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David Bowie diventa un’icona della limited edition di Barbie

Mattel ha da pochi giorni lanciato un’altra Barbie Limited Edition, questa volta si tratta dell’iconica star della cultura pop-rock  David Bowie. Proprio come nel suo video Life On Mars? il camaleontico cantante si presenta in tailleur azzurro, camicia gessata, cravatta, zeppe e taglio di capelli indiscutibilmente anni ’70. E così anche la bambola a lui ispirata.

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Barbie Bowie, l’omaggio di Mattel

Un omaggio che Mattel Creations ha voluto fare per il 50esimo anno dall’uscita dell’album Hunky Dory della star, grazie al contributo della designer Linda Kyaw-Merschon. La Barbie non perde certo le sue sembianze ma si presenta con l’estrosa e androgina personalità del Duca Bianco. In vendita sul sito Mattel, nel giro di pochissimi giorni, purtroppo, è già andata sold out.

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credit Mattel Creations

Ma questa, in realtà, è la seconda Limited Edition che Mattel dedica al cantante. Già nel 2019 aveva celebrato Bowie e il suo alter ego Ziggy Stardust per i 50 anni dell’uscita dell’Album Space Oddity.

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La bambola David Bowie, insieme a quelle Andy Warhol, Elvis e Frank Sinatra che abbiamo visto negli ultimi dieci anni, fa parte della collezione Barbie Signature, ispirata a personaggi iconici della nostra epoca. Chissà a quale star si ispirerà la prossima bambola!

LEGGI ANCHE: Estetista Cinica diventa una Barbie, ecco cosa ci ha raccontato Cristina Fogazzi

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3 Free Webinar per orientarti nel mondo eCommerce

Il mercato dell’eCommerce è cresciuto a un ritmo notevole negli ultimi anni. Prima dell’emergenza Covid-19 l’economia mondiale stava già accompagnando lo sviluppo dello shopping online. La pandemia ha poi definitivamente accelerato questo processo.

Il settore è così in rapida crescita che, secondo uno studio Nasdaq, entro il 2040 il 95% degli acquisti avverrà online.

Una potente espansione che offre una serie di opportunità di business per l’innovazione di brand e aziende. In un contesto come questo, nasce l’esigenza di ripensare l’impresa in chiave digitale, facendo evolvere il proprio modello di business, trasformando i processi aziendali e potenziando le competenze interne.

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Nuovo ciclo di Free Webinar

Nell’ultimo decennio gli acquisti online hanno registrato una crescita esponenziale anche in Italia. Oggi, infatti, avere un negozio digitale non rappresenta più solo un’opportunità, ma una vera e propria necessità. Laddove gestire efficacemente un progetto eCommerce rappresenta un fattore critico di successo, a prescindere dal settore merceologico di appartenenza.

Il confronto con gli esperti delle industry rappresenta un’occasione concreta per aggiornarsi continuamente su tool, algoritmi e comportamenti del consumatore.

Per questa ragione, dopo la serie di live event “Così ho capito che il Digital era la mia vocazione”, Ninja Academy presenta un nuovo ciclo di dirette per conoscere da vicino il mondo dell’eCommerce e sfruttarne tutte le potenzialità.

Il primo live event sarà:

Giovedì 14 Luglio ore 13
Your eCommerce Check up
Cosa funziona e cosa non funziona nel tuo eCommerce

Lo scopo del Live Event è quello di fornire consigli pratici per migliorare il proprio eCommerce oppure la propria idea di strategia di eCommerce, partendo proprio dal far analizzare i progetti in diretta agli esperti.

Attraverso il form di registrazione, infatti, è possibile linkare il proprio e-shop: i più interessanti saranno analizzati durante la live.

Il ciclo continuerà fino al 22 luglio con altri due appuntamenti:

Martedì 19 Luglio ore 13
Livestream Shopping e nuove frontiere dell’eCommerce
Il caso Rinascimento

Venerdì 22 Luglio ore 13
Community per il successo di un eCommerce
I casi MSC Crociere e 23BASSI

Le competenze vincenti in ambito eCommerce

Il ciclo di eventi è dedicato a eCommerce Manager, eCommerce Specialist, Brand Manager, Marketing Manager, Imprenditori e a tutti quei commercianti che intendono implementare la loro di strategia digitale.

Le dirette oltre a illustrare strumenti, risorse, modelli e framework per avere successo nelle vendite online, offrono l’occasione di riflettere su un mercato sempre più digitale grazie a illuminanti case study.

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Ridisegnare la gestione delle vendite in chiave digitale richiede competenze diverse. Ma esiste un modo per farle convergere tutte. Le live saranno anche un occasione per approfondire un percorso completo, pratico e professionalizzante per comporre il proprio modello vincente di eCommerce: l’eCommerce Factory, in collaborazione con i top brand Shopify, Doreca, Venchi e Mercedes.

<< Registrati gratis al ciclo di Live “Your eCommerce Check up – Cosa funziona e cosa non funziona nel tuo eCommerce”>>

bitcoin

Bitcoin, tutti ne parlano, ma chi davvero ne ha compreso il potenziale?

L’8 luglio Palazzo Innovazione ospita l’associazione Digital South e Ninja Academy per un evento di divulgazione e formazione per comprendere il potenziale economico e sociale della blockchain e di Bitcoin.

Bitcoin, tutti ne parlano, ma chi davvero ne ha compreso il potenziale?

bitcoin come strumento per disinnescare il mondo

Sistema di pagamento, riserva di valore, ma anche strumento sociale che può aiutare comunità e persone a mantenere la libertà finanziaria e a trasferire valore senza intermediazione e censure.

Sarà la moneta universale del futuro? Che opportunità crea la blockchain per le aziende?

Ne discuteranno insieme a professionisti e imprenditori nel corso di un evento pubblico e gratuito che si terrà in presenza a Palazzo Innovazione, l’8 luglio dalle ore 17,30:

  • Riccardo Giorgio Frega, attivista, co-autore e voce insieme a Luca Berto di Bitcoin Italia Podcast, che terrà una masterclass dal titolo: “Bitcoin come strumento per disinnescare il mondo: fare impresa nel futuro che ci attende
  • Mirko Pallera, fondatore di Ninja, giornalista e imprenditore, modererà il dibattito finale.

L’evento è organizzato da Digital South, associazione che riunisce imprese e professionisti del digitale e da Ninja Academy, la digital business school di Ninja Marketing, focalizzata sul potenziamento delle competenze digitali avanzate.

<<Vuoi comprendere il vero potenziale di Bitcoin? Segui qui la diretta su LinkedIn>>

I relatori dell’evento

  • Riccardo Giorgio Frega, classe 1979, è un autore, divulgatore e attivista libertario italiano. Impegnato dal 2013 nella lotta antiproibizionista e da sempre appassionato di nuove tecnologie, è esperto delle possibili applicazioni della blockchain e in particolare di Bitcoin, che considera presidio importante di tutela dei diritti civili e delle libertà individuali. Dal 2018 è autore e voce del Bitcoin Italia Podcast, il primo e il più seguito podcast a tema in lingua italiana.
  • Laura Nori, communication designer e community manager di Bitcoin People, vede Bitcoin come il network di pagamento che rivoluzionerà la società a partire dal mondo del lavoro. Esperta di comunicazione nei social network, la sua missione è portare questa tecnologia nelle case e nelle attività di tutti.

L’evento si terrà in presenza nel Complesso Monumentale di Santa Sofia a Salerno, l’8 luglio, dalle ore 17:30. Per partecipare è necessario iscriversi all’evento a questo indirizzo.

Puoi anche seguire la diretta da questo articolo.

Google Analytics cosa dice il garante

Ecco cosa dice il Garante: no, non basta utilizzare Google Analytics 4 per essere in regola

Il 7 giugno 2022 la CNIL (Commission nationale de l’informatique et des libertés) ha inviato una diffida formale a diverse organizzazioni a conformarsi all’uso di Google Analytics, a causa del trasferimento dei dati negli Stati Uniti senza sufficienti garanzie per i diritti degli utenti europei. Quali sono le conseguenze per le organizzazioni?

Questa FAQ riguarda solo le decisioni di avviso formale della CNIL sull’uso di Google Analytics in seguito all’invalidazione del Privacy Shield.

