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diversità e inclusione in azienda

Come diversità e inclusione possono migliorare il fatturato aziendale

Diversità e inclusione sono due fattori molto importanti da considerare nelle logiche aziendali. Infatti sviluppare una cultura orientata alla diversità e all’inclusione all’interno delle aziende, non è solo etico ma, secondo diverse ricerche, anche redditizio nel lungo termine.

Ma come possono questi elementi, avere un impatto positivo sostanziale sulle imprese a breve e a lungo termine?

Per comprenderlo è possibile raccogliere in 8 punti essenziali le motivazioni e le modalità attraverso cui diversità e inclusione sono in grado di determinare una crescita  positiva per le imprese.

La valorizzazione della diversità e la promozione dell’inclusione rappresentano per le aziende un’opportunità per innovarsi ed acquisire molteplici vantaggi che possono tradursi in 8 benefici sostanziali:

  • Maggiore creatività
  • Competenze diversificate
  • Maggiore appeal aziendale
  • La soddisfazione dei collaboratori
  • Maggiore produttività
  • Comprensione dei clienti
  • Maggiore scelta di talenti
  • Maggior fatturato

Ma vediamo insieme punto per punto in che modo questi vantaggi si sviluppano all’interno delle imprese e come si traducono in vantaggi competitivi in grado di incrementare il fatturato aziendale.

Maggiore creatività

Maggiore innovazione e creatività sono elementi facilmente ottenibili quando la diversità aziendale è coltivata attraverso la diversificazione dei collaboratori.

La diversità dei collaboratori all’interno dei team delle aziende permetterà infatti di ottenere una maggiore creatività, a differenza di quanto avviene in aziende costituite da una maggiore omologazione di persone e di conseguenza di idee.

Questa creatività si tradurrà in innovazione, permettendo all’azienda di spiccare dalla massa concorrenziale di imprese, ottenendo in tal modo una crescita del business a lungo termine.

Competenze diversificate

La diversificazione dei collaboratori in termini di provenienza, si traduce in un aumento delle diverse competenze portate all’interno dell’azienda ed una diversificazione delle competenze significa una consequenziale crescita per l’azienda.

Le diverse provenienze dei collaboratori infatti, possono tradursi per l’impresa nella possibilità di avvalersi delle diverse prospettive che questi possono mettere in campo a favore dell’azienda.

Un ambiente inclusivo e diversificato favorisce la presenza di professionisti con competenze, idee, visioni ed esperienze diverse in grado di offrire sempre del valore aggiunto all’azienda.

Maggiore appeal aziendale

Un ambiente di lavoro in cui diversità e inclusione sono coltivati e valorizzati avrà più appeal agli occhi delle persone alla ricerca di lavoro.

Per questo, un’azienda che pone questi elementi alla base del suo modus operandi otterrà un beneficio fondamentale per ogni impresa che punti alla crescita a lungo termine, ovvero la possibilità di attirare il maggior numero di professionisti che grazie alle loro competenze e al loro bagaglio esperienziale saranno parte essenziale di uno sviluppo aziendale a lungo termine.

La soddisfazione dei collaboratori

Sono i collaboratori felici a decretare il successo e la crescita delle aziende.

Sentendosi soddisfatti di trovarsi in un ambiente di lavoro che promuove diversità e inclusione, i collaboratori saranno più felici di lavorare per l’azienda e questa emozione si tradurrà in una maggiore qualità del lavoro svolto.

La qualità del lavoro svolto da collaboratori felici delle loro condizioni lavorative e dell’ambiente di lavoro in cui operano non potrà che tradursi in una crescita professionale per il collaboratore ed una crescita in termini di risultati per l’azienda.

Maggiore produttività

La cooperazione è da sempre un elemento essenziale che garantisce un buon risultato in termini di qualità del lavoro svolto.

Se però la collaborazione avviene tra persone molto diverse, questa è in grado di aumentare le sue potenzialità in termini di benefici per l’impresa.

Come è facile intuire, il tempo gioca un ruolo essenziale per le aziende che si trovano a dover prendere importanti decisioni anticipando i loro concorrenti. 

In questi casi, il potenziamento della produttività dei collaboratori gioca un ruolo cruciale, ed è qui che la diversità dei collaboratori potrà tradursi in grande vantaggio competitivo per le aziende, che saranno così in grado di misurarsi con i competitor mettendo in campo una vastità di competenze ed esperienze grazie a figure molto diverse accomunate da un unico obiettivo: la crescita dell’azienda di appartenenza.

