La Terra è un pianeta vivo, in continuo mutamento e soggetto all'azione dell'uomo. Tutti ne siamo consci, eppure è impossibile non rimanere indifferenti alla velocità con cui questi cambiamenti hanno luogo. Non devono essere rimasti indifferenti nemmeno gli ingegneri di Google mentre realizzavano la serie di immagini e video per il progetto Timelapse, che immortala in pochi secondi i mutamenti di alcune aree del pianeta Terra avvenuti negli ultimi 30 anni.
Nato da una collaborazione tra la rivista Time, la U.S. Geological Survey (USGS), la NASA e Google, il progetto ha come obiettivo quello di sensibilizzare l'opinione pubblica su quanto l'azione dell'uomo stia contribuendo a cambiare il mondo.
Cosí, dalle immagini di Timelapse è possibile vedere Las Vegas ingrandirsi e Lake Mead (il gigantesco "serbatoio" d'acqua della città) asciugarsi sempre più anno dopo anno. Ancora più stupefacente, rispetto a Las Vegas, è Dubai, che all'epoca della prima foto dal satellite era poco più di un agglomerato di case nel deserto, mentre ora dall'alto sembra un immenso luna park.
Particolarmente toccanti sono invece le immagini che ritraggono gli effetti della deforestazione dell'Amazzonia, o gli immensi sfregi causati dell'attività mineraria in Nordamerica.
Il progetto Timelapse comprende anche alcune immagini artistiche della Terra dallo spazio ed una serie di saggi che toccano i diversi argomenti visibili dalle immagini e dai video.
La storia del progetto è entusiasmante quanto le immagini. Timelapse è infatti frutto del lavoro incessante dei satelliti del programma originariamente chiamato "EROS" (Earth Resources Observation Satellites) e più tardi rinominato "Landsat". L'idea è nata da Stewart Udall, ex segretario interno dei presidenti Kennedy e Johnson, il quale, già nel lontano 1966, aveva intuito quanto potesse essere utile scattare fotografie della Terra con l'obiettivo di preservarne le bellezze naturali.
Nel 1972 la NASA lanciava il primo di sette satelliti, e da allora sono state scattate milioni di immagini, che digitalizzate "pesano" diversi miliardi di bytes. Nel 2008 il governo degli USA ha sancito che quelle immagini dovevano essere dichiarate di dominio pubblico. La notizia è arrivata fino Mountain View, dove hanno pensato che per chiunque sarebbe stato impossibile goderne, se prima non fossero state riorganizzate e digitalizzate.
Per tramutare il progetto in realtà, Google doveva recuperare tutte le immagini immagazzinate negli archivi dell'USGS e nelle varie sedi del progetto Landsat, che erano sparse per il mondo. Per digitalizzare e ricomporre tutte le immagini e "pulirle", serviva poi l'immensa potenza di calcolo che solo gli ingegneri di Google hanno a disposizione. Per rendere possibile tutto ciò, "Big G" ha utilizzato migliaia di computer che lavoravano in parallelo, i quali hanno velocizzato un processo che altrimenti avrebbe richiesto anni.
Come scrive Jeffry Kluger sul sito ufficiale del progetto Timelapse, "è una vera fortuna che qualcuno a Google abbia sentito parlare del progetto Landsat!"