Searchmetrics, società specializzata nell'elaborare statistiche su usi e costumi del mondo online per specialisti del settore, ha pubblicato la relazione annuale sul rapporto tra i contenuti web e la popolarità sui motori di ricerca, la Rank Correlation 2013.
Il risultato degli studi ci ha subito interessato parecchio in quanto tocca il nostro pane quotidiano, i contenuti online, e ci fa piacere notare di nuovo la prontezza della nostra Berlino nel riflettere sulle problematiche del web. Il risultato degli studi degli specialisti di content marketing e IT è davvero interessante.
Contenuto, Struttura, Social networks
Secondo le analisi di Searchmetrics, il migliore posizionamento sui motori di ricerca è assicurato a quegli indirizzi che presentano testi estesi, con un numero di parole che va dalle 370 alle 475, per una media di 373 parole per il primo risultato.
Altro punto di forza dei testi privilegiati è la loro struttura. Headers e sottotitoli, la presenza di descrizione, la quantità di immagini, la collocazione strategica di keywords nell'URL, nel corpo del testo e negli headers così come la esistenza e la quantità di Adlinks o blocchi adsense, anche se non così rilevanti come gli altri fattori, sono tutti elementi che servono a trasformare il volume delle parole in un testo qualitativamente rilevante e ben organizzato. In generale sembra essere che la integrazioni di più mezzi (testo/immagini) migliori il posizionamento dei diversi URL.
La tendenza più interessante evidenziata dallo studio è senza dubbio la conferma di una relazione diretta tra l'elevata presenza di una pagina sui social networks e il posizionamento della stessa nei risultati di ricerca. Condivisioni su Facebook e Google+ contano quasi allo stesso modo, nonostante Facebook incida leggerissimamente di più; likes e commenti su Facebook sono i successivi elementi più rilevanti cui seguono poi Tweets e in ultima posizione Pinterest.
Il destinatario conta
Sia l'importanza dei contenuti che il peso dell'estensione dei testi (così come l’importanza della condivisione sui social networks) indicano che il messaggio dà realmente valore al testo.
Affinché un processo comunicativo sia efficace e raggiunga il suo scopo (ovvero far comprendere il proprio messaggio e raggiungere un numero di persone più ampio possibile), chi comunica (in questo caso chi produce contenuti) non deve mai dimenticare o sottovalutare il destinatario.
Il popolo dei navigatori di Internet non è sciocco e bisogna sapergli offrire contenuti adeguati, estesi, non ripetitivi e di qualità, che lo convincano a condividere le pagine lette sui social networks. Il beneficio sarà tratto tanto da chi promuove online i propri contenuti -che vedrà raggiunte vette elevate nei rankings - sia da chi li legge, che si fiderà sempre di più delle proprie fonti di informazioni e tornerà a visitarle.
Cosa fare?
Questo studio non fa altro che confermare quello che da molti specialisti era già stato abbondantemente intuito: l'importanza delle communities. Coinvolgere e capire il proprio pubblico è imprescindibile per chiunque si ponga come obiettivo la popolarità in rete. Pagine rimpolpate da links senza una struttura organizzata in paragrafi difficilmente appassioneranno un lettore e tanto meno lo invoglieranno a condividere sui propri profili sociali parole prive di significato e interesse.
Contenuto interessante e di rilievo per i propri lettori associato a qualità stilistiche sono ciò che convinceranno i membri di una community a "compromettersi" in prima persona postando un link, a diventare attivi e a migliorare le nostre posizioni nel ranking di Google.
Lucrezia Martufi, PR e comunicazione presso greatcontent AG