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“Together We Can”: il nuovo posizionamento di brand di Vodafone

Vodafone lancia il suo nuovo posizionamento di brand che mette al centro l’interazione tra la tecnologia e le persone per il progresso della società. Questo weekend Vodafone presenterà il suo nuovo claim – “Together We Can” – con un piano di comunicazione che si svilupperà lungo tutto l’anno, a testimonianza della profonda convinzione di Vodafone che l’unione fra tecnologia e società può costruire un futuro migliore.

Together We Can

Il nuovo posizionamento del brand di Vodafone è ispirato da un’indagine condotta sui consumatori che ha rimarcato quanto la tecnologia stia profondamente trasformando la vita delle persone: non ha più soltanto un impatto sugli individui ma gioca un ruolo significativo in tutta la società, facendo la differenza anche su temi come la sostenibilità e lo sviluppo sociale.

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Per esempio, nel corso dell’ultimo anno la sostenibilità ha assunto un peso sempre più importante nelle scelte dei consumatori e nella loro fiducia nei brand: è un elemento chiave per circa otto persone su dieci. Nei prossimi mesi, il messaggio di Vodafone “Together We Can” sarà tradotto in azioni concrete grazie all’espansione delle reti ad alta velocità per una migliore connettività per le persone e le comunità, all’impiego delle tecnologie di comunicazione per ridurre le emissioni di gas a effetto serra e sostenendo l’istruzione, la salute e il benessere, con l’obiettivo di creare una società più inclusiva e sostenibile.

La campagna Together We Can sarà lanciata in Italia il 4 aprile con La ragazza inarrestabile, uno spot televisivo che ha per protagonista una ragazza che pone domande sul mondo che la circonda e sul ruolo che la tecnologia può giocare nel curare le malattie, nel combattere il cambiamento climatico e nel contrastare il digital divide

La campagna si concentrerà sul ruolo di Vodafone nel contribuire a dare una risposta a queste domande grazie all’espansione del 5G, della Giga Network e della connettività nelle zone più remote del mondo, fino al contributo dell’app di Vodafone DreamLab nella battaglia contro il cancro e contro il Covid-19.

La rinnovata identità verrà sottolineata dallo speechmark, l’iconico logo di Vodafone, e dall’inconfondibile rosso. Il nuovo posizionamento sarà introdotto in 30 Paesi: oltre all’Italia, sono inclusi Germania, Spagna, Regno Unito, Romania, Grecia, Irlanda, Ungheria, Albania, Olanda (attraverso Vodafone-Ziggo), Portogallo, Repubblica Ceca, Turchia, Australia, Sud Africa, Ghana, Repubblica Democratica del Congo, Tanzania, Lesotho e Mozambico.

Anche i Paesi dove Vodafone è presente con accordi di partnership, inclusi Qatar e Nuova Zelanda, daranno il via al nuovo posizionamento. La creatività della campagna “Together We Can” è stata realizzata dall’agenzia New Commercial Arts con sede a Londra, e lo spot televisivo è stato diretto da Tom Green, autore di serie TV pluripremiate nel Regno Unito come Misfits Blackout. La pianificazione media è curata da Carat.

The Story Lab firma la campagna #BeUnited di Benetton su TikTok

United Colors of Benetton arriva su TikTok con la challenge #BeUnited, un inno all’inclusione, alla voglia di divertirsi e sentirsi parte di una collettività, cercando di abbattere le distanze sociali e culturali che caratterizzano questo particolare momento storico.

#BeUnited è l’hashtag da seguire per partecipare alla campagna ideata da The Story Lab, l’advertainment agency di dentsu italia, che ha lavorato al fianco del team di TikTok alla creazione di un soundtrack originale e allo sviluppo di un Brand Effect dedicato: un filtro interattivo e colorato che attraverso una serie di icone in movimento insegna i passi della coreografia.

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#BeUnited

Gli step da seguire sono suggeriti, ma la realizzazione è assolutamente libera: tutti sono invitati a partecipare con le loro “mosse” migliori. Il concept alla base del progetto è infatti l’inclusione: muoversi insieme, uniti dallo stesso ritmo, circondati dal colore e seguendo gli stessi passi. Tutti uguali e tutti diversi. 

Nata con l’obiettivo di raccontare la nuova collezione Spring Summer 2021 di Benetton, la campagna #BeUnited ha coinvolto nella sua fase di lancio 8 TikTok stars: Yusuf Pansieri, Martina Socrate, Muriel, Valentina Vernia, Alessandro Bedetti, Jingherly, Leonardo Barili e Tasnim Ali. Otto ragazzi e ragazze celebri per la loro unicità che per primi hanno interpretato #BeUnited in maniera personale, invitando i propri followers a unirsi alla danza.

Dopo appena tre giorni dal lancio della challenge su TikTok, la campagna ha già superato le 115 milioni di visualizzazioni sulla pagina dedicata.

La pianificazione è a cura di Simple Agency.

Capire gli eSports: mercato milionario e opportunità per i brand

Quinto appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

Abbiamo parlato di diversi argomenti in questi cicli di Webinar PRO, spaziando tra Trend, Podcast, Blockchain e AR\VR. Questa volta luci puntate sul vasto mondo degli eSport, i videogiochi competitivi professionistici, e lo facciamo con un grande esperto della materia, da oltre 15 anni lavora nel campo del gaming: Pier Luigi Parnofiello, CEO e Founder di PG eSports.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Cosa sono gli eSports: min 06,30
  • Differenza tra sport e eSports: min 11,10
  • Le figure professionali del gaming: min 16,15
  • Differenza del mercato tra Europa e Italia: min 22,00
  • Crescita esponenziale nel 2020 a causa del COVID-19: min 32,30

Perché è importante insegnare ai propri figli il valore dei soldi

Dicono che i soldi non fanno la felicità, ma purtroppo anche quelli servono soprattutto in periodi difficili come questi che stiamo vivendo.