La dichiarazione congiunta della Commissione europea e degli Stati Uniti del marzo 2022 su una futura decisione di regolamentare adeguatamente i flussi di dati verso gli Stati Uniti è al momento solo un annuncio politico.

Il 6 aprile il GEPD (Garante europeo della protezione dei dati) ha rilasciato una dichiarazione in cui chiarisce che tale dichiarazione non costituisce un quadro giuridico su cui le organizzazioni possono fare affidamento per trasferire i dati negli Stati Uniti.

Abbiamo programmato un webinar con un vero esperto in materia per comprendere meglio risvolti e potenziali alternative al GA Ban: Giovanni Maria Riccio, partner dello Studio Legale E-Lex.

webinar con Giovanni Maria Riccio

<<Venerdì 8 Luglio, alle 13.30 su Zoom. Clicca qui per partecipare>>

Cosa è successo in Italia

Il sito web che utilizza il servizio Google Analytics (GA), senza le garanzie previste dal Regolamento Ue, viola la normativa sulla protezione dei dati perché trasferisce negli Stati Uniti, Paese privo di un adeguato livello di protezione, i dati degli utenti.

garante della privacy - google-analytics

Lo ha affermato il Garante per la privacy a conclusione di una complessa istruttoria avviata sulla base di una serie di reclami e in coordinamento con altre autorità privacy europee. Dall’indagine del Garante è emerso che i gestori dei siti web che utilizzano GA raccolgono, mediante cookie, informazioni sulle interazioni degli utenti con i predetti siti, le singole pagine visitate e i servizi proposti.

Tra i molteplici dati raccolti, indirizzo IP del dispositivo dell’utente e informazioni relative al browser, al sistema operativo, alla risoluzione dello schermo, alla lingua selezionata, nonché data e ora della visita al sito web. Tali informazioni sono risultate oggetto di trasferimento verso gli Stati Uniti.

Nel dichiarare l’illiceità del trattamento è stato ribadito che l’indirizzo IP costituisce un dato personale e anche nel caso fosse troncato non diverrebbe un dato anonimo, considerata la capacità di Google di arricchirlo con altri dati di cui è in possesso.

All’esito di tali accertamenti il Garante ha adottato il primo di una serie di provvedimenti con cui ha ammonito Caffeina Media S.r.l. che gestisce un sito web, ingiungendo alla stessa di conformarsi al Regolamento europeo entro novanta giorni. Il tempo indicato è stato ritenuto congruo per consentire al gestore di adottare misure adeguate per il trasferimento, pena la sospensione dei flussi di dati effettuati, per il tramite di GA, verso gli Stati Uniti.

Il Garante ha evidenziato, in particolare, la possibilità, per le Autorità governative e le agenzie di intelligence statunitensi, di accedere ai dati personali trasferiti senza le dovute garanzie, rilevando al riguardo che, alla luce delle indicazioni fornite dall’EDPB (Raccomandazione n. 1/2020 del 18 giugno 2021), le misure che integrano gli strumenti di trasferimento adottate da Google non garantiscono, allo stato, un livello adeguato di protezione dei dati personali degli utenti.

Con l’occasione l’Autorità richiama all’attenzione di tutti i gestori italiani di siti web, pubblici e privati, l’illiceità dei trasferimenti effettuati verso gli Stati Uniti attraverso GA, anche in considerazione delle numerose segnalazioni e quesiti che stanno pervenendo all’Ufficio. E invita tutti i titolari del trattamento a verificare la conformità delle modalità di utilizzo di cookie e altri strumenti di tracciamento utilizzati sui propri siti web, con particolare attenzione a Google Analytics e ad altri servizi analoghi, con la normativa in materia di protezione dei dati personali.

Allo scadere del termine di 90 giorni assegnato alla società destinataria del provvedimento, il Garante procederà, anche sulla base di specifiche attività ispettive, a verificare la conformità al Regolamento Ue dei trasferimenti di dati effettuati dai titolari.

Fonte: Sito Ufficiale del Garante per la Protezione dei Dati Personali

Cosa dobbiamo imparare dalle comunicazioni formali emesse dalla CNIL

Il contesto

Il 16 luglio 2020, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha emesso un’importante sentenza: il Privacy Shield, che regolava i trasferimenti di dati tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, è stato invalidato perché non offriva garanzie adeguate contro il rischio di accesso illecito da parte delle autorità americane ai dati personali dei residenti europei.

Solo se le organizzazioni adottano ulteriori garanzie tecniche, legali e organizzative per impedire tale accesso, tali trasferimenti potrebbero essere effettuati nella pratica.

Nell’agosto 2020, NOYB ha presentato 101 reclami a varie autorità europee per la protezione dei dati su siti web che utilizzano, tra gli altri, il diffusissimo strumento di analisi web Google Analytics, la cui società madre ha sede negli Stati Uniti.

La decisione

Nella comunicazione formale emessa il 10 febbraio 2022 in merito a una di queste organizzazioni, la CNIL ha ritenuto che :

  • le misure messe in atto da Google non sono sufficienti a escludere la possibilità di accesso ai dati dei residenti europei; i dati degli utenti
  • europei di Internet vengono quindi trasferiti illegalmente attraverso questo strumento.

Perché l’avviso pubblicato online è stato reso anonimo?

Una delle comunicazioni formali relative all’uso di Google Analytics è stata pubblicata in forma anonima sul sito web della CNIL il 16 febbraio 2022.
La decisione è stata resa anonima perché non è sembrato utile nominare un particolare editore di siti web, dato che lo strumento è ampiamente utilizzato.

L’obiettivo è che tutti i responsabili del trattamento dei dati che utilizzano questo strumento siano conformi.

Le organizzazioni hanno una scadenza per la conformità?

Le organizzazioni notificate hanno un mese di tempo per conformarsi e giustificare tale conformità alla CNIL. Questo periodo di un mese può essere rinnovato su richiesta delle organizzazioni interessate.

Tutti i responsabili del trattamento dei dati che utilizzano Google Analytics in modo simile a queste organizzazioni devono ora considerare questo uso come illegale ai sensi del GDPR.

Dovrebbero quindi rivolgersi a un fornitore che offra sufficienti garanzie di conformità

Questa interpretazione delle conseguenze della sentenza “Schrems II” della CNIL è condivisa a livello europeo?

Al fine di armonizzare le decisioni e fornire certezza giuridica alle parti interessate, le autorità europee che hanno ricevuto reclami dall’associazione NOYB (none of your business) sul tema dei trasferimenti di Google Analytics si sono organizzate in un gruppo di lavoro per esaminare insieme le questioni legali sollevate in questi casi e coordinare le loro posizioni e decisioni.

La decisione della CNIL non è la prima a livello europeo: un mese prima della CNIL, l’autorità austriaca per la protezione dei dati ha emesso a gennaio una prima decisione che va nella stessa direzione di quella dell’autorità francese.

Perché i reclami presentati dall’associazione NOYB non sono stati trattati contemporaneamente?

Tutti i reclami presentati dall’associazione NOYB e deferiti alla CNIL sono stati esaminati in modo coordinato: tuttavia, le situazioni sono state esaminate caso per caso e in base alle risposte fornite dalle organizzazioni.

Tutte le organizzazioni francesi il cui utilizzo di Google Analytics è stato oggetto di reclami da parte della NOYB hanno ricevuto una notifica formale.

Esistono clausole contrattuali standard e garanzie aggiuntive per consentire l’utilizzo di Google Analytics?

Gli intervistati avevano stabilito con Google clausole contrattuali standard, che Google offre di default agli utenti di questa soluzione. Queste clausole contrattuali standard non possono da sole fornire un livello di protezione sufficiente in caso di richiesta di accesso da parte di autorità straniere, in particolare se tale
accesso è previsto dalle leggi locali.

Nella sua risposta alle richieste della CNIL, Google ha indicato di aver messo in atto misure legali, organizzative e tecniche aggiuntive, che tuttavia sono state ritenute insufficienti a garantire
l’effettiva protezione dei dati personali trasferiti, in particolare contro le richieste di accesso ai dati da parte dei servizi segreti statunitensi.

È possibile impostare lo strumento Google Analytics in modo che i dati personali non vengano trasferiti al di fuori dell’Unione Europea?

No. In risposta al questionario inviato dalla CNIL, Google ha indicato che tutti i dati raccolti tramite Google Analytics sono ospitati negli Stati Uniti.

