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  • In America l’energia prodotta da fonti rinnovabili ha superato quella da carbone per la prima volta

    Nonostante la promessa del presidente Donald Trump di ringiovanire l'industria del carbone tagliando la regolamentazione, l'America comincia a preferire gas naturale e rinnovabili

    2 Maggio 2019

    La rivoluzione americana dell’energia pulita è a un punto di svolta. Solo pochi anni fa non lo avremmo immaginato, ma il carbone sta per essere detronizzato dal trono del settore energetico. A minacciare la sovranità del carbone è stata sicuramente l’introduzione del gas naturale, un combustibile fossile molto più pulito che ha rosicchiato fette di mercato sempre maggiore al principale rivale. Ora, anche le prestazioni delle energie rinnovabili iniziano a dare filo da torcere e programmano di stabilire una gerarchia tutta nuova tra le fonti di approvvigionamento energetico.

    Perché il sorpasso è così importante

    Secondo un recente rapporto pubblicato da Institute for Energy Economics and Financial Analysis, si stima che il settore delle energie rinnovabili abbia generato più elettricità, nel mese di aprile, rispetto al carbone. Non era mai successo prima. “Cinque anni fa questo non sarebbe mai successo”, ha dichiarato Dennis Wamstead, analista di ricerca presso l’IEEFA, in un’intervista. “La transizione che sta avvenendo nel settore elettrico negli Stati Uniti è stata fenomenale”.

    Come è cambiato il mercato energetico in America negli ultimi anni

    Fino a una decina di anni fa l’energia rinnovabile americana era quasi inesistente, se non per la produzione di energia idroelettrica. Diverse ondate di investimenti, sull’eolico prima e sul solare poi, hanno reso queste tecnologie molto più economiche. LEGGI ANCHE: La nuova Tesla Model S può fare quasi 600 chilometri con una sola ricarica Allo stesso tempo, una maggiore consapevolezza dei cambiamenti climatici (e dei rischi correlati) ha portato molte famiglie, aziende e stati a pretendere un comportamento più virtuoso nei confronti dell’ambiente, anche tramite lo sviluppo e l’impiego di tecnologie che producono e utilizzano energia pulita.

    Cosa dice il rapporto

    Il rapporto è giunto alle conclusioni riguardo a un primo sorpasso della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rispetto al carbone citando le statistiche messe a disposizione dal Governo americano. Secondo la US Energy Information Administration, le energie rinnovabili  (idroelettrica, biomassa, eolica, solare e geotermica) inizieranno periodicamente a generare più energia di quelle del carbone, almeno su base mensile. LEGGI ANCHE: L’auto elettrica di Pininfarina si chiama Battista ed è più veloce di una Formula 1 Se è vero che si tratta di una pietra miliare su cui costruire un nuovo modo di pensare all’elettricità e al consumo, va considerato che nel periodo di riferimento preso in esame alcune centrali a carbone vengono chiuse per “stagionalità”, perché è all’inizio della primavera che iniziano le normali operazioni annuali di manutenzione. Specularmente, energia idroelettrica ed eolica sono tendono a raggiungere picchi alti di produzione proprio in questo periodo. Su base annua, infatti, la potenza dell’energia accumulata tramite fonti rinnovabili è destinata a rimanere dietro al carbone e al gas naturale ancora per diversi anni.

    La transizione dell’energia pulita sta accelerando

    Non dobbiamo quindi aspettarci un cambiamento totale nei prossimi mesi del 2019, ma l’energia rinnovabile resta comunque la fonte in più rapida crescita per la fornitura di energia elettrica, almeno per i prossimi due anni. La quota di carbone nella produzione totale di energia elettrica è scesa dal 45% nel 2010 al 28% nel 2018 e si prevede che si riduca a solo il 24% nel 2020. LEGGI ANCHE: Le aziende che si impegnano per l’ambiente esistono (e ci guadagnano anche) Nonostante la promessa del presidente Donald Trump di ringiovanire l’industria del carbone tagliando la regolamentazione, la fame di carbone dell’America continua a ridursi. Il consumo di carbone degli Stati Uniti è diminuito di circa il 4% nel 2018 al livello più basso dal 1979.