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  • Web e business: una PMI su 4 non sfrutta la spinta della digital economy

    Secondo un'indagine di Mediobanca e Unioncamere molte medie imprese italiane non hanno ancora colto le opportunità della digital economy

    26 Febbraio 2019

    Una PMI su quattro infatti non ha ancora preso in considerazione il web come strategia di marketing. Un quarto di queste imprese (circa il 22%), trova ostacoli a livello organizzativo. A conferma di ciò la scarsa conoscenza di Impresa 4.0 da parte del 34% ancora nel 2019, la stessa percentuale rilevata nel 2017, mentre passi avanti si registrano sul fronte di chi ha introdotto la rivoluzione digitale, passando dal 7% al 20%. Sono alcuni dei numeri che emergono da un’elaborazione dell’Adnkronos sull’indagine curata da Mediobanca e Unioncamere, presentata nei giorni scorsi a Roma. Tutto questo nonostante il 58% delle PMI utilizzi attivamente la Rete per aumentare il volume di affari e di queste il 46% vende anche attraverso e-commerce, avendo scoperto in questo canale una graduale integrazione rispetto alla vendita tradizionale, visto che nei tre quarti dei casi il fatturato online supera il 10% del totale. pmi Credits: Depositphotos #78291168

    Investimenti in innovazione

    Quanto agli investimenti in materia di innovazione, nel 2018 il 52% delle medie imprese ha effettuati investimenti, ma nel 2019 ben 7 su 10 prevede di non farne di ulteriori e il 27% invece di aumentarli. Si parla per la maggior parte di innovazioni di processo, di prodotto (67% e 65%) e organizzative/gestionali (64%) e 57% di servizio.

    Le prospettive

    Sulle prospettive a breve-medio termine, nell’arco di 5 anni, tra chi sta affrontando la rivoluzione digitale, il 42% degli imprenditori italiani confida che l’azienda avrà più successo da un punto di vista economico e il 37% crede che competenze e mansioni dei dipendenti saranno modificate.

    La produttività

    La produttività degli occupati però aumenterà solo per il 14%, e l’impatto occupazionale per la maggior parte rimarrà lo stesso (66%) mentre si equivalgono i pareri su un possibile calo dell’occupazione (22%) o viceversa sull’aumento (22%). Un’occupazione che comunque dovrebbe marciare verso una maggiore qualificazione per il 19% degli industriali.