Fateci caso, quante volte la parola “soldi” diventa la protagonista principale di tante conversazioni? Magari stiamo chiacchierando con familiari o amici dei nostri sogni e progetti, ci soffermiamo sul nostro lavoro o su quello che vorremmo fare e poi si finisce a discutere di soldi e della loro importanza. Tutto questo sembra svilire qualsiasi discorso.

I soldi non sono mica tutto, ma è importante parlarne, nel modo giusto e senza esserne ossessionati, anche con i propri figli. 

Sembrerà una cosa azzardata, soprattutto affrontare l’argomento con i più piccoli, ma educare i propri bambini e ragazzi al valore dei soldi fin dalla più tenera età li aiuterà a essere futuri consumatori consapevoliMa vediamo come affrontare quest’ostico argomento nel migliore dei modi.

soldi figli

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Il valore dei soldi: come spiegarlo ai più piccoli

Evitare certe conversazioni rimandandole a data da destinarsi non protegge di certo i più piccoli, anzi. Parlare apertamente di soldi, del loro valore e spiegando che non sono l’unica cosa che conta nella vita, è importante. 

Ci sono persone che valutano gli altri in base al lavoro che svolgono e al volume del portafoglio perdendosi in congetture e pregiudizi, ecco perché una delle prime cose che dovremmo chiarire ai nostri figli è che il valore dei soldi non equivale al valore delle persone. Per alcuni potrebbe sembrare una cosa scontata, ma per altri non lo è per niente. 

Come facciamo a spiegare nel modo corretto il valore dei soldi ai bambini e ai ragazzi? Ecco 5 consigli da tenere a mente per affrontare l’argomento in modo consapevole e sereno.

5 consigli per spiegare il valore dei soldi ai propri figli

Parlare apertamente di soldi, senza tabù, del loro valore e soprattutto spiegare ai propri figli che monete e banconote non sono frutti che crescono su un albero, ma che bisogna guadagnarli svolgendo un lavoro che poi sarà retribuito. Ma tutto questo non deve restare pura teoria, è importante che siano loro a sperimentare il tutto in prima persona, ma come?

Affidar ai propri figli delle piccole faccende in casa

Se vogliamo insegnare il valore dei soldi ai più piccoli, dobbiamo far capire loro come è possibile guadagnarli. Una buona idea potrebbe essere quella di affidar a ragazzi e ragazze dei lavori da svolgere in casa. Sistemare il letto la mattina prima d’iniziare la giornata, portare a spasso il cane, tener ordinata e pulita la propria camera, ma anche aiutare i genitori in semplici faccende, come cucinare o sistemare il garage.

Alla fine della settimana, o del mese, premiarli con una paghetta, insegnando in questo modo che per essere premiati devono dimostrare il loro impegno ogni giorno. Un’altra idea potrebbe essere quella di premiarli anche per i buoni vuoti a scuola.

Imparare a risparmiare sin da piccoli

Un altro aspetto da non sottovalutare è quello di spiegare ai propri figli la differenza tra desideri e necessità. Con la paghetta che riceveranno non dovranno soddisfare solo piccoli capricci, come è normale alla loro età, ma dovranno imparare a risparmiare, mettendo dei soldi da parte per raggiungere un gruzzoletto e poter spendere con parsimonia il resto. 

Sarà molto utile per loro capire che con quei soldi potranno acquistare qualcosa di utile e piacevole, come libri e fumetti, ma se vorranno qualcosa di più costoso dovranno imparare ad aspettare mettendo da parte i propri risparmi. Dobbiamo insegnar ai nostri figli a ragionare per obiettivi e non lasciarli acquistare in modo impulsivo spinti anche dalle mode del momento.

Tener traccia delle loro spese

Concedere denaro ai propri figli però non significa che non possiamo controllarli, ovviamente senza star col fiato sul collo, ma guidandoli e consigliandoli nella scelta delle proprie spese. 

Ci sono alcuni brand che hanno capito l’importanza di affrontare questo argomento e stanno cercando di supportare i genitori con la gestione dei conti dei propri figli attraverso servizi mirati e facili da usare. Tra questi c’è l’offerta di Enel X Pay, il conto online con carta Mastercard e IBAN italiano con cui effettuare pagamenti online e nei negozi fisici, scambiare denaro con gli amici e gestire in tempo reale le spese, tutto da un’unica App

Le funzionalità incluse da questo servizio sono tante, tra cui l’Opzione Family, il piano pensato per le famiglie e i più giovani. Questa consiste nella possibilità per i genitori di aprire e attivare il primo conto ai figli, in età compresa dagli 11 ai 17 anni, con carta Mastercard e App dedicati a loro. Con l’Opzione Family la gestione economica della famiglia diventa semplice e senza intoppi. È possibile visualizzare il saldo e le spese dei figli, accreditare loro la paghetta digitale, inviargli denaro in qualsiasi momento ed educarli al valore delle cose.

Non un semplice conto, ma l’occasione di mostrare loro il reale valore dei soldi e come gestirli.

Alfabetizzazione finanziaria: parlare di soldi senza filtri

Abbiamo detto che è importante parlare di soldi con i nostri figli, ma soprattutto è necessario parlarne senza filtri. I ragazzi e le ragazze devono da subito capire come si affrontano le spese, dagli acquisti di prima necessità, al pagamento delle bollette. È fondamentale includerli in tutte le decisioni che riguardano il nucleo familiare, mostrando loro concretamente come ci si approccia ai soldi. Per esempio, vogliamo organizzare una vacanza estiva? Parliamone con i nostri figli, condividendo anche i costi che comportano il viaggio e il pernottamento.

Imparando a gestire queste situazioni fin da bambini, in futuro non avranno tante difficoltà ad approcciarsi ai soldi e alla gestione delle spese perché saranno stati istruiti precedentemente.

Dare il buon esempio

Ultimo punto ma certamente non per importanza, dobbiamo dare sempre il buon esempio. Non possiamo pretendere che i nostri figli siano assennati risparmiatori se noi siamo i primi spendaccioni. Tutte le regole e le informazioni che tanto ci prodighiamo a ripetere devono essere rispettate in primis da noi.

