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Analizzando i profili Facebook di un campione di studenti dell’Università di Los Angeles, i ricercatori hanno ottenuto, in media, queste percentuali:
Tale distribuzione conferma l’ipotesi dei ricercatori secondo la quale i “veri amici” (cioè gli amici stretti e quelli di lunga data) rappresentano una percentuale minoritaria (39%) rispetto al totale delle amicizie.
Facebook infatti facilita reti sociali larghe e impersonali, dove le relazioni superficiali (conoscenti, amici di attività) sono la maggioranza delle amicizie.
I contatti, dopo una certa cifra, sono composti quasi esclusivamente da relazioni superficiali: più il network di amici è grande più si stanno aggiungendo sconosciuti e gli amici stretti diventano la percentuale più bassa. Nonostante questo il numero di amici stretti su Facebook sembra essere maggiore di quello che una persona indicherebbe nella realtà: la media degli amici delle persone analizzate in questa ricerca è 440, quindi gli amici stretti sono circa 80…se chiedete a una persona per strada quanti amici stretti ha non dirà mai un numero così alto.
Secondo gli studiosi questo accade perché sui social il concetto di amicizia stretta è trasformato in un sentimento che implica meno intimità rispetto ai rapporti offline (pensiamo anche al grande di utilizzo del simbolo <3).
I ricercatori affermano che il potere di mettere in mostra se stessi e le proprie relazioni sul social network può permettere ai giovani adulti di focalizzarsi sulla costruzione di identità personale e sociale attraverso il contatto con un audience (come se fossero su un palcoscenico) ; sostengono infatti che la performance per un pubblico (quale Facebook rappresenta) sia un elemento importante per lo sviluppo di una identità e per l’autoaffermazione, due bisogni molto presenti nella fase di vita dei giovani adulti.