La comprensione dei clienti

La comprensione dei clienti rappresenta un elemento importante per la crescita di ogni azienda, poiché è proprio sulla base della soddisfazione del cliente che si basa il successo e la sopravvivenza di ogni business.

Ecco allora che il vantaggio ottenuto internamente per ogni processo aziendale grazie ad un team diversificato e inclusivo, si allarga includendo anche una maggiore capacità di comprensione del cliente.

Questo avviene perché sarà più semplice commercializzare un’attività verso persone provenienti da ambienti diversi, ma che riflettono quelli dei collaboratori che lavorano all’interno dell’azienda.

Maggiore scelta di talenti

Un’azienda che incoraggia diversità e inclusione, attirerà un numero maggiore di professionisti che sarebbero così invogliati a lavorare in un ambiente di lavoro privo discriminazioni.

Questo aspetto diventa decisivo quindi, quando ci si trova a dover ricercare nuove figure da inserire in azienda, perché i recruiter avranno di conseguenza la possibilità di scegliere la figura ideale tra un maggior numero di professionisti talentuosi.

Maggior fatturato

È facile intuire come maggiore creatività, competenze e soddisfazione dei collaboratori che lavorano a proprio agio in un ambiente inclusivo possano facilmente tradursi in una maggiore produttività, la cui ovvia conseguenza sarà una crescita in termini di fatturato per l’azienda.

Diversità e Inclusione: i dati delle ricerche

A conferma dei diversi benefici ottenibili dalle aziende che mettono questi elementi in primo piano ci sono anche diversi studi tra cui:

  • il documento di McKinsey dal titolo “Delivering through Diversity” (2018) secondo cui il successo delle aziende può essere maggiore se queste si differenziano per una composizione etnica mista o realizzano iniziative in favore della diversità di genere (con una differenza del 15% e del 35%)
  • il rapporto realizzato da Accenture nel 2018 “The Disability Inclusion Advantage”, secondo cui le aziende possono ricavare in media ricavi superiori del 28% rispetto alle altre concorrenti eccellendo nell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità
infografica diversità

Immagine estratta dal documento Delivering through Diversity su mckinsey.com

 

Ad avvalorare ulteriormente il pensiero secondo cui diversità e inclusione siano elementi fondamentali in grado di determinare sempre più il successo aziendale ci sono anche i dati ancora più recenti estrapolati dalle ricerche di Diversity Brand Summit che attestano ad esempio come:

  • l’88% della popolazione è maggiormente propensa verso i brand più inclusivi (vs. 63% nel 2019,51% nel 2018 e 52% nel 2017)
  • durante il COVID-19 arriva la nuova categoria “tribali” (16,4%), composta da persone prima distanti dall’inclusione che ora si sentono vicine alle forme di diversità
  • un forte aumento dei consapevoli (15,7%dal 4,2%2020), persone attente all’inclusione, ma non direttamente coinvolte.

Le infografiche sottostanti del Diversity Brand Index 2021 mostrano invece nello specifico:

  • quali siano i brand percepiti come più inclusivi
  • le scelte d’acquisto dei consumatori condizionate positivamente rispetto ai brand più inclusivi
  • la differenza in percentuale rispetto alla crescita dei ricavi per i brand inclusivi
INFOGRAFICA I BRAND PIÙ INCLUSIVI

Infografica estratta da diversitybrandsummit.it

 

INFOGRAFICA LE SCELTE D’ACQUISTO

Infografica estratta da diversitybrandsummit.it

 

INFOGRAFICA L'INCLUSIONE ACCELERA LA CRESCITA

Infografica estratta da diversitybrandsummit.it

 

Diversità e inclusione: esempi nelle aziende italiane

La valorizzazione di diversità e inclusione rappresentano un’opportunità per creare valore, ed a pensarla così, ci sono tante grandi aziende italiane che eccellono per questi elementi, tra cui:

  • Enel che si impegna alla sensibilizzazione di tutti i contesti organizzativi, con l’aiuto del management aziendale ed ogni anno organizza un evento speciale chiamato Diversity & Inclusion Days
  • Barilla che sostiene diversità e inclusione, come si legge nel “Barilla Lighthouse”, il documento di strategia dell’azienda, presenta la diversità come un obiettivo aziendale fondamentale e a prova dell’impegno a tale riguardo l’azienda ha anche istituito un Chief Diversity Officer. L’importanza di questi fattori per Barilla è inoltre ben sottolineata dalle parole di Claudio Colzani, AD di Barilla Group, leggibili sul sito dell’azienda che afferma: “In Barilla il nostro percorso verso la diversità e inclusione inizia con il riconoscere che il supportare diversità e inclusione è la cosa giusta da fare ed è anche la cosa giusta per il business.”
  • Eni che si impegna a favorire l’inclusione di tutte le diversità a sostegno dell’engagement interno e dell’innovazione aziendale e lo fa attraverso il percorso formativo e di comunicazione interna D&I Matters avviato nel 2019, volto a contribuire allo sviluppo di una sensibilità diffusa su questi temi e attraverso cui Eni, contrasta le discriminazioni e offre formazione

Conclusioni

Il maggior vantaggio competitivo che un’azienda può avere risiede nell’azienda stessa, ovvero nelle persone che la compongono e che sono in grado di decretarne più di ogni altro fattore il successo.

