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Un’esplosione di colore: scopri la campagna degli studenti NABA presentata al Print4All

Il colore è un aspetto essenziale per chi si occupa di grafica, design e stampa. In comunicazione, assume grande rilevanza quando si tratta di intercettare percezioni ed emozioni.

Dal punto di vista tecnico, nella progettazione grafica, gli errori con il colore possono costare caro: da forte leva emotiva (e decisionale) per chi li guarda, possono trasformare una campagna geniale in qualcosa di effimero e inconsistente.

Per questo, una prova di stampa del progetto che permetta di mostrare come appariranno realmente i colori quando escono dalla macchina è uno step essenziale. Da questo test è possibile rilevare i problemi di colore in anticipo ed evitare che ore di sviluppo e progettazione vadano in fumo.

La maggior parte dei problemi di colore che i professionisti della comunicazione visiva devono affrontare derivano proprio da minuscoli errori commessi nel flusso di lavoro; per fortuna, schermi e stampanti professionali oggi sono decisamente in grado di coordinarsi per una corretta realizzazione finale di una stampa materiale.

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La campagna realizzata dagli studenti del NABA, Nuova Accademia di Belle Arti

Perché questa premessa su uno dei principali ostacoli che incontra chi deve realizzare concretamente un progetto grafica? Perché 10 studenti NABA, la Nuova Accademia di Belle Arti, hanno potuto toccare con mano l’importanza della prova di stampa, comprendere quali sono i processi che devono essere gestiti quando si crea una campagna di comunicazione integrata tra digitale e stampa e come fare per raggiungere un risultato strepitoso.

Grazie a due partner di enorme esperienza tecnica e professionale come Canon e Acer, ha preso vitaCome Back Brighter”, una vera e propria esperienza formativa che si è ufficialmente conclusa al Print4All di Milano la scorsa settimana.

Stampa offset e digitale, soluzioni software per la stampa online, studio dei flussi di lavoro su stampa, applicazioni per la gestione delle comunicazioni stampate offline/online, tecnologie di finitura e definizione del colore, sono elementi che gli studenti hanno potuto vedere da vicino, toccare con mano e apprendere in maniera concreta.

Argomenti su cui si sono confrontati e sui quali hanno prodotto un messaggio incentrato sul ritorno al desiderio di vivere con energia riuscendo a irradiare nuove emozioni rappresentate egregiamente con i colori brillanti delle stampe presentate al Print4All.

canon print4all

Il palcoscenico del Print4All

Print4All è la vetrina dell’innovazione tecnologica dedicata al settore della stampa e del converting, che quest’anno si è svolta dal 3 al 6 maggio a Fiera Milano. Un settore interessato da un profondo cambiamento e in continua trasformazione.

Il format proposto da Print4All ha unito innovazione tecnologica, business networking e formazione professionale offrendo alle aziende del mercato l’opportunità eccezionale di presentare progetti dall’alto valore formativo, proprio come “Come Back Brighter” sostenuto da Canon, Acer e NABA, nuova Accademia di Belle Arti.

Un incubatore di idee, un laboratorio per progetti professionali che prendono forma e vita grazie allo studio e alla passione di tutti i player del mercato della comunicazione: dalle scuole di comunicazione, agli studenti e i produttori di tecnologia per il digitale e la stampa.

Perché l’evento fieristico è così importante per il settore? La presenza dei player più rilevanti, l’interazione tra stakeholder della tipografia e professionalità del mondo della comunicazione, persone appassionate per lo studio e la formazione nella stampa, lo dimostrano.

Print4All è un’occasione di cultura specializzata, di incontro e confronto tra produttori e utenti, per scoprire, sperimentare e raccontare idee e progetti. Ma, soprattutto, è un momento per andare oltre la propria comfort zone e guardare l’evoluzione del mercato con occhi nuovi: tornare a essere ancora più luminosi.

Il progetto formativo Come Back Brighter

Proprio in occasione di questo importante appuntamento, Canon ha presentato ufficialmente, insieme ad ACER, la nuova campagna di comunicazione integrata tra stampa e digital realizzata da un team di 10 studenti di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti.

«È sempre bello vedere che grandi aziende hanno uno sguardo rivolto verso i giovani creativi e ci permettono di collaborare ed imparare gli uni dagli altri» ha chiosato Lorenzo, uno dei ragazzi coinvolti nel progetto, in buona compagnia con Greta che, sulla stessa linea d’onda, ci ha raccontato: «Il progetto “Come Back Brighter” ci ha permesso di tornare finalmente a relazionarci con le aziende e a lavorare insieme dopo un lungo periodo di pandemia».

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Una campagna che rappresenta molto più di un semplice evento formativo dall’alto livello professionale. La campagna “Come Back Brighter” è stata scelta perché capace di interpretare più fedelmente il concept del ritorno allo splendore. Un evento capace di generare interesse ed entusiasmo per il debutto dello stand Canon al Print4All.

E il risultato esplosivo è stato reso possibile grazie alla nuova gamma di plotter grafici imagePROGRAF GP. Una tecnologia di stampa per il grande formato con inchiostro fluorescente a pigmenti ad acqua.

Una tecnica che consente di ottenere stampe di altissima qualità dal forte impatto visivo, soprattutto su colori brillanti come il rosa fluorescente.

I primi ad essere stati colpiti positivamente sono i ragazzi che hanno dato forma alle loro idee, egregiamente coadiuvati dai docenti NABA.

Vittoria Annoè, Greta Cazzanelli, Lorenzo Costantini e Davide Occhicone sono i 4 giovani creativi che, interpretando il concept fornito da Canon, hanno dato vita ad un progetto di comunicazione visiva in grado di rappresentare un invito a tornare – ancora più luminosi – a condividere momenti insieme.

«Questa esperienza è stata per noi una bellissima occasione per poter lavorare con aziende che si interessano a coinvolgere giovani designer; permettendoci di esprimere la nostra creatività e di conoscere al meglio il mondo della professionalità», ha dichiarato entusiasta Vittoria.

Anche Davide condivide a fondo le premesse dell’iniziativa: «Il concept “Come Back Together” rispecchia perfettamente il momento che stiamo vivendo: poter ritornare a lavorare insieme in vista di un futuro più luminoso. Collaborare con queste aziende è stata un’ottima esperienza per poter crescere ed apprendere».

Il progetto portato avanti da Canon, Acer e NABA ha mostrato a tutti i presenti al Print4All la differenza di stampa realizzata con i nuovi plotter: colori raggianti che trasmettono vivacità ed emozione.

Colori brillanti per rappresentare l’energia del ritrovarsi

Seguendo questa direttrice cardinale, la campagna si snoda attraverso un trittico di stampe che ha come soggetto due o più mani che insieme creano forme e movimenti.

Si toccano e si ritrovano per rappresentare in modo figurato le emozioni che si provano quando si riscopre l’energia e la gioia del sentirsi nuovamente vicini in maniera indistinta: dall’amore all’amicizia, fino allo spirito di collaborazione.

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A fare da sfondo, i colori luminosi e fluorescenti che esprimono la vivacità del momento. Colori certamente in grado di risaltare sugli schermi dei computer della gamma di Laptop ConceptD di Acer, ma anche di scatenare forti sensazioni grazie alla riproduzione fedele su carta raggiunta dalla nuova tecnologia Canon.

Giocare, stringersi le mani e riabbracciare amici e persone importanti. Un messaggio rivolto al ritorno alla tanto attesa normalità dopo un lungo periodo di pandemia. Riprodotto attraverso la luminosità dei colori cangianti scelti per un progetto di comunicazione che dimostra quanto sia importante non solo progettare in digitale, ma saper riprodurre efficacemente in formato stampa.

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T-shaped: perché il mondo ha bisogno di persone con competenze “T”

  • La specializzazione e la conoscenza generalista hanno dei grossi limiti, che si risolvono con un approccio a T
  • La T-shaped knowledge rende i team e le organizzazioni più performanti, per questo è l’aspetto più ricercato dagli HR nei candidati
  • Coltivare una conoscenza basata su T-shaped skills è naturale per l’uomo, ma aziende e manager devono orientarsi nella stessa direzione per attrarre e coltivare talenti

Probabilmente ti hanno detto di essere molte cose: ti hanno consigliato di studiare, di scegliere una specializzazione, di trovare un lavoro in linea con quanto fatto precedentemente… Ma di essere una T scommetto che nessuno te l’ha mai consigliato, vero?

Invece è proprio questo che oggi il mercato del lavoro chiede di più, tanto ai manager quanto ai dipendenti, passando equamente per freelancer e startupper. E anche se la scuola e la società ci spingono ancora verso altre lettere, è sempre più importante valorizzare la nostra bellissima, sfidante forma a T.

Se non proprio la tua, di forma, almeno quella delle tue competenze.

