare nella sezione “Scopri” e di scorrerla per individuare gli hashtag che vengono creati dagli autori più influenti o da un gran numero di utenti.

Dovrai quindi monitorare quasi quotidianamente quali sono gli argomenti che vanno in tendenza.

L’altro modo è quello di usare servizi online specializzati per suggerire e analizzare il successo di specifici hashtag. Così come è accaduto con Instagram e Twitter, sono nati diversi servizi online che vanno a facilitare o integrare l’utilizzo della piattaforma. Tra questi ti segnaliamo TagsFinder, TikTok Hashtags e Seekmetrics.

Ritornando invece sugli hashtag mostrati nella sezione “Scopri” vogliamo farti notare che per ogni hashtag in tendenza TikTok pubblica, a destra nello schermo, il numero di visualizzazioni totali ricevute dai suoi contenuti.

A differenza di Instagram che ti dice esclusivamente quali sono i post che hanno un determinato hashtag senza darti alcuna informazione sulle prestazioni, TikTok ti permette di capire immediatamente quali sono gli hashtag più popolari in quel momento.

 La ricerca degli hashtag giusti non si ferma qui: altre fonti di ispirazione saranno ovviamente il tuo pubblico, gli influencers e i concorrenti del tuo brand.

Su TikTok non potrai mai diventare un punto di riferimento nel tuo settore senza che tu abbia condotto un’accurata ricerca sul tuo pubblico, per meglio comprenderne i gusti e le preferenze.

E dopo aver capito cosa vuole il tuo pubblico, ti sarà facile scegliere hashtag unici per spingerlo a visualizzare i tuoi contenuti!

Dedica anche del tempo a fare ricerche su chi sono i principali influencers nel tuo settore su TikTok: sono sicuramente persone che sanno come ottenere il massimo dalla piattaforma. Guarda i post che pubblicano e prendi nota degli hashtag utilizzati nei loro post di maggior successo.

Analogamente visita il profilo dei tuoi concorrenti su TikTok ed eventualmente inizia a seguirli, per meglio comprendere i gusti del pubblico nel tuo settore. Non ti diciamo ovviamente di copiare, ma solo di prendere ispirazione dai loro successi per avere delle idee sui contenuti e sugli hashtag da utilizzare.

Riepilogando:

  • Associa al tuo video almeno un hashtag.
  • Visita la sezione “Scopri” o utilizza servizi specifici per trovare gli hashtag in tendenza.
  • Prendi nota dagli hashtag utilizzati dagli influencer e dai tuoi concorrenti.
  • Utilizza hashtag pertinenti al tuo contenuto e/o di interesse per il tuo pubblico.
  • Crea contenuti che ti consentano di usare hashtag in tendenza.

Suoni

Suoni e i brani musicali sono uno dei principali elementi che caratterizzano TikTok. Ci sono oltre 150.000 brani royalty-free e pre-autorizzati nella libreria musicale commerciale di TikTok.

Saper abbinare e coordinare il contenuto video con quello sonoro potenzia enormemente l’effetto emotivo sullo spettatore.

È facile capire come si può lasciare un’impressione duratura in un breve lasso di tempo con un brano che le persone canteranno per il resto della giornata.

Vediamo come usare i suoni in una strategia organica di crescita del tuo profilo.

Una tecnica adottata dai TikToker di maggiore successo è di partire dai brani musicali in tendenza e creare contenuti a partire da questi.

Si tratta di una strategia analoga a quella già descritta per gli hashtag e molto efficace, perché usare i suoni in tendenza può far finire il tuo contenuto nella sezione “Per Te” e farlo scoprire a molti utenti TikTok.

Chi apprezza infatti quel brano o vuole a sua volta utilizzarlo per i suoi contenuti molto di frequente tende a visualizzare i video che lo contengono.

Come scoprire i suoni in tendenza?

Apri TikTok e guarda i video degli autori più influenti per scoprire i suoni che utilizzano, oppure scorri i contenuti suggeriti nella sezione “Per Te”, clicca sul suono usato e vedi quanti contenuti sono stati creati con quello specifico suono.

Puoi anche prevedere in anticipo quale suono diventerà popolare, scoprendo un brano musicale in tendenza al di fuori di TikTok (ad esempio su Spotify).

Una strategia alternativa, utilizzata da alcuni creators, è quella di generare nuovi brani a partire da quelli originali. In questo modo, se i suoni sono apprezzati dagli altri utenti, si crea un effetto virale che genera a sua volta visibilità per il creatore dell’audio.

Duetti

 Il duetto è una funzionalità molto apprezzata dagli utenti di TikTok (è stato stimato che oltre il 43% degli utenti ha caricato un video con un “duetto”) e particolarmente originale: fino al lancio della funzione Remix all’interno di Instagram Reels, TikTok è stata infatti l’unica app ad offrire la possibilità di realizzare in maniera semplice un contenuto con due video affiancati.

