Diventa free member
Vuoi leggere questo articolo e le altre notizie e approfondimenti su Ninja? Allora registrati e diventa un membro free. Riceverai Breaking News, Marketing Insight, Podcast, Tips&Tricks e tanto altro. Che aspetti? Tieniti aggiornato con Ninja.
Diventa free member
Vuoi leggere questo articolo, le altre notizie e approfondimenti su Ninja? Allora lascia semplicemente nome e mail e diventa un membro free. Riceverai Breaking News, Marketing Insight, Podcast, Tips&Tricks e tanto altro. Che aspetti? Tieniti aggiornato con Ninja.
Leonardo Bellini, Cofondatore del Social Case History Forum e autore di pubblicazioni riguardanti Social Media e Web Marketing, per Ninja Academy docente di LinkedIn Marketing Management nell’ambito del Master Online in Social Media Marketing, ci racconta l’importanza di LinkedIn nell’ambito della nostra strategia di Social Media Management.
LinkedIn può rientrare a buon diritto all’interno della pianificazione media di un’azienda; da questo punto di vista risente di una serie di preconcetti che la fanno percepire come una piattaforma adeguata ed efficace in ambito B2B. Se da una parte è certamente vero che le campagne di advertising su LinkedIn permettono di profilare in maniera precisa, direi chirurgica, utilizzando i criteri di targeting basati sulla sfera professionale (Nome e dimensione Azienda, Job Title, settore industriale, location, anzianità) di fatto ti permette anche di costruire una campagna che tenga conto di fattori più strettamente collegata alla sfera individuale, anche se inerente all’ambito professionale (interessi, competenze, iscrizione a Gruppi specializzati) oltre che criteri demografici ( è possibile profilare anche per fasce d’età e genere).
La capacità di profilare in maniera molto precisa in base alle informazioni professionali rappresenta a mio avviso la peculiarità e il vantaggio principale e il motivo per cui, soprattutto in un contesto B2B, val la pena investire su LinkedIn per fare prospecting e lead generation in primis, ma anche display advertising.
Infatti oltre alle tipologia di annunci Self-service (annunci testuali e aggiornamenti sponsorizzati), i più noti e utilizzati, LinkedIn mette a disposizione una serie di formati e strumenti di advertising per favorire l’awareness di un brand e la coltivazione dei lead (lead nurturing).
Credo che LinkedIn sconti ancora un certo ritardo dal punto di vista dell’integrazione con strumenti di tracciamento e di articolazione di una campagna presenti su Facebook e Twitter come la possibilità di creare audience personalizzate, di fare remarketing, di monitorare e tracciare la conversione su landing page esterne.
Direi che possiamo applicarle anche su LinkedIn. Proviamoci.
Le metriche con cui valutiamo le nostre prestazioni di business dipendono dai nostri obiettivi.
Se sei un Addetto alle vendite, un Manager, un neolaureato in cerca di lavoro oppure un Selezionatore i tuoi obiettivi saranno diversi e, conseguentemente, le metriche con cui misurerai i risultati.
Se rimaniamo sul tema della pianificazione editoriale di un brand puoi conoscere, l’amministratore della pagina può accedere agli analytics che ti permettono di rispondere a queste 2 domande:
Le metriche in questo caso sono:
Non fermatevi a queste metriche, ma monitorate anche le vostre metriche di conversione per un brand come:
E per fare questo dovete personalizzare i vostri link, per esempio utilizzando google Url Builder, in modo che possiate tracciare il comportamento degli utenti provenienti da LinkedIn.
Direi che la metrica più significativa rimane il tasso di engagement che su LinkedIn si chiama “tasso di interesse" e si definisce come:
il tasso di interesse (o Engagement rate) = (interazioni + click + follower)/visualizzazioni
dove le interazioni = (consiglia + commenti + condivisioni).
Uno dei miei brand preferiti su LinkedIn è da sempre Hubspot.
Nel tempo Hubspot ha costruito una strategia di comunicazione integrata che a partire dalla pagina aziendale si è sviluppato attraverso le pagine vetrina e i gruppi brandizzati che hanno dato spazio e un riferimento ai dipendenti, clienti e sostenitori dell’inbound marketing.
Nel contesto IT e servizi professionali credo che IBM rappresenti un bel benchmark in termini di capacità di coinvolgimento dei follower sulla pagina.
Per uscire dal mondo informatico o IT, ti cito anche un paio di brand di altri settori, quello dell’editoria professionale, che seguo con particolare interesse. Entrambi questi brand sono stati recentemente inclusi nella classifica dei brand più influenti su LinkedIn:
Infine ti cito Luxottica, tra le 10 migliori LinkedIn page del 2014, l’unico brand italiano presente nella classifica.
Una piccola anticipazione di quello che verrà affrontato nel corso dedicato a LinkedIn del Master Online in Social Media Marketing, non lasciarti sfuggire questa opportunità!
LEGGI LE ALTRE INTERVISTE AI SUPEREROI DEL MASTER NINJA ACADEMY:
I trend 2016 nella comunicazione digitale? Social Caring e Social Shopping
Social Media Strategy: il vero segreto è saper ascoltare. I consigli di Simone Tornabene
Un Social Media Planning efficace? Mai perdere di vista l’obiettivo di comunicazione
Come avere un’identità su Instagram e conquistare follower?
Pinterest: un ottimo alleato per gli eCommerce (ma non solo)
Snapchat e WhatsApp non hanno nulla da invidiare ai social media