È la prossima generazione di Internet: un multiverso. Le numerose applicazioni sviluppate in questo senso ci avvolgeranno completamente, sia a livello visivo, sia a livello sociale.
Sebbene sia probabile che molti spazi assomiglieranno a parchi a tema virtuali, il traguardo è rappresentato da un Metaverso alimentato da una robusta Creator Economy abilitata attraverso la decentralizzazione.
Il Metaverso non è quindi semplicemente una versione in 3D di un mondo in 2D: è l’inesorabile dematerializzazione di spazi fisici, distanze e oggetti.
Gli investimenti e le decisioni prese ora determineranno quale futuro che si manifesterà: uno che offre la più grande varietà di esperienze, alimentato da creatori, o uno definito dalla prossima ondata di gatekeepers e “affittuari”.
Puntiamo sul primo scenario e analizziamo insieme la catena di valore di questo mercato – un mondo alimentato dai creator e costruito sulla decentralizzazione – attraverso gli strati che lo compongono.
Gli strati del Metaverso
Esperienza
Il livello dell’esperienza comprende tutte le attività in cui le persone si impegnano a livello pratico, come giocare online, ascoltare musica, fare shopping.
Scoperta
La scoperta rappresenta il canale attraverso cui le persone vengono a conoscenza dell’esistenza delle esperienze.
Creator Economy
Questo livello contiene tutti gli strumenti che consentono ai creator di produrre contenuti per il Metaverso e gli strumenti di monetizzazione.
Spatial Computing
Si tratta del software che permette di trasformare gli oggetti in 3D, portandoli nel Metaverso e consentendoci di interagire con loro.
Decentralizzazione
Tutte le attività fisiche e digitali che stanno spostando l’ecosistema verso una infrastruttura distribuita e democratizzata non vincolata a un potere centrale.
Human Interface
È l’hardware che ci permette di accedere al Metaverso. Ad esempio, Visori VR e tecnologia aptica.
Infrastruttura
Il livello dell’infrastruttura è costituito dai semiconduttori, dalla scienza dei materiali, dal cloud computing e dalle reti di telecomunicazione che rendono possibile la costruzione di qualsiasi livello superiore.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/04/gli-strati-del-metaverso.jpg6161107Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-04-13 09:37:092022-04-15 11:50:05Creator Economy e Decentralizzazione come base per la costruzione del Metaverso
Un annuncio storico, non rivoluzionario come quello del presidente di El Salvador, che ha reso Bitcoin valuta legale nel paese lo scorso anno, ma quanto è stato annunciato durante la Bitcoin Conference 2022 è un passo in avanti molto importante per l’intero ecosistema. Le novità riguardano un’isola in Honduras, una regione autonoma del Portogallo e il Messico.
Gli annunci sono stati fatti dai rappresentanti dei tre Paesi, portati sul palco della conferenza Bitcoin 2022 a Miami da Samson Mow, ex chief strategy officer di Blockstream e uno degli architetti del progetto Bitcoin Bond in El Salvador.
L’ex direttore strategico di Blockstream che si è dimesso a marzo per concentrarsi su “l’adozione di Bitcoin da parte degli stati nazionali“, ha portato i legislatori di tutto il mondo sul palco di Bitcoin 2022 per evidenziare i progressi normativi che vengono fatti per incoraggiare l’adozione di Bitcoin da parte degli stati nazionali.
Gli annunci della Bitcoin Conference 2022
Roatán
L’isola di Roatán in Honduras avrà Bitcoin come moneta a corso legale. Inoltre, la zona franca economica dell’isola, gestita da Honduras Prospera Inc., consentirà l’uso dei bitcoin bond, come un modo per portare investimenti esteri nel paese. Lo ha annunciato Joel Bomgar, presidente di Próspera.
Madeira
L’isola portoghese alle porte d’Europa adotterà Bitcoin in virtù del suo speciale status di regione autonoma. Inoltre, gli investitori Bitcoin non pagheranno imposte sul reddito personale.
Messico
Si tratta della notizia più importante in assoluto, ma probabilmente ancora la più incerta: il presidente del Messico sarebbe pronto a ricevere Samson Mow per discutere dell’adozione di Bitcoin come valuta avente corso legale. Se l’adozione si verificasse davvero, sarebbe un grande rivoluzione in un Paese confinante con USA e di tali dimensioni.
Il senatore messicano Indira Kempis ha anche affermato che una nuova legislazione incentrata su Bitcoin sarà proposta al senato messicano.
Le parole di Mow alla Bitcoin Conference 2022
“Penso che ora sia un momento cruciale nella storia dell’umanità e abbiamo bisogno di andare avanti velocemente. Ciò di cui abbiamo bisogno è più adozione di bitcoin da parte degli stati nazionali“, ha detto Mow. “Ogni paese, ogni giurisdizione, avrà un percorso unico per l’adozione di bitcoin. La moneta legale è un modo, un altro modo è la moneta legale de facto“.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/02/bitcoin.jpg9191643Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-04-08 08:42:052022-04-09 12:27:57Bitcoin in Messico, Honduras e Portogallo: l'annuncio alla Bitcoin Conference
Scegliere di lavorare come freelance significa prima di tutto abbracciare una certa filosofia di vita.
Implica un approccio diverso in tutte le cose, non solo quelle lavorative. I confini tra vita personale e lavoro a volte tendono a fondersi perché un freelance può lavorare da casa, in un ufficio, in un bar o in qualsiasi posto.
Non è importante il luogo perché il freelance non ha bisogno della classica scrivania e non deve necessariamente rispettare i soliti orari d’ufficio. Un freelance potrebbe decidere di lavorare di notte o di giorno, ma deve sempre portare a termine un lavoro commissionato entro la data di scadenza stabilita. Per molti potrebbe sembrare un sogno che si avvera, per altri un vero e proprio incubo.
I vantaggi di lavorare come freelance
Essere freelance è un po’ come essere un nomade. Quanti di noi hanno cambiato città, regione o addirittura nazione per lavorare?
Inseguire un sogno, il lavoro dei sogni, può comportare diversi spostamenti e può capitare di ritrovarsi in posti che proprio non ci piacciono, in cui non riusciamo a integrarci. Ci sentiamo frustrati ma lo facciamo comunque. Lavorare come freelance è un vantaggio da questo punto di vista perché nessun luogo ci terrà legato a sé, ma saremo noi a scegliere il nostro posto nel mondo.
Lo smart working e il remote working hanno dimostrato che non è indispensabile un ufficio per lavorare, anche se questo non è sempre vero per qualunque professione.
Rispettare i propri ritmi
Oltre al luogo però, un freelance può decidere l’orario di lavoro in cui si sente più produttivo e scegliere quante ore lavorare al giorno, in base alle scadenze in consegna.
Un aspetto da non sottovalutare perché significa venire incontro a se stessi e ai propri ritmi evitando inutili burnout, un fenomeno che oramai colpisce tantissime persone.
Siamo spesso vittime di esaurimenti emotivi e nemmeno ce ne rendiamo conto, perché impegnati a inseguire standard sorpassati e inefficaci per la produttività.
Lavorare come freelance permette di conoscere tantissime persone, avviare collaborazioni stimolanti e in linea con il nostro modo di lavorare e anche di pensare. Infatti, lavorando in azienda può capitare di partecipare a progetti che non condividiamo o che non ci stimolano, senza potersi indietro.
Un aspetto da non sottovalutare perché comunque, a lungo andare, può tramutarsi in insoddisfazione.
Le sfide del lavoratore autonomo
Uno dei limiti del lavoratore autonomo è forse quello di essere tanto indipendente da sentirsi sempre un po’ un outsider, perché in fondo non a un gruppo. In un’azienda si fa parte di un team, si è un tassello di un qualcosa di più grande. Il freelance collabora con gli altri ma resta sempre in disparte, anche se ha un ruolo importante in un progetto.
È una figura che deve essere camaleontica e adattarsi anche alle persone con cui lavora e capita spesso che non è sempre tutto rose e fiori, anzi. Spesso si tende a romanticizzare la carriera del libero professionista: di certo è interessante e stimolante, ma ha comunque degli ostacoli, come tutte le professioni.
La contabilità è, senza alcun dubbio, la nota dolente per eccellenza per tutti i lavoratori autonomi. Chi lavora in azienda e con regolare contratto saprà esattamente quanto dovrà ricevere quel dato giorno del mese, senza dover fare conti, tener presente percentuali, o calcolare a quanto ammonta l’IVA.