Se vogliamo che la società che verrà sia migliore di quella attuale, ogni cosa deve essere insegnata in tenera età, ma non come una semplice e passiva abitudine, ma in modo consapevole.

Google News Showcase: nuovi accordi di licenza con gli editori italiani

Google firma in Italia nuovi accordi di licenza con una serie di editori, sia di portata nazionale che di carattere locale, tra cui RCS Media Group, Sole 24Ore, Gruppo Monrif, Caltagirone Editore, il Fatto Quotidiano, Libero, Il Foglio, Il Giornale, Il Tempo, Ciaopeople, Edinet, Gruppo Corriere, Citynews e Varese web. 

Questi nuovi accordi, firmati su base individuale, rappresentano un importante passo avanti nella relazione di Google con gli editori italiani, remunerando gli editori aderenti per Google News Showcase.

Questi accordi per News Showcase tengono in considerazione i diritti previsti dall’Articolo 15 della Direttiva Europea sul Copyright in relazione agli usi specifici online delle pubblicazioni giornalistiche (tali diritti non si applicano ai collegamenti ipertestuali e all’utilizzo di estratti molto brevi). 

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Google News Showcase

Google News Showcase è un nuovo programma di licenze annunciato da Google nel 2020, che offrirà ai lettori l’accesso a contenuti più approfonditi a fronte di una remunerazione per gli editori firmatari degli accordi. News Showcase permetterà agli editori di rafforzare la propria relazione con i lettori, sviluppare nuovi modelli per la monetizzazione dei contenuti e trarre beneficio dall’aumento di traffico verso il proprio sito. News Showcase sarà disponibile in Italia nei prossimi mesi. 

News Showcase si inserisce in un quadro più ampio di iniziative che rappresentano l’impegno di lungo termine di Google verso il mondo del giornalismo. Oltre a programmi come la Google News Initiative e alla collaborazione in ambito pubblicitario con gli editori a livello globale, attraverso le sue piattaforme Google invia ogni mese ai siti degli editori 24 miliardi di clic, che permettono agli editori di aumentare i ricavi attraverso annunci e nuovi abbonamenti sui loro siti e app.

In Italia, dal 2015 Google ha investito 11 milioni di Euro in progetti italiani di giornalismo attraverso il Fondo per l’Innovazione della Digital News Initiative, mentre nel 2016 ha sottoscritto con FIEG un accordo triennale che ha portato l’azienda a investire oltre 16 milioni di Euro su una serie di settori strategici per l’editoria digitale. E nel 2020, con il diffondersi della pandemia di COVID-19, ha offerto supporto economico a oltre 300 redazioni italiane attraverso il suo Fondo globale di emergenza per il giornalismo locale. 

Siamo soddisfatti di aver raggiunto questo accordo che, regolando anche il tema dei diritti connessi, riconosce l’importanza dell’informazione di qualità e l’autorevolezza delle nostre testate. Un nuovo tassello nella partnership con Google che valorizza i quotidiani RCS e offre un ulteriore impulso alla crescita della nostra customer base, supportando con una sempre più ampia copertura informativa.

Urbano Cairo, Presidente e Amministratore Delegato di RCS Media Group.

Il programma Showcase apre una nuova stagione di relazione con Google, perché affronta il tema dei diritti connessi alla distribuzione dei contenuti digitali, consente di promuovere il giornalismo di qualità delle nostre testate e di accelerare la trasformazione digitale dei processi editoriali e lo sviluppo dei ricavi da subscription.

Michela Colamussi, Director of Transition to Digital and Innovation Gruppo Monrif.

L’accordo con Google è un ulteriore riconoscimento del valore dell’informazione di qualità quale è quella de Il Sole 24 Ore. La remunerazione dell’informazione, inclusi i diritti connessi alla distribuzione dei contenuti digitali, è un fronte su cui il nostro gruppo editoriale è impegnato in prima linea con l’obiettivo di tutelare il nostro patrimonio di contenuti ad alto valore aggiunto. Questo accordo si inserisce in tale strategia ed è coerente con il processo di innovazione editoriale e tecnologica su cui Il Sole 24 Ore si è impegnato negli ultimi due anni. L’adesione alla GNI di Google e quella a News Showcase sono alcuni degli esempi.

Giuseppe Cerbone, Amministratore Delegato Il Sole 24 Ore.

Questi nuovi accordi rappresentano un importante passo avanti e confermano l’impegno di Google verso gli editori italiani. I nostri editori partner avranno accesso a nuove opportunità per valorizzare i propri contenuti e per aumentarne la profittabilità. Siamo felici di contribuire allo sviluppo dell’ecosistema digitale per il mondo degli editori e di rafforzare il nostro impegno verso il giornalismo di qualità.

Fabio Vaccarono, Vice President di Google e Managing Director di Google Italy.

Spotify lancia in Italia Ad Studio, la piattaforma pubblicitaria self service

Spotify lancia oggi in Italia Ad Studio, la piattaforma pubblicitaria self-service che permette a chiunque di creare e gestire campagne pubblicitarie audio e video su Spotify. Fare pubblicità diventa, così, ancora più semplice, con annunci audio realizzati da zero, grazie ad un’interfaccia intuitiva, agli strumenti creativi e ai servizi offerti (doppiatori, musiche e analytics) direttamente da Spotify, leader dello streaming on demand, che ha rivoluzionato il modo di ascoltare musica.

La mission, come sempre, è quella di liberare il potenziale della creatività, anche nello scenario italiano, dove il consumo di audio digitale sta superando rapidamente la fruizione della radio: infatti il 61% degli utenti Spotify Free in Italia ascolta audio da mobile, con il trend in crescita del podcast

“Tutta l’opportunità del mercato audio non è ancora colta, soprattutto nell’advertising delle strategie media. Ad Studio è una rivoluzione”,

esordisce Alberto Mazzieri, Director of Sales di Spotify Italia: “È sicuramente un segmento da esplorare. L’audio digitale, lo streaming, offrono opportunità di comunicazione legate al targeting, al tracciamento e alla comprensione dell’audience attraverso i contenuti che definiscono il mood di ascolto.  Un’innovazione assoluta, perché permette di costruire messaggi sfruttando i dati, con un’efficacia superiore”.