Anche in assenza di trasferimento, l’utilizzo di soluzioni offerte da aziende soggette a giurisdizioni extra-UE può comportare difficoltà in termini di accesso ai dati. In effetti, le organizzazioni
possono essere obbligate dalle autorità di paesi terzi a divulgare i dati personali ospitati su server situati nell’UE.

L’articolo 48 del GDPR limita tale divulgazione ai casi in cui il Paese terzo richiedente e l’UE o lo Stato membro interessato siano parti di un accordo internazionale che preveda tale divulgazione.

È possibile impostare Google Analytics in modo che trasferisca solo dati anonimi negli Stati Uniti?

Nel contesto della comunicazione formale, Google ha indicato che utilizza misure di pseudonimizzazione, ma non di anonimizzazione. Google offre l’anonimizzazione degli indirizzi IP, ma non è applicabile a tutti i trasferimenti. Inoltre, dalle prove fornite da Google non è chiaro se questa anonimizzazione avvenga prima del trasferimento negli Stati Uniti.

Inoltre, il semplice utilizzo di identificatori univoci per differenziare gli individui può rendere i dati identificabili, soprattutto se combinati con altre informazioni come i metadati del browser e del sistema operativo. Questi dati consentono di tracciare con precisione gli utenti, in alcuni casi su più dispositivi.

Se il GEPD ammette nelle sue raccomandazioni del 18 giugno 2021 la possibilità di utilizzare la pseudonimizzazione come misura supplementare, il suo utilizzo è soggetto a un’analisi volta a garantire che tutte le informazioni trasmesse non consentano in alcun modo la reidentificazione della persona, anche tenendo conto dei mezzi sostanziali a disposizione delle autorità che potrebbero voler effettuare tale reidentificazione.

Infine, l’uso congiunto di Google Analytics con altri servizi di Google, in particolare con i servizi di marketing, può aumentare il rischio di tracciamento. In effetti, questi servizi, molto diffusi in Francia, possono consentire un controllo incrociato dell’indirizzo IP e quindi tracciare la cronologia di navigazione della maggior parte degli utenti di Internet su un gran numero di siti.

Differenza tra anonimizzazione e pseudonimizzazione

La pseudonimizzazione è il trattamento dei dati personali in modo tale che non sia più possibile attribuirli a una persona fisica senza ulteriori informazioni. In pratica, la pseudonimizzazione consiste nel sostituire i dati direttamente identificativi (cognome, nome, ecc.) in un set di dati con dati indirettamente identificativi (alias, numero sequenziale, ecc.).

L’anonimizzazione consiste nell’utilizzare un insieme di tecniche in modo tale da rendere impossibile, in pratica, l’identificazione della persona con qualsiasi mezzo e in modo irreversibile. I dati anonimizzati non sono più soggetti al GDPR.

La crittografia potrebbe essere una garanzia aggiuntiva sufficiente?

Sì, ma a determinate condizioni. L’implementazione della crittografia dei dati da parte di Google si è rivelata una misura tecnica insufficiente, in quanto Google LLC stessa cripta i dati ed è obbligata a consentire l’accesso o a fornire i dati importati in suo possesso, comprese le chiavi di crittografia necessarie per rendere i dati intelligibili. Poiché Google LLC mantiene la possibilità di accedere ai dati delle persone in chiaro, tali misure tecniche non possono essere considerate efficaci in questo caso.

La crittografia è quindi una garanzia aggiuntiva insufficiente se l’organizzazione soggetta alle richieste delle autorità statunitensi può accedere ai dati personali in chiaro.

Affinché la crittografia sia considerata una salvaguardia aggiuntiva sufficiente, le chiavi di crittografia dovrebbero, tra l’altro, essere tenute sotto il controllo esclusivo dell’esportatore dei dati o di altri soggetti stabiliti in un territorio che offra un livello di protezione adeguato.

Ci sono sufficienti garanzie aggiuntive per continuare a utilizzare il solo strumento di Google Analytics?

Nessuna delle garanzie aggiuntive presentate alla CNIL nel contesto della messa in mora impedirebbe o renderebbe inefficace l’accesso dei servizi di intelligence statunitensi a i dati personali degli utenti europei quando si utilizza esclusivamente lo strumento Google Analytics.

Tuttavia, può essere possibile una soluzione che preveda il coinvolgimento di un server proxy per evitare il contatto diretto tra il terminale dell’utente Internet e i server dello strumento di misura. Tuttavia, occorre garantire che questo server soddisfi una serie di criteri per poter ritenere che questa misura aggiuntiva sia in linea con quanto previsto dal GEPD nelle sue raccomandazioni del 18 giugno 2021.

È possibile continuare a trasferire i dati con il consenso esplicito delle persone?

Il consenso esplicito degli interessati è una delle possibili deroghe previste per alcuni casi specifici dall’articolo 49 del GDPR. Tuttavia, come indicato nelle linee guida del Comitato europeo per la protezione dei dati su queste deroghe, esse possono essere utilizzate solo per trasferimenti non sistematici e non possono costituire una soluzione permanente e a lungo termine, in quanto il ricorso a una deroga non può diventare la regola generale.

Esistono strumenti alternativi?

La CNIL ha pubblicato un elenco di strumenti di misurazione dell’audience che, se correttamente configurati, possono essere esenti dal consenso.

Questo elenco comprende strumenti che hanno già dimostrato alla CNIL di poter essere configurati in modo da limitarsi a quanto strettamente necessario per la fornitura del servizio, e quindi di non richiedere il consenso dell’utente, ai sensi dell’articolo 82 della legge sulla protezione dei dati.

Tuttavia, questo elenco non prende attualmente in considerazione le questioni sollevate dai trasferimenti internazionali, comprese le conseguenze della sentenza “Schrems II”.

Come garantire che gli strumenti di misurazione dell’audience non trasferiscano i dati a un paese terzo non appropriato?

Nel caso in cui lo strumento previsto trasferisca dati al di fuori dell’Unione Europea o la società che pubblica lo strumento abbia legami patrimoniali o organizzativi con una società madre situata in un paese che prevede la possibilità per i servizi di intelligence di richiedere l’accesso a dati personali situati in un altro territorio, è necessario valutare il quadro giuridico del paese terzo.
Questa valutazione può basarsi su :

  • decisioni della CGUE o della Corte europea dei diritti dell’uomo, che hanno potuto valutare la conformità di determinate legislazioni agli standard europei di protezione dei dati;
  • le raccomandazioni della CNIL europea, che hanno, ad esempio, dettagliato le garanzie essenziali che devono essere presenti nel Paese terzo quando si valuta il livello di protezione dei dati.

È inoltre possibile utilizzare il metodo della proxyfication che, se correttamente configurato, consente di inviare a un server al di fuori dell’Unione europea solo dati pseudonimizzati.

I responsabili del trattamento possono adottare un approccio basato sul rischio, tenendo conto della probabilità di richieste di accesso ai dati?

No. I dati personali trasferiti in un Paese al di fuori dell’Unione Europea devono beneficiare di un livello di protezione “sostanzialmente equivalente” a quello garantito nell’UE.

In particolare, la possibilità di un accesso illegale ai dati personali che vada oltre quanto necessario e proporzionato in una società democratica da parte delle autorità pubbliche mina gravemente i diritti e le libertà fondamentali degli interessati.

Nel caso in cui tale accesso sia possibile (e non solo quando l’accesso è probabile) e le garanzie che circondano l’emissione di richieste di accesso ai dati non siano sufficienti ad assicurare un livello di protezione dei dati sostanzialmente equivalente a quello garantito nell’UE (si vedano le raccomandazioni del GEPD sulle garanzie essenziali), sono necessarie misure tecniche aggiuntive per rendere tale accesso impossibile o inefficace.

Queste misure sono previste dalle raccomandazioni sulle misure complementari ai trasferimenti del Comitato europeo per la protezione dei dati.

Browser decentralizzati

Browser Web: le alternative (decentralizzate) a Chrome

L’era del Web 3.0 può definirsi iniziata, anche se per il momento sono per lo più investitori, venture capitalist, ingegneri e tecno-sognatori i veri pionieri di questa nuova frontiera che sarà certamente più aperta e democratica, libero da censure e vincoli, fondato su blockchain e protocolli decentralizzati. Il Web 3.0 promette di essere un luogo più inclusivo e concorrenziale, indipendente dalle Big tech e in grado di consentire a tutti di riappropriarsi dei dati e forse di monetizzare qualunque cosa su Internet. Premessa che può essere rafforzata anche dal cambiamento di operazioni quotidiane che tutti noi svolgiamo, come l’utilizzo di un browser web invece di un altro.