I-shaped vs T-shaped : perché le nostre competenze somigliano a un segno o all’altro

competenze I-shaped vs competenze T-shaped

Fonte: Medium

A partire dal mondo HR, il concetto di “T-shaped knowledge” si è espanso all’universo del business in tutte le sue sfaccettature in antitesi a quello di un’altra lettera: la I.

Ma di cosa stiamo parlando? Semplicemente, della “forma” che hanno le nostre conoscenze e competenze, a seconda che siano più specializzate o generaliste.

In una visione classica della conoscenza, l’obiettivo ultimo di una persona è di diventare uno specialista, massimo esperto del suo campo e di tutte le sue sfaccettature, tanto più di valore quanto più questo è stretto e verticale. Esatto, proprio come la lettera I.

È il caso tipico della medicina: la specializzazione dei medici (appunto, spesso definiti “specialisti”) è tanto più apprezzata quanto più è verticale e approfondita sulla parte del corpo oggetto dei propri studi. Ma in generale, a partire dalla scuola, tutte le persone sono spinte verso una specializzazione più o meno “ristretta”.

D’altra parte, chi mai vorrebbe essere un “generalista”? Avere una conoscenza orizzontale (qui ci manca persino la lettera adatta!), piatta e non approfondita su niente, è un’idea terribile. Certo, conosceremmo di tutto un po’, ma su niente saremmo in grado di essere competenti, esperti.

Il problema è che sempre più spesso ci si rende conto che tante I non fanno un Team: tutti esperti del proprio settore, in grado di snocciolare ogni dettaglio del proprio campo di competenza; ma, al momento della collaborazione in team o della necessità di piluccare da conoscenze al di fuori del proprio ambito, tipica del mondo moderno che pare muoversi in modalità avanti-veloce, sono incapaci di fare quel passo tra una lettera e l’altra.

Non mi compete” è così diventata la frase più pericolosa del nostro ambiente lavorativo.

In nostro soccorso, gli HR all’inizio degli anni ’90 hanno coniato il termine “T-shaped knowledge”, o competenze a T, proprio per definire in maniera visuale ciò che spesso mancava e che, invece, era sempre più necessario nel lavoro: persone con sì una bella competenza approfondita su uno specifico argomento o settore, ma anche una ben definita linea orizzontale, che renda le conoscenze trasversali e la risorsa più adattabile.

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T-shaped skills importanza di avere competenze specifiche e generaliste

La vera T-shaped knowledge

In verità anche la lettera T mostra i suoi limiti visuali, per indicare ciò che serve: la conoscenza di questo tipo è più simile a un grafico rovesciato, in cui dalla linea orizzontale si stacca una grossa barra verticale, la specializzazione principale, e altre più piccole, che vanno diventando sempre più basse mano a mano che ci si allontana da quella centrale. Alcuni l’hanno quindi chiamata conoscenza “a M”, o “a Pi greco”, a seconda dei bracci.

Così un programmatore specializzato in un certo linguaggio ne conosce piuttosto bene anche altri; in più, acquisisce e coltiva anche competenze di design abbastanza approfondite, e magari di UX. Conosce un po’ di marketing, almeno quanto basta per capire ciò che lo specialista che se ne occupa gli chiede di fare; ed è avvezzo al linguaggio tecnico del business analyst, così da poterlo indirizzare verso la persona con le competenze giuste, qualora venga a chiedergli qualcosa che non conosce abbastanza bene.

È, per utilizzare un’altra metafora, la persona più interessante della tavolata con cui avere una conversazione: si destreggia tra diversi argomenti, interessato a tutti, con competenze sufficienti a intavolare un discorso, ma con l’umiltà necessaria a non improvvisarsi esperto e accettare il confronto con gli altri come arricchente; quando poi il discorso si sposta sul suo campo di azione, non ha rivali, e può sostenere brillantemente e con passione qualsiasi arringa gli si pari davanti.

Sii una T: il valore delle T-shaped skills

Perché quindi le persone con competenze a T sono così essenziali? Come spiega Jason Yip, Senior Agile Coach per aziende come Spotify, soprattutto perché cambiano completamente le regole del gioco quando si tratta di creare team che permettano di essere sempre un passo avanti.

Se ci affidiamo a degli specialisti classici, a I, avremo bisogno di uno di essi per ciascuna attività diversa, o di adattare le attività a ciò che può essere fatto con la forza lavoro disponibile (demand-leveling). Se invece riusciamo a creare un team di persone a T, complementari, potremo fare il contrario e adattare la nostra risposta alle necessità.

workflow team con competenze T-shaped

Fonte: Medium

Gli esperti su una determinata materia, pur prestandosi ad operare su differenti aree, potranno concentrarsi sul risolvere i colli di bottiglia specifici, mentre i meno esperti su quella materia libereranno il loro tempo occupandosi degli altri aspetti. Ma potranno anche aiutare gli esperti a risolvere il problema, se necessario, dato che hanno competenze essenziali su quel tema.

Soprattutto, avere competenze a T aiuta nella comunicazione di team e facilita quindi la risoluzione di problemi, anche qualora la competenza necessaria mancasse: potendo intendere e utilizzare il linguaggio specifico si è in grado di scambiare informazioni più mirate, nonché di avere maggiore empatia e comprensione del ruolo altrui.

Se ti è mai capitato di lavorare in un contesto in cui non sai ben definire cosa fanno gli altri, “quelli del team digital al piano di sotto“, allora puoi capire quanto qualcosa del genere sia essenziale.

importanza competenze professionali generaliste

Insegnare le T-shaped skills alle persone, ai manager e alle organizzazioni

Si tratta, in ultima analisi, di abbracciare le potenzialità umane in termini di adattabilità: la ribalta della conoscenza a T ci libera dall’incubo del dover scegliere una sola cosa da fare nella vita, dalla necessità di essere iper-specializzati su un argomento (e quindi di annoiarci, stancarci e rendere difficile un eventuale cambiamento). Ci rende meno soggetti alla volatilità del nostro tempo, meno spaventati delle trasformazioni che ci investono, più curiosi e, sì, anche più interessanti!

È qualcosa che dovrebbe probabilmente essere insegnato nelle scuole, fin da bambini, incoraggiando le persone ad abbracciare la molteplicità degli interessi e la curiosità, senza chiudersi in questa o in quell’altra gabbia. È la filosofia alla base dei Liberal Arts College americani, dove gli studenti possono scegliere per i primi due anni qualunque materia e costruire in totale libertà il proprio corso di studi, affiancando biologia e fotografia, letteratura e studi LGBT. Solo negli ultimi due devono scegliere un major e un minor, e focalizzarsi su ciò che hanno capito che gli interessa, per poi proseguire specializzandosi.

Ma a parte questi casi, quasi rari persino per gli standard americani, la realtà non è così. Come de-strutturiamo la nostra conoscenza, quindi, e costruiamo una competenza a forma di T, M, Pi greco o qualsiasi lettera ci piaccia?

Secondo gli studi di Harvard Business Review, in realtà si tratta di una tendenza umana abbastanza naturale a tutti i livelli, se incentivata dal management e dall’organigramma aziendale.

La struttura stessa dell’impresa deve diventare “T-friendly”: incoraggiare l’iniziativa personale, l’agilità dell’organizzazione, la disponibilità delle informazioni, la presenza di attività e coordinatori trasversali ai team, lo stimolo alla formazione continua, come riporta Railsware in base alla propria esperienza di successo nello sviluppo di prodotti.

E anche i leader dovrebbero orientarsi sempre di più verso quello che HBR definisce (indovina un po’?) T-Shaped Management: “un nuovo tipo di dirigente, che si distacca dalla tradizionale gerarchia aziendale per condividere liberamente le conoscenze in tutta l’organizzazione (la parte orizzontale della “T”) pur rimanendo fortemente impegnato nella performance delle singole business unit (la parte verticale). Il manager a T di successo deve imparare a convivere, e in ultima analisi a prosperare, con la tensione creata da questa duplice responsabilità”.

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giffoni for kids - ragazzi seduti su una panchina che usano la tecnologia

Al via la call per startup e progetti dedicati a bambini e ragazzi

Al via la call ad evidenza pubblica di Giffoni For Kids, il programma di Giffoni Innovation Hub per l’accelerazione di startup, spin-off e giovani talenti.

Finanziato con l’avviso pubblico “Misure di rafforzamento dell’Ecosistema innovativo della Regione Campania (Por Campania FSE 2014- 2020 – ASSE III obiettivo specifico 14)”, il progetto è realizzato in partnership con Iniziativa Cube e con il Dipartimento di Scienze Aziendali – Management & Innovation Systems dell’Università degli studi di Salerno.

giffoni for kids - ragazzi presenti all'iniziativa

Il programma di Giffoni For Kids

Giffoni For Kids nasce dalla spinta propulsiva di Giffoni che, da oltre 50 anni, rappresenta il punto di riferimento internazionale del mondo dei ragazzi.