L’intelligence Spotify a servizio delle campagne advertising per monitorare l’impatto

Gli inserzionisti Spotify Advertising potranno attingere alla Spotify Audience Network, prevedere stime di impression, reach e frequenza in base al target, ma anche tracciare e gestire tutti i report della campagna. Opzioni di targeting avanzate, per raggiungere il pubblico di riferimento, rivolte a piccole e medie imprese PMI, startup, brand in crescita, ma anche creator digitali, rispetto ad una community, che registra oltre 345 milioni di utenti Spotify in 178 Paesi del mondo, di cui 155 milioni abbonati Premium.

Una rivoluzione per l’industria della pubblicità audio, secondo Alberto Mazzieri: “Il lancio di Ad Studio rafforza il nostro impegno a fornire alle aziende e agli artisti di tutte le dimensioni le opportunità della streaming intelligence di Spotify.  Anche le realtà di piccole e medie dimensioni possono testare facilmente una campagna su Spotify, misurarne l’impatto e sfruttare la potenza dell’audio”.

A partire da un investimento minimo (250€), inserzionisti di ogni tipo e dimensione – imprese locali, concessionarie, catene di supermercati, negozi di elettronica, istituti e università per la promozione di corsi, open day o altre attività – avranno accesso alla streaming intelligence di Spotify. Inoltre, fornendo uno script, la piattaforma aiuterà nella creazione di annunci professionali in sole ventiquattro ore, senza costi aggiuntivi.

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Alberto Mazzieri, Director of Sales di Spotify Italia

Dottor Alberto Mazzieri, da quale esigenza nasce Spotify Ad Studio in Italia?

“È la nostra piattaforma aperta a tutti gli advertiser, per campagne di comunicazione audio o video in autonomia, in pochi minuti e con la possibilità di raggiungere l’audience qualificata di  Spotify: dei 345 milioni di utenti globali, circa  190milioni la utilizzano in modalità free, esposti ai messaggi pubblicitari, raggiungibili attraverso Ad Studio. In Italia ci basiamo sui dati Comscore, che nell’ultimo ultimo trimestre del 2020 ci ha attribuito una media di 11,2milioni di utenti attivi ogni mese, in crescita  rispetto all’anno precedente, anche rispetto ai primi mesi dell’anno. Alla fine del prossimo quarter rilasceremo i dati aggiornati che sembrano confermare i trend in crescita”.

L’esperienza immersiva dell’audio

Audio e podcast sono tra i trend digitali dell’ultimo anno. Come si adegua e reagisce Spotify alle recenti applicazioni che fondano il proprio successo sulla voce?

“Il podcast è uno degli elementi che sta trainando la crescita, sia in termini di ore di consumo che di ascolto, nell’ultimo trimestre duplicate rispetto all’anno precedente. Ad oggi abbiamo 2,2 milioni di titoli podcast in piattaforma (erano 1,9 milioni solo nel terzo trimestre, per cui più di 300 mila in pochissimi mesi. Un trend che registriamo in ambito globale in tutte le Country. Conferma la rilevanza sempre maggiore dell’audio nella vita delle persone”.

Audio significa intimità, svincolata dal dominio dell’immagine?

“L’esperienza audio è molto immersiva e intima, molto più di qualsiasi altro mezzo. Poi si aggiunge il fattore tecnologico: lo streaming ha reso i contenuti audio disponibili in misura molto maggiore e su tantissimi dispositivi. La radio è il diffusore per antonomasia, ma il contenuto attraverso lo streaming si sta evolvendo, cresce il consumo. Spotify ha fatto della “ubiquity”, della disponibilità su più device possibili una colonna della propria strategia, non solo computer e cellulari, ma sempre più anche consolle di gaming, smart speaker, connected tv, automotive. Sono tantissimi i dispositivi che hanno integrato l’app di Spotify, permettendo alle persone di fruire di contenuti in tante situazioni diverse”.

Spotify Italia ha previsto un reparto creativo, un nuovo piano di recruiting per individuare le figure a sostegno delle campagne advertising delle aziende?

“C’è un grande investimento da parte dell’azienda, perché l’opportunità è gigantesca. Ad Studio offre a tutte le imprese, a prescindere dalla dimensione, l’opportunità di accedere alla comunicazione audio come non è mai stato fatto in passato. L’automazione e la possibilità di fare tutto in self service, permette di ottimizzare anche investimenti dal punto di vista creativo”.

Come funzionerà praticamente Ad Studio? Come si realizza uno spot in 24 ore?

“Qualora le aziende non disponessero di un asset audio, la campagna viene prodotta tramite  piattaforma,  caricando il copy (la sceneggiatura scritta) dello spot, con la possibilità di scegliere una voce e una musica poi mixate,  e nel giro massimo di quarantott’ore lo spot audio viene fornito da Spotify per essere utilizzato nella campagna adv. Dietro c’è un network di speaker e doppiatori e lo spot viene fornito gratuitamente, scegliendo la voce e il suono tra una library di generi musicali”.

Ad Studio – L’interfaccia semplice ed intuitiva

Il podcast, nuovo trend audio

Il pubblico italiano come risponde alle potenzialità audio, rispetto a quello internazionale?

“in termini di adozione di nuove tecnologie, sia il singolo utente che le aziende riescono a cogliere abbastanza rapidamente i trend e le opportunità. I numeri lo testimoniano, la piattaforma in Italia cresce in un modo significativo, non solo nell’audience, ma in termini di tempo speso e contenuti caricati. Tra gli esperimenti, abbiamo lanciato il primo podcast Spotify Original, prodotto da Spotify Italia con i The Jackal  per Sanremo, condensato in pochi minuti. Abbiamo avuto un riscontro di pubblico, in cima alla classifica dei più ascoltati in italia. Ciò che accade nella società e nel mondo reale è poi trasposto in contenuti audio”.