Browser decentralizzati: di cosa si tratta

Proprio nell’ottica sopra descritta sembra quasi un paradosso che in un web “libero” si debbano usare strumenti di navigazione “centralizzati” e il discorso riguarda proprio i nostri browser di navigazione che allo stato attuale non stanno solo sfruttando gli utenti, ma sono anche al limite per quanto riguarda la tutela della privacy.

Il Web 3.0 si configura come una rete dove i contenuti, i servizi e qualsiasi genere di informazione non verranno più conservati su server e piattaforme che appartengono a multinazionali di grandissime dimensioni, ma “sparpagliati in maniera omogenea” sulla rete tra infiniti nodi.

Proprio grazie alla decentralizzazione, gli utenti potrebbero finalmente monetizzare la condivisione dei dati. Infatti, ogni genere di contenuto, da un MP3, ad una foto delle vacanze resterebbe nelle mani dei legittimi autori, e non finirebbero più tra gli algoritmi delle varie piattaforme, come Tik Tok, Instagram e YouTube.

Nel Web 3.0, i dispositivi non si connetteranno più a server centrali, ma a registri distribuiti in rete sui quali si trovano tutte le informazioni desiderate, senza dover reperire dati sui server di alcuna azienda.

Perché ne parliamo

Lo strumento che trasferisce tutte queste informazioni alle strutture centralizzate e decentralizzate è il caro e amato browser, che ogni giorno utilizziamo per navigare nel web ed eseguire infinite operazioni.

L’importanza legata alla rivoluzione del Web 3.0 sta proprio nel protocollo IPFS che è il tassello che consentirà di rendere i contenuti web molto più a prova di errori e alle censure.

Come dichiarato da Molly Mackinlay, responsabile del progetto IPFS:

Oggi, gli utenti Web di tutto il mondo non sono in grado di accedere a contenuti con limitazioni, comprese, ad esempio, parti di Wikipedia in Thailandia, oltre 100.000 siti web bloccati in Turchia e l’accesso critico alle informazioni COVID-19 in Cina – Ora chiunque disponga di una connessione Internet può accedere a queste informazioni critiche tramite IPFS sul browser Brave“.

Un velocissimo chiarimento, il web tradizionale si fonda sul protocollo HTTP (o HTTPS) progettato per consentire ai browser di accedere alle informazioni sui server centrali, mentre il protocollo IPFS consente di accedere su una rete di nodi distribuiti.

Perché è importante

Sappiamo che i dati personali presenti all’interno di una blockchain non sono modificabili, ma può succedere (e la legge lo prevede) che un singolo utente possa richiedere la modifica di tali dati o di una parte di essi. In tale caso come possiamo modificare una struttura che per la sua dimensione è immutabile?

Altro aspetto da tenere presente sta nel fatto che i dati personali inseriti in una blockchain sono pubblici e consultabili da tutti i partecipanti, anche questo aspetto sembra in antitesi con il grado di sicurezza che la blockchain dovrebbe garantire.

Ancora, come esercitare il diritto all’oblio con i dati immessi in una blockchain data l’immutabilità della tecnologia blockchain?

Insomma, servirebbe una blockchain che possa essere compliant al G.D.P.R. il che rappresenta allo stato attuale un problema che porta i due argomenti privacy e blockchain a correre su due binari paralleli.

Una soluzione potrebbe essere la creazione di un sistema di crittografia dei dati personali con successiva eliminazione delle chiavi de-crittografiche, in modo tale che possano essere lasciati unicamente i dati indecifrabili oppure l’utilizzo dei cosiddetti modelli di memoria “fuori catena” o ancora l’impiego di “smart contract”.

Insomma il dibattito è aperto e oggetto di evoluzioni all’ordine del giorno.

Browser decentralizzati, cosa c’è da sapere

I nuovi browser che garantiscono la privacy degli utenti nascono con l’intento di consentire la navigazione nel Web 3.0, ma i problemi a cui abbiamo accennato sono tutt’altro che risolti.

Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza.

Molte aziende, proprietarie dei browser più noti come Opera, Google, Microsoft stanno già dando luogo ad upgrade dei loro browser per consentire agli utenti di navigare nel Web 3.0 o per lo più di accedere ai propri portafogli o wallet digitali, fornendo un modo più sicuro per proteggere le proprie informazioni e la propria privacy.

I browser pensati per il Web 3.0 sono fondamentalmente delle applicazioni decentralizzate dette anche dApp, che consentono di utilizzare le tradizionali funzioni dei browser, ma permettono di mantenere il controllo dei propri dati e di trattenere la maggior parte delle relative monetizzazioni attraverso i dati.

Proprio in ottica di protezione dati e privacy nel Web 3.0 va citato il browser Klever, sconosciuto a molti, ma più avanti rispetto ai più blasonati competitor, che consente di connettersi a portafogli blockchain di Ethereum e Tron in modo molto sicuro e protetto, esplorare l’ universo dei protocolli finanziari decentralizzati, scoprire siti e social media di nuova generazione, accedere a token, raccogliere NFT e trovare i migliori strumenti di sviluppo blockchain.

Altro browser sviluppato per il Web3.0, primo ad integrare nativamente il protocollo peer-to-peer IPFS (InterPlanetary File System), che stravolgerà radicalmente il funzionamento di Internet, è Brave.

Come possiamo ben vedere, questi browser non risolvono i problemi di cui discusso sopra tra privacy e blockchain, il modo attraverso il quale tutelano la privacy degli utenti è data da sistemi che bloccano annunci e tracker così da evitare che questi possano seguirci da un sito all’altro.

Sono forniti poi da sistemi che in totale autonomia eliminano i cookie non necessari, rendendo in questo modo il proprio browser difficile da riconoscere e, come se non bastasse, bloccano i codici e siti dannosi aggiornando le connessioni sicure sui siti che le supportano.

Ninja Upshot

Browser come Mozilla, Opera Crypt, Brave, Klever integrano wallet o portafogli digitali connessi alle più note blockchain come Ethereum, Solana per effettuare in totale sicurezza qualsiasi operazione legata all’utilizzo delle cripto valute e alla gestione di asset digitali come gli NFT.

Il vero passaggio che determinerà l’evoluzione dei browser di navigazione verso le blockchain con la possibilità di utilizzare quest’ultime per veicolare e modificare i dati sensibili degli utenti, è un discorso ancora lontano, legato comunque alla necessità di risolvere i conflitti tra blockchain, GDPR e privacy.

Il discorso è comunque aperto e si cerca di rendere la normativa sulla privacy e il GDPR sempre più vicino al mondo delle blockchain, man mano che anche queste evolvono tecnologicamente avvicinandosi sempre più a risolvere le esigenze quotidiane di tutti.

Perché il futuro dell’Influencer Marketing è la Community

Nel corso degli anni l’Influencer Marketing si è evoluto. Da novità che genera curiosità a tattica di marketing ormai radicata nelle aziende e nelle organizzazioni che puntano alla visibilità online.

Questa trasformazione ha fatto sì che anche il modo in cui le campagne di Influencer Marketing vengano gestite con più consapevolezza.

Dieci anni fa i brand hanno iniziato a collaborare con gli influencer per raggiungere il proprio target sui social media e creare programmi di marketing più autentici come alternativa al tradizionale Paid Advertising. Spesso senza troppa cognizione di causa, senza dare troppa importanza alle capacità comunicative dei creator e sottovalutando ciò che poi si è rivelato essere molto più di un trend.

Oggi vediamo aziende, imprese, professionisti e organizzazioni espandere il loro potenziale di visibilità riducendo la loro dipendenza da alcune piattaforme per sperimentare altri canali emergenti.

Luoghi digitali che permettono una rapida crescita organica nel momento in cui il brand riesce a gestire community diverse che rispondono a una specifica organizzazione, diversa dal tradizionale presidio dei classici social.

Ad esempio ciò significa creare prodotti, offrire esperienze e raccontare storie create insieme alla community del brand.

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futuro dell'influencer marketing è la community creator ninja marketing

È sempre una questione di dialogo

Ogni volta che si invia un messaggio, questo deve offrire valore al destinatario per poter riscuotere successo. Comunicare in maniera genuina e sinceramente attenta alle persone è il modo più diretto per entrare in contatto con il proprio pubblico.

