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  • Come fare Email Marketing nelle settimane dell’emergenza

    In questi giorni l’engagement di alcune email potrebbe registrare un netto miglioramento, ma attenzione, perché un messaggio sbagliato potrebbe creare problemi di branding e reputazione

    14 Aprile 2020

    L’emergenza COVID-19 ci ha ricordato quanto sia importante mantenere le relazioni con il proprio pubblico. È in momenti come questi che i brand si accorgono di voler comunicare con tutti i loro destinatari e questo li porta a includere anche quella porzione di contatti solitamente esclusa dagli invii. La segmentazione, il monitoraggio, l’attività di testing, l’equilibrata distribuzione degli invii nel tempo per evitare di generare picchi di volumi rischiano presto essere abbandonate. Ma sarebbe un errore. Un’attività di invio massivo, infatti, ha ripercussioni in termini di deliverability. Gli algoritmi dei sistemi di spam filtering dei provider non sono dotati di empatia, purtroppo, e potrebbero penalizzarci. email marketing coronavirus

    Le best practice da non dimenticare

    In un recente articolo di Gartner si raccomanda, prima di inviare le proprie comunicazioni, di valutare alcuni aspetti, ponendosi una serie di quesiti:
    • Stai per comunicare qualcosa di diverso rispetto a quanto stanno facendo gli altri brand?
    • Il contenuto delle email diverge da ciò che i destinatari sono abituati a ricevere?
    • I destinatari riescono a comprendere dall’oggetto e dalle prime righe dell’email l’informazione chiave della comunicazione?
    • Le informazioni chiave dell’email sono legate alle esigenze dei destinatari in questo specifico momento?
    Su quest’ultimo punto viene posta particolare attenzione. Data la criticità della situazione, la regola generale dovrebbe essere quella di ridurre il più possibile l’intasamento della posta elettronica e il rumore di fondo generale, così da favorire e dare maggiore visibilità ad aggiornamenti e comunicazioni realmente importanti. Ecco quindi alcuni consigli raccolti da MailUp per continuare a fare Email Marketing in modo rilevante anche nelle settimane dell’emergenza. email marketing coronavirus

    Email per fare marketing e per comunicare

    Prima di inviare le email verifica che le indicazioni di cui abbiamo parlato poco più sopra siano soddisfatte, rispondendo alla domanda “i destinatari hanno veramente bisogno di ricevere questa comunicazione?”. Non bisogna approfittare del momento per caricare nel database una notevole quantità di nuovi contatti ai quali non si è mai spedito. Contatti molto vecchi o acquisiti con modalità non corrette possono portare a un calo di reputazione o addirittura a un blacklisting; senza contare che si potrebbe generare un picco di disiscrizioni, che andrà a pesare sul database anche a emergenza terminata. Se vuoi vendere qualcosa o lanciare particolari promozioni in questo momento, procedi come hai sempre fatto, segmentando il pubblico in modo oculato. Un’ultima riflessione può essere fatta sull’engagement. Le settimane che stiamo vivendo ci dicono che l’email non è solo marketing: nel momento del bisogno può essere lo strumento più efficace per comunicare. Ma ci dice anche un’altra cosa: i risultati medi che siamo abituati a considerare come riferimenti in realtà potrebbero non esserlo in questi giorni. I tassi di apertura, i clic, ma anche il ROI (nel senso più generale del termine, ovvero il ritorno di una determinata attività) possono cambiare a seconda del contesto. Sappiamo come le attività dei destinatari sull’email siano proporzionali alla rilevanza del contenuto veicolato e oggi i tassi di apertura potrebbero essere decisamente più alti del solito. Questo accade perché i contenuti sono molto rilevanti per i destinatari, più rilevanti rispetto ai contenuti che erano abituati a ricevere dalle stesse aziende. email marketing coronavirus

    No panic

    Nonostante si possa assistere in questo periodo a un netto miglioramento dell’engagement di alcune comunicazioni rispetto alla media, è altrettanto vero che un messaggio sbagliato o una pratica sbagliata potrebbero creare problemi di branding e reputazione di invio ancora peggiori rispetto al passato. In ogni caso il consiglio è di non farsi prendere dal panico e non considerare questo periodo come una fase in cui inviare comunicazioni anche ai contatti che non avevamo mai incluso nei nostri invii, poiché sarebbe controproducente. Inviamo anche a loro solo se abbiamo qualcosa di fondamentale da comunicare, qualcosa di diverso dal solito. Pensiamo sempre in termini di rilevanza: anche in questo caso rimane sempre il parametro migliore per avere risposte positive da parte dei destinatari.