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  • Dal rischio del Day Zero all’impatto sull’economia, ecco cosa ci ricorda la Giornata Mondiale dell’Acqua

    Nel 2018 Città del Capo è stata la prima metropoli mondiale dell'era moderna a rischiare di rimanere senza acqua potabile

    22 Marzo 2019

    L’acqua è l’elemento della vita: dal 1993 la celebriamo con la Giornata Mondiale dell’Acqua, una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per ribadire l’importanza di questo bene primario e, al contempo, promuovere la sua gestione sostenibile. Chiudi gli occhi e pensa a come sarebbe la tua vita senza acqua potabile: impossibile anche solo immaginarlo, vero? Beh, purtroppo i dati ci sbattono in faccia una realtà che noi non riusciamo neppure lontanamente a concepire: secondo le rilevazioni, 844 milioni di persone nel mondo – 1 su 9 – non hanno accesso all’acqua.  Secondo un rapporto del World Economic Forum, la crisi idrica è il quinto rischio globale in termini di impatto sulla società. Utilizzando altre parole, un numero di persone equivalente a sei volte la popolazione degli Stati Uniti è costretta a passare le giornate a procurarsi ciò che noi possiamo avere semplicemente aprendo un rubinetto. Ma come è possibile tutto questo e, soprattutto, quanti volti ha la crisi idrica mondiale? LEGGI ANCHE: Questa startup vuole ripulire l’oceano dal 50% della plastica in cinque anni accesso all'acqua nel mondo

    Perché l’accesso all’acqua è disuguale nel mondo?

    Anzitutto, un dato cruciale: dal 1990 ad oggi, l’accesso alle risorse idriche nel mondo è notevolmente migliorato. Oggi, milioni di persone hanno accesso a una fonte d’acqua potabile, passando dal 76% della popolazione globale nel 1990 al 91% del 2015. Qualche passo avanti, dunque, è stato fatto. Ma non basta: secondo le stime OMS, nel 2015 la morte di 361.000 bambini sotto i 5 anni poteva essere evitata fronteggiando i fattori di rischio idrico e igienico-sanitari. Esistono ancora enormi disparità all’interno dei Paesi; quasi la metà delle persone che beve acqua potabile da fonti non protette vive nell’Africa sub-sahariana. In queste zone, le donne (su cui ricade questo onere) compiono dei veri e propri viaggi per raccogliere acqua potabile. Ecco un grafico che mostra la quota di popolazione con accesso idrico migliorato nel 2015.
    popolazione con accesso migliorato all'acqua
    Il grafico mostra la quota di popolazione che, dal 1990 al 2015, ha migliorato l’accesso alle fonti idriche. Credits: OurWorldInData
    Come si può vedere, le percentuali più basse si concentrano proprio nell’Africa sub-sahariana, dove i tassi di accesso a fonti idriche variano dal 40 all’80% delle famiglie. Le conseguenze della scarsa disponibilità di acqua e della carenza di servizi igienico-sanitari sono catastrofiche: l’acqua potabile contaminata contribuisce alla trasmissione di malattie infettive come diarrea, colera, dissenteria, tifo e poliomelite, oltre a contribuire sulla malnutrizione. Non solo: l’assenza di acqua ha delle conseguenze economico-sociali assai rilevanti, che relegano le popolazioni alla povertà assoluta. Vediamo perché. LEGGI ANCHE: 5 esempi di tecnologie che ci aiutano a combattere sprechi e cambiamento climatico