Dato che i brand cercano di approfondire le relazioni con i clienti, una community rappresenta il canale più potente per questo scopo.

I referral generati all’interno di una community hanno un valore 3 volte superiore rispetto a quelli che derivano da altri canali e azioni di marketing.

Investire in una community – invece di limitarsi solo alla pubblicità a pagamento – favorisce la fidelizzazione dell’utente e sostiene una solida crescita organica a lungo termine.

Dalla transazione allo storytelling

Gli ultimi due anni hanno costretto anche i marketer a fare i conti con restrizioni e distanziamenti.

Un momento storico in cui spingere con energia alla vendita diretta non è esattamente la mossa migliore per un brand.

Ecco perché è fondamentale investire le proprie risorse su una tipologia di marketing che aiuta a entrare davvero in contatto con le persone potenzialmente interessate ai prodotti o servizi di un’azienda. Mettere a frutto i proprio sforzi comunicativi di brand attraverso la creazione di una community significa:

  • chiedere quali contenuti sono più preziosi e utili al proprio target di riferimento;
  • cosa vogliono vedere le persone in relazione ai prodotti o i servizi di un’azienda;
  • proporre offerte personalizzate e che rispettano le esigenze e le necessità – soprattutto in seguito a un periodo così difficile e faticoso.

In sostanza, adattare i messaggi del brand affinché riflettano il desiderio e le aspirazioni delle pubblico di riferimento significa lavorare per cementificare le basi della propria community.

futuro dell'influencer marketing è la community brand ninja marketing

Significa che l’Influencer Marketing è morto?

No affatto!

Sia gli influencer che i brand seguono lo stesso funnel di marketing per intercettare e convertire l’utente finale. Presidiano le stesse piattaforme, parlano allo stesso pubblico, lavorano con strutture e dinamiche comunicative spesso molto simili.

La collaborazione temporanea tra brand e influencer ha ancora senso di esistere soprattutto nel momento in cui una campagna one-shot è focalizzata su una nicchia estremamente verticale e ben circoscritta.

Tuttavia, esiste un modo migliore con cui brand e influencer possono collaborare tra loro per ottenere performance di marketing (ovvero engagement) più durature nel tempo: lavorare verso la creazione di community.

Significa integrare due forze comunicative di grande impatto in un’unica strategia di marketing online. Un po’ come quando i supereroi decidono di unire le proprie forze, i propri strumenti e i propri superpoteri per salvare l’umanità da una minaccia insuperabile.

Aziende e influencer, insieme per la costruzione di una brand community!

Marketing autentico oggi e domani

Oggi i consumatori vogliono essere coinvolti nel processo di sviluppo di un brand. Non si tratta solo di umanizzare l’azienda e adottare un approccio customer-centric.

Costruire relazioni autentiche tra brand, creator e il loro pubblico è il punto di partenza.

L’Influencer Marketing ha raggiunto uno scenario standard in cui gran parte del semplice posizionamento di prodotto avviene su Instagram mentre le connessioni più profonde e autentiche si trovano su YouTube o su piattaforme più verticali, come Twitch o TikTok.

Influencer Marketing

Ecco perché le aziende dovrebbero iniziare a ottimizzare gli strumenti con cui cercare e ingaggiare gli influencer delle campagne di marketing per catalizzare le loro potenzialità di visibilità e costruire – proprio a partire da loro – una robusta fanbase.

I migliori risultati derivano dalla creazione di contenuti unici, fatti su misura, personalizzati per un pubblico specifico. Ecco il valore aggiunto che può dare l’Influencer Marketing verso la costruzione di una brand-community.

I brand moderni hanno l’opportunità di offrire esperienze e raccontare storie, co-creandole con creator, ambassador e influencer in grado di cementare le relazioni con i loro clienti.

Influencer Marketing: la vera sfida della creazione di una Community

Il vantaggio di lavorare con gli influencer a lungo termine supera il ritorno generato da una collaborazione una tantum. Ma ci sono alcuni fattori da considerare. In primo luogo, la costruzione di una community implica la sua costante manutenzione e gestione.

Un brand deve essere capace di ascoltare efficacemente la community e guidare gli influencer al suo interno affinché da semplici follower diventino brand ambassador e sostenitori.

Perciò il processo di selezione, verifica, comunicazione e tracciamento non può essere lasciato al caso. Diversamente, non sarebbe possibile quantificare i risultati e poter decidere quale strada intraprendere per una comunicazione davvero incisiva dell’azienda sulle piattaforme social.

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video marketing copertina

Video marketing: perché i video sono un must-have per i brand che vogliono raggiungere un pubblico giovane

Quando si tratta di interagire online con un pubblico particolarmente ampio, i video sono un format must-have per i brand di tutto il mondo e una strategia di video marketing risulta indispensabile.

Fare leva sulle emozioni e sull’immediatezza del messaggio sembra essere la chiave del successo, soprattutto nel contesto dei canali di comunicazione digitale. Il mondo di oggi è popolato da consumatori sempre più fruitori di contenuti video, e pertanto, gli inserzionisti si trovano di fronte alla difficile sfida di creare contenuti video volti non solo a catturarne l’attenzione , ma anche a conquistarne  i cuori e l’immaginazione.

Secondo i dati forniti dallOsservatorio Digital Content del Politecnico di Milano (School of Management), il mercato dei video italiano ha superato i 1.3 miliardi di Euro nel 2021: 4 utenti online  italiani su 5 guardano contenuti video (in aumento di 7 punti percentuali rispetto al 2020). Questi dati suggeriscono che il video marketing occupa un posto importante che non va sottovalutato.

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Video marketing: cresce la spesa pubblicitaria

Inoltre, cresce anche la spesa pubblicitaria associata alla distribuzione di video: l’advertising registra aumento del +11% per un valore complessivo di 510 milioni di Euro. Si tratta, pertanto, di un mercato in forte espansione e che non ha ancora terminato il suo percorso evolutivo: anzi, lo scenario continuerà a mutare in virtù di numerose sfide che i protagonisti del settore dovranno affrontare nel prossimo futuro.

video marketing pinterest

Tutto questo diventa ancora più rilevante se il target desiderato sono i più giovani. Nonostante la continua richiesta online per foto d’impatto, sono i video a dominare nel panorama online della Gen Z e dei Millennial. A differenza delle generazioni prima di loro, non hanno mai conosciuto un mondo senza la tecnologia digitale, cosa che li ha resi dei consumatori consapevoli, in grado di capire meglio i retroscena della creazione di contenuti digitali rispetto alle controparti più adulte.

“Abbiamo rilevato nell’ultimo anno un aumento significativo, sia per gli utenti, sia per i brand, della creazione e fruizione di contenuti video: le persone infatti cercano sempre più fonti di ispirazione immersive e coinvolgenti. La popolarità dei format video incentiva le aziende a creare più contenuti video e, di conseguenza, i marketer, i creator e chiunque voglia veicolare un messaggio destinato alla prossima generazione di consumatori deve investire nella creazione di contenuti di questa tipologia. Pinterest è una piattaforma molto più efficace rispetto ad altre nel raggiungere un pubblico mirato. Secondo una ricerca condotta in Italia da Pinterest e Dentsu, i contenuti pubblicitari video su Pinterest hanno una visibilità 9 volte maggiore e un tasso di finalizzazione di 3,5 volte superiore rispetto alle altre piattaforme. Questa efficacia deriva dal fatto che il pubblico di Pinterest è particolarmente ricettivo a contenuti pubblicitari d’ispirazione.” – Christian Cochs, Head of Sales per Italia e Spagna a Pinterest.

Per supportare al meglio gli advertiser, Pinterest fornisce 7 consigli sulla realizzazione di video coinvolgenti, basandosi sui contenuti più efficaci e più seguiti nello scorso anno sulla piattaforma.

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7 consigli per il video marketing

Stabilire i propri obiettivi di business: è necessario tenere sempre a mente i propri obiettivi commerciali per capire cosa si vuole ottenere con i propri video: avere un impatto elevato, attirare l’attenzione (con video brevi e incisivi), oppure fornire una versione più estesa ed educativa.

