Da Twitter aumentano i dipendenti di sesso femminile. L’azienda punta a raggiungere quota 35% nel 2016. Ma questo è solo il primo di alcuni grandi cambiamenti in programma.
In crisi nera in Borsa, per crescita degli utenti registrati e per reale attività degli account, il social network cinguettante cerca di affrontare con alcuni cambi di rotta il possibile disastro. A cominciare dall’azienda e dai dipendenti.
Come moltissime società tech in Silicon Valley, Twitter lo scorso anno ha pubblicato i numeri sulle diverse provenienze e culture dei suoi dipendenti. Quello che ne è emerso è stato un quadro in cui il 70% dei dipendenti erano uomini, e il 72% dei manager erano bianchi.
E questo, in un contesto in cui l’attenzione alla parità arriva fino all’inserimento di manine in tutti le varianti di melanina possibili su Whatsapp, non può non essere letto come un approccio sessista e razzista al business.
Twitter vuole cambiare e riparte dalle risorse umane
Numeri imbarazzanti, certo. E Twitter è naturalmente d’accordo: in un post pubblicato di recente, la società si è impegnata a diversificare la forza lavoro impiegata negli Stati Uniti nel corso del 2016.
Il primo passo sarà quello di riequilibrare la proporzione tra uomini e donne dipendenti, puntando al 35% di cui si diceva all’inizio. E soprattutto aumentando il numero di donne in ruoli legati nello specifico alla tecnologia, fino al 16% (dal 10%).
Anche i manager al femminile dovranno aumentare, almeno fino al 25% rispetto all’attuale 21.
Di certo siamo ancora lontani dal 50% e 50%, ma questo almeno sembra essere l’inizio di un vero cambio di rotta.
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Twitter ha promesso, inoltre, di aumentare il numero di minoranze impiegate, con l'obiettivo di raggiungere l’11% complessivo (rispetto al 7% dell'anno scorso).
Anche in questo caso, il progresso richiede tempo.
L'azienda deve rappresentare la società?
Sebbene gli States stiano rapidamente cambiando, gli ultimi dati del governo parlano ancora di una popolazione costituita prevalentemente da bianchi, in cui gli Ispanici costituiscono il 16%, gli Afro-americani il 13%, gli asiatici il 6% e gli altri gruppi etnici e razziali combinati insieme rappresentano appena il 2%.
Ma gli Stati Uniti del 2060 saranno molto diversi, almeno secondo le ultime proiezioni del Census Bureau: per allora le minoranze rappresenteranno il 57% della popolazione.
Twitter si pone ora la volontà di voler finalmente rappresentare come azienda la stessa varietà di persone che usano il servizio di social network. Per questo la valorizzazione della diversità non sembra solo una strategia di relazioni pubbliche: questi cambiamenti sono necessari se la società vuole ricominciare a crescere.