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  • Okuda e Harow: quando la street art incontra il design

    In Italia abbiamo un precedente creativo del genere, un esperimento spot che ha unito l'arredamento e la street art

    2 Febbraio 2019

    di Silvia Scardapane È eccentrico e coloratissimo. I suoi interventi sono molto amati ma anche tanto discussi e forse, proprio per questo, è uno degli street artisti più amati della scena contemporanea: parliamo di Okuda San Miguel, muralista spagnolo conosciuto anche semplicemente come Okudart.

    L’intervento di Okuda a Pressigny-les-Pins
    Okuda ha esordito nel 1997 nel mondo del graffiti writing, realizzando i primi lavori tra le strade e nelle fabbriche della sua città natale (Santander). Parallelamente al suo lavoro in strada, Okuda avvia anche una produzione in studio che pian piano, ed in particolare nel 2009 si trasforma in uno stile sempre più personale e riconoscibile con strutture geometriche e multicolore che si uniscono a corpi grigi e forme organiche. Un linguaggio iconografico che è esploso su architetture molto particolari, tra le quali vale la pena citare il grande castello a Pressigny-les-Pins (nel Loiret), abbandonato da trent’anni e rinato con i suoi colori, e gli interni e gli esterni di alcune famose chiese in Spagna e in Marocco. Una produzione notevole e sempre più richiesta che ha visto ben presto anche la realizzazione di grandissime sculture, nate con un pizzico di ispirazione al pop-surrealismo, fino a toccare le derive del kitsch, proprio come le note creazioni di Brian Kaws Donnelly. Da qui il passo verso il mondo del design è stato naturale ed anche breve: per Okuda non deve essere stata una sorpresa bizzarra ricevere la telefonata dell’artista Harow, punta di diamante prima della cultura hip hop e poi del design parigino. Okuda è stato così invitato a reinterpretare uno dei pezzi di arredo più iconici dello studio: la Skull Armchair, una poltrona a forma di teschio con parti esterne aggettanti a forma poligonale. Vistosa, proprio come il suo stile, con una superficie che, nelle sue spigolosità, sembra perfetta per ricevere le famose sfumature di colore che hanno reso la street art di Okuda nota in tutto il mondo. Quotidianamente, in uno studio nel cuore di Parigi, Harow ed il suo team creano prodotti che sono un mix perfetto tra arte e design. Ogni manufatto è considerato prima come un’opera d’arte a sé e poi, successivamente, viene trasformato in un oggetto funzionale attraverso un processo creativo artigianale e certosino. Proprio seguendo questo approccio, Okuda ha dipinto a mano e quindi personalizzato l’intera struttura, compresa l’imbottitura. Il risultato è una scultura sgargiante, sicuramente non adatta a tutti i tipi di arredamento ma perfetta per chi ama trasformare la propria casa in un museo dell’esclusività. La creazione valica, infatti, i confini del mercato tradizionale ed è molto diversa da tante proposte che sono state prodotte nella medesima filiera. In Italia abbiamo un precedente creativo del genere, un esperimento spot che ha unito l’arredamento e la street art in maniera comunque originale anche se sicuramente molto meno trasgressiva: sarebbe forse ora di creare qualche nuovo mix interessante made in Italy?

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