Volete personalizzare la copertina del vostro nuovo profilo Facebook ma non avete tanta dimestichezza con Photoshop? Vi abbiamo preparato una guida passo per passo!

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Facebook Timeline: come personalizzare la copertina [TUTORIAL]

Manca poco tempo ormai e la nuova versione del profilo Facebook, che in Italia si chiamerà Diario, sarà disponibile a tutti. Malgrado tutte le contestazioni che si possano fare (perchè ci sarebbe tanto da ridire), ci hanno dato un bel po’ di spazio per esprimere a modo nostro chi siamo: invece della sola immagine di profilo, tutta la parte alta della pagina è occupata dall’immagine di copertina del nostro diario (molto simile all’header di un blog, e penso fosse quello l’obiettivo). Questo spazio è a nostra completa disposizione, con un solo limite: come vi dirà Facebook stesso, l’unica cosa che non potete farci è utilizzarla a scopo di lucro (per quello ci sono i Facebook Ads, giustamente).

Vediamo come personalizzare la vostra copertina, se non trovate un’immagine che vi piace o se vi sentite creativi e volete averne una che sia unica. Vi serve un software come Photoshop per ottenere un risultato preciso. Se avete confidenza con questi tipi di software, vi basteranno pochi minuti per preparare la base della vostra creazione. Da qui, vi propongo due strade, siccome l’immagine del profilo viene sovrapposta ad un piccolo pezzetto della copertina:

– Se vi sta bene che la vostra immagine del profilo si poggi sopra la copertina, dovete solo creare un’immagine di 850 x 315 pixel e riempirla come più vi piace.

– Se invece volete che l’immagine del profilo interagisca con quella di copertina, c’è qualche passaggio in più da fare. L’immagine deve essere alta 357 pixel invece di 315, poi dovete inserire un quadrato di 134 x134 pixel allineato con il bordo inferiore e posizionato a 23 pixel dal bordo sinistro dell’immagine. Quello è lo spazio occupato dall’immagine di profilo, che deve essere larga almeno 180 pixel per essere caricata e viene ridimensionata automaticamente a 125 x 125, quindi l’ideale è farla quadrata. Dovreste trovarvi più o meno una situazione del genere:

Fatto questo, potete sbizzarrirvi come volete, poi dovrete eliminare la parte dell’immagine del profilo e ritagliare la zona che avanza sul bordo inferiore, in modo da avere ugualmente un’immagine di 850 x 315 pixel. Ok, mi rendo conto che può suonare complicato con tutte queste parole, ma fidatevi, è più facile di quello che sembra.

Per aiutarvi ulteriormente, vi ho preparato un template in formato Photoshop, con i livelli già pronti, di cui vi vado subito ad illustrare il funzionamento.

Partiamo dall’immagine del profilo: nei livelli trovate la cartella omonima, in particolare dovete inserire l’immagine che volete usare nel livello centrale, cioè il secondo. Per aiutarvi con le dimensioni, ho preparato la cornice bianca che utilizza Facebook e l’ho messa nel livello appunto denominato “Cornice”. Appena sarete soddisfatti del risultato, tenete premuto ctrl se siete su Windows o cmd su Mac e cliccate sul rettangolo a sinistra del livello “Immagine profilo” (il terzo), per selezionare l’area che vi interessa. Poi, copiate e incollate in un nuovo file, e ricordatevi di impostare le dimensioni almeno a 180 pixel di larghezza, altrimenti Facebook non accetterà il caricamento dell’immagine. Poi, eliminate la cartella intera di quei livelli perchè non vi servono più.

Ora passiamo alla copertina: con lo strumento taglierina, selezionate tutta la parte riempita di blu (che ho tratteggiato per spiegarmi bene) e ritagliatela. Eliminate il livello “Ritagliare questa parte” e create la vostra copertina come più vi piace, poi dopo esservi assicurati che le dimensioni dell’immagine siano 850 x 315 pixel (anche se vi consiglierei 849 x 314) salvatela e caricatela su Facebook.

Potete scaricare il template già pronto qui.

Spero che sia tutto chiaro e di essermi espresso correttamente, ma se preferite avere un “Bignamino” del tutorial, l’ho messo a disposizione usando la copertina del mio profilo, con misure e consigli:

A presto allora, se avete consigli, domande e/o suggerimenti, commentate pure!

NoteWagon, social network per stimolare la collaborazione tra studenti. E guadagnare!