Per questo motivo è essenziale che la forza lavoro sia prima di tutto soddisfatta a felice di collaborare con un’impresa di cui condivide i valori e in cui possa sentirsi di conseguenza  più produttiva, così come è importante che possa rispecchiare sempre di più le persone reali della società odierna verso cui le imprese si rivolgono. 

A tale scopo la diversità gioca un ruolo cruciale, avere infatti una forza lavoro diversificata che possa attraverso le proprie differenze in termini di provenienza, esperienze o competenze creare valore aggiunto per l’impresa rappresenterà un beneficio che si svilupperà in modi diversi e nel lungo termine sempre più da non sottovalutare come i dati delle ricerche ci dimostrano.

WPP Gioia e la ripartenza attraverso le testimonianze di artigiani e commercianti milanesi

WPP celebra la ripartenza delle attività in Italia con una campagna, la prima ideata dalle sue agenzie creative con sede nel nuovo WPP Campus di Milano, che incoraggia le persone a sostenere i piccoli commercianti, i negozi di quartiere e gli artigiani locali. 

 In un mercato in continua evoluzione e sempre più globale, le tante restrizioni e chiusure imposte dalla pandemia mondiale hanno messo in difficoltà chi gestisce le piccole realtà commerciali e artigianali di quartiere. WPP Gioia, campagna creativa pro bono, ha l’obiettivo di esaltare e celebrare la passione e l’abilità dei commercianti locali e il loro costante contributo alla comunità.

Ripartenza

WPP ha recentemente consolidato il suo impegno nel settore creativo italiano con l’apertura del WPP Campus di Milano, un hub innovativo all’interno di uno dei quartieri storici di Milano che, un tempo, ospitava la fabbrica della ex Richard Ginori. Il Campus, infatti, riunisce, in un’unica sede, la creatività e il talento di più di 2.000 dipendenti delle oltre 35 agenzie WPP. 

WPP Gioia ha visto lavorare insieme tutti i leader creativi, mostrando la sinergia che il WPP Campus di Milano è in grado di offrire. Ideata da Francesco Bozza, VP Chief Creative Officer Grey Italy, Lorenzo Crespi, Chief Creative Officer Wunderman Thompson Italy, Giuseppe Mastromatteo, Chief Creative Officer Ogilvy Italy e Francesco Poletti, Chief Creative Officer VMLY&R Italy, e realizzata in partnership con IGPDecaux.

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La campagna ha avuto inizio il 22 settembre, in occasione dell’inaugurazione ufficiale del nuovo WPP Campus di Milano, e riempirà di “gioia”, fino al 22 ottobre, gli spazi della fermata della linea metropolitana M2 Gioia di Milano. Un luogo scelto proprio per far emergere l’obiettivo dell’iniziativa di celebrare la gioia che, non è solo il nome di una fermata, ma rappresenta anche un meraviglioso stato d’animo e un augurio per il futuro. 

Dalla stilista emergente al barbiere, dal ristoratore al cameriere passando per le commesse e i personal trainer, la campagna racconta le loro storie di vita reale, in modo personale e intimo, e le emozioni che hanno provato quando sono stati in grado di tornare a una nuova normalità mentre riaprivano le loro attività dopo mesi di difficoltà.

La scelta di unire per la prima volta le competenze creative delle agenzie italiane di WPP in una campagna pro bono che celebra l’ottimismo della riapertura della città di Milano, è un segnale del nostro impegno per aiutare la comunità imprenditoriale locale a crescere. Attraverso la campagna WPP Gioia abbiamo voluto raccontare le storie delle persone che, con passione e dedizione, lavorano in piccole attività di quartiere.

Commenta Simona Maggini WPP Country Manager in Italia.

La creatività può e deve essere uno dei motori della ripartenza, ed è anche per questo che abbiamo voluto che il nostro nuovo Campus di Milano fosse un vero e proprio hub per il talento creativo. Aiutare le imprese a raccontare storie, obiettivi e idee nel miglior modo possibile non significa solo ritornare a una nuova normalità ma vuole anche essere uno stimolo per le persone a immaginare un futuro migliore e a impegnarsi per realizzarlo.