La contabilità è la nemesi del freelance
Molti liberi professionisti dedicano giornate intere a disbrigare pratiche relative alla contabilità, a fare calcoli su calcoli, a trascorrere pomeriggi dal commercialista per farsi spiegare questa o quell’operazione o come fare un certo versamento.
La parte amministrativa e contabile di questa professione la priva completamente di quell’aspetto intrepido che tanto affascina. Senza giri di parole: la contabilità è la nemesi del freelance.
Per fortuna, però, ci sono delle soluzioni e dei servizi che vengono incontro ai liberi professionisti per aiutarli a gestire conti e finanze.
FINOM: come semplificare la vita dei lavoratori autonomi
FINOM è una startup internazionale che offre servizi finanziari in diversi Paesi europei tra cui Francia, Germania e Italia.
La sua sede principale si trova ad Amsterdam e ambisce a diventare l’app di business finance management più utilizzata in Europa. Stiamo parlando di una realtà giovane ma con già tanta esperienza alle spalle.
È stata fondata nel 2019 e da allora la sua mission è quella di semplificare la vita d’imprenditori e professionisti nella gestione delle proprie finanze. Ecco perché è la soluzione perfetta per i freelance.
Occuparsi di conti e fatture non è divertente, soprattutto per chi ha un lavoro creativo. Immaginate un fumettista sprofondare nell’abisso di numeri e percentuali dopo aver riposto pennelli e colori. Non è certo stimolante!
FINOM non è solo la prima realtà in Italia che integra insieme conto e fatturazione elettronica: lo fa anche in modo smart grazie anche a un’interfaccia semplice e intuitiva.
Offre un conto business con IBAN italiano, carte fisiche e virtuali (gratuite) integrate con la fatturazione elettronica in una singola app dando così la possibilità agli utenti di poter usare il sistema come una banca, riconciliare fatture e pagamenti, monitorare costantemente il saldo delle fatture da parte dei clienti in real time e prevedere costi e ricavi futuri.
A questi servizi se ne aggiungono altre a corollario, come la categorizzazione delle spese, la creazione di wallet, cashback fino al 3% su tutte le spese, riconciliazione automatica di fatture e transazioni, la possibilità di dare accesso al proprio commercialista per procedere all’elaborazione di dichiarazioni fiscali, e aggregare altri conti nella stessa app.
E con il lancio del baking si impegna a migliorare l’esperienza dei propri clienti nella gestione della loro attività dal punto amministrativo e finanziario. Un vero vantaggio per i freelance!
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/01/PSD-Template-2.jpg10801920Ninja Partnerhttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNinja Partner2022-04-07 16:32:092022-04-11 18:01:14Lavorare come freelance: ecco come gestire la contabilità
Con il passare degli anni riscontriamo che i nostri sistemi e le nostre risorse tendono ad evolversi continuamente e questo richiede che anche i processi alla base della loro realizzazione e gestione si evolvano al fine di renderli più efficienti, più sicuri e capaci di migliorare la loro performance.
Proprio in questa ottica vengono impiegati i cosiddetti Digital Twins (o gemelli digitali): una rappresentazione virtuale di un asset, prodotto o servizio esistente nel mondo fisico connessa con questo.
Da dove nasce il concetto di Digital Twins
1970 – La NASA utilizza 15 computer per ricreare una rappresentazione matematica della sfortunata situazione dell’equipaggio sull’Apollo 13.
1991 – David Gelenter, per il suo Mirror Worlds, introduce il concetto di Digital Twin.
2002 – Grazie a Michael Grieves (University of Michigan), abbiamo la prima applicazione industriale.
2010 – Il termine Digital Twin viene coniato nel 2010 da Michael Vickers della NASA.
Le applicazioni dei Digital Twins
IoT, AI, Machine Learning e trasformazione digitale avviata con Industria 4.0 hanno accelerato l’applicazione concreta della riproduzione digitale connessa agli asset fisici.
L’asset reale è connesso a quello virtuale in tempo reale grazie a sensori che inviano una enorme mole di dati analizzati in tempo reale e utilizzati per effettuare simulazioni dalle quali si ottiene, ad esempio, il miglioramento delle performance di un processo produttivo consentendo il risparmio energetico, oppure si migliora il livello di sicurezza di un processo riducendo il numero di incidenti, o ancora si migliora un prodotto per renderlo più appetibile alla clientela.
In questo ambito l’AI gioca un ruolo fondamentale perché l’analisi di questi dati, combinata con altre fonti di informazione, permette di sviluppare modelli previsionali.
I campi di applicazione sono tantissimi e alcune aziende attualmente sono impegnate anche nello sviluppo di gemelli digitali delle persone reali che consentirebbero, in futuro, di incontrare virtualmente un collega distante o perfino di parlare con i gemelli virtuali di cari defunti e con versioni presenti o future di sé stessi.
Ad oggi i gemelli digitali vengono utilizzati principalmente nell’industria, ma la tecnologia si sta affermando anche nel campo sanitario e nel retail.
Riduzione dei costi nella produzione
Tra le più note aziende italiane che già fanno utilizzo di questa tecnologia vi è Fincantieri, che si è classificata tra le aziende vincitrici del secondo bando del Competence Center Smact proprio con un progetto finalizzato alla creazione di un gemello digitale per ottimizzare e ridurre i costi del processo di costruzione di una nave.
Entertaiment
China Central Television ha realizzato avatar digitali degli ospiti dello Spring Gala Festival, con l’aiuto di machine learning e intelligenza artificiale. ObEN, l’azienda che ha creato le copie virtuali, ha in programma l’elaborazione di altre categorie di persone come medici virtuali e insegnanti grazie all’apprendimento automatico tramite l’elaborazione del linguaggio naturale unita a tecniche di visione artificiale
Servizi sanitari e ricerca medica
Anche nella sanità non mancano applicazioni del modello dei Digital Twins.
Esempio molto importante è il progetto di Dell Technologies in collaborazione con i2b2 tranSMART Foundation, organizzazione non-profit per la ricerca open source, per il trattamento domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19.
I dati acquisiti da milioni di pazienti nel mondo verranno messi a disposizione dei ricercatori che, grazie ai Digital Twins generati, potranno sperimentare nuove terapie o migliorare quelle esistenti.
Retail
L’utilizzo dei Digital Twins può contribuire al miglioramento continuo e alla trasformazione della customer experience realizzando simulazioni che generano previsioni sempre più accurate del comportamento degli acquirenti, per poter fare la differenza in termini di consigli offerti (cross e ip selling), promozioni e vendita personalizzata grazie al gemello digitale di ognuno dei clienti.
Questa tecnologia è anche in grado di proporre, per esempio, abiti perfetto per taglia, vestibilità e stile senza bisogno che venga fisicamente provato.
Alcune aziende del fast fashion adottano già un modello del Digital Twin applicato al proprio store fisico: la presenza nello store di sensori IoT consente la connessione con il clone digitale dello stesso inviando una grosse mole di dati in tempo reale che permette di rilevare potenziali problemi o gestire scenari, ad esempio, modellando il flusso di clienti e la densità di traffico pedonale nei pressi dello store e in particolari aree all’interno dello store.
Fonti energetiche
General Electric sta utilizzando il modello dei gemelli digitali applicato alla produzione di energia eolica minimizzando i costi di manutenzione. Infatti, ogni turbina viene venduta già associata a un modello digitale che riceve feedback costanti dal prodotto fisico, fornendo dati sul funzionamento e sullo stato di usura dei diversi componenti.
Sport
I Digital Twins sono già molto utilizzati nella Formula 1. Le simulazioni legate alle performance del pilota e le reazioni della vettura in pista contribuiscono notevolmente a migliorare le performance.
Perché ci interessa
In molti si chiederanno se anche il Metaverso possa considerarsi un’ applicazione del digital twinning. In parte è così in quanto rappresentazione della realtà fisica. In assenza però di sensori che consentano il collegamento tra le due realtà e l’evoluzione del mondo virtuale sulla base dei dati acquisiti da quello reale, rischia di rimanere un mondo virtuale isolato.
In sostanza, per l’evoluzione futura del Metaverso, il digital twinning rappresenta una milestone indispensabile.
Nel breve termine l’impatto del digital twinning nel mercato consumer in generale saranno molteplici e riguarderanno vari aspetti, dalla gestione dei punti vendita al miglioramento dei prodotti tramite lo smart building, alla formazione del personale di assistenza e vendita, fino all’ ottimizzazione della supply chain e tanto altro ancora.
I CRM rivestiranno un ruolo sempre più decisivo per la definizione di una customer journey più dettagliata dato che acquisiranno dati da nuovi touch point e sarà possibile abbracciare un nuovo e più ampio modello di Phygital.