Spotify ha lanciato una nuova iniziativa in Usa spinta dal podcast di Obama e Bruce Springsteen. In Italia sarebbe immaginabile una simile operazione? I creator sono giovani o sono trasversali alle diverse fasce di età?

“C’è un segmento altissimo di titoli nuovi che compaiono in piattaforma, aumentano di centinaia di migliaia di mese in mese. Si va dai grandi publisher a chi ha qualcosa da dire, influencer creator, o chi è specializzato in qualsiasi disciplina. Il bello dei podcast che ha ampliato il range di contenuti, prima era solo musica. Coprono qualsiasi argomento: news, informazione, eventi di costume come Sanremo. Il targeting, il tracciamento, consentono comunicazioni efficaci, sulla definizione del mood: sapere chi ci sia dall’altra parte, che cosa stia facendo, se sia in auto o si stia allenando, con  caratteristiche socio-demografiche di utenti loggati alla piattaforma”.

Profiling, produzione dello spot e poi?

“Terzo aspetto la tecnologia avanzata, che permette di creare un’esperienza audio super immersiva. Si pensi al 3D o all’8D, che se ascoltato con auricolari o cuffie è ancora più coinvolgente. Per le aziende e tutte le industry è un’opportunità gigantesca, complementare alla strategia video. L’audio riempie i momenti della giornata in cui il video non è presente, quando si guida, ci si allena, si cucina”.

Musica, UX e bambini

Come può un singolo utente o un’impresa utilizzare la funzionalità Ad Spotify? 

“La piattaforma mette a disposizione tutte le informazioni, è user friendly. Basta usare l’applicazione da desktop o da smartphone, su Ad Studio, e seguire i vari step  per definire gli obiettivi della campagna, l’audience che si vuole raggiungere, il formato audio o video, o entrambi insieme. 1 minuto su 5 speso in piattaforma è passato sul video, sebbene siamo riconosciuti soprattutto per l’audio. Il quel 20% del tempo (su un totale di 2ore e mezzo al giorno trascorso su Spotufy), possiamo erogare messaggi advertising video, molto premium, a schermo pieno”.

Nessun testimonial in Italia per il lancio?

“Desideriamo comunicare la velocità di utilizzo e le caratteristiche tecnologiche. Il testimonial è la piattaforma in sé, che desideriamo diventi familiare a chiunque, con l’ambizione di diventare la piattaforma di comunicazione per l’audio di tutte le aziende, grandi e piccole”.

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Splio acquisisce la startup Goodfazer e potenzia il Referral Marketing

Splio è orgogliosa di annunciare l’acquisizione della startup francese Goodfazer, piattaforma SaaS per la gestione dei referral. L’innovativa soluzione permetterà ai brand di utilizzare la raccomandazione dei clienti e sfruttare la forza del passaparola per  l’acquisizione di nuovi contatti tramite l’uso strutturato ed intelligente dei canali digitali.

Splio è una piattaforma marketing di fidelizzazione che consente alle aziende di ingaggiare e fidelizzare la clientela su tutti i canali. Con questa acquisizione Splio rinforza la sua vision per cui l’engagement e la fidelizzazione rappresentano potenti leve di crescita per i marchi. Con oltre 500 clienti nel retail, eCommerce, transportation e food, Splio si conferma leader nel Martech ed esperto di trade, lavorando per fornire una piattaforma che unisca tutte le esigenze di attivazione marketing dei merchant.  

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Splio pone il cliente al centro della strategia di crescita dei brand

Il Referral Marketing è oggi al centro della trasformazione dei processi decisionali di acquisto. È una leva marketing che si basa sul forte principio della raccomandazione e della fiducia, ed è proprio questa la vision che Mireille Messine, CEO di Splio, rende accessibile grazie alla piattaforma Splio.

Scegliere il passaparola del cliente, significa optare per una leva di sviluppo organico, che capitalizzi la clientela acquisita e conquistata, e che la ponga al centro della strategia  di crescita dei brand. Il passaparola digitale ha già dimostrato il suo valore negli Stati Uniti e ha portato al successo marchi come Uber, Airbnb e Dropbox.

Mirelle continua:

L’obiettivo di questa  acquisizione è quello di estendere le sue potenzialità e il suo utilizzo a beneficio di una fascia di brand più ampia possibile. L’arrivo di Frédéric Faivre nel team e l’integrazione della piattaforma Goodfazer, è un’ottima notizia per Splio. Apre nuove prospettive ai marketer e nuove opportunità  per i nostri clienti.

Goodfazer: da un progetto imprenditoriale a Splio

Il potere del Referral Marketing si misura nella natura esponenziale del passaparola, che trasforma il cliente in un canale di influenza e vendita. Il cliente crea valore ed è più che mai un  canale di comunicazione da non sottovalutare. L’ha ben compreso Frédéric Faivre, fondatore di Goodfazer. Fondata nel 2018, Goodfazer consente ai brand di acquisire nuovi clienti grazie alla creazione di programmi di referral e campagne coinvolgenti. 

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La piattaforma Goodfazer è nata da un’iniziativa intraprenditoriale incubata da Becoming Group, mentre Frédéric Faivre, ancora direttore associato dell’agenzia Grenade, gestiva le operazioni di referral per Sosh e Orange. Questo progetto rientrava nello sviluppo di un’innovazione al servizio della vision della società, e ha permesso a Frédéric Faivre di sviluppare la piattaforma di referral di cui i merchant avevano bisogno.  