Il lancio della prima call di Giffoni for Kids – spiega Luca Tesauro, Founder & CEO di Innovation Hubè un altro tassello importante che Giffoni inserisce nell’ambito delle attività dell’ecosistema innovativo della nostra regione. La Campania è già da anni una tra le più attive e in crescita nell’ambito dei progetti di creazione di nuove imprese innovative”.

L’iniziativa prevede lo sviluppo di prodotti e servizi rivolti al mercato Kids & Teens di tutto il mondo, e nasce con l’obiettivo di supportare idee in grado di generare un impatto positivo sulla società e sulla vita delle nuove generazioni.

L’offerta di Giffoni Innovation Hub per Giffoni for Kids comprende, tra le altre cose, un percorso della durata di tre mesi, con attività di brand, product & service acceleration, pianificazione strategica e go to market strategy, in cui verranno fornite skills, know-how e strumenti agli startupper per sviluppare il loro progetto al meglio.

È un progetto innovativo nel suo concept che ha già grandi aziende nella sua compagine allargata ed è declinato secondo l’ottica dell’open innovation” ha dichiarato la scorsa settimana durante la presentazione ufficiale all’Innovation Village di Napoli l’assessore regionale all’Innovazione, ricerca e startup Valeria Fascione.

Concluso il percorso di accelerazione, ai migliori, verrà offerta la partecipazione ad eventi dedicati, come ad esempio, lo Startupitalia Open Summit.

giffoni for kids - visori 3d

Come partecipare

La call è rivolta a tutte le startup già costituite, ma anche a business idea che con la loro proposta negli ambiti Media, Education, Edutainment, Environment, Health, Design, Communication, Energy, Smart Communities, Games, Food e Fashion, puntino a realizzare un prodotto o un servizio che abbia un impatto positivo per bambini e adolescenti.

LEGGI ANCHE: Startup Weekend Caserta: una maratona di 54 ore per sviluppare un’idea

Le fasi attuative del programma prevedono la realizzazione di azioni finalizzate alla scoperta ed emersione del talento imprenditoriale; l’implementazione di un percorso di affiancamento qualificato di business; il coinvolgimento di partner industriali e stakeholders; l’attrazione di capitali; la promozione di percorsi e missioni internazionali per favorire il networking e la business growth e il coinvolgimento dei media specializzati per garantire un elevato impatto mediatico all’intera operazione e alle singole iniziative attivate.

Per presentare la propria idea imprenditoriale o la propria startup in ambito Kids & Teens, c’è tempo fino al 20 giugno.

Secret SEMRush: dietro le quinte del tool con un insider SEO

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi. L’argomento di questa puntata è dedicato a SEMrush, quali sono le sue potenzialità e come utilizzarlo per fare davvero la differenza nella tua strategia SEO.

A parlarne con noi  Luca De Berardinis SEO Manager in Sandhills Italy.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • I campi di applicazione di SEMrush
  • Integrare SEMrush nella tua strategia di marketing
  • Utilizzarlo per potare risultati concreti

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Startup Weekend Caserta: una maratona di 54 ore per sviluppare un’idea

Startup Weekend è un format di Techstars® sviluppato in partnership con Google for Startups®, attivo dal 2007 in oltre 150 Paesi nel mondo. Quest’anno si svolgerà, per la quinta edizione, dal 13 al 15 Maggio 2022 a Caserta.

Si tratta di una maratona creativa di 54 ore (dal venerdì alla domenica) volta alla promozione dell’imprenditorialità, nell’ambito della quale soggetti con diversi background e qualifiche (studenti, dottorandi, ricercatori e professori di una pluralità di Dipartimenti/ambiti disciplinari) si uniranno per condividere idee, formare team e sviluppare business idea.

Il format è basato sul lavoro di gruppo e la condivisione di competenze ed esperienze, con il fine di sviluppare innovative idee di impresa in soli tre giorni.

startup weekend

Sono 4 gli obiettivi di Startup Weekend

1. Connect

Mettere in collegamento le persone per generare qualcosa di nuovo. Il talento ricco e diversificato è un punto di partenza per lo Startup Weekend. I partecipanti si mescoleranno e lavoreranno con nuove persone che potrebbero essere il loro prossimo co-founder, mentore o investitore.

2. Discover

I partecipanti scopriranno a che punto sono del proprio “entrepreneur’s journey”. Avranno accesso a nuove e necessarie risorse complementari e prenderanno cognizione dei passi da compiere per intraprendere la strada verso il successo.

3. Learn

I partecipanti impareranno cosa è necessario per avviare un business, anche facendo leva su consolidati processi di learning by doing.

4. Start

Startup Weekend è pensata per andare veloce. Gli organizzatori creeranno l’ambiente ideale affinché i partecipanti imparino e sviluppino il più possibile la propria idea in sole 54 ore, ponendo i presupposti perché questa possa tradursi in una start up e in un successo imprenditoriale.

LEGGI ANCHE: KPI: cosa sono e come usarli al meglio nel Digital Marketing

Il Programma

Ad ospitare Startup Weekend sarà 012factory, un incubatore certificato (MISE) di startup innovative e centro di trasferimento tecnologico (Unioncamere), che sostiene, sviluppa ed accompagna la crescita di nuove imprese ad alto potenziale innovativo, a partire dall’idea di startup fino alla sua effettiva trasformazione in azienda innovativa attiva sul mercato.

Tra i giudici di Startup Weekend Caserta ci sarà Enrico Saldutti, Marketing Manager in Ninja Marketing e Ninja Academy.

enrico saldutti

Le attività dei partecipanti si svolgeranno secondo un programma articolato in tre giornate:

Day 1 – Meet, pitch and team up (presentazione idee, scelta progetti, formazione team, dinner e networking)

Venerdì 13/05/22, ore 18-24, in questa prima giornata, dopo i saluti istituzionali e un workshop relativo al tema dell’imprenditorialità, tutti i partecipanti all’evento avranno la possibilità di presentare la propria idea. Le idee ritenute migliori dai partecipanti verranno selezionate per la formazione di gruppi di lavoro. Il lavoro dei gruppi inizierà lo stesso giorno.

Day 2 – Learn and work

Sabato 14/05/22, ore 9-24, in questa giornata i partecipanti lavoreranno intensamente allo sviluppo dell’idea con intervalli dedicati a brevi pillole formative, testimonianze aziendali, speech di professionisti e startupper di successo. Durante i lavori della giornata verranno assistiti da mentor, suddivisi per aree di competenza (Marketing, Design, Legal, ecc.). A questi ultimi è richiesto di supportare i partecipanti fornendo consigli ma sempre nel pieno rispetto delle idee proposte. L’obiettivo è indurre al ragionamento.

Day 3 – Present and choose

Domenica 15/05/22, ore 9-17, in questa giornata si procederà a rifinire il lavoro al fine di realizzare un MVP (Minimum Viable Product) che verrà poi presentato durante il pitch davanti ad una giuria di esperti composta da imprenditori, manager, esponenti di incubatori, acceleratori e fonti di finanziamento dell’innovazione ed altri attori del mondo dello Startup.

I Mentor e la formazione imprenditoriale

Le attività dei partecipanti saranno supportate da alcune pillole formative sul processo di idea development e costantemente affiancate da una pluralità di mentor, soggetti perlopiù espressione dell’ecosistema italiano delle Startup con background manageriale e/o imprenditoriale e vasta conoscenza dei processi di sviluppo e finanziamento dell’innovazione e start up.

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<<Come un agricoltore pianta il suo primo seme per raccoglierne i frutti domani, così Startup weekend fornisce le basi per essere gli imprenditori del futuro. Credo sia la rappresentazione stessa di quello che è quest’evento, ovvero il primo passo verso l’apprendimento, per chiunque voglia capire il mondo dell’imprenditoria e creare per il futuro qualcosa di proprio>>. Queste le parole di Mario Di Girolamo, tra gli organizzatori di Startup Weekend Caserta, insieme a Adriana Figurato, Vincenzo Zambardino, Luca Famoso, Salvatore Della Gatta e Felice Balletta.

Lo stimolo dei processi creativi

Le testimonianze aziendali di successo, l’esposizione presso le sale di lavoro di prodotti innovativi e artistici e alcuni momenti musicali accompagneranno la giornata dei partecipanti, stimolando la creatività (attraverso le immagini, i suoni e la creazione di spazi poco convenzionali), nel tentativo di spronare i partecipanti ad andare oltre le soluzioni consolidate per lo sviluppo delle proprie idee imprenditoriali.

Anche il consumo dei pasti (forniti dall’organizzazione) e i coffee-break (che si svolgeranno durante i lavori e che sono sempre forniti dall’organizzazione) sono da intendersi come occasioni di socializzazione e di stimolo dei processi creativi.

Startup Weekend è un evento NO PROFIT.

