Russia vs Telegram: Dateci i codici dei server o blocchiamo tutto
L'app di messaggistica è basata a Berlino, ma è nata nel paese di Putin dove conta 100 milioni di utenti. Ecco i dettagli delle scontro
22 Marzo 2018
Mentre non è neanche minimamente lontana dal concludersi la vicenda che ha coinvolto i dati di 50 milioni di utenti, Facebook e la società Cambridge Analytica, oltre cortina si consuma uno scontro che ha per protagonisti le autorità russe e Telegram, il servizio di messaggistica fondato nel 2013 da Nikolai e Pavel Durov, a Leningrado. La startup, basata a Berlino, aveva ricevuto dall’FSB (il servizio segreto della Federazione Russa) l’ordine di consegnare dei codici dei server, il sospetto era che nei messaggi si nascondessero comunicazioni di terroristi di San Pietroburgo. Telegram aveva negato l’accesso, si era beccata una multa e aveva fatto ricorso alla Corte Suprema, che pochi giorni fa ha dato l’ultimatum: i codici devono essere consegnati entro 15 giorni, pena il blocco su tutto il territorio della Federazione Russia dell’app di messaggistica, che ha nel paese ha oltre 100 milioni di utenti.
Threats to block Telegram unless it gives up private data of its users won't bear fruit. Telegram will stand for freedom and privacy.
Richiesta respinta al mittente da Durov. “Le minacce di bloccare Telegram se non consegna i dati dei suoi utenti non porteranno frutti” ha scritto su Twitter, aggiungendo che la società si “batterà per la libertà e la privacy”.”Riteniamo che l’ordine del FSB violi i diritti civili, presenteremo un ricorso”, ha ribadito l’avvocato della compagnia.
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