    L’impatto della carenza di acqua sulla società

    Abbiamo detto che l’assenza di fonti di acqua potabile ha un impatto sulla salute, ma anche sulla società. In molte culture, i bambini (in particolare, le ragazze) sono responsabili della raccolta di acqua per le famiglie. Secondo le stime, i bambini di tutto il mondo trascorrono 200 milioni di ore ogni giorno a raccogliere l’acqua. Questo, ovviamente, li allontana dalle scuole, proprio perché impegnano il loro tempo nel procurarsi acqua potabile. Al contempo, le scarse condizioni igienico-sanitarie impediscono ai bambini, soprattutto alle ragazze, di andare a scuola. Questo perché la defecazione all’aperto e le mestruazioni rendono ancora più complicata, per le giovani donne, la frequenza in aula. Il risultato? La rinuncia alla crescita e all’investimento sul futuro per milioni di bambini e una forte disparità di genere. “Se, in India, l’acqua e le toilette fossero accessibili anche solo all’1% in più di ragazze nella scuola secondaria, il PIL del paese aumenterebbe di oltre 5 miliardi di dollari”. responsabilità della raccolta d'acqua

    Perché la carenza di acqua impatta sull’economia?

    Tutto il tempo perso per recarsi a fiumi e stagni per prendere acqua rappresenta opportunità economiche perse: le ore trascorse in fila a una fonte idrica si traducono in reddito non guadagnato. Avere acqua in casa farebbe ripartire l’economia di alcuni Paesi costretti alla povertà, se la forza lavoro venisse impiegata nella produzione di reddito. Inoltre, l’accesso all’acqua in casa e il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie diminuirebbe le spese mediche affrontate dalle famiglie: ogni dollaro investito in acqua e servizi igienico-sanitari fornisce un ritorno economico di quattro dollari per costi sanitari inferiori, abbattimento di morti premature e miglioramento della produttività.

    La crisi idrica nel mondo: quando abbiamo sfiorato il “Day Zero”

    Se, da una parte, ci sono Paesi in cui l’accesso all’acqua è difficile, dall’altro ci sono metropoli vicine al “Day Zero”. Cosa significa? Siamo nel pieno di una crisi idrica mondiale, dove il futuro sull’acqua è incerto e i segnali di allerta sono già stati lanciati. Prendiamo l’esempio di Città del Capo che, purtroppo, detiene un primato tutt’altro che invidiabile: nel 2018 è stata la prima metropoli mondiale dell’era moderna a rischiare di rimanere senza acqua potabile. Il problema della carenza d’acqua è stato causato principalmente dalla scarsità delle piogge: non è un mistero, infatti, che la siccità sia fortemente correlata ai cambiamenti climatici. La drastica riduzione delle piogge e l’aumento della popolazione ha portato Città del Capo a prendere misure strutturali, istituendo un limite individuale di 50 litri di acqua consumata al giorno, contro la media mondiale di 185 litri. In questo modo, la metropoli è riuscita ad evitare (per ora) il “Day Zero”. Tuttavia, anche se l’emergenza è rientrata, ci sono molti Paesi che vivono quotidianamente questo pericolo, come l’India. Proprio in questi giorni, il Governo indiano sta ragionando sulla possibilità di deviare il corso di circa 30 fiumi per risolvere (o, quantomeno, tamponare) il problema.

    Le 5 cose che puoi fare subito per evitare lo spreco di acqua

    L’acqua è un bene primario, tutelarlo è un dovere che appartiene a tutti. Potrebbe sembrare pleonastico, ma spesso repetita iuvant, ecco le cinque azioni da fare ora per ridurre gli sprechi di acqua:
    • installa un riduttore di flusso ai tuoi rubinetti per mantenere un volume del getto soddisfacente e, allo stesso tempo, risparmiare fino al 30% del consumo.
    • Investi in elettrodomestici di classe A+, come lavatrici e lavastoviglie, che impiegano una quantità di acqua minore e promettono una maggiore efficienza.
    • Innaffia a mano il tuo giardino: secondo le stime, l’innaffiamento manuale consente un risparmio idrico superiore al 33% rispetto all’irrigazione con sistemi programmati.
    • Prediligi la doccia alla vasca e impegnati ad accorciarne la durata, quando possibile.
    • Chiudi i rubinetti: potresti risparmiare circa 6 litri d’acqua al minuto chiudendo il rubinetto mentre ti lavi i denti.