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  • 4 storie di vittime del bullismo che hanno trasformato la loro esperienza in uno strumento di aiuto

    Natalie Hampton, Sanah Jivani, Peyton Klein e Tori Taylor sono i nomi di queste giovani eroine contemporanee che sono riuscite a convertire un'esperienza traumatica in un messaggio positivo

    17 Settembre 2018

    Il potenziale dei ragazzi viene spesso sottovalutato. Il bullismo è una piaga sociale che esiste da molto tempo, ancor prima di essere categorizzata come tale e diventare oggetto di attenzione e prevenzione. L’ingenuità della tenera età, però, spesso non è ancora consapevole dei risvolti psicologici a cui può portare “un semplice sfottò”. Ci spostiamo oltreoceano per osservare ciò che sta accadendo in America, dove Natalie Hampton, Sanah Jivani, Peyton Klein e Tori Taylor sono diventati importanti punti di riferimento per il tessuto sociale, dopo aver subito e aver assistito ad atti di bullismo. La condivisione della loro esperienza oggi porta a galla l’importanza del gruppo e dei migliori valori della condivisione. Se questi nomi ancora non ti dicono niente, puoi cominciare a conoscerli ora.

    Natalie Hampton, 17 anni, fondatrice di Sit With Us

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    Sit With Us è la app che aiuta gli studenti a trovare nuovi amici con cui condividere il pranzo. Natalie Hampton è stata vittima di bullismo: veniva isolata, esclusa e schernita per il suo aspetto fisico e per un anno intero ha pranzato da sola nella mensa del liceo. Il momento del pasto è quello in cui c’è maggiore possibilità di essere emarginati o minacciati, così ha smesso di mangiare, pur di non subire ulteriormente atti di violenza. La preoccupazione della madre l’ha portata a cambiare scuola, dove ha avuto modo di conoscere nuovi amici e vivere un’esperienza positiva. Ma Natalie non ha dimenticato l’accaduto e la tremenda sensazione di sentirsi sola, così ha deciso, a soli 15 anni, di creare una app, Sit with us appunto, che potesse aiutare i ragazzi soli ad integrarsi in gruppi già consolidati attraverso “ambassador” con il compito di invitare altri studenti al proprio tavolo. Non aveva competenze tecniche ma una grandissima foga di creare un’app globale anti-bullismo e con grande impegno e costanza ci è riuscita. Come dice nel suo discorso al TedX Teen: Non importa quali ostacoli ci siano sulla tua strada, hai la possibilità di cambiare il mondo, tu puoi fare la differenza! Una persona può fare la differenza e avere un impatto positivo nella propria comunità! Esci e inizia!”.

    Sanah Jivani, 21 anni, fondatrice di Love Your Natural Self Foundation

    bullismo-sanah-jivani Sanah Jivani, ha subìto atti di bullismo alle scuole superiori a causa della sua alopecia. La grandezza di Sanah sta nell’aver compreso che il bullismo nasce dalla mancanza di accettazione di se stessi e nel suo discorso al TedX Talks parla di alcuni esempi di self-bullying: “io non posso farlo, non sono bravo abbastanza, non sono forte abbastanza, fallirò”. Tutto risale all’insoddisfazione personale, alla mancanza di affetto verso se stessi, così Sanah ha deciso di farsi portatrice di un messaggio di estrema positività e ottimismo, dell’importanza di prendersi cura di sé e dell’accettazione della propria “imperfezione”. Parallelamente questa giovane donna ha organizzato diverse attività come la settimana degli atti casuali di gentilezza, Day of Self Love, ecc. all’interno delle scuole. Non è stato facile, infatti Sanah racconta “Non potevo semplicemente dire alle persone di partecipare al Natural Day. Dovevo mostrare loro cosa significa. Ho deciso di parlare di fronte a oltre 3000 studenti della mia scuola e condividere la mia storia con loro. Ho deciso di essere vulnerabile e di capire quanto coraggio ci vuole per amare e accettare chi sei. Dopo aver pronunciato il mio discorso, ho ricevuto una standing ovation da parte di tutti. Era bello vedere che il coraggio ispira coraggio. Quando fai pace con te stesso, sei più capace di portare la pace nel mondo. Quando sei gentile con te stesso, è molto più facile essere gentili con gli altri. Come puoi essere compassionevole verso gli altri se non sei in grado di mostrare prima la stessa compassione verso te stesso? Per tutti questi motivi, penso che l’auto-accettazione possa davvero cambiare il mondo”.

    Peyton Klein, 17 anni, fondatrice di Global Minds Initiative

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    Peyton crede che la gentilezza possa portare un grande cambiamento nella società e che ognuno nel proprio piccolo possa iniziare ad attuarlo. Nella sua esperienza scolastica ha notato come gli studenti che parlavano inglese come seconda lingua venissero esclusi e discriminati, così ha lanciato un programma di doposcuola per promuovere la tolleranza e l’amicizia. Ha fondato il Global Minds Iniziative  per creare scuole più accoglienti e che includano gli studenti nella programmazione e realizzazione di iniziative atte a combattere problemi di discriminazione razziale e intolleranze culturali. In particolare tra studenti che parlino o meno l’inglese come lingua madre ESL (English as a Second Language) e NES (Native English Speaking). Al momento Global Minds è operativa in America e Canada ma l’augurio è che possa allargarsi in tutte le comunità che ospitano culture differenti.

    Tori Taylor, 17 anni, fondatrice Peer2Peer all’Istituto di Design e Architettura di Miami, Florida

    Tori Taylor, che aveva sperimentato il bullismo, ha combattuto per portare un programma di consulenza alla pari nella sua scuola superiore. Tori è stata ricoverata in un ospedale psichiatrico all’età di 14 anni per un disturbo ossessivo-compulsivo in seguito alla violenza dovuta ad atti di bullismo; in quell’occasione ha incontrato molti altri coetanei infelici e preda di malattie legate a disturbi della psiche. In seguito a quell’ esperienza ha deciso che avrebbe dedicato la sua vita ad aiutare le vittime di bullismo. Ha creato nella sua scuola il programma Peer2Peer: un programma incentrato sulla consulenza peer cross-age in cui uno studente più anziano guida quello più giovane, supportato da educatori e assistenti di orientamento. I tutor forniscono consigli sullo stress accademico, informazioni personali in base alla loro esperienza scolastica e soprattutto amicizia, così che gli studenti più giovani possano sentirsi accolti e avere un supporto in caso di necessità. I vantaggi di Peer2Peer sono stati molteplici: aumento della fiducia, dell’autostima e della produttività, ma soprattutto ha portato all’interno della comunità la consapevolezza che la solidarietà e la condivisione ha migliorato il clima generale del campus.