Sono previste delle sponsorizzazioni di soggetti/enti locali così come di imprese italiane di rilievo nazionale e internazionale, nella forma della fornitura di prodotti e servizi esclusivamente impiegabili nell’ambito e ai fini della manifestazione. Ciò creerà i presupposti che consentiranno ai partecipanti di vivere un’esperienza altamente formativa e un’opportunità unica di sviluppo delle proprie idee.

L’evento sarà promosso tramite la partecipazione ad eventi in ambito digital – startup – innovation del panorama campano. Sarà poi attivata una campagna di comunicazione online che vedrà coinvolti canali social quali facebook e Instagram con l’obiettivo di informare e divulgare i valori alla base di Startupweekend®.

Le attività di comunicazione sono state pensate come attività di accompagnamento all’evento. Ogni settimana, sulle pagine ufficiali, saranno pubblicati dei video utili a coinvolgere i partecipanti. I video riguarderanno i principali temi dell’imprenditorialità e, allo stesso tempo, saranno utili a far conoscere tutti i soggetti coinvolti (i mentor, i giudici, gli organizzatori).

LEGGI ANCHE: Upskilling e reskilling: l’importanza di certificare le competenze per migliorare la propria vita professionale

Fertilizzazione e scouting

Da Marzo fino alla data dell’evento è previsto un calendario fitto di appuntamenti in tour per tutti gli enti pubblici e privati. L’obiettivo è educare e promuovere la manifestazione per stimolare a partecipare tutti i detentori di idee innovative e coloro che presentano una sensibilità e propensione verso i processi imprenditoriali.

A cadenza settimanale gli interessati avranno occasione di percepire da vicino l’esperienza e confrontarsi con personalità esperte del format per risolvere eventuali domande e perplessità in merito. I membri del comitato promotore e gli altri soggetti coinvolti nell’evento, infatti, si recheranno presso gli enti pubblici e privati per comunicare al meglio il format di Startup Weekend, stimolare le idee di impresa e coinvolgere tutte le persone potenzialmente interessate.

Crea il tuo primo mondo in 3D: guida pratica al metaverso

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi. L’argomento di questa puntata è dedicato al metaverso, quali sono le opportunità di business, come entrare nel metaverso in pratica, esempi e case study italiani e internazionali.

A parlarne con noi  Danilo Costa Founder e CEO Coderblock.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Che cos’è il metaverso
  • Come entrare nel metaverso in pratica
  • Quali sono le opportunità di marketing e business
  • Esempi e case study italiani e internazionali

KPI cosa sono immagine 02

KPI: cosa sono e come usarli al meglio nel Digital Marketing

I Key Performance Indicator sono metriche significative che indicano il successo nel raggiungimento di un tuo obiettivo, personale o professionale che sia. Il monitoraggio dei KPI ti aiuta a capire a diversi livelli se la tua attuale strategia sta funzionando.

Cosa sono i KPI nel marketing?

I KPI non sono “solo” metriche. Facendo un esempio di digital marketing, se il tuo obiettivo strategico è convertire gli utenti in clienti paganti, utilizzerai il tasso di conversione come KPI, mentre impressioni e clic possono essere considerati come semplici metriche.

La selezione dei KPI giusti consente ai manager di prendere decisioni aziendali intelligenti e informate sui passaggi successivi, ma non solo.

LEGGI ANCHE: 5 strumenti per massimizzare l’approccio Customer Centric dei brand

Perché sono importanti

Perché dedicare del tempo a determinare i KPI per la tua attività? Ecco 4 ottime ragioni.

Definire il successo

Molto probabilmente hai bene in mente quali siano gli obiettivi di digital marketing per il prossimo trimestre o il prossimo anno. Ecco, il processo di identificazione e misurazione dei KPI ti porta ad andare oltre e guardare quali azioni e comportamenti specifici guideranno te, il tuo team o la tua azienda verso tali obiettivi.

Ad esempio, se il tuo obiettivo è aumentare del 20% i lead acquisiti, dovrai identificare con il tuo team quali fattori intervengono su questo valore e stabilire alcuni passaggi specifici e attuabili per raggiungere questo risultato.

Anche a seconda dei canali digitali utilizzati, esistono molti modi per migliorare la lead generation, ma concentrarsi sui KPI della tua azienda può aiutarti a sviluppare una road map unica verosimile e su misura.

Ciò che viene misurato viene gestito

Sebbene ci siano molti fattori che determinano il successo di un team, è difficile sapere quali fattori sono i più critici a meno che non vengano monitorati.

Se non stai guardando qualcosa, non puoi sapere se migliora o peggiora: un’affermazione mai troppo banale, soprattutto nella frenetica vita di agenzia dove spesso l’operatività fagocita monitoraggio e reportistica, precludendo le possibilità di crescita. Determinare i fattori trainanti delle campagne digital (SEO, social, adv, DEM…) e monitorare i loro progressi contribuirà a mantenere il focus sul percorso tracciato.

Incoraggiare la responsabilità utilizzando i KPI

I numeri non mentono! È facile rispondere alle domande relative all’aggiornamento dello stato quando i KPI sono chiari e rilevanti, non limitati da parametri di riferimento irrilevanti come le ore di lavoro o il numero di e-mail inviate al giorno. I KPI consentono ai membri del team di assumersi la responsabilità del proprio tempo sul lavoro e di assicurarsi di allineare gli sforzi con gli obiettivi.

Inoltre, ritenere i membri del team responsabili del miglioramento dei KPI sotto il loro controllo fornisce a loro (e agli head) un metro per misurare le loro prestazioni. Non solo: in questo modo ognuno ha un modo per quantificare il modo in cui ha contribuito, mentre i responsabili possono vedere quali dipendenti stanno contribuendo maggiormente al raggiungimento degli obiettivi.

Fare squadra

I KPI di un team digital non devono necessariamente essere i classici indicatori di performance: ROI, CAC, CMPo, CTR, CPC, open rate,… Invece, possono concentrarsi sull’efficienza operativa dei singoli dipartimenti dell’agenzia/azienda, dando un risultato ponderato di come l’output di tali parti influisca sull’insieme.

Sviluppare e monitorare dei KPI dipartimentali significa evidenziare come i dipartimenti lavorano insieme per raggiungere gli obiettivi globali o, se più granulari, come contribuiscono le persone all’interno di ciascun team. Indirizzare tutti verso gli stessi obiettivi, presentandoli in modo chiaro e condiviso, fornirà unità di intenti e motivazione.

KPI cosa sono

Come scegliere i KPI giusti

Quindi, quali KPI di digital marketing dovresti monitorare? Esiste un numero apparentemente infinito di KPI e può essere facile cadere nella tentazione di tracciare molti elementi secondari senza imparare nulla. Prima di tutto, non è mai troppo banale ricordare che alcuni fattori da misurare, altri no.

Come misurare i KPI

  • KPI che coinvolgono tutta l’organizzazione, cioè metriche quantificabili in linea con gli obiettivi dell’agenzia/azienda. Questi saranno spesso vendite, lead, o più in generale conversioni. Di contro, un KPI potrebbe anche prevedere la verticalizzazione su uno specifico ambito.
  • KPI che riguardano un singolo canale di comunicazione devono essere riconducibili esclusivamente a quell’ambito e non vanno valutati in relazione ad altri, pensando al loro valore in quanto metriche trasversali (es. CTR).
  • Leading indicator. Come nell’economia, anche nel digital marketing monitorare un indicatore “anticipatore” serve per cercare di capire trend di prossima realizzazione. Ad esempio, potresti misurare quante persone hanno trascorso più di 2 minuti sul tuo sito anche se non hanno compilato il modulo di contatto. Questi dati possono mostrare che il tuo tempo e i tuoi sforzi stanno iniziando ad avere un impatto anche se non hanno ancora avuto risultati significativi.

Cosa non misurare

  • Eventi su cui non puoi intervenire. Se non puoi cambiarlo, non ha senso che sia un KPI.
  • Metriche di vanità. Tutti hanno avuto (hanno) qual cliente o quel quadro direttivo che vuole essere in cima a Google per una parola chiave che non fornisce traffico e conversioni.

Domande da porsi

Per identificare i KPI significativi è utile porsi alcune domande.

  • Qual è il tuo risultato desiderato?
  • Perché questo risultato è importante?
  • È correlato a un obiettivo aziendale specifico?
  • Come misurerai i progressi?
  • A quali altri fattori potrebbe riferirsi questa misura?
  • Come puoi influenzare il risultato?
  • Chi è responsabile del risultato?
  • Come saprai di aver raggiunto il tuo risultato?
  • Con quale frequenza esaminerai i progressi verso il risultato?

Come misurare i KPI: sii S.M.A.R.T.

George T. Doran, nel 1981, ha scritto un articolo intitolato:  “C’è un modo SMART per scrivere gli obiettivi e gli obiettivi del management”.