I duetti sono video che puoi registrare in risposta a video di altri utenti e che verranno posizionati a lato del video originale con la stessa musica (v. Fig. 2).

Generalmente sono reazioni al contenuto del video con cui si duetta, commenti o risposte, oppure gesti sincronizzati o speculari a quelli che l’altro utente compie nel suo video.

TikTok esempio duetto

Fig. 2: esempio di un video TikTok con un duetto

Fare duetti su TikTok è molto semplice, ti basterà seguire questi passaggi:

  • trova il video con cui vuoi duettare;
  • clicca sulla freccia di condivisione sulla destra, sotto a “Mi piace” e “commenti”;
  • clicca suduetti;
  • registra il tuo video di risposta;
  • pubblicalo come un normale video;
  • nella didascalia comparirà automaticamente la dicitura #duetto con…e la menzione dell’autore del video a cui hai risposto.

Le possibilità offerte dal duetto sono veramente tante. Ecco alcune idee:

  • Cantare insieme
  • Fare conversazione
  • Darsi il cinque a vicenda
  • Finire le frasi a vicenda

Il duetto è una funzionalità molto potente ed usandola nel modo giusto riuscirai ad ottenere un elevato tasso di coinvolgimento per il tuo profilo, dal momento che l’account TikTok del video originale verrà menzionato in tutti i duetti.

Ad esempio la casa discografica The Other Songs ha ottenuto un notevole contributo alla promozione del singolo “Love Again” di RuthAnne grazie all’utilizzo dei duetti: ben 871 video sono stati creati spontaneamente dagli utenti TikTok sotto forma di duetti. Questo si è tradotto in oltre 900.000 visualizzazioni del relativo hashtag #promotelove, a fronte di 153.000 views ottenute dai contenuti pubblicati dagli influencers coinvolti nella campagna promozionale.

Stitch

L’opzione Stitch (letteralmente, “punto”) è abbastanza simile al duetto e ti consente di prendere un contenuto pubblicato da un altro utente e di “ricucirlo” insieme al tuo video.

Per utilizzare lo strumento Stitch, mentre stai visualizzando il contenuto di un altro TikToker, non devi fare altro che selezionare il pulsante di condivisione all’interno dell’applicazione e quindi fare clic sull’icona Stitch.

Successivamente seleziona fino a un massimo di cinque secondi del contenuto che hai visto. Il frammento di cinque secondi può essere regolato con alcuni controlli offerti dall’app per una maggiore precisione.

Registra infine il tuo contributo nello stesso modo in cui crei altri contenuti su TikTok.

Un esempio di utilizzo è quello dell’account della lega professionistica di basket NBA che ha promosso la sfida “Tell me you’re an NBA fan without telling me you’re an NBA fan” proprio attraverso questo strumento, come mostrato in Fig. 3.

TikTok stitch NBA esempio

Fig. 3: esempio di un video TikTok con un invito a realizzare uno “stitch

 

Le tecniche che ti abbiamo mostrato in questo articolo, insieme alla creazione di contenuti di qualità, rappresentano le strade migliori da percorrere per accrescere la visibilità del tuo brand su TikTok in maniera naturale e senza ricorrere ad investimenti pubblicitari.

Esamineremo invece le tecniche di crescita a pagamento (partecipazione alle hashtag challenge, coinvolgimento di influencer e utilizzo di TikTok Ads) in un successivo articolo.

Come le neuroscienze possono far aumentare le vendite della tua azienda

Tredicesimo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento di questa puntata è la Neuroscienza: ne abbiamo discusso con Lorenzo Dornetti, CEO e Founder di Neurovendita. Un know how esclusivo, innovativo e brevettato, che traduce le più recenti scoperte sul funzionamento cerebrale in servizi per accelerare le vendite. La psicologia abbraccia statistica e biologia, evolvendosi nelle neuroscienze cognitive.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Neurovendita, cos’è: min 01,50
  • Come le emozioni e il funzionamento del nostro cervello influenzano gli acquisti: min 06,40
  • L’evoluzione del marketing e delle vendite: min 08,45
  • Smartworking e rientro in ufficio: il punto di vista delle Neuroscienze: min 16,15
  • I comportamenti del reparto sales di un’azienda: min 22,50

#Venezia78: il bilancio della #BiennaleCinema2021 su Twitter

Si è appena conclusa la 78esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, e l’evento si è rivelato ancora una volta uno degli  appuntamenti di cultura e spettacolo più attesi e chiacchierati dagli italiani su Twitter.  

A manifestazione conclusa, Twitter ripercorre gli eventi più commentati del Festival, che ha  radunato sulla piattaforma gli appassionati per commentare i film, condividere apprezzamenti e non sugli attori e sulle attrici che hanno sfilato sul red carpet e, soprattutto, per interagire in diretta con quanto accaduto al Lido di Venezia.  