In Italia esistono ancora importanti gap infrastrutturali, specialmente per le PMI. La rimozione di queste barriere consentirà a tali tecnologie di impattare notevolmente sul business delle aziende e sulla vita delle persone.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/04/Digital-Twins-copertina.jpg7881404Antonio Romanohttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngAntonio Romano2022-04-05 13:23:022022-04-13 09:46:48Digital Twins: cosa sono e perché sono sempre più importanti per le aziende
Sempre più aziende stanno integrando nella propria strategia la Marketing Automation e i motivi sono molteplici. La tecnologia consente alle attività di creare e gestire i rapporti con i clienti in modo efficace senza sacrificare tempo prezioso.
La Marketing Automation è indispensabile per gli imprenditori di oggi, non solo perché permette di automatizzare i processi, ma anche perché consente di riorganizzare in maniera più efficiente i flussi di lavoro e ottimizzare le performance delle campagne di marketing. Considerato che attualmente la maggior parte delle campagne viene effettuata tramite le piattaforme social, l’SMS marketing e la Marketing Automation si stanno affermando sempre di più come strumenti di successo nell’ambito di una strategia di marketing multicanale.
L’importanza della Marketing Automation
Ottimizzare i tempi è una delle sfide più importanti per chi gestisce un business, per questo è importante che ogni azione sia ottimizzata chirurgicamente. Il modo migliore per assicurarti che le tue comunicazioni siano efficaci è quello di sfruttare tutte le potenzialità dell’email Marketing Automation combinate con quelle del marketing via SMS.
L’SMS Marketing è una strategia d’invio dei messaggi di testo a clienti e abbonati per promuovere offerte e incentivare un’azione istantanea da parte del pubblico target. Questo tipo di messaggi richiede azioni immediate e fornisce avvisi ai clienti che hanno accettato di ricevere messaggi di testo da parte della tua azienda. Ha una portata più ampia rispetto a qualsiasi altra forma di marketing, e rappresenta un canale di comunicazione diretto i con i clienti.
Qualche numero
Lo smartphone è lo strumento che teniamo sempre incollato a noi e che utilizziamo molto più di altri. Per questo, incorporare un programma di SMS marketing nella tua strategia può avere molti vantaggi. Secondo una ricerca di Tech Jury, oltre il 48% della popolazione mondiale (pari a 3,8 miliardi di individui) possiede uno smartphone. A questo dato, se ne aggiungono altri che confermano la validità di uno strumento come gli SMS:
Il 75% delle persone è favorevole a ricevere offerte via SMS
Il tasso di CTR per i messaggi che contengono offerte è più alto del 9,18% rispetto a qualsiasi altro canale digitale
Gli SMS hanno un tasso di apertura del 98%
Il 60% di chi riceve SMS legge il testo entro 1-5 minuti dalla ricezione
La personalizzazione è la chiave per catturare l’attenzione del tuo pubblico e dei tuoi potenziali clienti. Le statistiche sull’SMS marketing suggeriscono tassi di lettura e apertura costantemente elevati per i messaggi promozionali.
GetResponse MAX ha realizzato una guida gratuita per utilizzare al meglio i messaggi di testo e integrarli nella tua strategia aziendale insieme alla marketing automation.
Come potenziare le campagne multicanale
GetResponse MAX si rivolge alle aziende di medie e grandi dimensioni con servizi personalizzati e creati su misura per il cliente grazie a strumenti di marketing integrati (tra cui proprio Marketing Automation e SMS Marketing).
Come utilizzare al meglio le campagne SMS
Le persone hanno sempre con sé il cellulare, quindi puoi raggiungerle in qualsiasi momento, ovunque si trovino. A differenza di altre app che vanno scaricate e configurate, gli SMS sono una funzionalità pre-installata su qualsiasi dispositivo. Di conseguenza, anche le persone meno esperte potranno essere raggiunte senza difficoltà, anche tenendo presente che:
Il 75% delle persone di età pari o inferiore a 44 anni ama contattare le aziende ed essere contattato con i messaggi di testo (fonte: Startup Bonsai)
I Millennial e i Baby Boomer passano circa 5-6 ore al giorno sui propri smartphone (fonte: WP Manage Ninja)
Gli SMS sono così accessibili rispetto al log in sulle piattaforme che il 60% delle persone preferisce prenotare un appuntamento tramite messaggio (fonte: Slick Text)
Il 45% delle persone raggiunte da un’offerta tramite SMS Marketing valuta se acquistare un prodotto o un servizio (fonte: Slick Text).
Aspetto da non sottovalutare è quello della riduzione dei costi: con GetResponse MAX puoi lanciare campagne di SMS mirate, direttamente dai tuoi flussi di marketing automation. Per questo, a differenza delle campagne “blast”, la tua campagna SMS può essere attivata a seconda dell’attività o inattività del destinatario.
Perché scegliere GetResponse MAX
GetResponse MAX è una piattaforma di online marketing all-in-one che offre la possibilità di prenotare una dimostrazione gratuita su come la piattaforma può potenziare le attività di marketing basata sulle caratteristiche, sui bisogni e sugli obiettivi dell’azienda.
Uno strumento in grado di facilitare l’acquisizione dei clienti e aumentare le entrate integrando strumenti di marketing come landing page, form, webinar, notifiche push, SMS e molto altro.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/03/Imgmagazie-2.jpg10801920Mariagrazia Repolahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngMariagrazia Repola2022-03-29 10:24:362022-04-13 11:16:08Perché dovresti integrare SMS e Marketing Automation nella tua strategia di marketing
“Le Grandi Dimissioni”, il fenomeno che preoccupa le aziende di tutto il mondo occidentale, sembra essere ancora lontano dal suo declino.
In un articolo del New York Times, la ricercatrice Emma Goldberg ha approfondito il tema, esplorando come i millennial abbiano “paura” dei lavoratori della Generazione Z, che stanno spingendo per una nuova, audace richiesta di condizioni migliori sul posto di lavoro per raggiungere un giusto equilibrio tra ufficio e vita privata.
Uno studio di Personal Capital e The Harris Poll ha scoperto che due terzi degli americani intervistati erano desiderosi di cambiare lavoro. tra i più giovani, la percentuale arrivava addirittura al 91%, più di qualsiasi altra generazione.
Il contesto della Great Resignation
Non c’è motivo di credere che i numeri miglioreranno nel corso del 2022, dato che una ricerca di Gallup rivela che uno sbalorditivo 48% dei lavoratori sta attivamente cercando alternative al proprio lavoro, mentre la ricerca McKinsey alza l’asticella addirittura al 58%. In questo studio, circa il 36% dei lavoratori americani ha perfino dichiarato di aver lasciato il proprio lavoro senza avere alcuna alternativa professionale.
Il fenomeno della Great Resignation, tradotto spesso impropriamente con “grande rassegnazione”, è destinato ad accompagnarci nel mondo del lavoro per i prossimi anni, contribuendo a riplasmare il rapporto delle aziende con i lavoratori, che ora guardano al proprio tempo in un modo totalmente diverso rispetto al passato.
Più che di grande rassegnazione o dimissioni, sarebbe forse più corretto parlare di una nuova scala di priorità che ha sostituito quella precedente.
In qualunque modo ci sembri più corretto rinominare il trend, quello che è chiaro è che l’epidemia di Covid-19 ha stimolato un cambiamento disruptive nel modo di intendere il lavoro e la vita professionale, come mai era accaduto prima: chi abbandona il posto di lavoro è oggi un vincitore, non un perdente, come invece era percepito in passato.
Sebbene secondo un recente rapporto del Censis sembra che, in Italia, il fenomeno non sia così dilagante e si possa rilevare ancora un certo pragmatismo indirizzato a conservare il proprio posto di lavoro, il trend non va per nulla sottovalutato, proprio in considerazione di quello che sta accadendo oltre oceano: le posizioni aperte rimangono vacanti per diverso tempo causando grossi problemi organizzativi alle aziende che non riescono più ad attrarre efficacemente la forza lavoro.
Se le persone non si sentono più soddisfatte dalle condizioni di lavoro e da quella parte della propria vita che sottraggono agli affetti e agli svaghi, una potenziale soluzione sembra lapalissianamente semplice: è necessario che i leader comprendano le priorità di vita dei loro lavoratori e che avvenga un nuovo allineamento tra le due “fazioni”.
I manager devono tornare a essere empatici, autentici e ad ascoltare davvero le persone per ristabilire un rapporto di fiducia che ormai scricchiola troppo.