Quante volte, durante gli anni dell’università, ci è capitato di spulciare tra gli annunci affissi sulle bacheche nei corridoi, in cerca di qualcuno che vendesse i propri appunti del corso di Economia Aziendale o di Fisica Atomica?

A (tentare di) sostituire le bacheche arriva un social network nato in Canada, NoteWagon. L’idea è quella di incoraggiare la collaborazione tra studenti fornendo uno spazio in cui poter scambiare materiale didattico, dalle note appuntate durante una lezione ai riassunti dei manuali.

L’aspetto più interessante e, sostanzialmente, l’incentivo a rendere disponibile il proprio materiale, resta comunque quello monetario: gli studenti vengono non solo pagati dai colleghi che decidono di acquistare i contenuti da loro pubblicati (pagamenti sui quali NoteWagon trattiene una percentuale), ma ottengono anche ricompense elargite dalla piattaforma stessa, sulla base della qualità del materiale messo a disposizione sul sito (qualità che viene misurata sulla base del numero di visualizzazioni, di download o dei voti dati dagli altri membri della community).

I prezzi variano a seconda dei contenuti, e vanno generalmente da 2$ per, ad esempio, gli appunti relativi ad una lezione, fino a circa 20$ per le guide riguardanti interi corsi.

A partire dall’inizio dell’anno, sono circa 30000 gli user della piattaforma, facenti parte di 30 diverse università del Nord America. Tra queste, la McMaster University e la University of Guelph.

I migliori tweet italiani del 2011

Zeta Interactive ha indicato Twitter  come il social network del 2011: su questo non ci sono dubbi, visto la penetrazione nel pubblico che il sito di microblogging più famoso del mondo ha avuto, anche nel nostro paese.

Il 2011 si è rivelato l’anno in cui la tweet-sfera si è ritagliata uno spazio importante nell’opinione pubblica, tanto da spingere un team di creativi a proporre un esperimento molto interessante come Year in Hashtag, il racconto degli ultimi 12 mesi fatto attraverso i migliori tweet degli utenti.

Per questo pensiamo sia interessante proporre una selezione dei migliori tweet dell’anno, grazie anche all’aiuto del sito TwitterPedia, che raccoglie i migliori post degli utenti proponendo quei twitteri che sono in grado, con 140 caratteri a disposizione, di smuovere l’opinione pubblica creando veri e propri casi. Di seguito, alcuni presi proprio da TwitterPedia, altri che si possono trovare qua e là, data anche la fama raggiunta!

Partiamo da gennaio:

Imperversa il cosiddetto Rubygate e al centro della scena ci sono le abitudini sessuali dell’ex presidente Berlusconi. Un tema che tocca anche febbraio, ma che si mescola alle notizie che giungono dal nord Africa: in occidente si intravedono i primi fuochi della primavera araba.

L’11 marzo il terremoto in Giappone. Tanti i messaggi di cordoglio e di solidarietà che vengono espressi, ma anche qualche staffilata al pensiero italiano:


Aprile è il mese del Royal Wedding, in Italia viene commentato come in ogni angolo del pianeta Terra. Ma ad attirare l’attenzione di Twitter c’è anche una sorta di presagio. Il Tweet che segnaliamo è infatti una sorta di premonizione al contrario:

Maggio è infatti il mese in cui viene ucciso Bin Laden, scoppia la #spanishrevolution, ma soprattutto in Italia si tengono le elezioni amministrative che vedono, fra le altre, le vittorie di Pisapia a Milano e De Magistris a Napoli. Momenti di grande emozione popolare, spie di allarme per il sempre più incerto governo Berlusconi. E un momento di gloria per uno dei più bravi e provocatori twitteri italiani, il famoso Orghl con il suo tweet all’indirizzo della candidata sindaco Letizia Moratti:

Orghl poi ha chiuso il suo account, cambiando nickname; ma l’hashtag #sucate ha lasciato segni indelebili nell’immaginario degli user italiani di Twitter.