I video esteticamente curati attirano maggiormente l’attenzione: poiché i primi secondi sono cruciali per catturare l’attenzione dell’utente, indipendentemente da tema del video, occorre sempre puntare a scatti di alta qualità estetica. Tuttavia, non va dimenticato che gli utenti non ricercano solo ed esclusivamente questo: avere un ampio range di contenuti, così come di suggerimenti e trucchi del mestiere, permette di attirare tutti i tipi di spettatori da tutto il mondo.

Conoscere i propri clienti: per poter arrivare con i propri contenuti ad un pubblico più targettizzato, è fondamentale conoscerlo al meglio. Dato il superamento dell’idea di un tradizionale profilo del pubblico, è necessario informarsi sulle nuove abitudini dei consumatori e sulle proprie aspettative. Si tratta di un’operazione molto semplice, che può partire banalmente dalla scelta delle palette di colori e parole più attraenti per il pubblico a cui ci si vuole rivolge.

Conoscere i propri numeri: avere un profilo business su Pinterest permette a brand e creator di avere accesso non solo a funzionalità aggiuntive, ma anche a statistiche, uno strumento indispensabile per capire cosa i Pinner vogliono, cercano e apprezzano. Per esempio, si possono analizzare dati raccolti settimanalmente per vedere quali Pin danno migliori risultati e quali funzionalità possono aiutare ad ottimizzare la performance.

pinterest dati sui video

Selezionare i giusti ingredienti e lasciarsi ispirare: diversi tipi di pubblico reagiscono diversamente a diversi tipi di video. Dai contenuti generati dagli utenti ai video che rimandano a ad altri contenuti contentiinformazioni aggiuntive, occorre prestare attenzione a tutti gli elementi del video. Pinterest è un ottimo strumento non solo per indirizzare il traffico e ispirare gli utenti, ma anche per ispirare il lavoro di brand e creator. I report di Pinterest, come, per esempio Pinterest Predicts, sono tutte fonti d’informazione significative a livello globale e locale, da poter sfruttare se si è alla ricerca di nuove idee.

Osservare ciò che le persone stanno cercando: può essere d’aiuto, nella definizione del taglio dei propri video, osservare ciò che il pubblico in target sta cercando al momento sulla piattaforma. La newsroom di Pinterest è uno spazio utile per inquadrare le tendenze più seguite del momento, come per esempio la stagione dei matrimoni. Le ricerche delle celebrazioni festive aumentano su Pinterest dai 2 ai 3 mesi prima: del resto, la pianificazione in anticipo, come piace ai Pinner, è qualcosa di imprescindibile; a tal fine, i brand possono aggiungere ai propri contenuti descrizioni, hashtag, link alle bacheche e sezioni specifiche.

Essere veloci e facilmente fruibili: i video dovrebbero durare idealmente dai 45 secondi ai 3 minuti, mantenere un equilibrio tra divertimento e informazioni, e preferibilmente, essere registrati in modalità verticale. Nel caso di collaborazioni con creator apprezzati dal pubblico in target oppure di invito ad acquistare un prodotto, è sempre importante realizzare contenuti video che incoraggino un’azione, ma soprattutto coinvolgenti.

intervista a kevin roberts al wobi 2021

Intervista a Kevin Roberts: per abbracciare il cambiamento devi perdere il controllo

Quella che stai per leggere è una di quelle interviste che rimangono nel cassetto per un po’ di tempo, in attesa di trovare il momento giusto per essere pubblicate, o di avere il giusto spazio nella frenetica programmazione redazionale. Eppure le parole che Kevin Roberts, storico CEO di Saatchi & Saatchi e ora leader dell’agenzia di consulenza Red Rose Consulting, sono di quelle che andrebbero lette e rilette, quasi come un classico della letteratura, perché dentro è possibile scoprirci sempre qualcosa di nuovo.

Kevin Roberts è colui che ha inventato l’idea di lovemarks, ossia di quei marchi a cui siamo legati da una relazione affettiva, da un rapporto che coinvolge tutti i nostri sensi, e che sono capaci di instaurare un senso di lealtà, in grado di attrarci al di là di ogni forma di razionalità, economica o pratica. Parliamo quindi di puro marketing.

Quando lo abbiamo incontrato, durante l’edizione 2021 del WOBI, le gambe un po’ tremavano, ma come tutti i Grandi ci ha messo subito a nostro agio, con una battuta e i suoi modi gentili. Contestualizzare con questo grado di dettaglio ci serve a sottolineare che questo è uno di quei casi in cui forma e sostanza sono un tutt’uno e in quest’ottica andrebbero lette le parole che seguono, le indicazioni, i concetti e i pensieri che questo guru del marketing ci ha regalato.

intervista a kevin roberts - wobi

Cambiamento e creatività per coinvolgere le persone

Come possiamo creare una cultura delle idee e come possiamo identificare una grande idea tra centinaia di idee non significative?

«Viviamo nell’era delle idee, ma negli ultimi due anni è stato piuttosto difficile per noi andare avanti. Non possiamo tornare a una nuova normalità, come in tanti avevano annunciato dopo la prima fase della pandemia. Siamo tutti cambiati, abbiamo tutti nuove storie e l’unico modo per andare avanti è il cambiamento.

Ci sono tre tipi di cambiamento:

  • incrementale, cioè un miglioramento continuo come il kaizen giapponese;
  • trasformazionale;
  • dirompente.

Dobbiamo sapere quale di questi tipi di cambiamento adottare. La cosa più importante per tutti noi, in ogni caso, è la creatività.

Ma che cos’è la creatività esattamente?  È la capacità di guardare qualcosa, la stessa cosa che guardano tutti, ma pensare qualcosa di diverso.

Pensare qualcosa di diverso inizia con una regola: come aziende dobbiamo imparare a fallire velocemente, imparare velocemente e risolvere velocemente, quindi dobbiamo avere il coraggio di fallire e imparare bene.

Solo in questo modo le idee possono fiorire. Si tratta, in fondo, di tornare un po’ bambini, a quando eravamo molto creativi perché ognuno vedeva le cose a modo proprio, in modo diverso. Solo dopo, a scuola, nelle università, nelle aziende, siamo stati addestrati. Quando avevi cinque anni eri molto creativo perché vedevi le cose e le vedevi in modo diverso, ma poi sei stato addestrato a vedere le cose nello stesso modo di tutti gli altri.

Oggi, abbiamo bisogno di creare una cultura in cui vada bene anche fallire. Solo fallendo, si impara e si diventa capaci di aggiustare il tiro, si capisce quando si ha una buona idea, una grande idea o una pessima idea.

Alla fine si tratta di ascoltare l’istinto, ascoltate il cuore. Sì, possiamo avere tonnellate di dati; sì, possiamo fare i test; ma non è questa la fonte magica. Il segreto è avere fiducia nel proprio istinto per sentire il mercato, per sentire il cliente, per sentire il consumatore.

Quindi bisogna essere là fuori e si deve ascoltare. Non parlare, ma ascoltare e guardare bene. Non si può fare tutto sullo schermo, non si può fare tutto a distanza. Bisogna vivere lo stesso mondo dei nostri consumatori e dei nostri clienti».

Quanto è importante la creatività nel business?

«È la singola caratteristica che definisce un business. La creatività ha un potere irragionevole.

Non c’è niente di più importante della magia di arrivare prima al futuro ed eseguirlo con eccellenza. È l’unica cosa che differenzierà l’idea.

Guardiamo, ad esempio, il valore delle idee di Elon Musk. La sua compagnia vale più di Toyota e General Motors messe insieme e questo è il potere di un’idea».

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Il ruolo dei leader di oggi secondo Kevin Roberts

intervista a kevin roberts - wobi - fabio casciabanca - kevin roberts

Come si fa a passare dallo storytelling allo storysharing?

«Rolf Jensen ha detto che i leader del 21° secolo sarebbero stati degli “story tellers”, ma si sbagliava. Sono degli “story sharers”. Oggi infatti vogliamo essere coinvolti, nel personaggio e nella storia. Ci buttano così tanta roba addosso che stiamo affogando nelle informazioni e più ne sai di qualcosa, meno interessante questa cosa diventerà.

Pensa al matrimonio, pensa a qualsiasi relazione, tutti noi abbiamo bisogno di mistero, abbiamo bisogno di sensualità, abbiamo bisogno di intimità. Tutti oggi abbiamo una voce, sia su Twitter, che su Instagram, o su qualsiasi altro social. Ma tutti vogliamo essere coinvolti nella storia. Io ho sei figli e nove nipoti, quando parlo con loro mi rendo conto che non posso più semplicemente raccontare loro una storia. Vogliono essere nella storia, vogliono agire, vogliono essere parte di essa.