Instagram unisce video del feed e IGTV in un unico formato

Da oggi su Instagram i video di IGTV e i video del feed saranno combinati in un unico formato: Instagram Video. Comparirà sul profilo una nuova tab Video, che permetterà agli utenti di scoprire tanti nuovi contenuti in tutta facilità. La nostra community di creator sfrutta moltissimo i video per raccontare le proprie storie, intrattenere e connettersi con il pubblico: per questo vogliamo rendere sempre più semplice creare e scoprire video su Instagram.

Rendere più semplice caricare e scoprire video

I video di IGTV e del feed avranno un unico formato, ma il processo per caricare i video dal proprio rullino foto sarà lo stesso: cliccando sul simbolo + nell’angolo in alto a destra nella home page di Instagram e selezionando “Pubblica”.

Introdurremo anche nuove funzioni per ritagliare i video, nuovi filtri e nuovi tag di persone e luoghi.

I creator continueranno a fare cross-posting dei propri video nelle Storie, e a condividerli tramite direct. L’accesso a tutti i nostri strumenti offre ai creator tante possibilità per raccontare le proprie storie e coinvolgere la community. Le anteprime dei video nel feed saranno ora di 60 secondi, a meno che il video non sia idoneo per le inserzioni: in questo caso, l’anteprima resterà di 15 secondi.

Sono un creator e trovo fantastico che non ci sia più alcuna divisione tra i diversi formati: i video del feed e di IGTV sono semplicemente video. Quando una persona cerca un contenuto da guardare online, non lo seleziona in base alla durata del formato ma in base a cosa la può divertire e intrattenere. Sono contento di non aver più bisogno di navigare tra tante tab diverse per guardare video su Instagram.

Nuove modalità per guardare e analizzare i video

La nuova tab Video sarà la casa di questo formato combinato, e renderà più semplice per gli utenti trovare i contenuti dei creator che amano. Mentre guardano un video su Instagram, le persone possono toccare qualunque punto del video per visualizzarlo a schermo intero; inoltre, hanno sempre la possibilità di scorrere per scoprire nuovi contenuti interessanti.

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Per rendere più facile per le aziende e i creator conoscere i risultati dei loro contenuti video, stiamo realizzando una metrica che comprende sia gli insights sui post del feed sia quelli sui video.

Raggiungere nuovi utenti con le inserzioni video

Con Instagram Video, le inserzioni di IGTV si chiameranno inserzioni video in-stream di Instagram. I creator idonei potranno ancora monetizzare i contenuti di lunga durata, e i brand potranno raggiungere il pubblico coinvolgendolo con contenuti lunghi. Le aziende interessate a promuovere i propri video per raggiungere più utenti, potranno pubblicare video non superiori ai 60 secondi.

La tab Video è la nuova casa del visual storytelling. Siamo felici di vedere i creator su Instagram continuare a creare contenuti che ispirino gli altri ad essere creativi.

eCommerce: 5 consigli per gestirlo al meglio

Dallo studio di Forrester Consulting commissionato da THRON, piattaforma di Digital Asset Management utilizzata dai principali brand globali – da Furla a Valentino, da Dainese a Whirlpoolemergono consigli utili per risparmiare budget, accelerare il time to market e proteggere la coerenza del brand.

Gestire un eCommerce è da sempre un lavoro dispendioso, con forte strategia progettuale: i dati registrano una richiesta del 10% del budget di marketing e un 40% dei brand europei incapace di analizzare correttamente i dati di fruizione dei propri utenti quando provengono da fonti diverse.

Per gestire al meglio il catalogo online è necessario centralizzare su un’unica piattaforma gli asset digitali e i relativi flussi di creazione, approvazione e distribuzione. Questo porterebbe a beneficiare 7 aziende su 10, facendo aumentare i clienti (68%) e la loro soddisfazione (71%).

Di seguito, i 5 step per organizzare in modo più efficiente le diverse fasi che portano alla pubblicazione dei contenuti di un eCommerce.

  1. Centralizzare i flussi di lavoro, shooting compresi

Gli shooting fotografici di prodotto sono uno dei momenti più delicati della costruzione di un catalogo. Accentrare e facilitare le attività di tutti i membri coinvolti favorisce una gestione più efficiente sin dalle prime fasi. Se il team di prodotto, fotografi e agenzie esterni lavorano sulla stessa piattaforma, già a partire dal brief di lavoro, si facilitano i flussi approvativi e si accelera lo step di pubblicazione, perché le informazioni sono già associate agli scatti.