Negli anni, l’approccio SMART ha subito trovato ampia diffusione e applicazione, soprattutto in ambito gestionale, ed è il perfetto metro di giudizio per i tuoi KPI di digital marketing. Ogni Index deve quindi essere: Specifico, Misurabile, rAggiungibile (achiveable), Rilevante, Temporalmente limitato. In altre parole:

  • Il tuo obiettivo è specifico?
  • Riesci a misurare i progressi verso il tuo obiettivo?
  • L’obiettivo è realisticamente raggiungibile?
  • Quanto è rilevante l’obiettivo per la tua organizzazione?
  • Quali sono i tempi per raggiungere questo obiettivo?

Rispondere a queste cinque domande aiuta a fare chiarezza non solo in fase decisionale, ma anche in quella di condivisione. Non dovresti mai presumere che i tuoi collaboratori vedano i KPI nello stesso modo in cui li vedi tu.

Ad esempio, “raddoppiare le conversioni” lascia spazio a una molteplicità di interpretazioni, fugate invece dalla formulazione più SMART: “Ho bisogno che tu raggiunga un aumento del 100% delle conversioni qualificate su base annua entro la fine del terzo trimestre”.

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Come misurarli: 7 errori da evitare

1. Non metterli in relazione

Una cosa da tenere a mente con i KPI è che non contano tutti, e questo è particolarmente vero con le metriche tradizionali nel mondo digitale.

Ad esempio, le statistiche sul traffico del sito in un giorno in cui si verifica uno specifico evento di marketing, hanno senso solo se messe in relazione alle conversioni di quel giorno rispetto ad altri giorni, ad esempio, sarebbe un modo per applicare questi numeri per informare direttamente la strategia per la tua prossima campagna

Inizia con solo alcune metriche chiave che sai essere forti indicatori dello stato di salute della tua attività, quindi scopri se disponi o meno di uno strumento di analisi per gestire le metriche o se devi calcolarle da solo. Assicurati di concentrarti sui clienti e sul business, non sul “traffico” del sito Web di per sé.

2. Poca chiarezza nella suddivisione tra i canali

I diversi canali, come pubblicità, SEO e social media, sono stati attivati per soddisfare scopi diversi. Non genereranno tutti direttamente entrate o avranno lo stesso obiettivo principale, quindi i loro KPI primari sono diversi. Inoltre, è qui che vengono testate le tue capacità decisionali poiché dovrai allocare KPI specifici a canali specifici e assicurarti di scegliere correttamente in modo da trarne il massimo.

3. Trascurare il processo per i risultati

Spesso le aziende dimenticano lo scopo principale del tracciamento dei KPI concentrandosi sul processo piuttosto che sul risultato stesso.

Viceversa, i KPI sono metriche che mostrano il successo della tua azienda nel raggiungere gli obiettivi strategici. Pertanto, è fondamentale che ti aiutino a mantenerti motivato e a concentrarti sul raggiungimento degli obiettivi strategici definiti. Più specifico imposti questo obiettivo e il relativo KPI, più efficace sarà il tuo team nel raggiungerlo.

Tracciando i KPI che non sono focalizzati su risultati concreti, rischi di avere prestazioni scadenti.

4. Fermarsi alle vanity metric

Le metriche di vanità sono quelle che misurano le attività piuttosto che i risultati. Puntano sulla quantità piuttosto che sulla qualità. Ad esempio, misurare il numero di Mi piace o clic su un post sui social media può essere una parte molto utile dei tuoi KPI, ma senza contesto, questi numeri non significano nulla per la gestione.

I tuoi KPI dovrebbero comunicare l’impatto delle tue attività di marketing in un modo che la direzione possa facilmente comprendere. È facile per gli esperti di marketing comprendere e misurare metriche flessibili come tassi di apertura, impressioni e clic da un canale di marketing.

Ma la direzione comprende metriche difficili come entrate, previsioni di vendita e profitti/perdite. È necessario misurare e spiegare in che modo i dati influiscono sulle metriche hard.

In che modo le classifiche di ricerca organica si allineano con gli obiettivi aziendali?

Inoltre, aiuta a tradurre il gergo di marketing in termini familiari ai decision maker.

5. Stabilire KPI che dipendono fortemente da fattori esterni

La recente pandemia ci ha ricordato quanto possa essere imprevedibile e inaspettato l’ambiente esterno. Infatti, i fattori esterni hanno una grande influenza sulle condizioni in cui opera l’azienda. Dal momento che non possiamo controllare questi fattori esterni, non possiamo fare affidamento solo su quei KPI che dipendono estremamente da essi.

Il monitoraggio dei KPI che dipendono completamente da circostanze esterne rende la tua strategia più debole.

Quindi, assicurati che nel tuo set di KPI disponga di KPI in grado di misurare le tue prestazioni indipendentemente da fattori esterni.

6. Come usare i KPI per premiare e punire

Se i KPI di digital marketing diventano la base per impostare una retribuzione a cottimo soffocano la spinta alla crescita e all’innovazione. La necessità di misurare non deve trasformarsi in un’ossessione di controllo eccessivamente granulare e quindi inutile.

Viceversa, la cultura del lavoro si è evoluta per generare motivazione, affinità e crescita professionale dei talenti per alimentare l’evoluzione del business. Questo è particolarmente vero nel digital marketing, dove è fondamentale seguire i trend di settore e avvalersi degli strumenti più avanzati.

7. Creare report senza agire

Un altro problema forse sorprendente sui KPI è che le aziende spesso non agiscono su nessuno dei problemi che trovano. Ciò è spesso dovuto all’essere troppo occupati o alla mancanza di risorse.

Ma è uno spreco incredibile stabilire un processo per tenere traccia dei risultati, ottenere informazioni, ma ignorare o dimenticare i risultati. Le metriche diventano fini a sé stesse, un esercizio di stile, una serie di report ben fatti che si fermano all’analisi delle prestazioni senza indicare la via per un miglioramento.

La risposta a questo è di ridimensionare i tuoi KPI in modo da avere un set gestibile di report che supportano le tue attività principali.

cosa sono i Key Performance Indicator

19 esempi di KPI di digital marketing, divisi per canali

KPI di digital marketing

Customer Lifetime Value (CLV): il valore della vita di un cliente è la quantità di entrate che un cliente tipico genera nel tempo. Potrebbe trattarsi di giorni, settimane, mesi o anni, a seconda del tasso di conservazione tipico e delle offerte di prodotti o servizi di back-end.

Costo di acquisizione del cliente: il costo di acquisizione è quanto devi spendere per ottenere un nuovo cliente. Ciò potrebbe includere pubblicità, chiamate o visite di vendita e qualsiasi altra cosa che entri nel processo di prospezione e conversione.

Ritorno sull’investimento (ROI): il ROI è una funzione dei due KPI precedenti. Ti dice quanto profitto generi quando confronti il ​​costo di acquisizione dei clienti con le entrate generate.

Tasso di conversione: il tasso di conversione è la percentuale di visitatori che si trasforma in lead e i lead in clienti. Questo è un KPI di marketing generale, ma può essere applicato anche a qualsiasi altra categoria se desideri monitorare ciascun canale separatamente.

KPI dei social media

Mi piace, commenti e condivisioni: sono tutti indicatori di coinvolgimento, che equivale a tassi di conversione più elevati, una crescita del pubblico più stabile e relazioni più solide nel tempo.

Nuove impressioni: questo KPI dei social media dimostra la copertura, che dovresti mirare ad aumentare nel tempo attraverso annunci a pagamento, un migliore coinvolgimento e più follower.

Numero di follow rispetto al numero di unfollow: idealmente avrai più follower che non follower, ma questo KPI mostra se i tuoi contenuti sono rivolti o meno al pubblico corretto ed è abbastanza interessante da mantenere la loro attenzione.

KPI della Search Engine Optimization

Posizione degli annunci nelle pagine dei risultati (SERP): quanto si posiziona in alto il tuo sito Web nei risultati di ricerca per le keyword più significative? Il tuo obiettivo dovrebbe essere quello di essere in prima pagina su Google (o altri motori di ricerca) in modo che più persone trovino e facciano clic sul tuo sito web.

Traffico organico:  alti tassi di traffico organico significano che più persone trovano i tuoi prodotti e servizi semplicemente cercando domande o parole correlate, il che indica che la tua strategia SEO sta funzionando.

Click Through Rate (CTR) dei link: la frequenza con cui le persone fanno clic su annunci di ricerca a pagamento o pagine Web che appaiono organicamente nei risultati di ricerca indica l’efficacia dei copy. Stai puntando sulle leve giuste? Risulti interessante per il tuo pubblico? Rispondi in modo pertinente alle loro domande (query di ricerca)?

KPI Pay Per Click

Tasso di clic (CTR): come per la SEO, anche per gli annunci a pagamento la percentuale di persone che vedono il tuo annuncio nei motori di ricerca e fanno clic su di esso indica l’efficacia del copy o di contenuti visuali.