I clienti ingaggiati e fedeli vogliono ricoprire un ruolo attivo per i brand che amano. Stiamo assistendo a una trasformazione radicale nella scelta di acquisto dei consumatori, che è meno influenzata dalla pubblicità e maggiormente dalla raccomandazione e il passaparola tra amici e conoscenti. Restituire il comando ai consumatori, rendendo la raccomandazione accessibile a tutti i commercianti, grazie a una piattaforma innovativa e di  semplice utilizzo, questa è la nostra ambizione al fine di rendere la raccomandazione una customer experience ingaggiante e fidelizzante.

La raccomandazione ingaggia e fidelizza su tutti i canali

La raccomandazione in modalità SaaS ha già guadagnato sostenitori, tra cui Sandrine Privat Pedoussaut, direttore marketing di NAF NAF, che ha sviluppato un programma di referral multicanale con Goodfazer, per ingaggiare nuovi clienti e aumentare le vendite online e offline al di  fuori dei periodi commerciali di punta:

Abbiamo integrato facilmente la piattaforma Goodfazer nel nostro ecosistema phygital, eCommerce e nei punti vendita, e implementato rapidamente campagne di referral all’interno della rete NAF NAF con ottimi risultati. 

Alla fine della sua prima campagna, NAF NAF aveva aumentato il paniere medio di 1.5 per i nuovi clienti e di 2 per i clienti ambassador.

NFT mania

NFT mania, ecco i non-fungible token che tutti vorremmo collezionare

Opere d’arte audiovisiva, quadri digitali. Ma anche meme, canzoni e interi album musicali. Sono il trend del momento, gli NFT (o non-fungible token), i gettoni digitali basati su tecnologia blockchain che stanno monopolizzando l’attenzione di collezionisti, appassionati di cripto valute (ma non sono la stessa cosa) e semplici curiosi di internet.

Jack Dorsey NFT

Abbiamo raccolto alcuni dei gettoni più strani e originali, che dimostrano l’hype che si sta generando intorno al fenomeno. Imprenditori, brand e personaggi dello showbusiness sono letteralmente ammaliati dal fenomeno NFT e desiderosi di sperimentarlo.

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Il primo tweet di Jack Dorsey

Jack Dorsey, il miliardario co-fondatore e CEO di Twitter ha messo all’asta il suo primo tweet come NFT.

Il tweet (di ben 15 anni fa) è stato vendita su una piattaforma chiamata Valuables by Cent, che consente appunto alle persone di fare offerte su tweet “autografati dai loro creatori originali”.

Per “Sto settando il mio twttr”, l’offerta più alta ha raggiunto i 2,9 milioni di dollari e si è assicurato il prezioso bene digitale Sina Estavi, CEO di Bridge Oracle.

Dorsey ha comunque dichiarato che convertirà il ricavato in Bitcoin e che in seguito lo devolverà in beneficenza.

Le GIF di Taco Bell

Taco Bell ha iniziato a servire qualcosa in più di semplici tacos: ha anche cominciato a consegnare NFT.

La catena di fast-food ha annunciato su Twitter la vendita di GIF e immagini “a tema taco” sul marketplace NFT Rarible.

Naturalmente, tutti si sono immediatamente resi conto che si trattava di un brand che cavalcava l’onda del fenomeno NFT (un trend che potrebbe essere anche potenzialmente dannoso per l’ambiente), ma i gettoni sono andati a ruba, volatilizzati in trenta minuti.

Taco Bell ha dichiarato che tutti i proventi andranno alla borsa di studio Live Más attraverso la Taco Bell Foundation. L’azienda ha anche lasciato intendere che sta progettando un’altra serie di token anche se, come ha affermato l’azienda, sebbene gli NFT siano “per sempre”, non potranno mai sostituire il gusto e la croccantezza di un taco caldo.

Le Pringles con il sapore virtuale

Anche Pringles è tra i brand del food saltati sul treno della popolarità dei non-fungible token, per sfruttare il clamore mediatico del momento.

L’azienda ha emesso 50 tubi virtuali CryptoCrisp “al sapore di NFT”, un’opera d’arte digitale dall’artista Vasya Kolotusha: un file MP4 1080×1080 che mostra una lattina Pringles dorata.

Tutti i proventi delle vendite dei 50 pezzi emessi andranno direttamente all’artista.

 

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Il collage di Beeple messo all’incanto da Christie’s

Mike Winkelmann, un artista conosciuto al grande pubblico con lo pseudonimo di Beeple, ha venduto un collage digitale di opere realizzate in 5000 giorni per la cifra record di 69,3 milioni di dollari, in un’asta da Christie’s.

Un evento storico non solo per l’oggetto messo all’incanto, ma anche perché la famosa casa d’aste fondata nel 1766, per la prima volta ha consentito di pagare l’offerta anche tramite moneta digitale.

mike winkelmann beeple collage NFT

Non-fungible token: il Badge di Montemagno per pazzi furiosi

NFT Marco Montemagno

Il noto divulgatore Marco Montemagno ha invece scelto il marketplace OpenSea per il lancio del suo NFT. Si tratta di un badge che, secondo le sue esatte parole, devi essere “un pazzo furioso” per comprarlo. Puoi vederlo qui e renderti conto della quotazione che sta raggiungendo.

Il gatto con la Pop-Tart

Nyan Cat - non-fungible token

Il famoso meme chiamato Nyan Cat, che raffigura un gatto con il corpo di una Pop-Tart, è stato acquistato per quasi 600.000 dollari.

Le cripto copertine del Time

copertine time nft

Anche il prestigioso TIME non ha resistito alla mania degli NFT e ha messo all’asta tre copertine: l’iconica “Is God Dead?” del 1996, la più recente rivisitazione “Is Truth Dead?” del 2017 e un’ultima versione nuova di zecca, mai andata in stampa, che strizza l’occhio proprio alle cripto valute, cioè “Is Fiat Dead?”

Le tre copertine sono in vendita su NFT SuperRare e l’asta durerà fino a mercoledì sera. Il prezzo base è di 10 Ether per ogni copertina (quasi 18.000 dollari), ma quella con “Fiat” ha già superato il doppio della richiesta.