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  1. Curare i performance content per migliorare l’esperienza d’acquisto

Secondo un recente studio di Jellyfish, descrizioni di prodotto, di categoria e guide all’acquisto – i cosiddetti Performance Content – hanno un ruolo cruciale nel completare la shopping experience e nel convertire visitatori in vendite. Il 78% delle aziende, ad esempio, perde regolarmente traffico organico a causa di descrizioni di prodotto poco accurate. Curare questo tipo di contenuti è fondamentale per aumentare in modo costante le performance del proprio eCommerce. Per creare un’esperienza utente realmente efficace, il catalogo va arricchito con immagini di qualità, video che mostrano le caratteristiche e le funzionalità degli articoli in vendita e descrizioni il più possibile approfondite e complete, per permettere agli utenti di valutare ogni dettaglio e soddisfare la loro curiosità. Poter contare su una piattaforma centralizzata per contenuti e informazioni di prodotto, tramite la quale gestire anche la pubblicazione del catalogo i sull’eCommerce, permette di valorizzare al meglio questo tipo di asset.

  1. Centralizzare la distribuzione del catalogo

La pubblicazione del catalogo è una fase delicata. Centralizzare la distribuzione degli asset sui canali finali significa pubblicarli ovunque, eCommerce incluso, senza la necessità di trasferire lavoro, contenuti o informazioni su altri sistemi. Questo si traduce in risparmio di tempo e budget e attenzione alla brand reputation, con informazioni su diverse piattaforme – comprese vetrine intelligenti, digital signage, app e siti del brand in diverse lingue – sempre coerenti e aggiornate.

  1. Mantenere aggiornato l’eCommerce, in automatico

L’eCommerce è una vera e propria vetrina virtuale e, come tale, in evoluzione. Al momento di pubblicare la nuova collezione, aggiungere nuove immagini, video o aggiornare le descrizioni delle pagine prodotto, sarà sufficiente gestire il tutto attraverso una piattaforma di Digital Asset Management per vederle aggiornate in automatico sull’eCommerce e tutti gli altri canali del brand. Spesso infatti questo tipo di piattaforme conta anche su integrazioni native con i principali sistemi eCommerce, che permettono di mantenere aggiornato il catalogo in automatico e in tempo reale

acquisto su ecommerce

  1. Creare un’esperienza utente personalizzata

Gestire in maniera integrata gli asset digitali permette di analizzare in maniera univoca i comportamenti dei propri utenti per conoscere i loro interessi e preferenze. Alcuni sistemi di Digital Asset Management offrono strumenti di Analytics nativi, che permettono di raccogliere insight avanzati sulle performance dei contenuti dell’eCommerce e raccogliere informazioni sugli interessi e le abitudini d’acquisto dei propri utenti. In questo modo, sarà molto più semplice misurare il ROI della propria content strategy e costruire esperienze d’acquisto veramente personalizzate ed efficaci.

FACEBOOK DOWN

Instagram, Facebook e WhatsApp non funzionano, blackout totale del Zuckerverse

Instagram, Facebook e WhatsApp non funzionano più.

I malfunzionamenti sono iniziati alle 17.30, fino a rendere inaccessibili le piattaforme di Facebook, WhatsApp e Instagram.

Il fenomeno ha coinvolto Paesi di tutto il mondo e ha costretto l’azienda alle scuse.

Trionfa invece Twitter, dove gli utenti di tutto il mondo si sono riversati in massa scatenando l’ironia da meme, tipica dei feed del social.

facebook down

Intanto, Twitter gongola e saluta tutti “i nuovi arrivati” orfani delle piattaforme di Mark Zuckerberg.

Sotto il tweet dell’account ufficiale dell’azienda fondata da Jack Dorsey, hanno risposto moltissimi grandi brand, dando un cinque virtuale all’unico vero social funzionante. Tra i tanti. anche, McDonald’s, Burger King, Reddit, Warner Bros, Alexa, OnlyFans, Tumblr, KFC e non sono mancati all’appello anche gli account proprio di WhatsApp e Instagram.

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Quasi centomila commenti al saluto di Twitter e più di mezzo milione di retweet, più un milione e mezzo di cuoricini a incoronare l’indiscusso re dei social.

Festeggia anche Telegram che, in ogni occasione in cui WhatsApp ha alzato bandiera bianca, ha guadagnato milioni di iscritti in tutto il mondo.