La competizione si è chiusa con il Leone d’oro per il miglior film assegnato a Audrey Diwan, vincitrice con “L’Événement”.  

Tuttavia, a trionfare nelle conversazioni su Twitter è stato Paolo Sorrentino, vincitore del Gran premio della giuria per il film È stata la mano Dio”.  

LEGGI ANCHE: Il Welfare aziendale genera impatto sociale: l’impresa al centro della comunità

Al secondo posto la regista Jane Campion, vincitrice del Leone d’argento per la miglior regia per il film “Il potere del cane”. Terza piazza per Gabriele Mainetti, che ha presentato  in concorso il film “Freaks Out”. Ai piedi del podio, Pedro Almodóvar, il cui “Madres  Paralelas” annovera tra gli interpreti Penélope Cruz che ha vinto la Coppa Volpi per la  migliore interpretazione femminile

La top-20 degli hashtag più utilizzati su Twitter

Nel periodo tra il 31 agosto e l’11 settembre – giornata conclusiva del Festival – l’hashtag più  utilizzato in assoluto è stato #venezia78. Seguono nella top-3 #canyaman ##canyamanbestmovieaward.  

Di seguito, la top-20 completa, basata su dati interni Twitter:  

  1. #venezia78 
  2. #canyaman 
  3. #canyamanbestmovieaward 
  4. #biennalecinema2021 
  5. #bestmovieaward2021 
  6. #venicefilmfestival 
  7. #dune 
  8. #filmingitalybestmovieaward 
  9. #canyamanvenezia78 
  10. #dakotajohnson 
  11. #zendaya 
  12. #timotheechalamet 
  13. #spencer 
  14. #kristenstewart 
  15. #robertobenigni 
  16. #dunemovie 
  17. #venezia 
  18. #thelostdaughter 
  19. #horrorvenezia 
  20. #thelastduel

Di seguito, alcuni tra i Tweet che hanno riscosso maggior successo, serata per serata:  

Martedì 31 agosto

Mercoledì 1 settembre

Giovedì 2 settembre

Venerdì 3 settembre

Sabato 4 settembre

Il Welfare aziendale genera impatto sociale: l’impresa al centro della comunità

Più di 6000 imprese di tutti i settori produttivi per la sesta edizione di Welfare Index PMI: per la prima volta misura l’impatto sociale del welfare aziendale su tutti gli stakeholder: lavoratori, famiglie, comunità, fornitori, consumatori. Welfare Index PMI promuove le PMI italiane in Europa con SME EnterPRIZE, la nuova iniziativa di Generali per premiare i modelli di business sostenibili delle imprese europee

Il welfare aziendale genera impatto sociale: le piccole e medie imprese italiane hanno avuto un ruolo centrale nell’affrontare l’emergenza Covid-19 ed è aumentata la consapevolezza del loro impatto sociale attraverso iniziative di welfare aziendale. Oggi le PMI sono fondamentali per la ripresa e rinascita del Paese e le loro strategie di welfare aziendale sostengono le priorità del PNRR: Salute, Donne, Giovani, Famiglie e Comunità

È quanto emerge dal Rapporto Welfare Index PMI 2021 sullo stato del welfare nelle piccole e medie imprese italiane, giunto alla sesta edizione, che ha coinvolto più di 6000 imprese di tutti i settori produttivi e di tutte le dimensioni, ed è stato illustrato oggi a Roma alla presenza di: On. Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, On. Anna Ascani, Sottosegretaria di Stato al Ministero dello Sviluppo Economico; Marco Sesana, Country Manager & Ceo Generali Italia e Global Business Lines; Massimiliano Giansanti, Presidente Confagricoltura; Gaetano Stella, Presidente Confprofessioni; Dario Bruni, Delegato del Presidente Confartigianato al Lavoro e Bilateralità; Maurizio Grifoni, Presidente Fondo FON.TE Confcommercio; Maurizio Stirpe, Vice Presidente Confindustria per il Lavoro e le Relazioni Industriali; Lucia Sciacca, Direttore Comunicazione e Sostenibilità di Generali Italia e Membro del Comitato Welfare Index PMI; Enea Dallaglio, Partner Innovation Team – Gruppo Cerved.

LEGGI ANCHE: Cookieless: sfide e opportunità raccontate dai protagonisti di ADworld Experience 2021

Marco Sesana, Country Manager & Ceo Generali Italia e Global Business Lines:

In questo nuovo contesto ancora caratterizzato dal Covid-19, attraverso Welfare Index PMI abbiamo osservato come le imprese abbiano agito come soggetto sociale, oltre che economico e di mercato, per la loro diffusione nel territorio e per la vicinanza ai lavoratori e alle famiglie, dando vita a un nuovo welfare di comunità. Le imprese hanno dimostrato che il welfare aziendale oggi può e deve uscire dall’azienda. Guardare non solo ai dipendenti e famiglie, ma includere e creare valore per fornitori, territorio e comunità. Questo oggi ci conferma che il welfare, oltre ad essere strategico per la crescita delle imprese, sarà leva per la ripresa sostenibile del Paese.