Tasso di conversione delle vendite: questo numero mostra se l’offerta promessa nell’annuncio è ancora rilevante per il pubblico a cui viene mostrato l’annuncio e se è sufficientemente in linea con le loro aspettative da convincerli ad acquistare.

Costo per acquisizione (CPA): l’importo che paghi per ogni nuovo cliente che hai ottenuto tramite un annuncio a pagamento mostra esattamente dove sta andando il tuo budget e se vale la pena re-investire o meno la tua campagna.

KPI dell’email marketing

Numero di e-mail consegnate / aperte / a cui si è risposto: queste informazioni indicano agli esperti di marketing se i loro messaggi stanno arrivando alle caselle di posta. Dimostrano anche se l’oggetto è sufficientemente persuasivo e se la campagna promuove un ulteriore coinvolgimento.

Percentuali di clic sui link e sui pulsanti CTA: mostrano l’efficacia delle tue offerte o inviti all’azione.

Azioni social e forward: la condivisione è una forma di coinvolgimento di alto valore che mette i tuoi post di fronte a più persone, il che è ottimo per aumentare le impressioni ed espandere il tuo pubblico.

KPI del marketing dei contenuti

Visite uniche: documentano il volume di traffico nel tempo, utile per vendere prodotti e servizi. Tuttavia, alcune visite uniche potrebbero provenire da bot, motivo per cui è fondamentale monitorare contemporaneamente anche il coinvolgimento e le conversioni.

Tempo medio a pagina: il tuo obiettivo dovrebbe essere quello di aumentare il tempo medio sulla pagina perché probabilmente porterà a un migliore tasso di conversione delle vendite. Inoltre mostra che i tuoi contenuti sono rilevanti per il tuo pubblico.

Percentuali di clic sui pulsanti: la maggior parte dei link e dei pulsanti dei siti Web sono legati alle vendite o all’acquisizione di dati importanti come le newsletter via e-mail. Avere un alto tasso di successo significa che le tue offerte e il tuo pubblico sono allineati.

Come tracciare i KPI

Potresti pensare che c’è un tool perfetto per misurare ogni KPI legato al digital marketing, e probabilmente è vero. Anzi, per alcuni canali ci sono più opzioni valide, mentre altri strumenti permettono di mettere in relazione dati provenienti da fonti eterogenee. Quello che nessun tool potrà fare, invece, è interpretare i dati in ragione dei KPI e degli obiettivi aziendali.

Con questa premessa, vediamo ora quali sono i tool più utili.

Software di Customer Relationship Management. Il tuo CRM tiene traccia di tutti i punti di contatto con i partner, quindi assicurati di utilizzare un CRM che copra l’intera attività, non solo la comunicazione con i clienti. Classifica le interazioni in base a gruppi come lead, opportunità, clienti paganti, MQL, SQL, per consentire confronti che informeranno le future decisioni di marketing e ti aiuteranno a definire meglio i tuoi KPI di marketing.

Google Analytics. Lo strumento di monitoraggio più utilizzato al mondo, Google Analytics, è gratuito e fornisce una visione chiara di tutte le principali metriche da un’unica dashboard. Prevede inoltre diverse forme di reportistica, oltre a essere predisposto ad essere collegato con Google Data Studio per offrire una personalizzazione ancora maggiore. EXTRA: la filosofia alla base dell’ultima versione, GA4, è uno specchio di come la raccolta dei dati si configuri sempre più non come una raccolta di informazioni sugli utenti, ma sui comportamenti (interazioni).

Facebook Insights. Con Insights della pagina Facebook, puoi vedere come sta andando la tua pagina aziendale e impostare i tuoi KPI di marketing per ottimizzare i risultati di Facebook. Scopri quante persone vedono i tuoi post, con quali post le persone interagiscono di più, il rendimento di ogni post, quali azioni vengono intraprese sulla tua pagina e altro ancora.

Youtube Analytics. La piattaforma offre uno strumento molto curato per fare luce sui principali KPI di marketing dei video, inclusi tempo di visualizzazione, sorgenti di traffico, dati demografici del pubblico, posizioni di riproduzione e altre metriche di coinvolgimento, il tutto in tempo reale.

Strumenti di email marketing.  MailChimp, SendinBlue, HubSpot, MailerLite, e altri servizi ugualmente validi forniscono ottimi servizi di email marketing, facendo anche luce sul rendimento delle tue campagne di email marketing attraverso i tuoi KPI di marketing predefiniti. Quando scegli il tuo, il consiglio è di verificare quanto lo strumento è generalista o specializzato in una nicchia, come e-commerce, PMI, lead generation,… Due elementi spesso cruciali sono la facilità di creazione delle automation e le possibilità di gamification (anche con estensioni ad hoc).

Strumenti di social media marketing. È necessario utilizzare strumenti per misurare i dati di marketing da ciascuno dei tuoi canali social. Anche se molte piattaforme forniscono toll di analisi interni, puoi usare strumenti in grado di misurare le menzioni del tuo marchio, misurare il coinvolgimento del pubblico e il traffico proveniente da ciascuna piattaforma di social media, creare report di marketing e offrire dashboard di analisi incrociate. Alcuni esempi sono: SproutSocial, HubSpot, BuzzSumo, HootSuite.

Strumenti di content marketing. Il ROI del marketing dei contenuti è notoriamente difficile da misurare. Un buon marketer di contenuti utilizza una varietà di SEO, CRO e strumenti di distribuzione dei contenuti per misurare quali contenuti hanno generato lead e quali devono essere migliorati. Strumenti come Ahrefs e Semrush misurano la quantità di link in entrata e mostrano le tue classifiche di ricerca. Strumenti come Google Analytics possono aiutarti a misurare le frequenze di rimbalzo, il traffico da ciascun canale e l’esperienza utente complessiva sul tuo sito. Google Search Console è un altro ottimo strumento per aiutarti a ottimizzare le prestazioni del tuo sito e dei tuoi contenuti.

Strumenti pubblicitari. Ogni marketer digitale ha bisogno degli strumenti giusti per misurare il traffico proveniente dagli annunci. Questi potrebbero includere strumenti di reporting come Google Data Studio che aggrega tutti i dati da ciascun canale di marketing (annunci di Google, annunci di Facebook, Amazon Advertising, banner pubblicitari, ecc.). Hai bisogno di uno strumento solido che analizzi tutte le tue campagne, le scomponga in base all’URL della campagna, aiuti a misurare i tuoi test AB e aiuti a implementare le modifiche per migliorare il tuo ROI.

cosa sono i KPI

Come farne uno strumento di crescita

I KPI di digital marketing indicano una rotta da seguire, ma perché essa abbia significato nel tempo e sia un veicolo di crescita, è necessario procedere con metodo, per guidare effettivamente l’organizzazione verso degli obiettivi chiari e condivisi senza deviazioni.

Ecco 3 aspetti essenziali per rendere i KPI degli strumenti di crescita.

Gerarchia

Inizia decidendo cosa devi monitorare. Assicurati che i tuoi KPI riflettano la tua strategia aziendale e misurino i progressi della tua azienda verso gli obiettivi strategici.

Per il monitoraggio dei progressi, di solito vengono scelti KPI che assumono la forma di somme, percentuali, rapporti e medie.

Naturalmente, questa non è una regola universale, ma questo approccio aiuta ad andare sul sicuro ed evitare le cosiddette metriche di vanità quando le aziende gestiscono numeri di grande crescita anche se non ci sono reali progressi dietro di essi.

È importante che i KPI siano frutto di un confronto, una visione comune tra tutti gli stakeholder, ma che una sola persona sia il referente per il raggiungimento dell’obiettivo e abbia l’autorità per effettuare interventi correttivi.

Azioni e risultati

Sai come cambiano i dati nel tempo, ma sai cosa guida il cambiamento? Allineando le attività con i risultati, non solo misuri lo stato di salute della tua organizzazione, ma puoi prevedere quali passaggi portano ai risultati giusti. Inoltre, puoi identificare quali attività intraprendi “perché abbiamo sempre fatto così”.

Queste attività non determinano risultati e dovrebbero essere eliminate al più presto.

La combinazione della comprensione dell’impatto sui risultati e della riduzione dell’inefficienza può portare la tua organizzazione a un livello superiore.

Reportistica e comunicazione

Un argomento già toccato, ma da ribadire in ottica growth-driven. Trascurare di aggiornare il proprio team e farlo in modo superficiale vanifica i traguardi raggiunti. Implementare un sistema di monitoraggio dei KPI è un’operazione trasversale.

Una dashboard di KPI progettata in modo improprio, con informazioni incomplete, fuorvianti o non significative porta i dipendenti a vedere i momenti di confronto come tempo sprecato. Durante una riunione, il team dovrebbe comprendere a colpo d’occhio la metrica chiave di ogni tabella e grafico.

Alla fine del brief, ciascuno dovrebbe avere ben chiaro l’andamento dei KPI e quale è il proprio focus per il periodo successivo.

