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L'uso e l'utilità dei tag resta per molti un tema critico. Tuttavia, per indicizzare al meglio un contenuto, la scelta di etichette appropiate potrebbe risultare fondamentale.
Come usare i tag? Quanti? Ecco un post che prova a rispondere ad alcune di queste domande.
Il metodo di classificazione tassonomica per etichette o tag si è diffuso poiché permette di ordinare un elemento in un sistema aperto.
Poniamo un esempio, la tua cartella di posta in arrivo è suddivisa in categorie chiuse, tanti cassetti diversi in cui riporre diversi contenuti: amici, lavoro, famiglia. Ma dove archivi l'email che ti è stata inviata da un tuo collega di lavoro che è anche un tuo amico? Un categorizzazione chiusa obbliga a fare una scelta tra un cassetto o l'altro.
Ciò non avviene se ad ogni email possiamo dare più di un' etichetta, il tag appunto.
Nel caso di un blog il più delle volte le categorie corrispondono a forme di catalogazione verticale, ovvero quelli che abbiamo definito cassetti: gli elementi della categoria x non possono appartenere ad altre categorie e viceversa. I tag, invece, servono a classificare i contenuti in maniera orizzontale, contrassegnando contenuti appartenenti a categorie differenti.
Dobbiamo tenere presente che, per Google, tag e categorie sono entrambi archivi di contenuto aggregato. Di solito non ci troviamo a creare molte categorie, ma spesso utilizziamo i tag senza troppo valutarne le conseguenze. Usarne tanti e in maniera poco ragionata potrebbe peggiorare il processo di indicizzazione del nostro contenuto.
I tag sono parole chiave per aggregare voci diverse, quindi sono degli archivi. Tenendo conto di ciò, è poco pratico associare un tag ad un solo elemento. Infatti, ogni volta che inseriamo un nuovo tag creiamo un nuovo archivio, che dovremmo riuscire a riempire per migliorare il nostro posizionamento organico.
Google è grande, ma non è perfetto. Se il nostro contenuto è di qualità un buon modo per aiutarlo ad emergere è con la SEO.
I tag sono tuoi alleati, usali con moderazione!
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