Nell’occasione, è stato assegnato a 105 imprese Welfare Champion il rating 5W (erano 22 nel 2017). L’iniziativa è promossa da Generali Italia con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con la partecipazione delle principali Confederazioni italiane: Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato, Confprofessioni e Confcommercio

Secondo il Rapporto 2021, il welfare continua a crescere nelle PMI: oltre il 64% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello iniziale. In 6 anni le imprese con un livello di welfare elevato sono più che raddoppiate, passando dal 9,7% del 2016 all’attuale 21%. 

Il Rapporto ha messo in evidenza che per affrontare la pandemia le imprese hanno attuato numerose iniziative di welfare aziendale: in ambito sanitario, dai servizi diagnostici per il Covid-19 (43,8%) ai servizi medici di consulto anche a distanza (21,3%) a nuove assicurazioni sanitarie (25,7%); nella conciliazione vita-lavoro, con maggiore flessibilità oraria (35,8%) e nuove attività di formazione a distanza (39%) e aiuti per la gestione dei figli e degli anziani (7,2%); a sostegno dei lavoratori e delle famiglie, con aumenti temporanei di retribuzione e bonus (38,2%) e sostengo nell’educazione scolastica dei figli (4,8%); ma anche offrendo contributi alla comunità esterna, come donazioni (16,4%) e sostegni al Sistema Sanitario e alla ricerca (9,2%).

La gran parte di queste iniziative sono tuttora in corso e per il 42,7% delle imprese sono strutturali e permanenti. Inoltre, emerge che il 54,8% delle imprese che hanno inserito il welfare nella strategia aziendale ha registrato ritorni positivi sulla produttività. Guardando al futuro 2 imprese su 3 intendono rafforzare l’impegno sociale verso i lavoratori (67,5%) e verso gli stakeholder esterni: la comunità locale e la filiera produttiva (63,1%). 

Oggi le PMI sostengono le priorità del PNRR con un impatto su: Salute, Donne, Giovani, Famiglie e Comunità

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Salute: cresce al 92,2% il numero di imprese che mette salute e sicurezza dei lavoratori come valori centrali nella gestione dell’azienda; il 22% hanno già attivato numerose iniziative di salute e assistenza per i lavoratori e i familiari.  

Giovani – occupazione: oltre la metà delle PMI più attive nel welfare ha assunto nuovi lavoratori (51,2% vs media del 39,8%) contribuendo alla mobilità sociale di donne e giovani

Donne – opportunità di lavoro e di carriera: la presenza femminile sale al 42% nelle imprese più attive nel welfare vs media 32,5%; salgono al 45,5% le donne in posti di responsabilità vs media 36,2%

Comunità: il 56% delle imprese hanno attivato numerose iniziative a sostegno della propria comunità

L’indagine misura l’impatto sociale delle iniziative di welfare aziendale su tutti gli stakeholder

Si rafforza lo strumento di analisi di Welfare Index PMI, che valuta 127 variabili per indagare le misure delle iniziative, della capacità gestionale e di performance. 

Il nuovo modello di analisi sviluppato con Cerved Rating Agency. Oltre alle iniziative di welfare per i lavoratori e le loro famiglie, ha monitorato l’impegno delle imprese nella tutela dei diritti e delle diversità, la responsabilità verso consumatori e fornitori, e sono state rafforzate le aree dello sviluppo del capitale umano, della tutela delle condizioni di lavoro, del welfare di comunità.

Il nuovo modello è organizzato in dieci aree: 1) Previdenza e protezione, 2) Salute e assistenza, 3) Conciliazione vita-lavoro, 4) Sostegno economico ai lavoratori, 5) Sviluppo del capitale umano, 6) Sostegno per educazione e cultura, 7) Diritti, diversità, inclusione, 8) Condizioni lavorative e sicurezza, 9) Responsabilità sociale verso consumatori e fornitori; 10) Welfare di comunità.

105 le imprese Welfare Champion che quest’anno hanno ricevuto il rating 5W (erano 22 nel 2017)

Sono 105 le imprese Welfare Champion 2021 che hanno ottenuto le 5 W del rating Welfare Index PMI. Storie straordinarie di imprese che si sono impegnate su temi rilevanti per il Paese. Si tratta delle realtà caratterizzate da numerose iniziative in diversi ambiti del welfare aziendale, capacità gestionali e impegno economico-organizzativo elevati e impatti sociali significativi sulle comunità interne ed esterne all’impresa.