Come formarsi e rimanere aggiornati

I Key Performance Index sono per loro natura strettamente legati agli ambiti di applicazione. Nell’ambito di digital marketing questi spaziano dalla Strategia a contesti più specifici come Content Marketing, Ecommerce, Performance Marketing, Social Media Marketing, Digital e Search Engine Marketing.

Per ciascuno di questi è possibile intraprendere un percorso di crescita dedicato, imparando a identificare e raggiungere i KPI più significativi per visualizzare l’efficacia di una strategia.

terna digital transformation

Transizione Energetica e Digital Transformation: Terna investe 1,2 miliardi per la decarbonizzazione

In che modo il digitale sta trasformando il settore energetico?

Una cosa è certa. Le innovazioni tecnologiche stanno ridefinendo il settore.

E non è più una novità da qualche anno ormai. La vera novità sono le innovazioni sul mercato che giorno dopo giorno promuovono un uso sempre più sostenibile dell’energia.

La digitalizzazione sta accelerando la trasformazione dell’Energy Industry, con un nuovo approccio orientato a fonti sempre più pulite, decentralizzate e sostenibili.

Se i segni più evidenti di questo cambiamento possono quindi essere percepiti attraverso i progressi compiuti dalle tecnologie impiegate nella generazione e massimizzazione dell’energia rinnovabile – come eolico e solare – dietro le quinte del settore si lavora per creare una nuova spina dorsale digitale.

Una struttura che permette alle turbine eoliche, ai pannelli solari e alle batterie di produrre e immagazzinare energia per lavorare in modo molto più efficace. Queste nuove tecnologie stanno rivoluzionando i servizi di pubblica utilità che forniscono energia, consentendo a nuovi player – e ai mercati affini – di offrire nuovi servizi alle persone.

Energia, Digitale e Digital Economy: “certi amori fanno giri immensi e poi ritornano

E dire che il settore energetico è stato uno dei primi ad adottare le tecnologie digitali.

Negli anni ’70, le società di servizi energetici globali erano pionieri del digitale: utilizzavano tecnologie emergenti per facilitare la gestione e il funzionamento delle reti.

Le compagnie petrolifere e del gas utilizzano da tempo le tecnologie digitali per migliorare il processo decisionale per le attività di esplorazione, estrazione e produzione, sia per giacimenti che per oleodotti.

Il settore industriale utilizza da decenni controlli di processo e automazione, in particolare nell’industria pesante, per massimizzare la qualità e la resa del prodotto, riducendo al minimo il consumo energetico. I sistemi di trasporto intelligente utilizzano le tecnologie digitali per migliorare la sicurezza, l’affidabilità e l’efficienza nello spostamento, nella spedizione e nella logistica delle merci.

Oggi il ritmo della digitalizzazione dell’energia è in aumento.

Gli investimenti nelle tecnologie digitali da parte delle società energetiche sono aumentati notevolmente negli ultimi anni.

Ad esempio, gli investimenti globali in infrastrutture e software per l’elettricità digitale sono cresciuti di oltre il 20% all’anno dal 2014, raggiungendo 47 miliardi di dollari nel 2016. Questo investimento digitale nel 2016 è stato quasi il 40% superiore agli investimenti nella produzione di energia elettrica a gas in tutto il mondo (34 dollari miliardi) e quasi pari all’investimento totale nel settore elettrico indiano (55 miliardi di dollari).

Transizione energetica e Digital Transformation Terna Ninja Marketing

Oggi il settore energetico potrebbe essere arrivato alla Digital Economy un po’ più tardi rispetto ad altre industry. Ma sta recuperando rapidamente terreno e questo è ciò che conta.

Digitalizzazione: la Quarta Rivoluzione Industriale

La “spina dorsale digitale” a cui punta l’industria energetica, molto spesso definita come la Quarta Rivoluzione Industriale, sarà la componente cruciale della rete intelligente del futuro. Con la conseguente capacità di integrare nella rete progetti di energia rinnovabile.

Si aprono nuovi scenari all’orizzonte, come la possibilità di vendere una produzione energetica alle utility locali o ai clienti aziendali tramite un PPA (Power Purchase Agreement).

La digitalizzazione può aiutare a integrare le energie rinnovabili variabili consentendo alle reti di far corrispondere meglio la domanda di energia nei momenti in cui il sole splende e il vento soffia.

Nella sola Unione Europea, l’aumento dello storage e della gestione della domanda attraverso canali digitali, potrebbero portare alla riduzione del consumo di solare fotovoltaico e dell’energia eolica dal 7% all’1,6% entro il 2040. Evitando 30 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica.

LEGGI ANCHE: Comprendere (davvero) l’Open Innovation: i 4 progetti di Terna a Maker Faire

L’introduzione dei Sensori Intelligenti

Una delle innovazioni più importanti degli ultimi anni è stata l’implementazione di sensori intelligenti praticamente su ogni apparecchiatura che utilizza o produce energia.

Questi sensori caricano informazioni, generando quello che ormai tutti conosciamo come “Internet of Things” (IoT). Un sistema integrato di dati, trasmissioni e relazioni digitali che consente agli operatori di vedere come funzionano ed evolvono particolari progetti o apparecchiature.

Quando necessitano di manutenzione, i sensori richiamano l’intervento per la risoluzione di problematiche ancor prima che si verifichino. E anticipare il malfunzionamento prima che si verifichi.

Questo è il futuro e lo stiamo vivendo oggi.

Transizione energetica - Terna e Internet of Things

L’impatto del Digital ad ampio raggio

Su scala più ampia, i gestori di rete possono anche ottimizzare le prestazioni del sistema e integrare un’energia meglio distribuita e più decentralizzata. Un maggiore controllo sul dettaglio – reso possibile proprio dalla grande quantità di dati a nostra disposizione e generati dall’ IoT – è il vantaggio conquistato con la Quarta Rivoluzione Industriale.

Ad esempio, l’eolico e il solare hanno il potenziale per essere utilizzati in modo più efficace se associati ai progressi nelle tecnologie di accumulo di energia.

Fino a poco tempo fa, gran parte di questi dati non sarebbero stati analizzati perché non avevamo gli strumenti per farlo. Ma l’avvento delle tecniche di analisi dei big data, che utilizzano l’Intelligenza Artificiale e l’apprendimento automatico, consente a tali informazioni di aumentare l’efficienza in tutto, dai singoli dispositivi all’intera rete.

Blockchain, Digitale ed Energia

Cosa ha a che fare l’informatica quando si parla di ottimizzazione energetica, decarbonizzazione e di energie rinnovabili?

Perché viviamo nell’era dell’Internet of Things.

Numerosi dispositivi di uso quotidiano sono collegati a internet e scambiano informazioni per migliorare la loro efficienza, essere controllati da remoto oppure monitorare le proprie prestazioni.

Anche la distribuzione dell’energia funziona seguendo queste logiche e qui entra in gioco la blockchain: i prosumer fotovoltaici (i consumatori energetici che diventano a loro volta produttori) possono essere considerati come centri nevralgici di una rete che invia energia da loro prodotta per ridistribuirla nel mercato. La blockchain permette di monitorare e validare questi scambi.

Questa tecnologia, combinata con sistemi di accumulo fotovoltaico, permette anche di risolvere il problema della non programmabilità delle energie rinnovabili. In una configurazione tradizionale, se gli impianti si trovano in una condizione di sovrapproduzione vengono esclusi dalla rete perché essa è incapace di gestire il picco.

Grazie alla blockchain, invece, è possibile suddividere il surplus energetico in pacchetti di energia. Questi vengono temporaneamente immagazzinati nei sistemi di accumulo e, per mezzo di sistemi di validazione, è possibile tenerne traccia e reimmetterli nella rete quando sono necessari.

Questo sistema permette alla rete di gestire efficacemente i picchi di produzione ed essere più stabile. Se uno o più nodi hanno un malfunzionamento non ci sono ripercussioni sugli altri, poiché l’infrastruttura non dipende da un singolo punto di produzione, stoccaggio e distribuzione.

LEGGI ANCHE: Come l’intelligenza artificiale può guidare il cambiamento della società

Innovazione e Digitalizzazione: gli investimenti di Terna per una rete elettrica ancor più efficiente e sostenibile

Nei prossimi anni l’innovazione, le nuove tecnologie e la digitalizzazione continueranno ad avere un ruolo chiave. Se possibile ancor più centrale e decisivo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione della transizione energetica a beneficio dell’intero sistema elettrico.

Per rispondere alla crescente complessità del sistema, Terna – la società che gestisce la rete elettrica nazionale – ha previsto ulteriori investimenti in innovazione e digitalizzazione. Nell’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2025 ‘Driving Energy’, l’azienda, infatti, ha aumentato gli investimenti in digitalizzazione e innovazione da 900 milioni a circa 1,2 miliardi di euro (dei 10 miliardi di euro complessivi del Piano).

