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  • Google Maps e la misteriosa isola che non c'è

    11 Dicembre 2012

    «Seconda stella a destra, questo è il cammino, e poi dritto, fino al mattino», così cantava Edoardo Bennato nella sua «L’isola che non c’è». Indicazioni stradali un poco approssimative, bisogna dirlo, ma se Peter Pan avesse potuto usare Google Maps non gli sarebbe andata poi tanto meglio. Avrà di certo strabuzzato gli occhi la geologa Maria Seton quando, accompagnata dal suo team di ricercatori dell’Università di Sydney, si è resa conto che l’isola che non c’è non è solo una fiaba per bambini. C’è davvero, eccome. O meglio, dovrebbe. Il suo nome è Sandy Island, secondo le mappe si troverebbe tra l’Australia e la Nuova Caledonia e sarebbe larga 26 chilometri. I condizionali sono d’obbligo, perché in realtà non esiste. Solcato il del Mar dei Coralli, pronti ad attraccare sulle coste di Sandy, gli scienziati australiani non hanno trovato altro che acqua. Oceano a perdita d’occhio, nient’altro. Una volta misurata la profondità del fondale, 1.400 metri, non c’è più stato alcun dubbio: nessun’isola. «Ci siamo fatti tutti una bella risata alla faccia di Google – ha dichiarato Steven Micklethwaite della University of Western Australia al Sydney Morning Herald -. Poi abbiamo iniziato a compilare le informazioni sul fondo marino per inviarle alle autorità competenti, in modo che possano modificare la mappa del mondo». Ma come c’è finita su Google Maps e Google Earth, oltre che su tutte le carte nautiche e meteorologiche pubblicate dopo il 2000? Un errore umano reiterato negli anni, dovuto probabilmente ad un’interpretazione sbagliata dei dati del satellite. Cose che ti aspetteresti da Apple Maps. Invece, la vera notizia è che anche a Mountain View ogni tanto toppano. Nabil Naghdy, product manager di Google Maps per Australia e Nuova Zelanda, ha sottolineato che la società si appoggia a diverse banche dati pubbliche e commerciali. Poi, sempre sull’Herald, ha nicchiato: «Il mondo è un posto in continua evoluzione e stare al passo con questi cambiamenti è uno sforzo senza fine». Infine, ha invitato gli utenti del sito a cliccare sul tasto «Report a problem» ogni volta che si dovessero imbattere in una scorrettezza. Semplice, no? Nel frattempo, il servizio di soccorso nautico è offerto da Google. Se volete sbirciare su Google Earth, oggi Sandy Island si presenta come un buco nero. Inquietante, ma in attesa di aggiornamento.