Welfare Index PMI promuove le PMI italiane in Europa con SME EnterPRIZE

Quest’anno Welfare Index PMI promuove il valore del welfare aziendale in Europa con la partecipazione alla prima edizione di SME EnterPRIZE, l’iniziativa di Generali che premia e valorizza i migliori esempi di business sostenibile sviluppati dalle piccole e medie imprese europee. Durante l’evento internazionale, che si terrà a Bruxelles il 28 settembre alla presenza di rappresentanti delle istituzioni europee e dei media, sarà inoltre presentato il White Paper sull’integrazione dei principi di sostenibilità nelle PMI europee, sviluppato da Generali in collaborazione con SDA Bocconi. Maggiori informazioni sono disponibili qui.

AdWorlds Experience

Cookieless: sfide e opportunità raccontate dai protagonisti di ADworld Experience 2021

Il mondo del Digital Advertising è in continuo aggiornamento e ciò che era valido fino a ieri, oggi probabilmente non lo è più. Primo fra tutti, il più grande cambiamento che attende i marketer dietro l’angolo è la famosa “rivoluzione cookieless”. E questo sarà anche uno degli argomenti dell’ADWorld Experience 2021, l’evento PPC & CRO più grande d’Europa.

La deprecazione completa dei cookie di terze parti si avvicina di giorno in giorno, e con essa arriva la confusione sul futuro dell’addressability degli annunci online. Come faremo a conoscere i potenziali clienti e a indirizzare correttamente i nostri annunci? Questa confusione sembra aver paralizzato alcune organizzazioni, e il rumore di fondo su un argomento che offre ogni giorno notizie e spunti di riflessione ha reso più difficile capire quali passi dovrebbero essere fatti ora per rimanere in vetta, mentre ci si adegua ai nuovi e imminenti regolamenti.

Quindi, cosa significherà l’addio ai cookie di terze parti per le aziende? E in che modo sarà possibile trasformare questa nuova sfida in una grande opportunità? Ma anche cosa sta cambiando nell’universo del Pay Per Click?

Lo abbiamo chiesto ad alcuni degli ospiti dell’ADWorld Experience, che tornerà a informarci e aggiornarci su tutte le novità del mondo SEO&SEM dal 14 al 15 ottobre.

>>> Iscriviti subito, puoi partecipare dal vivo a Bologna, o da casa e dall’ufficio seguendo la diretta streaming.

3 super esperti dell’Advertising Online analizzano ciò che è già accaduto e ciò che ci attende

1. Bisogna “essere marketer” per rispondere alle nuove sfide

Susan Wenograd, consulente di paid media ossessionata dai risultati e dalle relazioni, con 17 anni di esperienza nel DTC/ecommerce, ha insegnato, condiviso e tenuto conferenze in tutti gli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Europa su Google Ads, Microsoft Ads e Facebook/Instagram Ads, dopo essere stata reporter del Search Engine Journal.

ADworld Experience 2021

A Ninja ha spiegato innanzitutto quali sono i KPI più importanti che i brand stanno ancora trascurando nel SEM&SMM nel 2021.

«Per molto tempo, la ricerca riguardava le parole chiave. Non c’era molta attenzione o riflessione sulla demografia di quelle ricerche. Dovevamo mantenere uno stretto controllo sulle parole chiave per essere il più rilevanti possibile, perché l’algoritmo di Google non era ancora molto avanzato.

Ora, l’algoritmo di Google può capire molto grazie ai termini di ricerca. I tipi di corrispondenza come la corrispondenza a frase (Phrase Match) e la corrispondenza esatta (Exact Match) sembrano oramai più linee guida che regole.

Questo può essere frustrante per molti marketer, perché dimenticano ciò che richiede davvero, vale a dire “essere marketer”.

Sono sorpresa da quanti account di Google Ads non aggiungano segmenti di pubblico con l’impostazione ‘Observation’. Si impara molto sui segmenti di mercato con cui si sta facendo bene, e si possono applicare queste audience agli sforzi su YouTube e sul display. La prima lezione è che si può usare ciò che si impara sulle persone che già fanno ricerche, per trovare utenti che potrebbero non essere ancora alla ricerca!».

Susan, che sarà speaker durante la due giorni di ADworld Experience 2021, ci ha detto la sua anche riguardo alle opportunità e alle sfide della rivoluzione cookieless di Google:

«In un certo senso, il mondo senza cookie livellerà di più il campo di gioco. Sottolinea ulteriormente la necessità di pensare come un marketer, ed essere meno ossessionati dai dati granulari. Sembra che Google ci abbia già spinto a pensare in questo modo (in relazione alle mie considerazioni precedenti), quindi per i marketer che prestano attenzione, questo non dovrebbe essere uno shock enorme».