Non sentirsi apprezzati o non sentirsi parte dell’azienda sono due tra le motivazioni principali per l’abbandono del posto di lavoro secondo il report di McKinsey.
Tuttavia, un ottimo primo passo è proprio condividere con le persone che lavorano nella nostra azienda l’entusiasmo e la mission aziendale, riconoscere periodicamente il loro valore evidenziando i successi e mettendo in moto dei processi in grado di dare un boost alle loro skill trasformandoli in talenti.
Non meno importante, anzi, probabilmente aspetto essenziale per rendere il lavoratore felice, è quello della flessibilità.
La flessibilità è in cima alla lista delle priorità di molte persone. Molti lavoratori hanno imparato ad apprezzare la possibilità di lavorare da casa e preferirebbero avere la possibilità di continuare a farlo, almeno part-time.
Le aziende davvero agili sono riuscite a rassicurare i propri dipendenti durante la pandemia dando loro fiducia: una crisi globale può tirare fuori il meglio dalle persone, portando creatività e innovazione. Grazie a una cultura ricca e positiva non solo sopravvivono, ma prosperano nell’affrontare sfide come la pandemia.
“Voglio venire a lavorare con voi” come diventare un’azienda Ninja (e attrarre i talenti)
Un recente articolo del Wall Street Journal racconta come i vertici di Meta stiano lavorando per trasformare la concezione del lavoro da remoto portandola all’estremo.
La strada è quella giusta: la soluzione al problema della Great Resignation passa anche attraverso scelte coraggiose (e un po’ folli, forse), come quella di rendere la flessibilità sul posto di lavoro qualcosa di più concreto di una semplice procedura.
Liberare lo spirito creativo, troppo spesso incarcerato tra le mura grigie degli uffici è possibile, a patto di acquisire una vera consapevolezza del carico che lo scambio di fiducia reciproca con il team comporta: svago e full immersion in contesti del tutto nuovi, come il ponte di una meravigliosa nave da crociera, non devono intaccare la produttività o rallentare il raggiungimento degli obiettivi.
E infatti, quando MSC Crociere ha invitato il nostro team a sperimentare l’esperienza di lavoro a bordo della favolosa MSC Grandiosa per una crociera di 8 giorni nel Mediterraneo, Ninja, da sempre pioniera del lavoro agile, ha colto al volo l’occasione di dimostrare quanto il lavoro flessibile possa essere portato all’estremo, favorendo ogni possibile declinazione dello smart working sui temi della flessibilità e del Great Re-Engagement.
L’invito di MSC si è così trasformato in un’opportunità per incontrare nuovamente i membri del team dislocati nelle diverse sedi, ma anche per conoscersi meglio fuori dall’orario di lavoro e affinare le procedure confrontandosi davanti a una tazza fumante di caffè americano.
E poi, tramonti mozzafiato, panorami indimenticabili e buon cibo. Tra mille storie su Instagram, tantissime esperienze disponibili e serate tra brindisi e risate, anche le ore trascorse fuori dai momenti lavorativi hanno contribuito a rafforzare un team building già efficace.
Anche per questo, una delle sfide che un vero Ninja della comunicazione deve saper affrontare, è quella di non cedere alle distrazioni.
Se, da un lato, è richiesto agli imprenditori e ai leader un grosso sforzo logico per liberarsi dall’idea della scrivania come ancora della performance, dall’altro il team deve essere in grado di farsi traghettare negli inesplorati spazi della flessibilità estrema senza cedere alla tentazione di sottovalutare l’importanza di dimostrarsi pronti e affidabili, pena il ritorno a procedure “più classiche”.
Arginare il fenomeno delle nuove generazioni che rinunciano a un futuro professionale stabile è possibile; invertire al rotta e ricominciare a guardare alle aziende come un porto sicuro in cui approdare è una grande sfida alla quale le imprese non possono sottrarsi.
Magari diventando “un po’ più Ninja” e trasformando lo Smart Working in Magic Working.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/03/ninja-in-crociera-copertina.jpg7281286Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-03-28 14:00:352022-03-30 14:35:38Grandi Dimissioni: come far innamorare di nuovo le persone delle aziende
La popolarità degli NFT continua a crescere e la loro diffusione aumenterà con l’evoluzione delle tecnologie blockchain. Sapere cosa siano, non è sufficiente: è importante trovarsi a proprio agio con la terminologia utilizzata da chi li negozia quotidianamente.
Glossario minimo degli NFT
Asset
Uno dei termini con il quale viene identificato un oggetto digitale da collezione.
Bitcoin
È la ben nota criptovaluta utilizzata anche quando si comprano o vendono NFT.
Blockchain
Per semplificare, è una sorta di foglio di calcolo aperto e decentralizzato a cui tutti nel mondo delle criptovalute hanno accesso, che registra ogni modifica o transazione.
Bridge
Si tratta di un canale di transazione cross-chain trustless per spostare i token da una blockchain all’altra in cambio di una fee.
BTC
L’abbreviazione di Bitcoin.
Burning
È un procedimento grazie al quale è possibile ridurre la quantità di criptovaluta circolante.
Buyers
Sono le persone che comprano oggetti digitali da collezione al fine di rivenderli ad un prezzo più alto. Corrisponde al trading nel mondo reale.
CAT
È l’abbreviazione di CryptoKitties e sta per Cryptocollectible Asset Token. È uno degli NFT più popolari su Ethereum.
Collectible
Sono NFT collezionabili che hanno un valore in base alla loro rarità, come il corrispettivo digitale di figurine o sneakers in edizione speciale.
Crowdsales
Si tratta di una prevendita di NFT per l’acquisto di nuovi token. I token acquistati vanno agli investitori e agli early adopters.
Crypto
Un altro nome per identificare le criptovalute.
Cryptocollectibles
Beni digitali su blockchain non fungibili perché rappresentano oggetti digitali unici.
Cryptocurrency
Una valuta digitale, come Bitcoin, che utilizza la crittografia per garantire le transazioni finanziarie e controllare la creazione di nuove monete.
DAO
Sta per Decentralized Autonomous Organization. È un’organizzazione governata da codice e programmi informatici e ha la capacità di funzionare in modo autonomo, senza bisogno di un’autorità centrale.
Dapps
Applicazioni che girano su reti decentralizzate (e non solo Ethereum, ma qualsiasi piattaforma).
Decentralized Exchanges (DEX)
Sono exchange che permettono transazioni peer-to-peer senza passare attraverso una terza parte.
DeFi
Un acronimo per finanza decentralizzata.
Drop
Un NFT drop è il rilascio di un nuovo token digitale per la vendita.
ETH
Abbreviazione di Ethereum.
Ether
Un’altcoin con una propria blockchain, come Bitcoin ha con BTC. Ether gira sulla blockchain di Ethereum.
Ethereum
Il nome di una criptovaluta, conosciuta anche come ETH. Supporta Dapps e smart contracts.
Etherscan
Etherscan è un blockchain explorer per la rete Ethereum. Il sito web consente di cercare transazioni, blocchi, indirizzi di wallet, smart contract e altri dati on-chain.
Exchange
È una piattaforma che consente di scambiare cryptovalute. Una delle più famose è Binance.
Farm
Invece di comprare NFT con i soldi, puoi “farmarli” usando la tua GPU per estrarre i token. Il tuo computer si unirà ad altri computer sulla blockchain facendo mining.
Fiat
È il termine per le valute come USD, Euro e GBP. Sono le monete inconvertibili dichiarate a corso legale dallo stato che la emette.
Fungible Tokens (FT)
Sono token intercambiabili e negoziabili, come ETH e BTC.
Gas
Una commissione richiesta per eseguire transazioni in criptovaluta sulla blockchain. Ogni volta che si acquista un asset, si inviano ETH o si imposta uno smart contract, il gas deve essere pagato per eseguire la transazione.
GPU
Si tratta di un’unità di elaborazione grafica, che è necessaria per estrarre alcuni tipi di criptovalute, come Ethereum.
Hashrate
Una misura della velocità con cui la GPU può estrarre i token delle criptovalute.
ICO (Initial Coin Offering)
Una “Initial Coin Offering” è un tipo di finanziamento delle criptovalute vendute sotto forma di token a speculatori o investitori in cambio di denaro tradizionale o di altre criptovalute come Bitcoin o Ethereum.
KYC
È un processo che le istituzioni finanziarie devono rispettare per condurre affari legalmente. È anche conosciuto come Know Your Customer.
Miner
Una persona che usa la sua GPU per estrarre token su una rete blockchain.
Mining
Il processo di risoluzione dei problemi crittografici. Il primo che lo risolve aggiunge il blocco corrente alla blockchain e riceve come ricompensa i token appena coniati.
