Capita spesso, di questi tempi, che alcuni si lancino in elucubrazioni poco attendibili, per ottenere un po’ di notorietà o magari per ridurre fenomeni complessi a sintesi fin troppo approssimative, trovando certezze laddove non ve ne sono. Ray Kurzweil, però, non è fra questi: scienziato di Google, guru e uno dei più grandi informatici e inventori viventi quando ha immaginato il futuro l’ha sempre fatto con una precisione fuori dal comune.
Dagli anni '90, infatti, il futurologo ha lanciato 147 profezie di cui l’86% di queste si è avverato; ciò che resta, comunque, "non è sbagliato, deve soltanto ancora avvenire", quindi sarebbe solo una questione di tempo e il risultato sarebbe ancora più eccezionale.
La teoria della singolarità tecnologica e il sorpasso dell’ I. A. sull’intelligenza umana
Ray Kurzweil ha annunciato, durante la SXSW Conference tenutasi in Texas, un’agghiacciante futuro possibile: molto presto la tecnologia (in particolare l’A.I.) diventerà più intelligente degli esseri umani, per cui i progressi saranno sempre più serrati e straordinari e l’umanità non potrà più seguirli, restando fuori dal processo.
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Nel suo libro “The singularity is near”, Ray Kurweil scrive:
“il 2045 segnerà il passaggio dall’intelligenza biologica che conosciamo oggi ad una combinazione di intelligenza biologica e artificiale.”
Ciò vorrebbe dire che tra meno di 30 anni si entrerà in quella che lui stesso definisce la V epoca di sviluppo della storia evolutiva dell’umanità.
Gli esseri umani diventeranno quindi degli "ibridi": le nostre menti saranno legate, tramite degli impianti di nanorobotica che rappresenteranno il neural lace diretto tra cervello umano e computer, a un grande magazzino online di dati potenzialmente infiniti; secondo Ray Kurweil, che sembra essere molto ottimista riguardo a questo prossimo futuro,
“le capacità cerebrali degli esseri umani verranno moltiplicate miliardi di volte rispetto alle originarie potenzialità biologiche.”
Si tratterà quindi di progresso della civiltà o piuttosto di un’involuzione del genere umano a favore di una nuova intelligenza?
Ai posteri (molto prossimi) l’ardua sentenza.