Nel terzo trimestre del 2012 la crescita del PIL Cinese ha fatto segnare un 7,4%, dato che se confermato su base annuale rappresenterà il livello di crescita più basso degli ultimi 13 anni.
Le industrie in maggior calo sono quelle pesanti e quella immobiliare, quest'ultima colpita dalla politica anti inflazionistica del governo che penalizza il valore delle case.
Al contrario i servizi sanitari sono in forte crescita e ad ogni modo sia la produzione industriale che i consumi al dettaglio viaggiano a gonfie vele.
Nonostante questi numeri una cosa è certa, l'economia cinese sta cambiando e sta spostando il focus dalle produzioni low-cost dedicate all'export verso la produzione interna di maggiore qualità, soprattutto perché il consumatore medio si è evoluto ed è diventato più esigente.
Anche se la crescita nei prossimi anni non sarà più a doppia cifra, la Cina continuerà un percorso di crescita costante seppure meno ripido.
Alcune multinazionali abituate agli anni del boom manifestano segni di nervosismo, in realtà la Cina rimane ancora una terra dalle grandi opportunità anche per loro.
Cambiamenti di breve periodo
E' attesa nel breve periodo la crescita delle regioni interne della Cina, che fino ad ora sono state ignorate dalle multinazionali dato che la ricchezza si concentrava nelle grandi città delle zone costiere. Beni di consumo e automotive sono i settori verso i quali le zone rurali della Cina esprimeranno una maggiore domanda.
Cambiamenti di lungo periodo
Come dicevamo i Cinesi ora sono pronti a spendere di più per beni di qualità migliore e in questo campo le multinazionali dovranno affrontare l'agguerrita concorrenza di player interni che si stanno attrezzando con le tecnologie e il know-how necessari a condurre con loro una sfida alla pari. In sostanza alle multinazionali non basterà più godere del fascino di un brand straniero ben riconosciuto.
4 Regole per cogliere le opportunità della nuova economia Cinese
1) Anticipazione
In virtù della forte crescita attesa dalle regioni interne della Cina, alcuni brand stanno giocando d'anticipo e stanno mettendo in atto strategie volte a massimizzare la sensibilità al prezzo di questo nuovo segmento di consumatori.
General Motors per esempio ha dato vita a un sotto-marchio chiamato Baojun studiato in pariticolare per le regioni emergenti.
2) Riposizionamento
A causa del notevole cambiamento nella domanda interna molti operatori, specialmente quelli logistici stanno cominciando a fare una serie di acquisizioni o di nuove aperture nell'ovest del paese per non farsi trovare impreparati quando le rotte commerciali di quelle aree si faranno più frequenti.
3) Osservazione
Alcuni brand di elite o che detengono un controllano monopolistico sulle risorse, come ad esempio DeBeers, stanno adottando un approccio più cauto, potendosi permettere di osservare in quale direzione di sposta la domanda ed agire di conseguenza senza perdere quote di mercato.
4) Indietreggiamento
Le aziende che hanno un posizionamento debole nel mercato Cinese dovranno ripensare velocemente la loro strategia e focalizzarsi solo su ciò che gli riesce meglio e che li distingue dai competitor.
Non tutti sono stati in grado di stabilire una forte posizione e tra questi rientrano anche Google e Best Buy.
Per concludere le aziende straniere dovranno probabilmente iniziare a spostare sempre più pezzi della loro catena del valore in Cina, inclusa la Ricerca e Sviluppo, in quanto non sarà più possibile contare solo sulla manodopera a basso costo, ma servirà comprendere più profondamente le nuove esigenze dei consumatori Cinesi.
Allo stesso modo dovranno sempre tenere d'occhio i competitor locali che stanno cambiando atteggiamento passando da copycat dei prodotti occidentali a veri innovatori.