A giugno, manco a dirlo, è la politica a continuare a farla da padrona. In particolare sono i referendum su ritorno al nucleare, acqua pubblica e legittimo impedimento a catalizzare l’attenzione degli italiani. Twitter diventa una cassa di risonanza importante per il movimento del “sì”: fra gli hashtag più utilizzati, #iohovotato:


A luglio la notizia che Google lancia un social network: Google Plus. La fase beta funziona ad inviti, come gmail.com, e questo diventa subito un punto di discussione molto interessante. Alcuni la prendono sul ridere, altri forse più seriamente: rimane il fatto che Twitter accoglie la notizia con un po’ di stizza:



Ad agosto, nella calura estiva,  qualcuno si ricorda dell’ex presidente egiziano Mubarak e del suo processo, alle fasi iniziali (ovviamente, facendo un po’ di sottile ironia in relazione a presunti rapporti di parentela):

Il 2011 intanto corre: a settembre comincia a montare la protesta a New York del movimento Occupy Wall Street, e il governo scricchiola sotto i colpi delle continue manovre finanziarie scritte e riscritte dal ministro Tremonti. Ma è anche il mese dei tweet awards, dove viene riproposta una summa dei migliori tweer letti nel 2010 – 2011. TweetPedia ne raccoglie diversi, noi ve ne proponiamo 4:


Ottobre e novembre sono mesi travolgenti: le dimissioni del governo Berlusconi sono nell’aria per poi deflagare il 12 novembre sera, la crisi peggiora e parole come spread e differenziale fra BTP e BUND divengono d’utilizzo comune.

Che succede su Twitter? Si dissacra il momento drammatico e si colpisce con la solita, irruente ironia il malcostume italiano:




Ed eccoci a dicembre, il governo Monti, la manovra economica “Salva Italia” e le lacrime della Fornero. E il mancato annullamento dell’esenzione dall’ICI per la Chiesa Cattolica.

Insomma, il 2011 è stato veramente l’anno di Twitter. Abbiamo dovuto omettere, per ovvi motivi, chissà quanti altri post simpatici, profondi, dissacranti, politicamente scorretti e in grado di trascinare il popolo della social sfera: certamente, spazi come TwitterPedia e Years in Hashtag aiutano a non perdere nel mare di contenuti prodotti i tweet più interessanti!

Facebook Timeline: 5 risorse per personalizzare la Covert Photo nel nuovo profilo

 

Web series made in Italy: arriva "Stuck" [VIDEO]

Il 2011 è stato in assoluto l’anno delle web series: i numeri raggiunti da alcune di queste ‘fiction’ sono davvero sbalorditivi, specie se paragonati alle grandi produzioni televisive che, nonostante gli alti costi, trovano invece sempre più difficoltà. Quella della fruizione di prodotti narrativi audiovisivi via web sembra dunque diventare una strada sempre più percorsa, e sempre più aziende, oltre che giovani film makers e professionisti, si stanno adeguando e cavalcano il successo di questo fenomeno.

Anche in Italia non siamo rimasti indifferenti al fascino di questi prodotti, realizzati a basso costo ma spesso di eccellente qualità. “Freaks!” e “Other” sono gli esempi più noti, ma potremmo portarne tanti altri. Oggi vi parliamo di “Stuck – The Chronicles of David Rea“, web serie italiana da poco sbarcata sul web che si caratterizza, oltre che per un cast d’eccellenza, per il fatto di essere stata realizzata completamente in lingua inglese.

Stuck nasce dall’intuizione dei fondatori della casa di produzione ‘THEREYOUGO‘, Ivan Silvestrini e Riccardo Sardonè. La serie ruota attorno alle vicende di David Rea, giovane emotional trainer. Ma prima di anticiparvi troppo, vi proponiamo la breve intervista realizzata proprio con Ivan Silvestrini, regista e sceneggiatore di Stuck.

1. Ivan, raccontaci cosa vi ha spinto a realizzare Stuck.

È sempre più difficile trovare spazio espressivo all’interno di produzioni televisive e cinematografiche consolidate. Oggi però ci troviamo davanti a una contingenza social-cultural-tecnologica inedita le cui potenzialità sono tutte da esplorare.
Da un lato il pubblico giovane (e non solo) vive sempre più “in rete”, un pubblico sempre più vasto che apprezza maggiormente un intrattenimento frammentario, fatto di forme brevi, piccoli video su YouTube, fruiti in maniera più o meno disordinata; e da un altro lato ancora la rivoluzione tecnologica delle fotocamere reflex in grado di produrre filmati HD (e di YouTube o Vimeo di supportarli) rende possibile produrre a costi molto bassi filmati di alta qualità e condividerli con facilità con il mondo libero.
E ancora: la rete è un luogo di libertà espressiva; tematiche e linguaggi che non si uniformano a quelli dominanti vi possono trovare spazio e, ci auguriamo, successo.
Io ho sempre trovato un po’ stretto il linguaggio dominante della televisione italiana, ma amo la serialità e da tempo desideravo confrontarmici come scrittore e regista.
L’incontro con Riccardo, un vero visionario del futuro globale digitale e dei relativi possibili mercati in espansione, mi ha convinto a scrivere STUCK… A lui è piaciuto e abbiamo deciso di coprodurlo.

