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  • Il CEO di Apple dice la sua su Cambridge Analytica e lo scandalo che ha travolto Facebook

    Regole certe e comportamenti trasparenti: estrapolare i dati degli utenti per crearne dei profili fa arrabbiare le persone

    26 Marzo 2018

    Il CEO di Apple, Tim Cook, convinto sostenitore della privacy degli utenti, ha affermato che abbiamo bisogno di regolamenti certi per le aziende tecnologiche riguardo al trattamento dei dati dei clienti. Non si è soffermato su cosa dovrebbero contenere queste leggi, ma ha fatto il punto sulla situazione, definendo indispensabile una regolamentazione in questa direzione. Come già sappiamo, Facebook è coinvolto nello scandalo di Cambridge Analytica, la società accusata di aver raccolto i dati di oltre 50 milioni di utenti, e ha subito un crollo verticale del titolo, mandando in fumo 36 miliardi di dollari di valore del gruppo e arrivando a perdere fino all’8%. Mark Zuckerberg aveva così replicato proprio su Facebook, rompendo il silenzio sulla vicenda: “Abbiamo la responsabilità di proteggere i tuoi dati e, se non possiamo, non meritiamo di servirti”, ha scritto “ho lavorato per capire esattamente cosa è successo e per assicurarmi che ciò non accada di nuovo. La buona notizia è che le azioni più importanti per impedire che questo accada di nuovo oggi le abbiamo già prese anni fa. Ma abbiamo anche commesso degli errori, c’è ancora molto da fare e dobbiamo farlo”.

    Cosa ha detto Tim Cook

    cook2   LEGGI ANCHE: Cambridge Analytica, Zuckerberg rompe il silenzio: sono responsabile di quanto è successo La controversia di Cambridge Analytica spinto le persone a rivedere le proprie impostazioni sulla privacy di Facebook, e molte sono state sorprese nel scoprire il volume di app di terze parti che hanno accesso a dati del proprio account e informazioni personali. Altri non avevano idea della misura in cui Facebook ha costruito ritratti estratti dalla loro storia di interazione con il social network. “Abbiamo seguito con preoccupazione questi ultimi anni in cui le persone, in molti paesi, stavano rinunciando ai propri dati probabilmente senza sapere completamente cosa stavano facendo ed eravamo certi che un giorno sarebbe successo qualcosa che avrebbe notevolmente offeso queste stesse persone”, ha aggiunto Cook. “Sfortunatamente quella predizione si è avverata più di una volta.” Queste affermazioni potrebbero suonare stonate, proprio in Cina dove, per adeguarsi alla legge locale, Apple ha recentemente assegnato il controllo degli account iCloud ai server cinesi, rendendoli più suscettibili di snooping governativo.