Come fare Storytelling, anche durante l’emergenza Coronavirus
Essere divertenti può non essere sempre la strada giusta, piuttosto informa la tua community e fai capire che ci sei e che non abbandonerai i tuoi follower
10 Aprile 2020
Quando si fa storytelling non si raccontano semplicemente “storie”, bensì si comunica alla propria audience, che si deve conoscere e che si è precedentemente analizzata, un “autentico racconto”. Accompagnare questi interlocutori verso la dimensione desiderata non è un’operazione affatto facile. Ma vale la pena affrontarla. Lo storytelling necessita di un cosiddetto habitat narrativo, all’interno del quale si invitano i soggetti scelti, verso un comune destino. Bisogna analizzare la realtà e riprodurla. In maniera coerente e strutturata. Partendo da qui si possono creare contenuti unici che sappiano nel tempo mantenere ed assicurare credibilità. Ecco da dove inizia la sfida. LEGGI ANCHE: Corporate Storytelling: come raccontare al meglio la tua storia (e quella del tuo pubblico)
Perché raccontarsi: necessità o inadeguatezza?
Il termine storytelling oggi è forse un po’ abusato. Per questo forse ci si è dimenticati della sua naturale accezione e della sua complessa struttura. Raccontare aiuta certamente a riflettere ed esprime intrinsecamente, una volontarietà che può configurarsi in ambito digital, come una vera e propria necessità: vendere ad un pubblico specifico, con una direzione business-oriented, oppure esprimere una dimensione di inadeguatezza. Talvolta esigiamo di voler elaborare un “racconto” di noi, pensiamo di aver in pugno tratti unici ed irripetibili, che la storia da proporre sia vitale per noi e per chi ci ascolta. Può essere così, ma bisogna ricordare sempre di essere sinceri quando si racconta: è fondamentale, al di là di tutto, per arrivare al cuore di chi ascolta.6 variabili chiave dello Storytelling
L’attività di storytelling necessita di un’organizzazione ben precisa. La delinerei, come riportato dalla Marvel Cinematic Orchestra, un vero e proprio insieme di “regole e passaggi facenti parte di una strategia molto più ampia”. Ecco le sei variabili chiave dello storytelling ed i suoi più importanti protagonisti:- Story listener (lettore o ascoltatore del racconto)
- Story (il racconto in sé che deve essere adatto ai canali digitali di distribuzione)
- Show (modalità di svolgimento)
- Story-teller (chi potenzialmente influenza le storie e ne determina la cosiddetta story-experience)
- Story-architect (il “creatore della dimensione” desiderata)
Partire dal lettore. Si comincia da qui
Partiamo dal presupposto che non dobbiamo, e non possiamo, piacere a tutti. I racconti devono innanzitutto presentarsi come coerenti e reali. Parti da un obiettivo ben delineato, la cosiddetta core-story, e ricordati alcune semplici domande da porti prima di iniziare. Questo processo, seppur presentato in minima parte, ti aiuterà senz’altro a capire a chi ti stai rivolgendo.- Chi è il tuo pubblico?
- Perché l’hai scelto?
- Che età ha?
- In quale canali riuscirà a seguirti meglio?
La checklist per iniziare a fare storytelling
Pubblico analizzato, obiettivi chiari e sinceri. Adesso ci siamo, quasi! Prima di raccontare e fare storytelling, analizzate per l’ultima volta la vostra core-story e create uno storyboard accattivante che sappia conquistare il target di riferimento. Poniti gli ultimi doverosi quesiti:- Quale tipo di immagine preferisce il mio pubblico?
- Quale contesto?
- Quali immagini potenzialmente rifiuta?