Sono passati sei mesi da quando Facebook, dopo aver tentato inutilmente di acquistare SnapChat, ha lanciato l’app “Slingshot” con l’obiettivo di riconquistare una fetta di mercato teen apparentemente persa dal progressivo abbandono dei più giovani nei confronti del social blu. L’app non fa altro che inviare foto e video che si autodistruggono in 24 ore e che, una volta visti, non possono essere recuperati in alcun modo.
Ma cosa cambia, oggi, rispetto alla prima release uscita a giugno?
Intanto, i contenuti che prima erano visibili solo mandandone in risposta un altro, sono diventati accessibili a tutti, per eliminare il meccanismo studiato in precedenza volto a garantire interazione e aumentare il tempo medio di utilizzo dell’app, meccanismo che non è però piaciuto alla community fin dagli inizi.
In secondo luogo, abituati a filtrarci in lungo e in largo, anche i contenuti media condivisi su Slingshot sono ora editabili aggiungendo e correggendo attraverso l’impostazione di filtri, oltre a poter aggiungere didascalie e disegni direttamente sulla foto.
Resta il tempo massimo di visualizzare i contenuti, ovvero 24 ore, o almeno fino a quando l’interlocutore non li visionerà e in caso “swipperà”, ovvero li visionerà e/o trascinerà fuori dallo schermo.
Altra somiglianza con Instagram, la sezione “Esplora”, che permette agli utenti di visualizzare i contenuti prodotti per Slingshot da parte degli utenti più interessanti – o almeno considerati tali – della community.
E voi? Lo avete mai utilizzato? Sicuramente, come anche per SnapChat, gli ambiti di applicazione sia personale che professionale possono essere molti, ma se Slingshot riuscirà davvero a sbaragliare la concorrenza e posizionarsi come leader, lo scopriremo solo con il tempo!