E a un certo punto, alle 21.30 circa, ora italiana, è saltato anche Twitter, forse per la congestione causata dall’afflusso enorme di utenti sulla piattaforma.

twitter down

Le misteriose ragioni del blocco

Secondo Reuters, Facebook risulta inaccessibile perché gli utenti non vengono indirizzati nel posto giusto dal Domain Name System.

Gli esperti della sicurezza che seguono la situazione hanno dichiarato che l’interruzione è stata probabilmente innescata da un errore di configurazione che ha lasciato le indicazioni per i server di Facebook non disponibili. Potrebbe quindi essere il risultato di un errore interno, anche se il sabotaggio da parte di un insider sarebbe teoricamente possibile.

Facebook intanto non ha fornito alcuna specifica sulla natura del problema o quanti utenti sarebbero stati colpiti dall’interruzione, ma l’ipotesi della cancellazione dai registri DNS è stata confermata anche da Brian Krebs, un esperto di sicurezza informatica.

Aumentare la quota di mercato con le inserzioni

Come far crescere le tue quote di mercato tutelando la privacy delle persone

Mentre l’Europa inizia a riaprire, dobbiamo ancora comprendere appieno quali cambiamenti sociali verranno dall’era Covid.

È però chiaro che il mondo è cambiato rapidamente, con l’uso della tecnologia che ha fatto un balzo in avanti di cinque o dieci anni in altrettanti mesi.
L’industria pubblicitaria sta affrontando un periodo unico nella sua storia. Ora più che mai, le persone prestano grande attenzione alla propria privacy e le norme che la regolano stanno cambiando.

Per anni, il settore pubblicitario ha dato per scontato che le persone fossero disposte a fornire i propri dati personali in cambio dell’accesso senza costi a contenuti di qualità e della possibilità di poter mostrare loro annunci pertinenti.

Ora le persone vogliono essere certe che questo scambio vada a loro vantaggio e richiedono un maggiore controllo su come i loro dati personali vengono utilizzati online.

Method of data collection

Per far fronte a questa nuova sfida, l’intero ecosistema è chiamato a dover ripensare al futuro del marketing digitale.

La tutela della privacy online è diventata essenziale e la disponibilità delle persone a condividere i loro dati va di pari passo con la condizione che i brand siano trasparenti su quali dati raccolgono, come vengono utilizzati e quali vantaggi può portare loro.

Se senza privacy il futuro per la pubblicità digitale è a rischio, in che modo gli attori in campo possono quindi soddisfare le aspettative delle persone e guadagnare la loro fiducia?

L’approccio delle 3 M

Il consiglio che diamo agli inserzionisti è di adottare il cosiddetto approccio delle tre M: rendere la condivisione dei dati “meaningful“, “memorable” e “manageable“. Per renderla meaningful, significativa, è necessario rendere chiaro alle persone che la condivisione dei propri dati permette di restituire loro annunci pubblicitari pertinenti e vicini a ciò che è di loro interesse mentre navigano online, così come quali sono gli ulteriori benefici nella fruizione di un sito o di un servizio online.

Per renderla memorable, memorabile, le persone devono ricordare di aver condiviso i dati su cui sono basati i contenuti di marketing che vedono. È necessario conoscere le modalità e i motivi della raccolta dei dati e spiegarli alle persone in modo chiaro ed esplicito, con un linguaggio semplice.

Infine, per renderla manageable, gestibile, è necessario assicurarsi che gli utenti comprendano come avviene la condivisione dei loro dati e offrire loro strumenti di controllo adeguati, semplici da usare e facili da trovare.

Utilizzando l’approccio delle tre M si crea un ambiente sostenibile per la realizzazione e la misurazione dei contenuti di marketing, senza compromettere la privacy delle persone. L’adozione di questo approccio apre la strada a un tipo di marketing incentrato sul rispetto della privacy e in grado di infondere maggiore fiducia negli utenti, con conseguenti risultati finali migliori.

Parlando di approccio e risultati, abbiamo recentemente presentato due nuovi studi di riferimento, commissionati da Google e realizzati in collaborazione con Ipsos e Boston Consulting Group (BCG).

Queste ricerche hanno fornito approfondimenti inediti sugli atteggiamenti spesso complessi e contraddittori che i consumatori hanno nei confronti della privacy online, e sulle opportunità a disposizione dei brand per riconciliare queste tendenze contrapposte.

Le ricerche hanno anche mostrato come i professionisti di marketing più esperti dal punto di vista digitale siano più pronti nel rispondere a queste dinamiche mutevoli del consumatore: hanno il doppio delle probabilità di far crescere la loro quota di mercato in un periodo di 12 mesi rispetto a chi presenta una minore esperienza in questo campo.