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2. Gli esseri umani possono integrare le macchine con la loro intuizione e creatività

Frederick Vallaeys, imprenditore della Silicon Valley, autore e influencer di primo piano nel marketing di ricerca pay-per-click, è stato uno dei primi 500 dipendenti di Google e si è rapidamente guadagnato la reputazione di pioniere nel marketing PPC come primo evangelist AdWords dell’azienda. Oggi è co-fondatore e CEO di Optmyzr, un sistema software di gestione PPC. Ci ha spiegato il suo punto di vista sul cambiamento delle regole per i dati di terze parti.

ADworld Experience 2021

«Quando i cookie di terze parti saranno ritirati alla fine del 2022, non cambierà molto per il marketer medio perché le grandi piattaforme pubblicitarie saranno ancora in grado di permettere agli inserzionisti di indirizzare gli utenti in base ai loro interessi. Mentre i cookie sono stati utili, le recenti prove di FLoC (Federated Learning of Cohorts) hanno già mostrato il 95% di efficienza nel raggiungere gli stessi risultati.

Sono entusiasta però del fatto che la sostituzione dei cookie di terze parti sarà probabilmente basata su progetti open source, e quindi sarà più trasparente e accessibile agli inserzionisti esperti di tecnologia.

Per esempio, qualsiasi inserzionista può richiedere la coorte FLoC di chiunque visiti il suo sito usando un browser Chrome. Potrebbero osservare quanto bene i visitatori in diverse coorti convertono e poi usare queste informazioni per far partire una campagna pubblicitaria mirata ad altri nella stessa coorte. Ciò che è nuovo qui è che gli inserzionisti possono prendere decisioni guidate dai dati prima di spendere qualcosa negli annunci e questa è una grande vittoria».

Frederick ha anche spiegato a Ninja quali sono le competenze chiave che un professionista PPC dovrebbe avere nel 2021 e oltre.

«I professionisti del PPC hanno accesso a più automazioni che mai. Credo che sia fondamentale che imparino a completare questi strumenti piuttosto che competere contro di loro. Gli esseri umani possono integrare le macchine con la loro intuizione, creatività e strategia di marketing.

Per esempio, uno stratega PPC cercherà ciò che rende unica un’azienda e poi troverà un modo per portare questa intuizione alle automazioni che gestiscono le offerte e il targeting. Lavorerà anche su messaggi convincenti e pagine di destinazione che aiutano a trasformare l’interesse in vendite. Quindi un moderno professionista PPC è più marketer e meno button pusher.

Lasciatemi fare un esempio di uomo e macchina che lavorano insieme perfettamente: un negozio di forniture per auto potrebbe sapere di vendere più batterie per auto il giorno dopo che le temperature vanno sotto lo zero. La loro agenzia PPC può usare gli aggiustamenti delle offerte stagionali o altri controlli di Google per manipolare il sistema di gestione delle offerte per offrire di più in base alle previsioni del tempo in modo da poter catturare più vendite possibili quando inizia a gelare».

3. Il gioco si è fatto più difficile ma più eccitante, perché il numero di consumatori online è aumentato

Gianluca Binelli, fondatore di Booster Box, agenzia di performance marketing scientifico, oggi sta usando il suo amore per i numeri e il PPC per costruire la “Silicon Tuscany”. Con lui abbiamo parlato di Advertising e pandemia.

ADworld Experience 2021

«La pandemia ha accelerato il mutamento del paradigma in cui l’investimento passa da mezzi principalmente offline a mezzi principalmente online. La pandemia ha accelerato massivamente questo percorso, portando molti più consumatori online e conseguentemente spingendo molte più aziende, prima reticenti al magico mondo dell’online, a non poterne più fare a meno.

Questo si è tradotto in un’accelerazione del meccanismo inflattivo del CPC e fondamentalmente di un surriscaldamento dello scenario competitivo. Diventa quindi ancora più difficile fare con successo advertising online, per cui è ancora più centrale avere delle competenze iper-specializzate: il gioco si è fatto più difficile ma più eccitante, perché il numero di consumatori online è aumentato».

Anche a Gianluca, ospite del prossimo ADworld Experience 2021, abbiamo chiesto il suo punto di vista sulla la rivoluzione cookieless messa in campo da Google.

«La risposta è una sola: le aziende devono passare all’utilizzo dei dati di prima parte. Qualunque sia la soluzione tecnologica in sostituzione dei cookie che i nostri amici di Google, Facebook, Amazon e Apple faranno nel futuro, siamo abbastanza fiduciosi del fatto che l’advertising sarà al centro della monetizzazione.

Occorrerà per le aziende utilizzare sempre di più dati di prima parte e spostare il focus su questi dati e su come condividere queste informazioni con le piattaforme pubblicitarie. Di conseguenza, l’intelligenza che oggi è seduta in una penna USB, o un CRM, o una mailchimp all’interno di un’azienda deve essere estrinsecata, elaborata, e messa a fattor comune con le piattaforme pubblicitarie».

