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  • Privacy e minori: FTC multa TikTok, il social network delle clip musicali (con gli effetti speciali)

    La Federal Trade Commission ha multato Tik Tok per 5,7 milioni di dollari: ha raccolto i dati degli under 13, senza rispettare la legge

    1 Marzo 2019

    La Federal Trade Commission ha multato l’applicazione TikTok (di proprietà della società cinese Bytedance) con una sanzione record da 5,7 milioni di dollari per la mancata tutela dei dati dei minori di 13 anni. Si tratta, secondo quanto dichiarato dall’autorità stessa, della più onerosa multa mai irrogata in un caso relativo alla privacy dei più piccoli. A riportare la notizia il tech magazine Tech Crunch, The Verge, Bloomberg, CNN. LEGGI ANCHE: TikTok è il social del momento per i teenager, con numeri in crescita e già qualche rogna legale tiktok

    La vicenda

    Nel dettaglio, TikTok (500 milioni di utenti, 65 solo negli Usa, 1 miliardo di download), precedentemente noto come musical.ly, è un social network centrato su piccole clip ed effetti speciali. Ad agosto si è fusa con musical.ly. Secondo FTC, musical.ly  raccoglieva indiscriminatamente informazioni personali come nome, cognome, e-mail e la posizione, sfruttata da alcuni adulti per contattare i minori nell’area circostante. Non verificava che gli iscritti avessero l’età minima per utilizzarla.

    Gli operatori sapevano

    Secondo FTC “la società che controlla Musical.ly, ora nota come TikTok, ha sempre saputo che i bambini stavano usando la sua applicazione ma non ha fatto nulla per chiedere il consenso dei genitori prima di raccogliere nomi, indirizzi e-mail e altre informazioni personali degli under 13” .

    La replica di Tik Tok

    TikTok, dopo la multa ricevuta, ha dichiarato QUI che “realizzerà una parte separata del servizio per i minori di tredici anni, che avranno così funzioni limitate e non potranno condividere video o inviare messaggi agli utenti”.

    I dati di milioni di utenti

    Secondo l’accusa, Musical.ly avrebbe accumulato centinaia di milioni di utenti disinteressandosene: in fase di registrazione venivano richiesti e-mail, numero di telefono, nome e cognome, foto profilo e una breve bio. L’età non veniva esplicitata, ma le informazioni sono bastate all’accusa per rendersi conto di quanti fossero i giovanissimi iscritti. Inoltre, l’app non è intervenuta quando alcuni genitori hanno chiesto di cancellare i video dei loro figli e ha conservato i dati per più tempo rispetto a quanto consentito.

    Nessuna verifica

    Tredici anni, appunto, come impone la legge di riferimento negli States. Secondo la norma, chi è più piccolo e vuole comunque esibirsi e commentare le esternazioni altrui deve ottenere il consenso dei genitori e presentarlo alla piattaforma. In Europa è il Regolamento europeo per la privacy introdotto lo scorso anno a intervenire in modo sostanzialmente analogo: l’età del consenso digitale è compresa fra i 13 e i 16 anni, a discrezione del Paese membro. L’Italia ha scelto i 14 anni.