Questi studi rappresentano un modello per le aziende che vogliono soddisfare il crescente desiderio di tutela della privacy del pubblico e, a loro volta, costruire relazioni più profonde e significative con i loro clienti.

Google - Upfit in brand equity

Gli atteggiamenti degli utenti nei confronti della privacy online, spesso complessi e contraddittori, non sono una novità: secondo una ricerca condotta lo scorso anno da Google insieme a Euroconsumers, più di due terzi degli utenti europei online ritiene che la quantità di dati personali raccolti renda difficile proteggere la privacy.

Solo un utente su cinque sente di avere il controllo sui dati personali che vengono raccolti.

google euroconsumer research

Allo stesso tempo, la nuova ricerca realizzata in collaborazione con Ipsos ci rivela oggi dati interessanti. In particolare, le persone dichiarano di essere favorevoli a condividere alcuni dati, a patto che possano capire e controllare le modalità di utilizzo e abbiano vantaggi evidenti nel farlo.

In questo caso, la ricerca afferma che vi è il triplo di probabilità in più che gli utenti reagiscano positivamente alla pubblicità e che, nel doppio dei casi, la trovino pertinente.

Il vecchio approccio di pubblicare annunci basandosi su cookie di terze parti sta per scomparire.

Questo cambiamento non è banale, richiede una profonda modifica nel modo in cui le aziende si avvicinano al marketing online, ma è comunque possibile. Ed è un cammino che intendiamo affrontare al fianco del settore pubblicitario, ascoltandone le richieste.

L’anno scorso abbiamo annunciato che in futuro Chrome non avrebbe più supportato i cookie di terze parti. Molti attori dell’industria digitale ci hanno comunicato
che avevano bisogno di più tempo per prepararsi al cambiamento, così Chrome ha esteso la scadenza fino al 2023.

Ci è stata inoltre richiesta una maggiore trasparenza nella pianificazione così Chrome ha iniziato a condividere mensilmente (su privacysandbox.com) una timeline aggiornata con lo stato di sviluppo delle diverse proposte tecnologiche contenute all’interno di Privacy Sandbox, un’iniziativa aperta e collaborativa che vede coinvolti esperti del web e di computer science, insieme ad aziende, associazioni di categoria, publisher e autorità di regolamentazione, con l’obiettivo di definire nuovi
standard comuni per il web e per la pubblicità digitale.

Focalizzando insieme l’attenzione sulla protezione di ciò che conta per le persone con strumenti appositamente creati per generare più opportunità per il domani, possiamo creare un web che tuteli la privacy di tutti, dove le persone sono informate e detengono il controllo dei propri dati personali, e dove gli inserzionisti possono finanziare contenuti di qualità che poggiano su un rapporto di fedeltà e fiducia con il pubblico, ottenendo risultati ottimali con la precisione e la responsabilizzazione adeguate.

La tecnologia digitale ci offre una grande opportunità aiutandoci nella ripresa e nella crescita e rendendoci più inclusivi, più veloci e migliori di prima grazie a strumenti aperti e convenienti.

Coloro che plasmano il mondo digitale devono collaborare per mettere al primo posto la privacy. Siamo qui per lavorare insieme proprio per raggiungere questo scopo.

Le competenze che ti servono per lavorare nel Social Media Marketing

Lavorare nel Social Media Marketing, oggi, è una sfida sempre più ambiziosa, che richiede competenze trasversali e costantemente aggiornate. 

I Social Media sono ormai entrati in una fase matura e il livello di complessità si sta alzando sempre di più. Per portare risultati c’è bisogno di una preparazione continua, tecnica e verticale.

La necessità di colmare il gap con persone che facciano upskilling e reskilling ha fatto esplodere la domanda di formazione.

Diventa assolutamente necessario alzare il livello delle competenze strategiche e tecniche, di processo e di tool per permettere ai Digital marketer di fare la differenza. 

Il Social Media Bootcamp di Ninja Academy

Per questi motivi, Ninja Academy ha lanciato un nuovo ciclo di incontri ancora più specifici e più pratici con alcuni dei migliori esperti di Social Media Marketing in circolazione: un concentrato di competenze Social rivolte a studenti e imprenditori, manager e freelance che hanno la necessità di essere sempre aggiornati ricevendo nuovi input da grandi professionisti del settore. 

Social Media Bootcamp Ninja Academy

Il 27 e il 28 settembre i migliori guerrieri Ninja hanno dispensato consigli e illustrato best practice per misurarsi con le proprie competenze attuali nel Social Media Marketing e con quelle da integrare per essere un professionista a 360°.

