"Su Google Earth c'è sempre il sole e c'è sempre la stessa macchina parcheggiata fuori da casa mia" questo è quello che puntualmente dice Scott Larson ogni volta che inizia a parlare della sua start-up. Si chiama UrtheCast ed è nata con l'obiettivo di diventare la prima azienda a riprendere la Terra dallo spazio e fornire delle immagini praticamente in tempo reale.
La start-up canadese ha infatti sviluppato una super video camera, in grado di resistere alle temperature estreme dello spazio e di registrare dei video di 90 secondi 150 volte al giorno, ovvero l'equivalente di 2,5 Terabytes al giorno. Questa consistente mole di dati viene poi trasmessa sulla Terra, dove gli ingegneri di UrtheCast le riorganizzano e le rendono disponibili online.
Le foto saranno disponibili online grazie ad applicazioni di terze parti, anche se il vero business della start-up sarà quello di fornire servizi commerciali legati al monitoraggio di particolari indirizzi o eventi. UrtheCast punta infatti a poter offrire video e foto dettagliate di accadimenti particolarmente rilevanti per speciali categorie di clienti: il servizio sembra già destare l'interesse di alcune multinazionali che devono monitorare zone particolari del pianeta per verificare, ad esempio, che gli approvvigionamenti di determinate materie prime avvengano con regolarità.
Coloro che si occupano di informazione, invece, potranno ottenere materiale esclusivo riguardo a qualsiasi cosa stia avvenendo sulla Terra senza dover inviare dei reporter sul campo.
UrtheCast è inoltre in grado di fornire immagini e video della Terra anche di notte, cosa che attualmente risulta impossibile per altre aziende che offrono servizi analoghi. Nonostante possa sembrare sorprendente, il settore delle immagini dallo spazio è caratterizzato da un buon livello di competizione, destinato ad aumentare nei prossimi anni.
L'attrezzatura necessaria a fornire i servizi sarà montata sulla stazione spaziale internazionale, grazie ad un modulo dedicato. Riguardo a ciò Larson spiega: "La gente spesso si chiede a cosa serva quella base spaziale lassù, noi invece stiamo cercando di potenziarne le applicazioni commerciali e fornire dei servizi che i cittadini possono toccare con mano"
La start-up ha già raccolto 11 milioni di dollari da una cordata di angel investors e ne attende altri 25 nei prossimi mesi grazie ad alcune operazioni di finanza straordinaria. Se vi sembrano cifre da capogiro, pensate solo che il mercato della cosiddetta "Earth Imaging" varrà circa 4 miliardi di dollari entro il 2018!