Chi segue il profilo di Mark Zuckerberg lo sa molto bene: presto il fondatore di Facebook diventerà padre per la prima volta. Le foto della gravidanza della moglie Priscilla Chan sono ormai all'ordine del giorno e ci mostrano un lato quasi tenero e sicuramente inaspettato di uno degli uomini più potenti al mondo. Non stupisce più di tanto che l'imminente ruolo nel privato abbia portato a qualche riflessione anche sul tema Facebook e minori. A breve, infatti, verrà introdotto un alert per i genitori che stanno per condividere in modalità pubblica le foto dei propri figli.
Anche stavolta Zuckerberg si è dimostrato sensibile ai temi più cari ai suoi utenti, ponendo l'attenzione su una questione che da tempo richiedeva un intervento più attivo da parte del social. L'argomento della privacy, in generale e ancora di più sul web, è molto sentito ma ancora troppo sottovalutato. Purtroppo l’utilizzo dei social media in maniera consapevole è ancora ben lungi dall’essere realtà: sono ancora tantissimi gli utenti che non sono a conoscenza, o comunque non hanno la giusta dimestichezza, con le impostazioni della privacy del proprio profilo Facebook.
Se però un adulto è responsabile delle proprie azioni, e in questo caso anche delle proprie non azioni, la privacy di un minore non può essere opzionale e va tutelata nel miglior modo possibile. Ecco allora l'annuncio di qualche giorno fa da parte di Jay Parikh, Vice-Presidente del Dipartimento Ingegneristico, sull'arrivo di una notifica di conferma che verrà inviata automaticamente agli utenti, prima di rendere pubblica un'immagine che ritrae i figli: “Se sto per caricare una foto dei miei figli che giocano al parco e per errore la rendo pubblica, il sistema mi potrà dire 'Hey, aspetta un attimo, questa è una foto dei tuoi bambini. Di solito le condividi solo con i tuoi familiari, sei sicuro di voler procedere?'”
L'idea fa parte di un progetto di ricerca più ampio nel campo dell'intelligenza artificiale, fortemente voluto da Zuckerberg per approfondire gli studi sul riconoscimento vocale e dell'immagine: a giugno è stato addirittura aperto un apposito laboratorio di ricerca a Parigi per supportare il team dedicato al progetto, che già opera in due sedi, una in Silicon Valley e una a New York. Nello specifico, il software riconoscerà il contenuto delle immagini e consentirà anche di rimuovere automaticamente quello inappropriato, senza l'ausilio del controllo umano. Gli sviluppi futuri potrebbero essere quindi molto più ampi, con possibili applicazioni anche per non vedenti e ipovedenti.
Certo, si tratta di un piccolo passo avanti che non risolve del tutto il problema della tutela dei minori, ma indica sicuramente una precisa volontà da parte di Facebook di...fare la sua parte. Parikh ha aggiunto “Penso che sia un modo intelligente da parte nostra per aiutarvi a gestire tutti i dati e le informazioni intorno a voi. [...] Esistono dei modi per mantenere Facebook sicuro, perciò se c’è del contenuto sgradevole possiamo trovarlo usando sistemi molto intelligenti per rimuoverli ancora più tempestivamente”.
D'altra parte, come recentemente riportato su Independent, quasi metà del materiale pedo-pornografico che circola sul web proviene proprio da fonti inaspettate come i profili social, magari proprio di ignari genitori non abbastanza prudenti. Ogni foto, anche la più innocente, può essere manipolata o inserita in un contesto decisamente poco gradito. Figuriamoci le foto in spiaggia, durante il primo bagnetto o con il biberon. Vengono i brividi solo a pensarci, ma è il caso di farlo. E anche molto bene.
Se poi estendiamo il discorso agli adolescenti con un proprio profilo, i possibili pericoli vanno ben oltre le scelte dei genitori. Ma anche in questo caso Facebook mette a disposizione qualche consiglio che può tornare utile, specie per chi non è un espero navigato di social. Nel frattempo, va segnalata l'iniziativa di mondoconnesso.info, un sito informativo appena nato, dedicato alla tutela dei dati personali in rete con il supporto di Garante Privacy e Unione Nazionale Consumatori: a disposizione di tutti, uno strumento di autovalutazione delle proprie competenze in materia di privacy online.
Pensi di saperne abbastanza? Un'occhiata in più non guasta. Perché la privacy, in fondo, interessa molto anche a noi adulti. E come ricorda Facebook nella sua apposita sezione, il controllo è nelle tue mani.