Minting
Per mint si intende il processo di coniazione che permette ai dati di un NFT di essere inseriti in modo irremovibile e pubblico su una blockchain.
NFT
Acronimo per Non-Fungible Token. È un bene digitale unico e irripetibile che viene memorizzato su una blockchain. Nessun altro token o criptovaluta può sostituirlo.
Non Custodial Wallet
Un wallet non custodial è un portafoglio in cui solo il titolare possiede e controlla le chiavi private.
Noob
Un utente estraneo ai meccanismi della blockchain e che non ne comprende il funzionamento.
Peer To Peer (P2P)
Se hai bisogno di fare una transazione senza passare attraverso un exchange puoi utilizzare il trading P2P. È uno scambio diretto o da persona a persona.
Permanent Records
La blockchain di Ethereum memorizza permanentemente gli oggetti digitali da collezione, quindi i tuoi oggetti cripto non scompariranno mai a meno che tu non li rimuova dal libro mastro.
Private Key
Una password separata dai nomi utente o dagli indirizzi e-mail. Dà accesso alle informazioni o alle proprietà digitali sulle blockchain ed è necessaria per accedere a portafogli o beni memorizzati sulla blockchain.
Proof of Stake (PoS)
Un modo in cui i progetti di criptovalute verificano le transazioni: il possessore del bene digitale viene ricompensato con dei token se li conserva per un certo periodo. Come il mining, anche questo processo richiede una certa potenza di calcolo e l’utilizzo di elettricità.
Proof of Work (PoW)
Un altro modo di verificare le transazioni attraverso la risoluzione di problemi di hashing.
Public Key
Simile alle chiavi private, è una chiave crittografica che permette alle persone di accedere al tuo portafoglio o agli NFT. Non ha bisogno di essere tenuta segreta: viene pubblicata in spazi condivisi in modo che la blockchain sappia chi sei e cosa puoi fare con i tuoi token.
QR Code
Se si utilizza un wallet che supporta la scansione dei codici QR, è il modo più semplice per inviare NFT o Ethereum. Sarà sufficiente scansionare un codice e confermare prima di premere “invia”.
Quantity
Un termine che indentifica quante unità di un certo bene digitale sono disponibili.
Rarities
Gli oggetti con diverse rarità vengono assegnati con un certo numero sulla blockchain di Ethereum. Avranno ID e metadati unici e saranno etichettati come “Leggendari” o “Mitici”.
Ring Signature
La Ring Signature rappresenta un algoritmo di firma elettronica. Indica che un messaggio è stato firmato da uno qualsiasi dei membri di una lista firmataria, un elenco contenente un determinato numero di persone.
Satoshi
È la più piccola unità di Bitcoin (0,00000001 BTC) che prende il nome da Satoshi Nakamoto, accreditato come creatore anonimo di Bitcoin e primo sviluppatore di blockchain.
Seed Hash
Un valore casuale di 32 byte che permette di rigenerare le chiavi pubbliche e private.
Smart Contract
Un contratto che viene eseguito automaticamente tra due o più parti a determinate condizioni. Sono applicati sulla rete blockchain, irreversibili e non soggetti a modifiche.
Solidity
Un linguaggio di programmazione per smart contract basati su cripto token Ethereum. Sta per “Secure Interoperable Datamarketplace” ed è ciò che viene creato quando le persone progettano qualsiasi nuovo NFT sulla blockchain, includese illustrazioni e modelli 3D. Esprime la storia unica di ogni asset.
Staking
Il processo di bloccare i token in un portafoglio per una certa quantità di tempo. Più ne blocchi, più possibilità hai di guadagnare, a patto che anche altri stakers vi prendano parte. Di solito la pratica ha luogo sulle blockchain PoS dove gli utenti puntano i loro token e vengono ricompensati ogni pochi secondi o dopo aver elaborato un certo numero di blocchi.
Tokenomics
Il ramo dell’economia che si occupa della progettazione, dell’emissione, del commercio e dei regolamenti dei token cripto.
Token
Sono beni digitali che permettono alle persone di raccogliere denaro attraverso protocolli di crowdfunding/ICO, come i token ERC-20.
Wallet
È il portafoglio dove i si trovano i token quando non vengono utilizzati.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/03/glossario-degli-nft.jpg527940Fabio Casciabancahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngFabio Casciabanca2022-03-21 12:14:012022-03-22 11:21:57Glossario degli NFT: le parole chiave da conoscere
Ascoltare per conoscere. Conoscere per riconoscere. Riconoscere per coinvolgere. Il primo elemento dell’empatia, quello che permette di creare l’emozione, è l’ascolto.
Sono sempre di più le aziende che investono in tecnologia per migliorare l’interazione con il consumatore: ma la digitalizzazione da sola non basta. Per non essere tagliate fuori dalle nuove dinamiche del mercato, oggi brand e aziende hanno bisogno di mettersi in ascolto delle persone.
È quanto sostiene Skeepers, realtà specializzata in servizi digitali di customer engagement e customer experience che consente ad aziende e brand di ottimizzare la relazione con i propri utenti.
La Customer Center Experience segna la nuova rotta
Catturare l’attenzione dell’utente e mantenere alto l’interesse verso il brand è la sfida attuale. Oggi ancora più di due anni fa.
Viviamo calati all’interno di modelli sociali ed economici che diventano rilevanti solo in base al grado di esperienze vissuta dall’individuo. Personalizzata o totalmente anonima? Quanto siamo stati “coccolati” dal brand?
Intelligenza Artificiale, metaversi, flussi commerciali customizzati, trasformazione digitale e iper-connessione. La Customer Experience (CX) porta necessariamente con sé una nuova mission: far innamorare l’utente con la forza dell’esperienza e non la qualità del prodotto.
La gestione della Customer Experience è il punto focale del mutamento del paradigma relazionale tra brand e consumatore. Oggi le persone interagiscono, comunicano e acquistano spinte non solo dall’input unidirezionale di marketing e advertising. Si basano sull’esperienza che emerge dalle relazione con i brand.
Centrare il proprio business sul cliente (e non esclusivamente sul prodotto) significa vedere il mondo attraverso gli occhi di chi ha bisogno di connessioni empatiche, pertinenti e personalizzate in ogni singolo punto di contatto con il brand. La verità è che siamo tutti consumatori e cerchiamo in un’azienda quello che prima chiedevamo ai nostri simili: relazioni umane.
Cosa significa essere Customer Centric
Un’azienda autenticamente incentrata sul cliente offre prodotti o servizi concentrando i suoi sforzi verso una completa conoscenza delle persone a cui si rivolge.
Affermare una brand purpose attenta alla sostenibilità e all’inclusione non è più sufficiente. Le aziende devono mettere in moto un processo che le avvicini realmente alle persone. Si tratta di porsi in ascolto e intercettare le reali esigenze di vita quotidiana del consumatore, adattando l’offerta commerciale su bisogni specifici.
Ogni singola attività all’interno dell’organizzazione non può più funzionare in maniera isolata. I reparti organizzativi non possono più essere pensati come silos indipendenti tra loro. Manager, responsabili e collaboratori devono sentirsi piuttosto come un team allargato che partecipa al passaggio del testimone in una continua gara di staffetta.
Condivisione dei dati, approfondimenti, opportunità di personalizzazione, amplificazione dell’engagement. È un insieme di informazioni da raccogliere, destrutturare e rielaborare a 360 gradi. La conoscenza reale del nuovo consumatore passa attraverso approfondimenti, processi cognitivi, sistemi di apprendimento e modelli organizzativi incentrati sul cliente.
Re-immaginare la relazione tra brand e persone
Che si tratti di un’azienda Fortune 500 o di una startup in Seed Stage, c’è sempre un elemento che rimane costante: il brand gioca un ruolo strategico nel successo di qualsiasi tipologia di business o impresa.
“Le persone non comprano prodotti o servizi, ma relazioni, storie, magia”.
È la massima espressa qualche anno fa da uno degli esperti di marketing più famosi dei nostro tempi, Seth Godin. Sta facendo il giro del mondo e porta con sé un’assoluta verità.
Oggi l’esperienza che le persone vivono con le aziende è molto più significativa del prodotto stesso. La scelta del cliente di accordare la sua fiducia al brand in base alla sola superiorità tecnica del prodotto o servizio forniti è una dinamica che appartiene al passato.
La nuova partita non vede l’eliminazione di un giocatore sopraffatto da un vincitore. Semplicemente un riequilibrio delle posizioni per raggiungere l’incastro funzionale: una situazione win-win che fa contenti aziende e persone.