La società concentrerà il suo impegno su soluzioni tecnologicamente avanzate per proseguire con le attività di installazione di sensori, sistemi di monitoraggio e diagnostica predittiva, al fine di migliorare la sicurezza, l’affidabilità e la resilienza delle reti elettriche.

Terna ha circa 70 progetti di innovazione attivi, il 70% dei quali dedicato al core business. Ovvero lo sviluppo e la manutenzione della rete nazionale e le attività di dispacciamento attraverso l’uso di robot, droni, realtà virtuale e realtà aumentata.

transizione energetica - terna analisi predittive

Tutte le nuove iniziative previste dal Piano Industriale dell’azienda sono declinate nei 4 cluster tecnologici che Terna ha definito come proprio punto fermo per lo sviluppo di nuove soluzioni:

  1. Digital, soluzioni intelligenti per la gestione dell’energia e della potenza;
  2. Energy Tech, soluzioni innovative che utilizzano tecnologie più efficienti e green;
  3. Advanced Materials, attività di ricerca e sviluppo per l’utilizzo di materiali eco-compatibili a ridotto impatto sull’ambiente;
  4. Robotics, per l’automazione dei processi.

Terna si conferma ancora una volta attenta alle dinamiche economiche, politiche e sociali del pianeta.

La clusterizzazione delle tecnologie per il Piano Industriale è stata infatti elaborata tenendo in considerazione i trend tecnologici globali. Come le peculiarità del settore elettrico, la sfida della transizione energetica, la crescente attenzione per la digitalizzazione e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu dell’Agenda 2030.

TikTok Made Me Buy It: Promuovi il tuo business con l’advertising su TikTok

Continuano senza sosta i nostri appuntamenti con i Webinar PRO targati Ninja: tutti gli insight, trucchi, trend, dietro le quinte sui temi caldi del momento, condivisi con voi. L’argomento di questa puntata è dedicato alle opportuinità di TikTok Advertising, come creare un annuncio su TikTok, come ottimizzare le campagne, monitorare e fare il reporting dei risultati.

A parlarne con noi  Giada Franceschini Head of Advertising di ZERO.

Non perderti i punti salienti dell’intervista:

  • Introduzione a TikTok Advertising
  • Come creare un annuncio su TikTok
  • Formati e struttura delle inserzioni
  • Best practice per la creatività
  • Targeting e definizione del pubblico
  • Reporting e Monitoraggio dei risultati

progetto Come Back Brighter Canon

Libero sfogo alla creatività: un progetto formativo per tornare a brillare

Been down, but I’ve come back brighter”.

“Mi sono sentito giù, ma sono tornato più luminoso”.

Inizia così un brano dei Reef, rock band britannica che descrive la difficoltà e la fatica che si provano quando ci si trova di fronte a un “cigno nero”. Un evento inaspettato che ci lascia spiazzati e lottiamo con tutte le nostre forze per ristabilire un equilibrio perduto. Per tornare più forti di prima.

Inutile dire quanto sia stato incisivo il lockdown nella vita reale e nella percezione di tutti noi. La nostra quotidianità è stata letteralmente stravolta e siamo ancora oggi alla ricerca di qualcosa che ci trasmetta una nuova energia.

canon - studenti felici - Come Back Brighter

Un percorso formativo per tornare più luminosi

Proprio per dissolvere l’alone di inerzia e insicurezza degli ultimi due anni, Canon e Acer in collaborazione con NABA, Nuova Accademia di Belle Arti – hanno voluto lanciare l’iniziativa Come Back Brighter.

Un progetto formativo di eccellenza e dall’alto significato metaforico riservato a 10 fortunati studenti NABA.

Obiettivo del percorso? Suddivisi in 4 gruppi di lavoro, gli studenti hanno sviluppato un progetto di campagna grafica integrata (tra digitale e stampa) dedicata proprio al ritorno al colore brillante che ispira rinascita e vitalità.

Il tutto supportati dalle attività di mentoring e consulenza tecnologica di un top player nel mercato della fotografia, dei video e della stampa come Canon.

<< Scopri come puntare sul colore per rendere più luminosa la tua campagna di grafica integrata >>

Più brillantezza alle immagini con Canon

Canon ha così scelto di presentare la nuova gamma di plotter grafici imagePROGRAF GPcollegando la brillantezza e l’alto impatto visivo dei colori sulla stampa a grande formato con la necessità di tornare a vivere un presente radioso, luminoso, quello di cui tutti noi abbiamo bisogno, in sinergia con Acer, che mette a disposizione dei processi di stampa la sua gamma di Laptop per il design grafico ConceptD, la nuova serie di dispositivi che consente ai professionisti del settore e agli artisti di esprimere il proprio talento grazie all’alto livello di fedeltà cromatica e alla vividezza delle immagini.

Quale miglior cura se non quella dei colori per tornare a brillare?

Il potere terapeutico dei colori, insieme al dinamismo e l’intraprendenza delle nuove generazioni, sono i due elementi al centro della campagna comunicativa Come Back Brighter.

Un richiamo alla rinascita delle immagini dopo anni di restrizioni, chiusure e distanziamenti. Dopo il lungo periodo di buio dettato dalla pandemia abbiamo tutti bisogno di energia, luce e vivacità.

L’idea del progetto è assolutamente in linea con gli umori del nostro tempo: ritrovare l’equilibrio perso da un paio d’anni lasciandoci stupire e incantare da forme, linee, parole e immagini esaltate da una nuova tecnologia di stampa del colore.

Ecco che nel progetto Come Back Brighter si fondono innovazione tecnologica, studio del mestiere e indagine culturale.

Gli step del progetto Canon e Acer

Molto più di una campagna di comunicazione.

Un programma educativo pensato per i giovani creativi di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti che è ormai un punto di riferimento quando si parla di comunicazione grafica e design.

Una volta realizzata la proposta grafica, gli studenti hanno potuto assistere all’intero workflow di stampa professionale dei loro progetti presso il Canon Experience Center di Cernusco sul Naviglio.

In questo modo per loro è diventato ancora più evidente l’impatto cromatico e visivo della resa dei plotter grafici imagePROGRAF GP.

Uno dei progetti è stato selezionato e viene presentato ufficialmente al Print4All 2022, il grande evento fieristico dedicato al settore della stampa, del converting e del packaging che si svolge a Milano dal 3 al 6 maggio.

canon - studenti universitari - Come Back Brighter

Digitale e stampa insieme per una campagna di successo

Perché Canon e Acer hanno scelto di lanciare un progetto di formazione accademica per far luce (in questo caso in senso anche letterale) sulla nuova resa cromatica della stampa?

Le aziende sono convinte che la capacità di restituire precisamente i colori e i dettagli dell’immagine così come è stata concepita e la qualità di un’immagine stampata facciano la differenza in termini di comunicazione ed engagement della persona, e il progetto Come Back Brighter ne è la prova tangibile.

Un’immagine digitale non potrà mai infondere la stessa fiducia, autorevolezza e creatività di una stampa di qualità ad alta definizione (e con una resa dei colori eccellente).

Ecco perché Canon continua a investire nel miglioramento delle tecnologie dedicate alla stampa e alla realizzazione di progetti grafici.

Ma non è una lotta all’ultimo sangue tra reale e digitale. Il progetto Come Back Brighter vuole dimostrare, a partire dall’ambiente accademico e dai giovani, che esiste un flusso di lavoro attraverso il quale digitale e materiale possono convivere.

E fare meglio di quanto si possa credere.

Come Back Brighter oltre che riportare luce e brillantezza sostiene metodi di integrazione sempre più stretta tra creazione digitale e fisica.

Collocare la stampa in un corretto sistema di media mix è la via per migliorare l’esperienza del consumatore e incrementare i risultati commerciali.

La stampa, gli stakeholder e gli strumenti impiegati per la realizzazione di progetti di comunicazione visiva, devono far sentire la propria voce.

Nel momento in cui i brand saranno in grado di calcolare l’impatto positivo generato dalla qualità di stampa saranno definitivamente convinti che il digitale può raggiungere vaste platee, ma è la stampa a colpire le persone nell’intimo. E conquistarle.

Guardare al futuro con una nuova luce sul passato

È vero, consumatori e brand tendono a considerare la stampa come uno strumento superato. Numerose ricerche continuano ad affermare che gli investimenti di marketing si spostano sempre più verso sistemi di comunicazione digitale.

Immagini, video, ora persino gli incontri si spostano dai luoghi reali al metaverso.

Una tendenza che prosegue nonostante il calo di attenzione da parte di persone e utenti sempre più sopraffatti e stremati dal sovraccarico di informazioni online.

Se è vero che anche le generazioni meno avvezze al digitale si sono fatte conquistare dalla velocità, l’immediatezza e la tracciabilità delle azioni di marketing online, non si può negare che la stampa continua a vincere sul digitale in termini di impatto emozionale e visivo. 

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