Ecco cosa abbiamo imparato dall’appuntamento:

  • Come pianificare strategie social a prova di crisi con Mariano Tredicini, Head of Social Communication & Web Analysis TIM
  • Come attrarre clienti su LinkedIn con contenuti ingaggianti con Cristiano Carriero, Storyteller & Brand Journalist
  • Come acquisire contatti con le Lead ADS di Facebook con Veronica Gentili, Facebook Marketing Expert & Influencer
  • Come sfruttare i Reels per crescere su Instagram con Orazio Spoto, Instagram Expert & Presidente di Instagramers Italia
  • Come fare lead generation con Telegram con Mario Di Girolamo, Growth Marketer Zero
  • Come vendere via WhatsApp con il conversational commerce con Alessandra e Maria Rosaria Gallucci, WhatsApp Marketing Expert

Come recuperare la diretta del Social Media Bootcamp

Non hai potuto seguire gli interventi da vivo? Nessun problema! Li ripercorriamo insieme.

Ecco un breve recap delle due giornate, con i video per vedere o rivedere gli interventi integrali:

Day 1

Mariano Tredicini, Head of Social Communication & Web Analysis TIM

Con Mariano Tredicini ci siamo lasciati ispirare dai migliori case study per progettare una Social Media Strategy a prova di crisi, a partire dall’esempio di Tim e della gestione del “caso Dazn”, abbiamo conosciuto i trucchi per una Social Media Policy inattaccabile e i migliori tool e consigli per un’analisi dei dati e dei competitor davvero utile.

Cristiano Carriero, Storyteller & Brand Journalist

Con Cristiano Carriero abbiamo conosciuto i segreti per fare Content Marketing su LinkedIn e realizzare contenuti davvero ingaggianti; abbiamo preso spunto dai migliori case study per creare sia contenuti istituzionali che più emozionali; abbiamo imparato come conquistare autorevolezza con il personal branding e sostenere la mission aziendale anche come membri.

Veronica Gentili, Facebook Marketing Expert & Influencer

Con Veronica Gentili abbiamo appreso le best practice per realizzare Facebook Lead Ads efficaci e per padroneggiare nuove funzionalità, personalizzazioni e formati specifici; e abbiamo scoperto come si conciliano le attività di acquisizione contatti con la gestione corretta della normativa in materia di privacy.

Day 2

Orazio Spoto, Instagram Expert & Presidente di Instagramers Italia

Grazie a Orazio Spoto abbiamo imparato come sfruttare le potenzialità di uno degli strumenti social oggi più performanti, gli Instagram Reels, prendendo spunto da alcuni dei più interessanti case study per far crescere le nostre pagine nonché per vendere prodotti; e abbiamo scoperto in cosa si differenziano gli IG Reels da altri micro contenuti come gli YouTube Shorts e perché gli youtuber li stanno preferendo sempre di più.

 

Mario Di Girolamo, Growth Marketer Zero

Con Mario Di Girolamo abbiamo capito quali sono i passaggi fondamentali per utilizzare Telegram in modo completamente nuovo, sfruttandolo per fare lead generation e ottenere nuovi clienti; abbiamo visto alcuni dei migliori esempi di acquisizione contatti mediante Telegram, e in particolare con funzioni come AD/POST per traffico alla landing page e attività di conversione e notifiche eventi.

Alessandra e Maria Rosaria Gallucci, WhatsApp Marketing Expert

Con “Le Gallucci” abbiamo appreso alcuni segreti per far crescere il nostro business e aumentare le vendite attraverso WhatsApp; abbiamo esplorato i motivi del successo del conversational commerce, come la ricerca da parte degli utenti di esperienze personalizzate e di risposte rapide ai propri bisogni; e abbiamo attinto spunti preziosi da alcuni dei brand pionieri di questa nuova frontiera dell’online commerce.

>> Il Social Media Bootcamp ti è piaciuto? Entra in profondità nei temi trattati: scopri il Nuovo Master in Social Media Marketing e mettiti alla prova con la Social Media Factory realizzando un project work per X Factor <<

Personal Branding: pianificare la tua crescita in azienda e nel mercato

Quattordicesimo appuntamento con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi.

L’argomento di questa puntata è il Personal Branding: ne abbiamo discusso con il Prof. Luigi Centenaro, autore del libro Digital You, Personal Branding Strategist e Managing Partner di BigName, gli specialisti dell’Innovazione Professionale nelle aziende

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • L’impatto della carriera sul Personal Branding: min 09,00
  • Applicazioni del Personal Branding in azienda: min 12,50
  • Il Modello Canvas: min 22,30

Il Prof. Luigi Centenaro ha regalato alla community Ninja un estratto del libro Digital You!