2. Considerata la vostra esperienza nel campo televisivo, quali differenze avete riscontrato nel lavorare su un progetto pensato per il web e non per la televisione?

La mia esperienza nel campo televisivo è molto limitata, ma credo di parlare a nome di entrambi quando dico che la differenza più palpabile è l’inebriante sensazione di assoluta libertà…E ovviamente la spregiudicata carenza di fondi!
L’obiettivo di una produzione del genere è quello di autoalimentarsi attraverso sponsorizzazioni, ma gli sponsor devono arrivare a vederti come un ritorno d’immagine interessante, e per esser questo c’è bisogno di crearsi un pubblico, c’è bisogno di esistere, e quindi le prime immagini di STUCK, forse persino le prime puntate saranno totalmente autoprodotte. Il nostro impegno sarà quello di non far sentire i nostri limiti di budget come un peso per lo spettatore. La sfida è aperta.

3. Come mai avete scelto di realizzare Stuck in lingua inglese e non in italiano?

STUCK è un prodotto per la rete globale, l’inglese è la lingua più diffusa su Internet, e personalmente ne adoro l’estetica fonetica, la trovo molto più vicina al mio modo di pensare. Ovviamente saranno disponibili i sottotitoli in italiano.

4. Nell’ideare Stuck vi siete ispirati a qualche altra web serie?

No. Se vogliamo fare qualche paragone potrei dire che STUCK ha il cinismo di “Dr. House”, il senso dell’indagine interiore di “In Treatment”, il tutto rimescolato con una buona dose di “Californication”.

5. Bene, qualche anticipazione sulla trama?  😉

David Rea è un esperto di blocchi esistenziali (emotional trainer) e ha un metodo tutto suo di “sbloccare” i suoi pazienti.
Diviso tra le attenzioni di tre donne che controllano i suoi sensi di colpa, il suo cuore e i suoi soldi; aiutato dal suo imbarazzante avvocato; perseguitato da coloro che ha, più o meno indirettamente, danneggiato con il suo approccio terapeutico “pioneristico”, David cerca in ogni puntata di aiutare qualcuno mentre tutto il suo mondo cade a pezzi.
STUCK è una serie sulla manipolazione, spietatamente comica, pregna di sadismo sentimentale, in cui tutti si rivedranno. “Come” si vedranno è un altro discorso!
Il copione ha riscosso un discreto successo e ci ha permesso di formare un cast d’eccezione tra cui spiccano, oltre al mio socio e coproduttore Riccardo Sardonè, Ivana Lotito, Vincenzo Alfieri, Valentina Izumi, Gaia Scodellaro, Stefano Masciolini e Mark Lawrence (di Band of Brothers, ndr). Si aggiungeranno loro protagonisti di episodio a sorpresa.
Le riprese hanno subito un rallentamento poiché tra novembre e dicembre sono stato impegnato sul set del mio primo lungometraggio da regista, ma a gennaio riprenderanno e con un po’ di fortuna l’episodio 1 sarà in rete a febbraio.

Allora, vi siete incuriositi? Noi tantissimo, e aspettiamo con impazienza l’uscita del primo episodio! Stay Tuned!

In un’unica app il vostro ricettario fotografico completo, da arricchire in qualsiasi momento e posto vi troviate.

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Evernote food: la migliore app per catalogare ricette sul proprio iPhone

Un accanito foodlover, come chi scrive, che va continuamente in giro per locali inseguendo mode e trend gastronomici, e che puntualmente prova a rubare qualche ricetta scoperta casualmente sulla tavola di un ristorante, si sarà sicuramente posto il problema di trovare un supporto su cui appuntare ingredienti e procedimento di una nuova scoperta.

Molto vintage sarebbe utilizzare una bella agenda, su cui magari scrivere a mano con una penna elegante, magari stilografica, da critico impegnato, da tenere sempre a portata di mano nel taschino interno della giacca. Ma parliamoci chiaro, cos’è che abbiamo sempre a portata di mano?

