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Come vi abbiamo anticipato circa una settimana fa, continuiamo la nostra riflessione sul time management all'epoca dei social media analizzando un secondo articolo molto significativo. Ernest Barbaric, speaker e consulente in ambito digital marketing, scrive:
Sono affascinato dalle persone che fanno un lavoro significativo. Dalle persone che creano, condividono e alimentano le idee che ci spingono verso un futuro migliore. In qualche modo operano in un modo diverso, e sono curioso di scoprire come.
Barbaric ha deciso di intervistare alcuni suoi conoscenti (autori di articoli che reputava interessanti, un direttore delle comunicazioni per un centro di recupero da dipendenze, un web designer, uno scrittore e un ricercatore per lo studio di un cancro pluriennale), riscontrando la convergenza di alcuni punti in comune.
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Social Media & Input mentali
In un recente studio condotto dall’Università della California UC Irvine, alcuni ricercatori hanno attaccato dei cardiofrequenzimetri a dei lavoratori mentre monitoravano dei programmi in ufficio. Si è constatato che le persone che controllavano la mail di frequente rimanevano in un stato di "massima allerta", diminuendo significativamente la produttività e provando una notevole dose di stress. Quelli la cui e-mail è stata disattivata per 5 giorni di fila, invece, hanno riscontrato frequenze cardiache molto più variabili e naturali, rendendo molto di più sul posto di lavoro.
Si noti che stiamo soltanto parlando degli effetti della gestione della mail!
Secondo una pubblicazione di McKinsey, in una settimana normale un lavoratore medio trascorre circa 13 ore controllando o gestendo la mail. In un'indagine a cura di Ipsos, società nordamericana di ricerche di mercato a livello globale, invece, quelli tra noi che sono al di sotto dei 35 anni di età spendono in media 4,2 ore al giorno sui social network, contro agli over 35 che in media ne spendono circa 3.
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Aggiungiamo a quanto esposto qui sopra tra i 250 e i 3.000 e più messaggi pubblicitari a cui siamo esposti ogni giorno, le telefonate, la posta ordinaria, i programmi radio, la musica in palestra, il prendersi cura dei figli - in sostanza tutto ciò che lotta per avere la vostra attenzione e che ve la porta via piano piano - è chiaro che i nostri cervelli sono esposti a una serie di input esterni sempre più crescente.
Questo è uno dei principali ostacoli che ci impediscono di fare un lavoro significativo: limitare gli input può aiutare a creare i presupposti necessari per lavorare in una maniera davvero significativa, permettendoci di ridare un senso al nostro tempo. Come farlo? Restate sintonizzati per il prossimo articolo, e vedremo i nove passi da compiere per ritornare gradualmente alla normalità! ;)
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