Perché in questa partita troviamo da una parte, consumatori istruiti, connessi, responsabilizzati. Persone attente non solo ai propri bisogni individuali ma legate al futuro dell’umanità.
Dall’altra, aziende che fanno del modello Customer Centric il proprio faro nella notte. Che diffondono una cultura aziendale incentrata sul cliente, si impegnano per migliorare la Customer Experience ogni giorno.
Il paradosso è che questo nuovo modello non impone un cambio radicale del business. Non si tratta di re-inventare la ruota. Nessuno chiede ad aziende e brand di smettere di fare quello che hanno sempre fatto!
Si tratta semplicemente di comunicare il valore di marca seguendo una prospettiva diversa. Raccontare ciò che si è sempre fatto anticipando le richieste delle persone, potendo già disporre di un set di informazioni e dati fondamentali.
Quindi cosa deve considerare oggi un marketer per venire incontro alle persone? Come il marketing può tracciare la strada a una Customer Experience di successo?
Definendo le aspettative dei clienti attraverso una comunicazione incentrata prima sull’ascolto e (solo) successivamente sulla visibilità del brand. Per portare a casa il risultato: aumentare la visibilità e affermare la percezione del marchio.
Quali sono le caratteristiche di una comunicazione Customer Centric?
Non esiste un’unica checklist universale da seguire per garantire una comunicazione di brand che sia Customer Centric. Ogni impresa è unica nel suo genere così come lo sono anche i suoi clienti.
Tuttavia, è possibile circoscrivere una serie di principi di CX – comuni a molte industry.
1. Massimizzare i dati
Con l’accesso a una quantità senza precedenti di dati e nuove tecnologie, oggi è possibile tracciare non solo la cronologia degli acquisti di un cliente ma anche i suoi comportamenti nelle fasi extra-commerciali.
Download di risorse, lettura dei blog post, apertura di e-mail e SMS, partecipazione a eventi online. Comprendere questi passaggi aiuta le aziende a prendere decisioni corrette su come supportare al meglio lo sviluppo di quell’individuo durante il percorso d’acquisto.
Ad esempio Skeepers CX Management, l’innovativa piattaforma per la gestione integrata della Customer Experience ideata da SKEEPERS, permette di raccogliere in un unico spazio di monitoraggio e analisi tutti i dati generati dalle diverse azioni di marketing e comunicazione dell’azienda.
2. Sviluppare una comprensione del cliente
Se i sistemi di gestione diventano sempre più sofisticati per supportare la segmentazione dei clienti, aziende e organizzazioni possono concentrarsi maggiormente sull’ottimizzazione del customer journey e delle singole personalità, aggiungendo valore alla personalizzazione dell’offerta.
Avere la capacità di conoscere intimamente i propri clienti e migliorare un momento di coinvolgimento della persona, aumenta la fedeltà verso il brand e genera valore a lungo termine. Ciò significa anche migliorare la conoscenza dei propri clienti ottenendo informazioni altamente qualificate grazie a questionari ultra-personalizzati (come quelli che si possono creare con Skeepers CX Management).
3. Mettere in pratica le informazioni acquisite
Aziende e corporate dovranno trasformare le informazioni raccolte in azioni concrete.
Proponendo soluzioni pertinenti basate sui bisogni reali dell’utente.
Questo cambiamento rende la qualità dei dati estremamente importante, perciò deve essere gestita con attenzione. La necessità di nuove capacità analitiche può essere superata grazie al supporto di strumenti ed elaborazioni automatiche che massimizzano l’investimento tecnologico e umano.
4. Ottimizzare l’esperienza del cliente
Per superare le aspettative in un panorama di clienti sempre più competitivo complicato dall’attività omnicanale e dalla globalizzazione, le aziende devono dotarsi di qualcosa di più della semplice capacità di vendita e assistenza al cliente.
Essere presenti e rispondere nei momenti chiave del customer journey; sapere quando investire nell’interazione con la persone anticipando i problemi e fornendo esperienze di navigazione fluide; essere abili nell’identificare i momenti cruciali per offrire competenze e promuovere valore per il proprio segmento.
Ad esempio Skeepers CX Management mette a disposizione una serie di funzioni avanzate per l’attivazione dei feedback e la creazione di sistemi intelligenti di targeting ultra-dinamico, come ad esempio l’inattività dell’utente, la lingua utilizzata nel browser di navigazione, trigger e eventi generati dall’interazione con piattaforme specifiche.
5. Incoraggiare il processo decisionale basato sui valori
La capacità di navigare in scenari complessi utilizzando una bussola etica sta diventando essenziale in molti settori. Le tradizionali culture di vendita si evolvono per supportare le persone in modo etico soddisfacendo al contempo una gamma più ampia di esigenze d’acquisto.
Assumere un sistema decisionale interno per mettere in atto azioni valide e nell’interesse del cliente – realizzando al contempo la visione aziendale – è un’abilità essenziale sia per i leader che per i team di contatto con i clienti.
Non è scienza missilistica. Una buona Customer Experience nasce dal saper cogliere i segnali fondamentali, porre le giuste domande al cliente, ascoltare le sue risposte e mettere in atto il loro feedback.
Strumenti per migliorare l’engagement della Customer Experience
Disporre di uno strumento che consente di delineare un quadro preciso del target per progettare un’esperienza cliente coinvolgente è il vero passo in avanti per le aziende. Equiparabile all’invenzione del linguaggio globale comune.
“Poter scoprire, ad esempio, cosa ha spinto un cliente ad acquistare un dato prodotto o, per contro, ad abbandonare l’ultimo il carrello creato sullo shop online. Conoscere gli aspetti che hanno influenzato maggiormente le sue scelte, quali sono le aree di miglioramento nella comunicazione di brand”.
Sono le parole che Pascal Lannoo, Chief Strategy Officer di Skeepers , azienda leader nell’esperienza e nell’engagement del cliente, ha usato per descrivere l’innovativo software Skeepers CX Management.
Uno strumento in grado di raccogliere, analizzare e decodificare in tempo reale l’esperienza di ogni consumatore.
Attraverso un set di strumenti digitali focalizzati sulla Customer Experience, le aziende sono in grado di collezionare feedback preziosi direttamente dai propri clienti attuali o potenziali. In ogni fase del customer journey. In questo modo è possibile raggiungere un elevato grado di conoscenza del cliente.
“Immaginate di avere la possibilità di fare la domanda giusta al cliente giusto, magari subito dopo un acquisto o dopo una qualsiasi altra interazione digitale con il vostro brand” – commenta Lannoo.
Non sarà esattamente come vivere in un mondo in cui si comunica con una sola lingua comune, ma per le aziende e i brand è qualcosa di veramente potente.
Massimizzare il Customer Center Lifetime Value ottimizzando i punti di contatto e i messaggi di comunicazione ha come risultato finale quello di ottenere una maggiore fidelizzazione del cliente. Una maggiore Customer Satisfaction e importanti riflessi positivi sul ROI delle campagne marketing.
In che modo la Talent Attraction sta cambiando oggi il mercato del lavoro?
Le nuove generazioni esprimono una percezione totalmente diversa rispetto al passato riguardo a tematiche come ingresso nel mondo del lavoro, occupazione e carriera.
Se la società cambia, anche il rapporto tra candidato, collaboratore, impiegato e organizzazione si compone di elementi nuovi. Per lo più aspirazioni e necessità che trovano una migliore “narrazione di brand” proprio attraverso azioni specifiche di Talent Attraction.
Abbiamo chiesto a Esther Intile, Head of Employer Branding, People Empowerment di Enel – una delle organizzazioni protagoniste dell’edizione 2022 della Digital Factory di Ninja Academy, insieme a AW LAB e WeRoad – quali sono le principali caratteristiche di una Talent Attraction di successo e cosa fa Enel per rendere ancor più allettante il brand agli occhi dei giovani candidati.
1. Cosa distingue l’attività di Recruiting da quella di Talent Attraction? In che modo cambia la comunicazione nei due contesti?
Il Recruiting è un vero e proprio processo per attrarre, identificare e selezionare i talenti e la comunicazione è mirata, mediante pubblicazione di annunci di lavoro su tutte le piattaforme (sito Enel, LinkedIn, online job boards come Indeed, Glassdor etc.). L’attività di Talent Attraction, invece, prevede la messa a punto di strategie per far conoscere il brand, ampliare il bacino di utenti che vedono Enel come lovemark of choice e far sì che i talenti siano attratti da questa realtà.
