Il nuovo CEO di Uber si è scusato in una lettera aperta ai londinesi, dopo la decisione del TfL di non rinnovare la licenza al servizio di trasporto.
Dara Khosrowshahi aveva già risposto in modo fermo e deciso alla Transport for London (l'ente per il trasporto pubblico ingelese), indicando la propria intenzione di appellarsi al più presto alla decisione e accusando i londinesi di non essersi dimostrati aperti all'innovazione.
Ieri, però, il CEO ha deciso di ritrattare in parte le dichiarazioni dell'azienda nella lettera aperta, nella quale chiede scusa per gli errori passati di Uber, ammettendo le proprie colpe.
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L'ammissione di colpa, le scuse e i buoni propositi del CEO di Uber
"Come CEO di Uber è compito mio aiutare la società a scrivere un nuovo capitolo", si legge nella lettera.
Khosrowshahi ha espresso un sentito ringraziamento a tutti coloro che si sono attivati e impegnati per la petizione lanciata venerdì, che ha raggiunto quasi un milione di firme in pochissime ore, sottolineando che il servizio offerto da Uber è utile per molti cittadini e che sempre di più l'azienda si sta impegnando ad ascoltare e a diventare partner a lungo termine per le città in cui opera.
"Porteremo avanti il nostro business con umanità, integrità e passione. Qui a Londra abbiamo già cominciato a contribuire di più alla vita della città. Veicoli accessibili alle carrozzine sono già presenti sulle strade e il piano per l'aria pulita (Clean Air Plan) aiuterà ad affrontare il problema dell'inquinamento".
Una lettera di scuse, un'ammissione di colpa, ma anche una missiva di buoni propositi per il futuro quella del nuovo CEO di Uber, che in questo modo tenta di marcare la differenza con un passato che ha visto proprio negli errori dell'ex-CEO Travis Kalanick uno dei suoi peggiori talloni d'achille.
"Se da un lato Uber ha rivoluzionato il modo in cui le persone si muovono in tutto il mondo, è anche vero che abbiamo commesso degli errori lungo il nostro cammino. A nome di Uber a livello globale mi scuso per gli errori commessi".