L’immagine anaglifica di Marco Camisani Calzolari

Un pezzo di arte digitale tutto italiano. A uno sperimentatore come Marco Camisani Calzolari non poteva essere indifferente l’attenzione riservata agli NFT. Ecco il suo non-fungible token, che però non sarà messo in vendita.

Il “quasi NFT” di Elon Musk

Eccentrico, poliedrico, visionario. E, di certo, sempre sul pezzo. Grande sostenitore di Bitcoin e del mondo legato alle crypto, Elon Musk ha annunciato la sua intenzione di mettere in vendita, sotto forma di non-fungible token, il suo nuovo pezzo techno (sì, Elon ha tempo anche per comporre musica).

Ci ha però ripensato dopo un po’, dichiarando di aver cambiato idea con un tweet.

L’opera di Banksy bruciata (e diventata un NFT)

Un Banksy originale, che è stato bruciato e distrutto in un video in live streaming, è stato venduto come NFT per 380.000 dollari.

L’opera d’arte del 2006, dal titolo Morons (White) è essa stessa una critica al mercato dell’arte, e infatti raffigura un banditore d’asta di Christie’s.

Un video condiviso dall’account BurntBanksy ha mostrato il video di un uomo mascherato mentre dava fuoco alla stampa con un accendino.

Alcuni critici hanno però liquidato l’evento come una “trovata” per fare soldi.

Cosa sono gli NFT (se ancora non lo sai)

Gli NFT sono beni digitali che, grazie alla tecnologia applicata anche alle criptovalute, diventano “unici”.

Ognuno di essi, infatti, ha una propria identificazione e non è replicabile. Questi token servono quindi da “atto digitale” per certificare edizioni originali per opere d’arte, album o brani musicali e anche meme.

Per questo, la definizione “non fungibili” si riferisce ai criteri di unicità e indivisibilità del token. Queste caratteristiche li rendono anche diversi dagli utility token e dalle criptovalute.

Non-Fungible Token si acquistano spesso in aste e possono poi essere pagati attraverso i consueti metodi oppure, naturalmente, in criptovaluta.

Joule4Ideas: il progetto di Eni per ripartire dalle idee sostenibili

Stiamo vivendo mesi complicati in cui è difficile programmare anche le cose più semplici e non perché non abbiamo tempo come “prima”. Prima, un periodo che ci sembra qualcosa di lontano, come se il prima risalisse a un secolo fa. Il problema in realtà è il dopo e non stiamo parlando di decenni, ma del prossimo futuro. Ci sembra qualcosa d’intangibile che non riusciamo a immaginare e che un po’ ci fa paura. Fare progetti, ipotizzare possibili scenari di vita, tutto ci appare quasi un azzardo, ma dobbiamo provarci, e non solo noi, ma anche le aziende.

Eni è una di quelle realtà che ha capito l’importanza di andare avanti e di puntare tutto sulla forza motrice più potente del mondo: la volontà di rinascita delle persone.

Startupper

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Ripartire con Eni e il progetto Joule

Il progetto di cui vogliamo parlavi è molto ambizioso e riguarda Joule, la scuola di Eni finalizzata a formare e a sostenere il percorso di crescita di chi vuole fare impresa in modo sostenibile.

La scuola è stata infatti creata per formare aspiranti startupper che vogliono dar vita a imprese sostenibili, ma non solo nel campo energetico. Il focus di Joule è sul cambiamento climatico, l’economia circolare e la decarbonizzazione.

Ma cosa indica precisamente il termine Joule?

Il nome è stato ispirato dall’unità di misura del lavoro e dell’energia e si fonda sull’integrazione tra esperienze imprenditoriali, competenze accademiche e il vissuto di chi aderisce al progetto. La base da cui vuole ripartire Joule sono le persone e le loro idee, ma in che modo?

I programmi d’apprendimento di Joule

Human Knowledge Program è il nome del programma d’apprendimento ideato da Joule che si divide in due possibili percorsi:

  • l’HK Blended, misto in aula e distance, partito già a metà ottobre;
  • l’HK Open, l’innovativo percorso full-distance accessibile a tutti.

Lo scopo del programma Open è quello di fornire strumenti e competenze necessarie per fare crescere una startup innovativa e sostenibile focalizzando l’attenzione sul percorso di transizione energetica e sul passaggio da un modello di sviluppo economico lineare a uno circolare. 

In cosa consiste il programma Open

Il programma Open consente a tutti i partecipanti di allenare le proprie capacità imprenditoriali raccogliendo consigli e ispirazione dai racconti di chi ha già intrapreso questa strada.

Avranno a disposizione Skills Coach, la web app per esercitare le proprie soft skills e una community in cui avere un confronto aperto con una rete d’imprenditori, esperti e appassionati. 

Il progetto è stato realizzato in modo innovativo, è un format che unisce lo studio online e le serie in web streaming. Open coinvolgerà i Joulee (così si chiamano gli aderenti al programma) in un viaggio di apprendimento attraverso una web serie interattiva, “The Rising Star Hotel”.

Formata da 12 episodi, è basata sulla storia di 2 giovani imprenditori Anna e Pietro. I Joulee dovranno prendere le decisioni cruciali al posto dei protagonisti così da provare nel concreto e simultaneamente le nozioni apprese. 

Joule4Ideas

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Ma non finisce qui, perché Joule permetterà alle aspiranti imprenditrici e agli aspiranti imprenditori che vogliono lanciarsi in quest’avventura, di mettersi subito in gioco con l’iniziativa Joule4Ideas.

Che cos’è Joule4Ideas

Joule4Ideas è un’iniziativa nata da Joule, la scuola di Eni per l’impresa e supportata dal PoliHub, incubatore del Politecnico di Milano. L’idea è quella di raccogliere e portare avanti i progetti imprenditoriali più validi e che sapranno distinguersi all’interno del percorso Open.

I temi centrali di questi progetti saranno le soluzioni innovative nell’ambito della sostenibilità, dell’economia circolare e della decarbonizzazione.