ADworld Experience

Come fare per essere aggiornati sulle novità di PPC & CRO?

Quelle di cui abbiamo appena parlato con i super esperti sono solo alcune delle osservazioni e delle novità dal mondo degli annunci digitali e il modo migliore per comprenderne tutte le evoluzioni è avere l’opportunità di confrontarsi con casi reali.

Per avere accesso alle risorse di questo mondo in continuo aggiornamento, anche quest’anno ADworld Experience mette a disposizione di tutti i partecipanti una serie di testimonianze e analisi su casi reali di campagne e su tutto ciò che ruota intorno a Pay Per Clic & Conversion Rate Optimization, presentati da alcuni tra i migliori specialisti e dalle più note SEM agency mondiali.

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Twitter lancia Communities, la nuova funzione per parlare tra utenti con gli stessi interessi

Su Twitter c’è sempre stata una vasta e disparata gamma di conversazioni, ma non esisteva ancora una funzione che potesse aiutare le persone sulla piattaforma a connettersi con altri utenti che condividono gli stessi interessi o le stesse idee. Per questo motivo, a partire da oggi Twitter comincerà a testare Communities, una nuova funzione per trovare e connettersi in modo più semplice con utenti che vogliano parlare degli stessi argomenti.

Twitta alla tua Community

Alcune conversazioni non sono destinate a tutti, ma solo a persone che vogliono confrontarsi su un determinato tema. Grazie alla funzione Communities, un utente membro può pubblicare un Tweet direttamente nel gruppo invece che rivolgersi a tutta la platea costituita dai suoi follower. Allo stesso tempo, solo i partecipanti alla stessa Community potranno rispondere e unirsi alla conversazione, mantenendola intima e pertinente.

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Le pagine e le timeline delle Community resteranno però pubbliche e consultabili da chiunque su Twitter voglia leggere, citare e segnalare i Tweet della Community. Questo perchè Twitter vuole continuare a supportare la qualità della conversazione pubblica sulla piattaforma e, contemporaneamente, aiutare le persone a trovare un gruppo di utenti con gli stessi interessi, fornendo loro uno spazio più ristretto per il confronto e le conversazioni su temi specifici. 

Creare, moderare e trovare la funzione Community

I moderatori avranno un ruolo centrale nelle Twitter Communities: possono deciderne le regole, invitare persone che con il loro contributo possano dare un valore aggiunto alle conversazioni e individuare altri moderatori per mantenere lo spazio ordinato e coerente. Le Community diventano così dei luoghi in cui l’atmosfera e il tono della conversazione è deciso da persone che condividono gli stessi interessi e sempre in cerca di un confronto stimolante.

Al momento, la creazione di Community è circoscritta ai temi più popolari come cani, meteo, sneaker, cura della pelle e astrologia, ma nei prossimi mesi Twitter darà la possibilità a sempre a più persone di sfruttare la funzione Communities, creando gruppi in cui conversare di qualsiasi argomento. Allo stato attuale, per entrare a far parte di una Community è necessario essere invitati ma verranno presto aggiunti altri modi per unirsi in questi nuovi spazi. Per chi volesse segnalare la sua intenzione di creare una Community, può segnalarlo a Twitter segnalandolo a questo link.

Sostenere la qualità delle conversazioni nelle Communities

LEGGI ANCHE: Ray-Ban e Facebook lanciano gli smart glasses “Ray-Ban Stories

Ecco alcune delle linee guida che Twitter sta seguendo per mantenere le conversazioni sicure e favorire la loro qualità: 

  • Le Community sono visibili pubblicamente, quindi tutti possono leggere, segnalare e citare i Tweet pubblicati all’interno della pagina;
  • Tutti i gruppi e i suoi membri devono seguire le Regole di Twitter, e chiunque – sia membri che utenti esterni alla Community – può segnalare alla piattaforma violazioni di questi criteri;
  • I moderatori, oltre a rispettare le regole della piattaforma, devono soddisfare alcuni requisiti di idoneità e, in questa fase sperimentale, essere approvati da Twitter. I requisiti di ammissione saranno perfezionati man mano che la creazione e la moderazione della funzione Communities verranno estese a più utenti;
  • Le regole di Twitter e i provvedimenti in caso di violazione saranno adattati affinché le persone siano al sicuro nelle Community. Questo include lo sviluppo di sistemi per identificare gli spazi potenzialmente problematici, nuovi flussi di segnalazione e azioni su misura. 

Per il costante mantenimento della sicurezza nelle Community, Twitter continuerà a fare ricerche, pianificare scenari e lavorare con esperti esterni, tra cui il Trust and Safety Council. 