Evernote Food è una app spin-off della fortunatissima Evernote, un’app gestionale che offre un servizio web multi piattaforma che semplifica l’organizzazione di ogni tipo di annotazione personale, sempre consultabili su qualsiasi dispositivo fisso o mobile. Questa nuova versione di Evernote è dedicata ai Food Lovers, e funziona in modo molto semplice.

Basta loggarsi e creare una nuova ricetta inserendo Titolo, Tag, Location, Ingredienti e procedimento nelle Notes. A questa sarà possibile aggiungere una o più foto del piatto, finito o in corso d’opera.

Tutto sommato utile avere la possibilità di organizzare le nostre ricette preferite, e averle sempre a portata di mano con procedimento, ingredienti e foto per aiutarci quando ne abbiamo più bisogno, non trovate? Unica pecca dell’app è il procedimento di inserimento delle ricette completamente manuale. Questo potrebbe stancare l’utente durante l’upload di una nuova ricetta. Ma confidiamo in un upgrade che aiuti a risolvere questo problema.

Ninjarecipe

Stavolta, prima di segnalarvi i link da cui scaricare le app citate nel post, eccovi la ricetta che ho inserito per testare l’app. Potrebbe tornare utile tra qualche giorno per i vari pranzi/cena natalizi.

Tonnarelli con asparagi e salmone

Ingredienti per 4 pax

400g pasta

50g burro

250g porri

250g salmone

100g parmigiano reggiano

Panna fresca qb

olio extravergine d’oliva

Pepe & Sale qb

Lessare in pentola con abbondante acqua gli asparagi, mentre in un padella capiente far scaldare insieme olio e burro. Tagliare a rondelle i porri (solo la parte bianca) e farli rosolare in padella a fuoco medio-basso. Quando gli asparagi si saranno lessati, tagliare finemente tutta la parte più morbida (ovvero, la testa e parte del gambo), salvando qualche testa per la decorazione finale. Passare il trito in padella con i porri e far rosolare. Salare e pepare verso fine cottura.
Intanto, fare bollire abbondante acqua salata in una pentola capiente e calare la pasta al primo bollore. Nell’attesa che la pasta sia pronta, spegnere la fiamma della padella con il condimento, e inserire tutto il salmone che cuocerà sul calore già presente. Amalgamare il tutto con la panna, aggiungendone poco alla volta a seconda dei gusti.Con i tonnarelli cotti al dente, scolarli senza gettar via tutta l’acqua di cottura, e passarli velocemente in padella, impostando una fiamma vivace per spadellarli per un minuto aggiungendo parmigiano reggiano a piacere. Se la pasta dovesse risultare asciutta, basta aggiungere un po’ d’acqua di cottura della pasta.

Ed ecco finalmente i link alle app:

In cucina con i gadget geek: idee da non perdere!

In cucina con i gadget geek: idee da non perdere!

Regali, cenone, idee per Natale: questi sono gli argomenti più ricorrenti in questi giorni, sia online che offline. E noi della redazione TechStyle non potevamo mancare l’appuntamento! Guardate cosa abbiamo scoperto per voi in Rete: gadget geek per rendere le vostre cucine davvero senza paragoni.

Pronti? Cominciamo!

1) Coltello in stile Karate

In cucina con i gadget geek: idee da non perdere!

Con questo coltello per le vostre verdure, in cucina vi sentirete Chuck Norris! Prezzo? Meno di 12 dollari e sarà vostro!

2) Magnete apribottiglie

In cucina con i gadget geek: idee da non perdere!

Alla ricerca disperata del vostro apribottiglie? Con questo magnete attaccato al frigo, sarà un gioco da ragazzi gustarsi le bibite fresche! Disponibile in tre colori: grigio, rosso e bianco.

Prezzo? 20 dollari!

3) Snocciolatore

In cucina con i gadget geek: idee da non perdere!

Volete gustarvi la frutta senza il fastidioso osso? Ecco il prodotto che fa per voi: utile e semplice da usare, Cherry Pitter vi aiuterà anche con i vostri bambini evitando i rischi di soffocamento.

Prezzo? 13 dollari!

4) Marchiatore per la carne

In cucina con i gadget geek: idee da non perdere!

Usciamo in giardino e prepariamo il barbecue. Se volete dare un tocco di originalità in più alla carne che state cuocendo, questo marchiatore fa per voi: potete scegliere da una a tre lettere al costo di 32 euro!