Dal punto di vista del business questo significa che dobbiamo rinunciare al controllo del marchio e dare quel controllo al consumatore».

Come può il marketing creare un movimento che la gente vuole condividere?

«Sì, penso che questo sia il ruolo del Marketing Manager. Non è più quello di creare un marchio, ma di creare un movimento. Ognuno di noi vuole essere parte di qualcosa di più grande di se stesso. Per questo se scegli Nike contro adidas o adidas contro Nike, non stai scegliendo semplicemente delle sneakers invece di altre sneakers. Stai scegliendo ciò che ti rappresenta, stai scegliendo se vuoi essere come Nike o vuoi essere come un fantastico giocatore del Manchester City o vuoi essere parte di qualcosa di più grande di te.

Per questo dico che il ruolo del Brand Manager è cambiato: non gestisce più il marchio, ne cede il controllo e ispira tutti a vedere cosa c’è dietro il marchio. Si tratta di avere uno scopo.

Quindi devi pensare molto più in grande se sei nel marketing. Questo è il momento migliore nella storia dell’umanità per essere un marketer, perché non si tratta più di gestione del marchio, ma di creare un movimento. Qualcosa di molto eccitante, quindi».

Kevin Roberts e il futuro del business

Quanto è complicato essere creativi in un momento fortemente influenzato dal politacally correct?

«Io sono politicamente scorretto e orgoglioso di questo, perché penso che la politica sia assolutamente terribile. Parlo ovviamente di quella politica che resta solo un’idea, che non si può mettere in pratica.

La politica che il mondo sta seguendo oggi è una politica di estremismo e una politica di tensione. Per questo dico di essere politicamente scorretto. Perché abbiamo bisogno che i creativi abbiano piena fiducia che il loro ruolo è quello di ispirare pace, amore e armonia.

Il ruolo del business non dovrebbe essere quello di creare valore per gli azionisti, né di creare un cliente, ma dovrebbe essere quello di creare un mondo migliore per tutti. Il futuro dovrebbe essere quello del capitalismo inclusivo. Nessun altro -ismo funziona, infatti: oggi abbiamo bisogno di includere, non di continuare ad escludere e il problema con l’attuale “correttezza politica” è che è molto esclusiva e molto giudicante rispetto alla minoranza. Quindi non sono assolutamente a favore di questa idea come persona creativa, perché questo limita la creatività».

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Le campagne pubblicitarie che hanno ruggito più forte ai Cannes Lions 2022

L’edizione dei Cannes Lions 2022 torna dal vivo dopo due anni di assenza. La pandemia e i disagi sociali hanno di certo cambiato la società, portando in superficie argomenti profondi legati all’essere umano. Ai Cannes Lions 2022 le tematiche trattate si sono espresse con una comunicazione piena di valori; dall’ambiente, all’equità di genere, al supporto alle minoranze.

I brand si fanno portavoce, in modo sempre più importante, delle trasformazioni e delle evoluzioni che la società di oggi necessita e che richiede. Sono i protagonisti dell’inclusività, della consapevolezza ambientale, del cambiamento culturale del mondo intero.

E tutto questo lo si è visto nei lavori presentati e nei Grand Prix assegnati durante i cinque giorni del festival dedicati alle eccellenze del mondo pubblicitario.

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Grand Prix Film

CHANNEL 4 | Super. Human

Agency 4creative London

Il film è il seguito del racconto fatto nei precedenti spot promo per le Paralimpiadi di Tokio 2020. La narrazione di un mondo così diverso da quello che la maggior parte di noi conosce ma in fondo così simile: sacrificio, costanza, sfide da superare, sono gli elementi comuni che rendono il paralimpico uguale all’olimpico. Difficoltà negli allenamenti come nella vita di tutti i giorni: scontri, incongruenze, dubbi interiori.

E infine la provocazione: “Per essere un paralimpico ci deve essere qualcosa di sbagliato in te”. Anche se per essere super non c’è niente di più vincente che essere semplicemente umano. Super. Human.

 

Gran Prix Film

APPLE | Escape From The Office

Agency: Apple, Sunnyvale / Smuggler, Central LA

Un secondo Grand Prix Film premiato ai Cannes Lions 2022 va alla creatività di Apple. Il coraggio di abbandonare un lavoro e un ufficio per inseguire i propri sogni imprenditoriali e di sicuro per una propria indipendenza economica. Una rivoluzione che la maggior parte dei professionisti sta in qualche modo vivendo. Facile farlo fantasticando durante la pausa pranzo e facile è la possibilità di organizzare al meglio un gruppo di lavoro, idee e progetti grazie ai sapienti tool e device di Apple.

 

Gran Prix Outdoor

ADIDAS | Liquid Billboard

Agency: Havas Middle East Dubai

Il 32% delle donne nel mondo prova disagio a nuotare in pubblico. In Medio Oriente, dove la connotazione religiosa è particolarmente discriminante verso le donne, il disagio di mostrare gran parte del corpo è molto più profondo. Così Adidas presenta una nuova collezione di costumi inclusivi, pensati per far sentire a proprio agio ogni donna e per permettere loro di vivere le attività in acqua con più libertà.

Un cartellone liquido, trasparente e acrilico che invita a fare un tuffo “oltre la superficie”, con l’intento di combattere i confini limitanti imposti dalle società e dando diritto a tutte le donne di sentirsi a proprio agio, sempre e ovunque.

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Grand Prix Design

PENGUIN BOOKS | Portuguese (Re)Constitution

Agency: FCB Portugal

Trasformare il testo simbolo di una cultura oppressiva in un libro di espressione artistica e di libertà del popolo portoghese. Per il 50esimo anno dalla liberazione fascista, un nuovo testo dunque, in cui parole e illustrazioni, attraverso la tecnica della poesia oscura, veicolano un messaggio di libertà di espressione contro la censura tipica del periodo.

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Grand Prix Digital Craft

UNESCO | Backup Ukraine

Agency: Virtue Worldwide, New York

La tecnologia in aiuto della conservazione della cultura di un popolo. Con il progetto Backup Ukraine, ogni cittadino ucraino può trasformare il proprio smartphone in un archivio fotografico. Attraverso il GPS ogni scatto potrà catturare qualsiasi luogo o monumento e salvarli nel cloud per ricordarli per sempre. Per ricostruire la propria cultura, per essere custodi del patrimonio.

Perché nessuna guerra può distruggere la memoria e l’identità di un popolo.

Grand Prix Film Craft

PENNY | The Wish

Agency: Service Plan Munich

Penny, un piccolo supermercato tedesco presenta la sua campagna ai Cannes Lions 2022. Semplice ma di grande effetto, nel film si esplora il disagio emotivo vissuto in ogni parte del mondo negli ultimi due anni. Durante la pandemia, infatti, lo stop a qualsiasi attività e relazione ha impedito soprattutto ai giovani di vivere esperienze, momenti importanti e semplice quotidianità. Il desiderio più grande di un genitore è di poter ridare ai propri figli quel pezzo di vita rubata.

 

Grand Prix Industry Craft & Grand Prix for Media

MARS-SHEBA | Hope Reef

Agency: AMV BBDO London

La barriera corallina e insieme a tutta la fauna che popola gli oceani hanno subito grandi danni e perdite disastrose. Sheba, il pet food arriva in soccorso insieme a ONU e WWF portando in alto la bandiera della sostenibilità ambientale. Una soluzione per ricreare l’habitat adatto alla ricostruzione e allo sviluppo dei coralli in Indonesia grazie a dei supporti. In due anni i coralli hanno avuto una ricrescita esponenziale attorno ai supporti, lanciando inoltre un grande messaggio: Speranza. La nuova barriera corallina rappresenta anche il primo billboard visibile da Google Earth e con un messaggio positivo, chiaro e corale.

 

Grand Prix in Glass: The Lion for Change

WECAPITAL | Data Tienda

Agency: DDB Mexico

L’83% delle donne messicane non ha uno storico creditizio, il che impedisce loro la possibilità di ricevere prestiti e di avviare di una impresa. La società di investimento WeCapital attenta all’inclusione delle donne in ambito finanziario ha creato Data Tienda, un centro informativo per la verifica dei loro pagamenti rintracciabili grazie ai prestiti in negozi di quartiere. Così da avere uno storico finanziario e concedere credito alle donne, in tutti i sensi.

