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Chi cerca un lavoro sogna un mondo in cui si conosce alla perfezione come funziona la mente dell’esaminatore dei curriculum; un posto dove le motivazioni per cui viene scelto un aspirante piuttosto che un altro sono assolutamente ovvie, e tale per cui ci sia tutto il tempo necessario per analizzare approfonditamente le candidature.
Reggiti forte: questo mondo non esiste.
La realtà è, come al solito, molto più difficile. Uno studio di TheLadders sulle agenzie di collocamento mostra come i recruiter impieghino in media sei secondi per formarsi un’idea sul candidato di cui stanno leggendo il curriculum.
Significa che in soli sei secondi bisogna cercare di raccontarsi in modo da colpire l’attenzione dell’esaminatore.
Perché non c’è una seconda occasione per fare una prima buona impressione.
Non c’è tempo, quindi, per un curriculum da due pagine o più.
Perfino Elon Musk riesce a comunicare tutto ciò che riguarda la sua professione in una sola pagina!
Una buona idea è quella di procedere eliminando il superfluo. I curriculum possono essere zeppi di informazioni inutili e spesso controproducenti, che non fanno altro che appesantire la pagina.
D’altronde less is more, giusto?
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Probabilmente ti hanno sempre detto il contrario, ma l’indirizzo di residenza non è più fondamentale, oltre a essere una questione di sicurezza.
Per quanto riguarda l'email, se ancora sei raggiungibile a “cucciolina87@gmail.com” o “cicciotheking@yahoo.it”, è l’ora di cambiarla. Ci vogliono pochi secondi, ed è gratis.
Non è affatto consigliabile dare l’indirizzo del posto di lavoro attuale.
Non serve inserire tanti numeri di telefono: ne basta uno, possibilmente il cellulare.
Ah, un’ultima cosa: non includere informazioni personali come lo stato civile e la religione. Poteva essere d’uso comune in passato, ma oggi può portare a ingiuste discriminazioni.
La cosa che spaventa di più gli esaminatori sono i fogli pieni di testo. Nessuno è allettato dall’idea di leggere blocchi di parole che non respirano.
Lascia aria al curriculum, con una buona interlinea, margini adeguati e un font non troppo piccolo in dimensione.
Una soluzione può essere quella di utilizzare gli elenchi puntati. Anche in questo caso, senza esagerare: gli elenchi servono per attirare l’attenzione sulle cose importanti: se tutto è puntato, sembrerà che niente è importante.
Fai attenzione che le date siano indicate nello stesso modo e non in formati diversi; e così per tutti gli altri elementi, che devono sempre essere coerenti, anche nella forma con cui sono posti.
Infine, da evitare come la peste sono i font calligrafici e pieni di ghirigori. Anche quelli classici, come il Times New Roman, vengono ormai classificati come datati.
Meglio un semplice sans-serif.
A nessuno interessa sapere che hai venduto limonate durante l’estate prima del liceo, davvero.
Inserisci nel curriculum solo le esperienze e le abilità che sono in qualche modo rilevanti per il lavoro per cui ti stai candidando.
E soprattutto, inserisci solo quelle vere. Le bugie sul curriculum possono essere maldestri tentativi di compensare la mancanza delle qualifiche richieste dalla domanda di lavoro.
Se è vero che spesso gli esaminatori sanno di poter chiudere un occhio su una competenza che non hai, si dimostreranno molto meno comprensivi quando capiranno che stai mentendo.
Infine, sarebbe anche opportuno evitare di inserire le esperienze lavorative di breve durata, per non dare l’impressione di aver lasciato quell'occupazione prima del previsto.
Credi che quello che hai eliminato sia sufficiente? Ecco gli ultimi rami da potare:
Immagine di copertina - Credits: Adobe Stock #55510876