L’ Employer Branding, in particolare, ha a cuore tutti gli step dell’ Employee Journey, un viaggio che le persone intraprendono entrando in Enel. In questo viaggio il nostro compito è quello di prevenire e limitare lo scollamento tra valori dichiarati e valori agiti. Vogliamo e dobbiamo dichiarare la nostra Ambizione, senza nascondere l’imperfezione intrinseca dell’essere umano, elemento centrale della nostra organizzazione.
Il nostro obiettivo è quello di mantenere la centralità della persona all’interno dell’organizzazione, senza creare una distanza in nessuna fase della sua vita in azienda, mantenendo e amplificando la risonanza emotiva in ogni Employee, lavorando su una comunicazione aperta, che rispecchi un’organizzazione senza confini tra l’interno e l’esterno. In ogni step dell’Employee Journey è fondamentale esercitare un Employer Branding mirato con l’obiettivo di soddisfare l’esigenza di quella specifica fase di vita.
2. Quali attività di comunicazione ha messo in campo Enel per valorizzare un settore tecnico come quello energetico agli occhi dei migliori candidati?
Le attività sono molte e diversificate anche in base ai canali di comunicazione.
Stiamo implementando progetti importanti e innovativi che hanno come fine ultimo quello di raggiungere il massimo engagement sia interno che esterno.
Un importante progetto che fa parte della nostra strategia è Our Enel, grazie al quale aiuteremo i Top Leader di Enel a diventare Thought Leader sui loro canali social, fornendo loro gli strumenti per costruire un’efficace strategia di Personal Branding capace di generare engagement sia all’interno che all’esterno della comunità Enel.
3. Quali tematiche avete presidiato maggiormente per attrarre nuovi talenti all’interno dell’azienda?
Abbiamo identificato 4 Key Words per sintetizzare cosa è fondamentale per noi e cosa possono aspettarsi i talenti che entreranno nella famiglia Enel.
People Centricity: vogliamo mettere la persona al centro, ciò significa renderla in grado di esprimere al meglio i propri talenti e tenere sempre in considerazione il suo benessere psico-fisico. Abbiamo a disposizione molti elementi per fare ciò: forme di lavoro flessibile per garantire un work-life balance ottimale, forme di welfare aziendale, di caring etc.
Sostenibilità: è parte integrante della strategia di business di Enel.
Innovazione: è strettamente legata alla Sostenibilità, tanto che esiste la funzione Innovability. Nello specifico, Enel ha creato 10 Innovation Hub e 22 laboratori in 7 Paesi (Italia, Brasile, Stati Uniti, Spagna, Cile, Russia) con l’obiettivo di intercettare e supportare le start up tecnologicamente innovative più interessanti.
Inclusione: che per Enel significa aver cura di tutte le dimensioni della diversità, da quelle palesi a quelle più nascoste, e valorizzare i talenti multipli di ogni persona. Valorizzare le diversità significa dare attenzione alle sue molteplici dimensioni, per noi ogni persona è importante indipendentemente da differenze di genere, età, nazionalità, abilità o qualsiasi altra forma di diversità o specificità.
L’obiettivo è quello di mettere le persone al primo posto, farle sentire protagoniste della nostra comunicazione.
4. Quali i principali canali per le attività di Talent Attraction?
Stiamo mettendo in atto una serie di iniziative per migliorare la comunicazione dei nostri progetti strategici attraverso molti canali.
Uno dei più importanti è il sito, infatti stiamo lavorando a un nuovo video motivazionale da inserire nella sezione “Lavora con noi”, per suscitare emozioni e stimolare curiosità e voglia di entrare a far parte di un team e di un progetto con un obiettivo essenziale: mettere il candidato al centro. Vogliamo trasmettere la passione con cui lavoriamo e smuovere quella dei talenti a cui ci rivolgiamo.
Inoltre, un altro canale di comunicazione delle nostre attività sono le scuole e le Università, per le quali si stanno implementando numerosi progetti, tra cui l’Enel Girlz Power Tour o il Back to School.
5. Quanto ha inciso per Enel una efficace attività di Talent Attraction sull’ottimizzazione complessiva del processo di business? Quali risultati è possibile raggiungere?
L’obiettivo delle nostre attività di Talent Attraction è quello di attrarre le persone e insieme potremo accrescere il loro talento attraverso la costruzione di un noi condiviso al fine di contribuire al successo della nostra azienda.
Inoltre, vogliamo raggiungere il massimo Engagement sia tra le persone che compongono questa grande famiglia, sia tra i talenti che vogliamo attirare. Ci aspettiamo maggiori visite sulle pagine Carriere di Enel e sui principali canali social e di Job Board (LinkedIn, Indeed, Glassdor etc.), maggiori application alle nostre offerte di lavoro e la creazione di una community di professionisti Enel, capace di generare engagement spontaneo intorno ai Trend Topic chiave della comunicazione esterna di Enel Global.
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2021/03/trend-mondo-del-lavoro.jpg9041640Nicola Onidahttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngNicola Onida2022-03-17 11:26:442022-03-17 12:04:53Talent Attraction e Brand Positioning: come attirare nuovi talenti in azienda
“The return of history“: il Time ha definito così, con una delle sue copertine iconiche, la guerra in Ucraina.
L’immagine del carro armato sulla strada, con i giovani militari sopra, è un immediato richiamo ai grandi conflitti del passato.
C’è una generazione, la Z, che un tank non lo ha mai visto, nemmeno in TV. Nati dopo la guerra nei Balcani, troppo piccoli per l’Iraq e la Cecenia, hanno vissuto l’evacuazione di Kabul come un episodio lontano, difficilmente collocabile in un ricordo.
Cresciuti con l’idea della pace come elemento acquisito, il risveglio nel mezzo alla storia è stato brusco.
Time Magazine, copertina, 24 febbraio 2022
Quando la comunicazione diventa propaganda
La propaganda in tempo di guerra viaggia parallelamente al binario della censura e anche questo conflitto non si sottrae a questa logica.
Era il 23 aprile 1999 quando, in piena Europa, un missile NATO sfondava il palazzo RTS, sede della Radio e della TV di Belgrado; lo scheletro dell’edificio è ancora là, integrato con i palazzi più moderni, come un drammatico monumento alla memoria.
Belgrado, particolare del palazzo della TV oggi. Foto: David Mazzerelli
Nella guerra in Ucraina uno dei primi obiettivi russi è stata la torre della televisione di Kiev, il più alto traliccio al mondo.
Ma se la propaganda serba con le bombe NATO ebbe una battuta d’arresto, nel 2022 è difficile fermare il flusso della comunicazione in una guerra in cui ogni smartphone documenta l’avanzata dei soldati e le scene di violenza.
⚡️Russia strikes at TV tower in Kyiv.
Ukrainian TV channels stopped broadcasting several minutes ago.
— The Kyiv Independent (@KyivIndependent) March 1, 2022
Eppure la propaganda russa è stata fermata, almeno all’interno dei paesi occidentali, grazie ad una vasta offensiva di censura partita dall’Unione Europea e accolta dalle Big Tech: Apple (App Store), Alphabet (con YouTube, Google News e Play Store) e Meta (Facebook, Instagram e le app di messaggistica) hanno interdetto i media russi (specialmente Russia Today e Sputnik) dalle loro piattaforme. Anche Tik Tok e Reddit hanno silenziato i canali di Mosca all’interno della UE.
Lo stesso trattamento, se ricordate, venne riservato per l’ex presidente Trump all’indomani dell’episodio dell’assalto al Campidoglio.
Tutti contro Sputnik Italia: chi ha paura delle voci alternative?
Abbiamo raggiunto e intervistato una giornalista di madrelingua italo-russa che lavora per Sputnik Italia. Ci ha chiesto di rimanere anonima, in quanto teme per la sua incolumità.
Un timore comprensibile se pensiamo al clima di crescente ostilità che sta montando in Occidente nei confronti delle persone di nazionalità russa o vicine a Mosca.
Da quando lavori a Sputnik Italia e di cosa ti occupi?
Lavoro per Sputnik Italia dalla sua fondazione nel 2013. Sono di nazionalità italiana e russa, laureata in interpretariato all’università di Mosca.
Per tutta la vita mi sono sentita appartenere sia all’Italia che alla Russia e ho voluto portare avanti con grande passione e orgoglio una sorta di «missione»: avvicinare le mie due culture, le mie due patrie.
È proprio nel giornalismo che ho trovato un modo per parlare dei rapporti fra i miei due Paesi a un pubblico più vasto. Per Sputnik Italia ho seguito e seguo i rapporti italo-russi e molti temi che vanno dall’economia alla cultura, fino alla geopolitica.
