Nel 2013 sono molti i canali dove condividere le proprie opinioni ed esperienze. Si tratta di una pericolosa arma a doppio taglio che contribuisce a formare l'opinione dei consumatori e che espone piccole e grandi aziende, marche, enti e persino individui singoli a elogi o critiche, quindi ad una vulnerabilità costante.
È perciò essenziale, soprattutto per una marca, monitorare la propria fama risaltando o difendendo i pregi e le proprie qualità (nel 2008, quando crollò Wall Street, i banchieri di spicco pagarono fino a 10 mila dollari al mese per mantenere pulita la propria "fedina" online).
Esistono siti come reputationradar.it che analizzano la reputazione online, che, se "sporca", può essere ripulita su altri siti come reputations.com che eliminano quei dati che risultano contrastanti con l'immagine che si vuole rappresentare.
MDG Advertising ha sviluppato un'infografica che offre consulenza per la costruzione di una migliore considerazione online (ORM) suggerendo specifiche azioni di gestione, coltivazione e recupero della reputazione online di un brand. Il tutto si basa su una classifica con analisi percentuale degli usi e consumi, dove scopriamo che il 92% dei consumatori si affida al passaparola familiare, il 70% all'opinione di estranei e il 50% utilizza i social network per esprimere il proprio dissenso verso una marca/servizio.