Joule4Ideas

Coloro che vorranno accedere al Joule4Ideas dovranno aver accumulato 80 crediti del sistema Level Up della piattaforma Joule Open.

Il sistema Level Up traccerà il completamento da parte degli utenti su attività ed eventi formativi attivi sulla piattaforma, e attribuirà un numero di crediti in base alle attività formative svolte.

Come partecipare a Joule4Ideas

La partecipazione alla piattaforma è gratuita ed è accessibile a chiunque, basta registrarsi sul Portale Open di Joule. Le candidature saranno aperte fino al prossimo 01/04/2021.

I progetti verranno successivamente valutati da Eni Joule e PoliHub, e i migliori potranno accedere al Joule Selection Day che si terrà il 30/04/2021. Durante questa giornata, i partecipanti prenderanno parte a una selezione finale in cui verrà assegnato almeno un percorso d’incubazione Eni Joule erogato attraverso il Polihub. 

In un momento particolarmente complesso per il Paese, Eni ha scelto di supportare la nascita di nuove imprese sostenibili attraverso la modalità della formazione a distanza, con iscrizioni aperte a tutti e a tutte e che non conosce ostacoli nonostante la crisi pandemica.

Siete pronti a guardare avanti e dire sì al cambiamento?

Innovazione e impresa: al via i workshop di Strategy Innovation

Tornano anche nel 2021 i SIW – Strategy Innovation Workshop, gli eventi rivolti a imprenditori e manager e dedicati all’innovazione strategica, oggi più che mai importante per le imprese che si trovano ad affrontare le difficoltà ma anche le opportunità generate dalla pandemia in atto.

Strategy Innovation Workshop

È a Venezia, da sempre luogo di innovazioni strategiche, ambientali e sociali, che lo spin-off cafoscarino Strategy Innovation mette a disposizione delle imprese le più rilevanti scoperte della ricerca accademica.

Spiega Carlo Bagnoli, professore ordinario di Economia presso Università Ca’ Foscari e fondatore dello spin-off Strategy Innovation.

Nel 2021 Strategy Innovation ha avviato quattro nuovi osservatori per accompagnare le aziende a intraprendere percorsi di innovazione strategica. Questi osservatori riguardano il Cross-cultural Business Model, il Digital Business Model, il Future Business Model e il Sustainable Business Model. Dalla ricerca realizzata da ciascuno di essi, scaturisce la programmazione degli Strategy Innovation Webinar – SIW, incontri di diffusione e contaminazione a cadenza regolare, che abbiamo mantenuto anche nel periodo pandemico. Aziende e manager sono invitati a questi webinar, in cui dialogheremo con alcune figure di estremo rilievo del mondo imprenditoriale italiano.

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Nei quattro incontri, Carlo Bagnoli si confronterà per un’ora e mezza con ospiti provenienti direttamente dal mondo delle imprese, mettendo a fuoco quali sono gli elementi che fanno di un’organizzazione una realtà significante per la società. Un approccio che guarda a un nuovo modello umanistico di impresa, studiato e proposto da anni dal team di Strategy Innovation e del quale oggi sempre più aziende stanno prendendo consapevolezza, grazie alle necessità e alle sfide che l’emergenza sanitaria prima e la crisi economica che si profila all’orizzonte ora hanno messo loro davanti.

Gli Strategy Innovation Workshop sono realizzati con il sostegno di importanti partner italiani: Intesa Sanpaolo, Arper, Axians, Cisco e Sharp.

Il primo incontro, in agenda per il 25 marzo 2021 a partire dalle ore 18 sarà dedicato al tema dell’impresa totale e vedrà la presenza di Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo e Amministratore Delegato Pirelli.

Il dibattito, prenderà le mosse dal volume Alla ricerca dell’impresa totale di Carlo Bagnoli e Beniamino Mirisola e Veronica Tabaglio, in cui i tre autori cercano di dare una risposta innovativa alla domanda che molti si pongono di fronte a un’azienda: cos’è davvero l’identità di un’impresa? Cosa la rende portatrice di significati rispetto alla società in cui opera e addirittura anche oltre, trascendendo le epoche, le mode e, spesso, anche le crisi?

Durante l’evento verrà raccontata e analizzata l’esperienza di Pirelli con lo scopo di ricercare gli elementi dell’azienda capaci di esemplificare il concetto di “impresa totale”. Concetto mutuato da quello di opera d’arte totale di Wagner, l’impresa totale è un’organizzazione capace di creare valore, non soltanto economico e non soltanto per l’organizzazione stessa, ma per tutto l’ecosistema in cui è immersa, in grado di aumentare la capacità occupazionale e di ridefinire i confini del proprio mercato.

Il segreto per farlo si nasconde nella capacità di rifarsi agli archetipi, quei modelli universali condivisi dall’umanità che valicano ogni barriera temporale o spaziale: si potrebbe dire, la pietra filosofale del successo duraturo.

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Un viaggio attraverso la multidisciplinarietà e trasversalità della ricerca che ha come scopo ultimo quello di individuare nuovi modelli innovativi per le aziende che hanno la necessità, anche se non sempre la consapevolezza, di evolversi per stare al passo con la rapida evoluzione che la nostra società sta subendo.

Insieme a Carlo Bagnoli, interverrà al workshop del 25 marzo anche Beniamino Mirisola, coautore del volume “Alla ricerca dell’impresa totale” e Chief Literature Specialist di Strategy Innovation Srl.

Calendario Strategy Innovation Workshop 2021

  • 25 marzo ore 18. L’impresa totale, con Marco Tronchetti Provera, Vice Presidente Esecutivo e Amministratore Delegato Pirelli;
  • 21 maggio ore 18. Digital Business Models, con Stefano Rebattoni, General Manager IBM Italy;
  • 23 luglio 2021 ore 18. Future Business Models, con Marco Carrai, Presidente Toscana Aeroporti Spa;
  • 5 novembre 2021 ore 18. Sustainable Business Models.