I membri selezionati da Twitter possono accedere alle Community attraverso una tab dedicata che si trova in fondo alla pagina dell’applicazione per i sistemi iOS o nella barra laterale per chi accede da Twitter.com. Gli utenti Android possono comunque leggere i Tweet delle Community in attesa che tutte le funzionalità vengano estese anche ai loro dispositivi. Chiunque in tutto il mondo può unirsi a una Community grazie all’invito di un moderatore o di un membro tramite messaggio privato. Per maggiori info sul funzionamento di Communities, seguite questo link. 

Questo è solo l’inizio della funzione Communities. Come sempre, Twitter sperimenta, impara e ascolta i feedback dei propri utenti per migliorare la piattaforma.

Ray-Ban e Facebook lanciano gli smart glasses “Ray-Ban Stories”

Facebook, Inc. e Ray-Ban lanciano Ray-Ban Stories, gli smart glasses di ultima generazione. La tanto attesa collaborazione porta con sé una concezione completamente nuova della fotografia, della condivisione e dell’ascolto nei momenti più autentici della vita. Mark Zuckerberg e Rocco Basilico ne hanno dato oggi l’annuncio in modalità virtuale, raccontando i dettagli della  collaborazione e l’incredibile potenziale del prodotto. 

Protagonisti della linea Ray-Ban Stories, con uno stile inconfondibile e iconico sin dagli anni ‘50, sono i modelli Wayfarer e Wayfarer Large. Facebook ed EssilorLuxottica, capogruppo di  Ray-Ban, sono stati in grado di sviluppare una tecnologia smart indossabile comodamente anche  tutto il giorno: il processore Snapdragon integrato, infatti, non compromette in alcun modo lo  stile, il comfort, l’estetica, né tantomeno il peso, che supera di soli 5 grammi quello dei normali  Ray-Ban Wayfarer.

I Ray-Ban Stories integrano una dual camera da 5 MP con funzionalità foto e video, auricolari open-ear molto discreti e un sistema audio composto da tre microfoni per  riprodurre suoni e voce in alta qualità durante le telefonate e i video. I Ray-Ban Stories sono disponibili in un’ampia gamma di modelli, tra cui i leggendari Ray-Ban Round, per uno stile rétro, o i mitici Meteor. Un prodotto che aggiunge un tocco di brio allo stile quotidiano, a partire  da 299 USD (369 CAD, 329 EUR, 299 GBP, 449 AUD) e disponibile con vari tipi di lenti: da  sole, da vista, polarizzate, sfumate, Transitions® e neutre. 

Oltre a offrire un design iconico e contenuti tecnologici innovativi, i Ray-Ban Stories verranno lanciati insieme a un’app integrativa, Facebook View (per iOS e Android), che servirà a importare, modificare e condividere in modo semplice i contenuti acquisiti con gli smart glassess, con la possibilità di caricarli su tutte le app social installate sullo smartphone: Facebook, Instagram, WhatsApp, Messenger, Twitter, TikTok, Snapchat, eccetera. 

Siamo molto orgogliosi di aver dato vita a Ray-Ban Stories insieme ai nostri partner di  Facebook” ha affermato Rocco Basilico, Chief Wearables Officer di EssilorLuxottica.

Questo prodotto rappresenta un punto di svolta e dimostra che i consumatori non sono costretti  a scegliere tra tecnologia e moda: possono vivere appieno ogni momento e rimanere connessi,  tutto questo indossando i loro Ray-Ban preferiti. Il nostro approccio esclusivo, che coniuga decenni di eccellenti lavorazioni artigianali, spirito di innovazione e impegno a proporre solo  tecnologie all’avanguardia, ci ha permesso di creare dispositivi wearable che tutti ameranno indossare.

Ray-Ban Stories nasce per aiutare le persone a vivere ogni momento rimanendo in contatto sia con chi le accompagna, sia con chi è distante. EssilorLuxottica è stata un partner a dir poco  fenomenale e, grazie al suo impegno per l’eccellenza, siamo riusciti a creare un prodotto elegante e di qualità capace di ridefinire le aspettative nel campo degli smart glasses. Stiamo lanciando un modo del tutto nuovo di rimanere in contatto con il mondo e vivere intensamente i  momenti più importanti della vita, senza rinunciare allo stile.

Ha commentato Andrew Bosworth, Vice Presidente di Facebook Reality Labs.  

I Ray-Ban Stories saranno in vendita pressi i negozi Ray-Ban e sul sito ray-ban.com a partire dal  9 settembre in USA, Regno Unito, Italia, Australia, Irlanda e Canada. A partire dal 13 settembre saranno disponibili anche presso alcuni punti vendita Luxottica tra cui SunglassHut,  LensCrafters, OPSM, David Clulow e Salmoiraghi & Viganò e a seguire presso selezionati punti  vendita wholesale.