Come lavora Sputnik, avete una redazione in Italia o siete tanti collaboratori? Come decidete quale notizie divulgare e come le preparate?
La sede centrale di Sputnik si trova a Mosca, ma abbiamo diverse decine di centri redazionali in giro per il mondo.
La redazione italiana si trova anch’essa Mosca, in Italia non c’è una redazione fisica.
Abbiamo però diversi collaboratori in Italia, si tratta di una decina di persone a Mosca e di sei autori in Italia. Diverse redazioni di Sputnik in altre lingue hanno anche degli hub nei paesi europei, alcune redazioni hanno trasmissioni radio.
Per quanto riguarda le notizie scegliamo le più pertinenti per l’Italia e sui rapporti fra i nostri due Paesi. Le interviste e gli approfondimenti riguardano questioni di attualità.
Immagine in copertina: l’incontro tra truppe russe e milizia popolare del Donbass vicino a Novoaidar. Fonte: Milinfolive (Telegram)
Come state vivendo in redazione la censura nei vostri confronti? Sappiamo che la richiesta di oscurare i vostri canali è partita dall’Unione Europea e le principali piattaforme si sono adeguate.
Ovviamente stiamo vivendo male questa situazione. Posso parlare personalmente per me.
La notizia della censura dei nostri canali d’informazione da parte dell’Unione Europea mi è piombata addosso e la cosa più dolorosa è che dopo 10 anni (cioè un terzo della mia vita) che ho dedicato a questo mestiere mi vedo bloccata e impossibilitata a svolgere il mio lavoro, che amo profondamente.
Da un giorno all’altro ci siamo trovati con il canale Facebook e YouTube bloccati. L’unico social che rimaneva accessibile era Telegram, che fra l’altro è un servizio di messaggistica russo, e anche lì purtroppo, non so come, l’Europa ha bloccato il nostro canale rendendolo inaccessibile dai Paesi europei. Non abbiamo ricevuto pressioni, semplicemente hanno bloccato i nostri canali rendendo inaccessibili i nostri contenuti ai lettori europei. Per il momento il nostro sito è visitabile sul web anche dall’Italia, ma forse è solo una questione di ore.
Ursula Von Der Leyen definisce “tossica e dannosa” la “macchina mediatica del Cremlino”.
Putin ha firmato una nuova legge che impedisce alle testate giornalistiche russe di riferire sulla sua guerra all’Ucraina. In risposta, molti governi (ma non quello ucraino, stranamente) stanno facendo pressioni sui media e sulle società Internet come Starlink per vietare i notiziari russi come propaganda.
Di diverso avviso Elon Musk che ha scritto su Twitter: “Mi dispiace ma sono un assolutista della libertà di opinione“, rimandando al mittente ogni ingerenza dei governi che lo spingevano alla censura.
Starlink has been told by some governments (not Ukraine) to block Russian news sources. We will not do so unless at gunpoint.
Elon Musk recentemente ha difeso i valori del free speech. Perché il vostro messaggio è ritenuto così pericoloso e, soprattutto, secondo te esiste una comunicazione giornalistica “tossica” che le persone non dovrebbero mai fruire?
Il nostro media dava fastidio già da parecchio tempo, ancora prima di questa attuale crisi.
Vorrei ricordare che nel 2016 l’Unione Europea aveva approvato una risoluzione presentata dalla polacca Fotyga che accostava sullo stesso piano l’ISIS e le notizie fornite dai media russi Sputnik e RT.
Noi da sempre siamo stati visti di cattivo occhio dall’Occidente perché davamo spazio a punti di vista alternativi rispetto alla narrazione dominante nei Paesi europei sostenuta dagli Stati Uniti. Un conto sono delle risoluzioni, seppure assurde, promosse dagli euro deputati polacchi, che hanno posizioni molto ostili nei confronti della Russia, un altro conto è un blocco totale dei nostri canali, un atto di vera e propria censura.
Il nostro messaggio non può essere ritenuto pericoloso, non abbiamo mai imposto niente a nessuno. I lettori dovrebbero essere liberi di consultare le fonti che preferiscono, è un loro diritto, che oggi l’Ue ha negato.
L’unico aspetto «pericoloso» del nostro media è che proponeva una visione alternativa dei fatti geopolitici, ma ripeto, i lettori hanno il diritto di ricorrere alle informazioni e alle fonti che vogliono per avere più strumenti possibili e giungere alle proprie conclusioni.
A mio avviso non esiste una comunicazione “tossica”. Esiste il giornalismo responsabile, quello che controlla le fonti e che svolge il proprio mestiere con rispetto nei confronti dei lettori. È quello che io e miei colleghi abbiamo sempre cercato di fare.
L’Unione Europea, da anni in prima linea nella battaglia contro i nostri media, ha voluto istituire un «Ministero della verità», atteggiamento pericoloso per la libertà d’espressione. Non può esistere una commissione che decide cosa va letto e cosa meno, ciò che è giusto e cosa non lo è.
Quali rischi possiamo intravedere in prospettiva in Occidente e quale sarà il futuro di Sputnik?
L’oscuramento dei nostri media può essere solo l’inizio di una serie di altri provvedimenti preoccupanti anche nei confronti di colleghi europei e italiani.
Già oggi vediamo come i professori, gli analisti e i giornalisti italiani che esprimono il proprio pensiero senza allinearsi al politicamente corretto e all’informazione «giusta» – per esempio quando criticano oggettivamente la politica espansionistica della NATO – vengono attaccati dagli ambienti universitari, allontanati o bollati come «filo-putiniani».
Il pericolo che corriamo oggi è che non si possa fare dei ragionamenti critici liberi senza essere barbaramente etichettati. Il mainstream vuole che tutti si schierino da una parte o dall’altra senza fare troppi ragionamenti.
Dietro ogni tema, ogni problema e ogni conflitto ci sono diversi punti di vista. Oggi confrontarsi, analizzare civilmente le questioni ha perso di valore, oggi prevalgono le tifoserie da calcio e le censure.
Per quanto riguarda il futuro di Sputnik posso dire che la redazione continua a lavorare, perché è il nostro mestiere, noi andiamo avanti. Devo dire che sono stata inondata di messaggi e lettere di solidarietà da parte dei nostri lettori, che vogliono continuare a leggerci. Questo fa molto piacere.
Il dilemma della propaganda
Se siamo consapevoli in anticipo della faziosità di certi media, qual è il problema nella loro diffusione? Non sarebbe per noi più utile sapere cosa stanno dicendo, anche quando quelle informazioni risultassero per noi sgradevoli?
I cittadini europei sono attrezzati per verificare le fonti, fruire delle notizie da vari media differenti e farsi una propria opinione su ogni tema: non si dovrebbe avere timore di questo, anzi si dovrebbe andare della direzione di incoraggiare la libertà e la pluralità delle fonti.
Una società forte e libera non dovrebbe avere paura di nessuna voce dissonante per quanto fastidiosa, o perfino ripugnante, possa apparire per la propria sensibilità. Recentemente un magazine serbo ha dato addirittura spazio a un editoriale sulla guerra in Ucraina a firma di Radovan Karadzic, criminale di guerra tuttora all’ergastolo per le responsabilità nel conflitto in Bosnia dei primi anni ’90.
La censura politica si intreccia con il problema dei social media e delle grandi piattaforme che, invece di ospitare ogni voce, recitano il ruolo di editori; un tema che torna prepotentemente attuale dopo i fatti delle elezioni americane 2020.
Utilizzare delle circostanze di emergenza come pretesto per bandire alcune voci dalla pubblica piazza ci trascina verso un crinale inquietante e pericoloso per la libertà di opinione.
Radovan Karadzic, convicted war criminal for his role in the Bosnian Genocide, publishes an op-ed in support of Russia’s aggression on Ukraine in the Serbian tabloid “Evening News”. https://t.co/JgH8BdSISo
— Arnesa Buljušmić-Kustura (@Rrrrnessa) March 6, 2022
https://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2022/03/fabio_putin.jpg10801920David Mazzerellihttps://www.ninjamarketing.it/wp-content/uploads/2018/06/nm-logo-new.pngDavid Mazzerelli2022-03-10 13:08:062022-03-12 16:38:51Free speech: perché censurare i media russi non è utile a nessuno
Vuoi fare Carriera nel Digital Business?
+100.000 professionisti e 500 grandi aziende hanno incrementato i loro Affari grazie a Ninja.
Non aspettare, entra subito e gratis nella Ninja Tribe per avere Daily Brief, Free Masterclass e l’accesso alla community di professionisti.