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  • Come l’Influencer Marketing ha contribuito al successo di Instagram

    Il social ha superato il miliardo di utenti attivi e deve molto anche al fenomeno degli Influencer, almeno nella stessa misura in cui questi devono il loro successo a Instagram

    27 Luglio 2018

    Siamo al momento – forse – di massima espansione di Instagram, che raggiunge e supera un miliardo di utenti; al contempo (IMHO) siamo al giro di boa: declino inevitabile. E la colpa (lancio una bomba) è degli Influencer, che fanno largo uso di bot e software per acquisire (comprare!) follower, like, commenti ecc. LEGGI ANCHE: Fashion influencer marketing: come stanare i furbetti

    Ma facciamo un attimo un passo indietro. Chi sono i cosiddetti Influencer?

    Ragioniamo per categorie:
    1. Abbiamo i top player, le celebrità, quelli che già sono famosi, che sono mainstream ancora prima di aprire un profilo IG. Attori, star dello sport o della musica, celebrity a vario titolo del mondo fashion o del food, del giornalismo, della politica ecc. Quelli che hanno in genere milioni di utenti e che decidono di fare cassa anche attraverso il proprio profilo IG.
    2. Gli esperti di settore, quelli che hanno una riconosciuta conoscenza su argomenti ben definiti e dispensano contenuti per “aiutare” gli avventori a risolvere problemi di vario genere. In questa categoria vanno inseriti gli Instagramer con moltissimi followers, poche decine di migliaia fino anche a qualche milione, che non erano già famosi ma lo sono diventati grazie al media.
    3. Gli esperti del nulla, quelli che non hanno una riconosciuta conoscenza su qualsiasi argomento e dispensano contenuti a casaccio. In questa categoria vanno inseriti gli Instagramer con moltissimi followers, poche decine di migliaia fino anche a qualche centinaia di migliaia o addirittura milioni, che non erano già famosi ma lo sono diventati grazie al media. Probabilmente questa è la categoria più numerosa e anche la più dannosa, ma ne parleremo più avanti.
    4. Le persone comuni, quelli con poche centinaia a poche migliaia di follower. Qui ci troviamo le persone vere, quelle che ancora si fidano di Instagram (e fanno bene) e che la usano per condividere contenuti.
    Dunque, gli Influencer veri, quelli che spostano davvero grosse percentuali nella diffusione dei contenuti, stanno nella categoria 1 e 2; alla categoria 3 appartengono i wannabe, i vorrei ma non posso, quelli che arrecano i maggiori danni a Instagram: comprano follower, comprano like, usano bot, software ed ogni tipo di espediente per accrescere – anche se in maniera finta – il proprio apparente potenziale come Influencer. Influencer marketing

    Come distinguere i veri Influencer da quelli finti

    Riccardo Luna, in un suo editoriale del 21 giugno scorso, su agi.it scrive: “Su LinkedIn, il social dei professionisti, più di 170 mila persone si definiscono Influencer. La mancanza di autenticità è il problema: è stato calcolato che su circa 120 mila commenti giornalieri su Instagram, solo 20 mila non sono postati da bot. Una prova che tutti questi followers non esistono”. E ancora: “La cosa che davvero non importa è che l’Influencer sappia fare qualcosa in modo eccezionale, chessò, cantare, ballare, correre, non sia mai pensare. Quello che importa è che costoro abbiano un seguito numeroso e che possano influenzarlo”. LEGGI ANCHE: Influencer Marketing: quali sono le regole che dovresti conoscere Influencer Secondo una recente analisi di Hubspot, il 71% dei consumatori tende ad acquistare un prodotto più volentieri se viene visto-consigliato attraverso i social media e addirittura il 92% si fiderebbe del consiglio di un esperto, di un Influencer appunto, nella decisione finale di acquisto. Ecco perché ad un certo punto gli Influencer sono diventati Influencer: si è aperto un nuovo mondo per le agenzie di comunicazione che ne hanno sfruttato il potenziale. Di contro si apre un mondo di possibilità anche per chi cerca di inventarsi il modo di guadagnare senza fare nulla (un virus che sta contagiando molti giovani e giovanissimi); e allora perché non aprire il proprio canale/profilo social e doparlo di like e followers per impressionare gli inserzionisti e le agenzie di pubblicità? Intanto, da qualche giorno Instagram ha lanciato anche una nuova funzione, IGTV, che permette di fare video lunghi fino ad un’ora — non più di soli 15″ come per le Stories, che comunque restano — tenendo sempre il telefonino in verticale, diventato ormai il nuovo standard. Quindi adesso abbiamo la possibilità di pubblicare delle foto, fare delle dirette, creare delle Stories e dei video lunghi: chi li vedrà tutti questi contenuti? Avremo in futuro il tempo di stare ancora ore a guardare un monitor?

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