5) Bilancia

In cucina con i gadget geek: idee da non perdere!

Un prodotto che non deve mancare mai in cucina. Questa bilancia, molto elegante in effetti, ha la superficie in vetro e il telaio in alluminio. Supporta fino a 5 chilogrammi. Prezzo? 12 euro!

6) Tostapane trasparente – Bonus

In cucina con i gadget geek: idee da non perdere!

Una cosa è certa: se verrà realizzato questo concept di tostapane, i rischi di bruciare il pane saranno ridotti quasi a zero. Anzi, potremmo “dorarlo” a nostro piacimento, visto che le pareti di vetro renderanno visibile il colore e di conseguenza il grado di tostatura.

Contenti di questa top six? Spero di sì! Altri spunti davvero originali potrete trovarli in questi due post, su Bless this Stuff (Gift ideas for the kitchen) e Gastronomia mediterranea (Gourmet geek gift).

Buona lettura e buon appetito! 🙂

Metwit: il meteo é crowdsourcing


L’intuizione social in tema clima-ambiente è italiana: capace di coinvolgere direttamente gli utenti, permette di condividere e monitorare tutte le infomazioni meteo, ipergeolocalizzate e in real time.

Consiste in un’applicazione web e mobile dedicata al meteo e, in particolare per il suo funzionamento attuale, è definita “geo-social networking”, ma si tratta di una vera e propria sintesi SoLoMo, cioè una Social Local & Mobile application. Si chiama Metwit.

Siamo riusciti ad entrare in contatto direttamente con il suo team che, da Dubai, dove attualmente il progetto è incubato grazie al programma SeedStartup, il founder Duccio Catalioto ci ha parlato del percorso di questo progetto.

Che cos’è Metwit?

“Metwit é l’applicazione sociale per il meteo che permette di ottenere le condizioni meteo realtime in modo accurato, da persone reali: il nostro motto infatti è “real weather from real people”.

Stiamo costruendo una piattaforma per dare in mano all’utente uno strumento gratis, di facile utilizzo e con una grande utilità, in modo che possa comportarsi da vero meteo reporter della zona in cui si trova.

Questo chiaramente non vuol dire assolutamente prendere il posto delle previsioni meteo, per noi”

Come funziona, quindi?

I dati sulla mappa e forniscono indicazioni molto specifiche anche in aree comunemente più trascurate dalle previsioni, e riesce ad arrivare ad un livello di viralità e di completezza dei dati metereologici importante.

Tutto ciò è possibile grazie alla partecipazione diretta dell’utente.

Ognuno infatti può taggarsi in un punto della mappa e fornire così un’indicazione meteo, scegliendo quella più generica in una lista di 12 tag preimpostati, a quelle più specifiche, basate su 8 indici: temperatura, indice di raffreddamento, umidità, punto di rugiada, visibilità, velocità del vento, pressione, quantità di pioggia o neve in mm.

“Ad oggi la nostra app ed il sito web permettono di inserire simpatiche weather tags e di navigarle su mappe insieme a tutti i contenuti social relativi al meteo che riusciremo a prendere dalla rete.

L’app è fortemente Twitter e Facebook oriented ed in particolar modo abbiamo una forte integrazione del servizio grazie alla raccolta dei tweets geolocalizzati che parlano di #weather, aggiungendone le informazioni sulle nostre mappe.”

Quale collegamento c’è tra cambiamento climatico, politiche green e il servizio che offre Metwit?

Metwit consiste in una soluzione per il monitoraggio climatico che attraverso il supporto di Twitter o di integrazioni con altri servizi come Instagram, riesce a catturare l’attenzione dell’utente e farsi aiutare alla raccolta dei dati grazie alla suo diretto contributo.

“Tutte le segnalazioni meteo degli utenti sono visualizzate in una mappa in modo tale da avere una chiara visione del meteo intorno a noi e per pianificare al meglio le attività all’aperto.
Immaginiamoci specialmente quelle sportive, pensiamo a chi scia o a chi cerca le condizioni meteo e le location ottimali per praticare il suo sport. Il nostro servizio, con diretto accesso dal proprio smatphone, diventa una chiave di svolta per chiunque voglia, per esempio, anche promuovere la propria struttura turistica o avere risposte immediate in riferimento a questo”.