 

Gran Prix Sustainable Development Goals

P&G | The Missing Chapter

Agency:  Leo Burnett Mumbai

In India, la mancanza di educazione sanitaria nelle scuole ancora oggi è la causa responsabile della discriminazione sociale e culturale delle ragazze. P&G intende combattere questi tabù, spingendo il governo a cambiare un sistema scolare antiquato e discriminatorio. Il capitolo mancante è proprio quello relativo al ciclo mestruale, alla conoscenza e consapevolezza del proprio corpo. P&G attraverso la voce di Whisper, il brand di assorbenti, riporta nei libri il capitolo fondamentale dell’identità femminile e della sua fisiologica evoluzione.

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LEGGI ANCHE: Cannes Lions 2021: i vincitori e le campagne più coinvolgenti

 

Grand Prix Social & Influencer Radio & Audio Brand Experience & Activation

VICE MEDIA | The Unfiltered History Tour

Agency: Dentsu Creative Bengaluru

Un giro virtuale nel British Museum, tra reperti sottratti alle diverse identità culturali e raccontati da esperti nativi. Storie reali, senza filtri in un tour in AR tra cultura e società.

 

Grand Prix Creative Effectiveness

MICHELOB ULTRA | Contract For Change

Agency: FCB Chicago

Un’iniziativa, un cambiamento consapevole che fa bene agli agricoltori e al pianeta. Passare ad un’agricoltura biologica, sebbene sia una scelta sostenibile, è un processo lungo e costoso. Così il marchio di birra di proprietà AB InBev per facilitare il passaggio al biologico e incoraggiare gli agricoltori a intraprendere questa strada green, si propone loro come acquirente a lungo termine per la produzione della sua Pure Gold.

Nelle previsioni produttive di AB Inbev, l’aumento dell’offerta di colture biologiche consentirà a Pure Gold di crescere del 25% entro il 2023.

 

Grand Prix Creative Strategy

DECATHLON | The Breakaway: The First Ecycling Team For Prisoners

Agency: BBDO Belgium

Lo sport virtuale per aiutare i detenuti a reintegrarsi in società. Questa è l’idea di Decathlon Belgio, presentata ai Cannes Lions 2022, che rende lo sport accessibile a tutti e come chiave per ogni tipo di libertà. Grazie alla piattaforma di ciclismo virtuale Zwift, la prima squadra di e-cycling formata da detenuti, potrà gareggiare con altrettante squadre del mondo esterno. Per paragonarsi, per avere obiettivi positivi, per migliorarsi.

 

Gran Prix Creative Commerce

WINGSTOP | ThighStop

Agency: Leo Burnett Chicago

La carenza di ali di pollo nel 2021, ha spinto uno dei famosi fast food americani specializzati in ali di pollo a proporre un’alternativa. Quella della vendita delle cosce di pollo. WingStop con un simpatico rebranding si è trasformato in ThighStop, con tanto etichette e buste appositamente rivisitate, ottenendo una nuova tipologia di acquirente e aumentando le vendite del 10%.

Quando si dice che una debolezza si può trasformare in vantaggio!

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Grand Prix Titanium

KIYAN PRINCE FOUNDATION, EA SPORTS, QPR E MATCH ATTAX | Long Live The Prince

Agency: Engine London

Il giovane calciatore Kiyan Prince, ucciso 15 anni fa mentre tentava di difendere un suo amico, viene proiettato virtualmente nella sua vita da 30enne. Giocatore nel videogame Fifa è anche il volto del brand sportivo JD, ma non solo per la gloria. La Fondazione che porta il suo nome ha raccolto fondi per consentire ai giovani del Regno Unito di allontanarsi dalla criminalità e avere la possibilità di raggiungere i propri obiettivi attraverso la formazione e l’insegnamento di valori positivi.

Anche l’Italia si è guadagnata i suoi premi ai Cannes Lion 2022

PUBLICIS ITALY

-Silver Lion Digital Craft Silver + Bronze Lion Social & Influencer

HEINEKEN | The Virtual Heineken Silver

-Gold Lion Film Bronze Lion Film

HEINEKEN | The Night Is Young

-Silver Lion Outdoor

HEINEKEN | The Genderless Billboard

-Bronze Outdoor

HEINEKEN | The Unwasted Beer

-Bronze Lion

HEINEKEN | A Lockdown Love Story

-Silver Lion Social & Influencer

NETFLIX |The Sound of Stories

VMLY&R ITALY

Silver Lion Industry Craft    Silver Lion Print

ROLLING STONES | Rockin’ Mamas

OGILVY MILAN

Silver Lion Media Entertainment Lions for Music Outdoor

PRIME VIDEO | Staraoke

DDB MILANO

Bronze Lion Media

IKEA | The Suitcase

HAVAS GROUP

Silver Lion Outdoor

AFFINITY – ULTIMA | Neverending Chase

La professione digitale più bella del mondo è…

Il marketing digitale è in continua evoluzione e per iniziare a lavorare in questo ambito ci sono diversi metodi.

Per cominciare è fondamentale iniziare ad acquisire competenze verticali nel digital. La prima mossa utile è formarsi, seguire corsi online o workshop per gettare le fondamenta. In questo modo si possono ottenere solide basi su cui costruire il proprio bagaglio di competenze.

marketing digitale

Seguire corsi di formazione in ambito digital non solo vi darà l’opportunità di imparare dai professionisti ascoltando l’esperienza diretta di chi questo campo lo conosce bene, ma vi aprirà al confronto con specialisti che fanno questo mestiere tutti i giorni.

Fare carriera nel marketing digitale

Intraprendere una carriera nel marketing digitale può essere un’ottima scelta per chi è interessato alla tecnologia e vuole lavorare in un settore creativo. Con l’importanza crescente del web, le aziende sono sempre più alla ricerca di persone qualificate che possano aiutarle a raggiungere il loro pubblico di riferimento online.

Il marketing digitale copre un’ampia gamma di attività, dalla creazione e gestione dei contenuti dei siti web allo sviluppo di campagne pubblicitarie online, abbracciando dunque diverse professioni: dal Social Media all’eCommerce Manager, dal Copywriter al Digital Strategist.

Chi ha spiccate doti di scrittura e comunicazione può scegliere di specializzarsi in Copywriting, mentre chi ha un’attitudine all’analisi può concentrarsi sulle strategie di marketing basate sui dati. Con la giusta formazione ed esperienza, è possibile costruire una carriera di successo in questo settore entusiasmante e in continua trasformazione.

Concluso il ciclo di live “Così ho capito che il Digital era la mia vocazione”: ecco chi ha vinto

Si è appena concluso il ciclo di dirette “Così ho capito che il Digital era la mia vocazione”. Il percorso di Ninja per scoprire i mestieri più belli del mondo digital attraverso le voci dei protagonisti. Un modo per convincere le persone che il loro è il lavoro più bello del mondo.

Orientarsi e intraprendere una carriera nel marketing digitale con Ninja

Le Live che ogni martedì hanno riempito il palinsesto Ninja fino all’inizio dell’estate sono terminate, ma l’obiettivo dell’Academy continua a essere quello di fornire una bussola nel mondo del digitale.

LEGGI ANCHE: 5 Free Webinar per trovare la tua strada nel Digital Marketing

Per questa ragione, come annunciato nelle varie dirette, Ninja Academy ha deciso di premiare la professione digitale più amata con un regalo alla community che ha partecipato e seguito di più: il premio va alla diretta “Chi è il Social Media Manager e perché è il lavoro più bello del mondo”.

Il regalo di Ninja Academy: per te il Glossario del Social Media Power

Per avere sempre a portata di mano le nozioni base del Social Media Manager, è possibile scaricare il Glossario del Social Media Power (contenuto nel corso Social Media Power di Ninja Academy, ma oggi eccezionalmente in omaggio): un piccolo prontuario con le definizioni aggiornate e i concetti imprescindibili per chi si occupa di social network.

Un Social Media Manager deve avere una solida conoscenza del funzionamento di ogni piattaforma e di come connettersi efficacemente con il pubblico di riferimento. Inoltre, deve essere in grado di creare contenuti interessanti che contribuiscano a costruire un seguito e a portare traffico al sito web del brand.

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