Dall’idea al business

“Ho avuto l’idea di Metwit nel gennaio 2010. Frequentavo forum di meteorologia per capire quando potesse nevicare o meno ed ho notato un grande flusso di persone che postavano, chiaccheravano e discutevano del meteo.
Non mi piaceva l’esperienza utente nei forum perché non riuscivo a capire realmente di quale località si stesse parlando in modo immediato. Vedevo un semplice campo località accanto al profilo dell’utente, ma non capivo subito da dove stava provenendo quel post.
Così da lì ho iniziato a pensare a Metwit ed alla fine ho raalizzato un prototipo che spostasse tutte queste conversazioni su mappe di google interattive con semplici icone che identificassero subito lo stato del tempo.
Agli inizi del 2011 ho incontrato Michele Ruini ad un Ignite dove stavo presentando appunto questo progetto: con lui, matematico e UX Designer, il progetto si è rafforzato notevolmente, finché a maggio si sono aggiunti Davide Rizzo, ingegnere informatico & code ninja, Gabriele Petronella, ingegnere informatico e Lead developer iOS e Simone D’Amico, SCRUM master & iOS developer”.

Le prossime milestone

“Nei prossimi mesi vorremmo cercare di creare una rapporto sempre più personale tra il meteo e gli utenti. Per questo abbiamo deciso di indire un contest per illustratori per creare nuovi set di icone che gli utenti potranno usare per fruire informazioni meteo. Possono partecipare tutti gli illustratori e artisti seguendo le semplici guidelines della nostra piattaforma.

Inoltre siamo sempre alla ricerca di feedback e critiche e abbiamo previsto, che chiunque fosse interessato ad aiutarci, un attestato di “Metwit – Tester Pedegree“, che fa curriculum.

Non sappiamo ancora bene quale sarà la nostra destinazione e se dovremo lasciare l’Italia in cerca di investitori. Il tutto dipenderà da come troveremo i fondi e soprattutto da quali saranno le richieste degli investitori.

Nei piani per lo sviluppo dei prossimi 6 mesi è previsto il rafforzamento del team, perchè, per esempio, per lo sviluppo dell’applicazione Android vorremmo assumuere un sviluppatore, mentre, per l’area Marketing vorremmo arruolare una figura esperta di strategie business e comunicazione.


Le novità dell’ultimo periodo riguardano la creazione di una mascotte, HowdyClowdy che si rapporterà con i nostri utenti anche attraverso una fanpage di Facebook, che li aggiornerà man mano dei progressi fatti. Per Ninja Marketing lasciamo un’anteprima: stiamo per lanciare una piccola campagna natalizia. Tra il 24 e il 25 dicembre chiederemo agli utenti di taggare il meteo per aiutare Babbo Natale durante le consegne dei regali.”

Quale considerazione finale

Guardando al funzionamento dell’app e alla mission che intende realizzare di questa startup, viene abbastanza automatico chiedersi in che modo sia possibile costituire la serie storica-temporale per un futuro servizio di previsione meteorologica di cui si occuperà Metwit.

I numeri attuali previsti da business model sono chiari:
– il team di Metwit punta ad ottenere 1 milione di dollari, ma sostengono che con 250 mila dollari possano gestire il lancio;
– l’idea di base è legarsi alla pubblicità, permettendo alle agenzie di recuperare i dati messi a disposizione per avere un target specifico, quindi sponsorizzare gli aggiornamenti meteo;
– in questo momento Metwit conta 500 utenti attivi effettivi;
– in totale, fino ad ora, sono stati fatti circa un migliaio di download da tutto il mondo;
– per realizzare la massa critica, Metwit aggrega strumenti social che permetterà di raggiungere un target da 100 mila utenti;
– l’hashtag #weather conta oggi circa 2000 twitt che, stando alle previsioni del team in base all’implementazione dell’algoritmo, diventeranno 5000.

Cosa possiamo aspettarci dall’evoluzione del progetto?

I Pro: Grazie a Metwit possiamo accedere ad infomazioni precise su ogni zona del mondo, ottenendo un vero e proprio database di dati, la cui forza principale (che rappresenta, al pari, l’unico limite effettivo del servizio) è la viralità dell’applicazione rispetto a tutte le zone che si riescono effettivamente a raggiungere nel mondo.

I Contro: Potremmo avere dubbi sull’attendibilità del geotag utilizzato dall’utente, sebbene ci sia una sorta di autofalsificazione implicita al servizio, infatti l’insieme di tutti i tag danno la somma delle informazioni reali sulle condizioni climatiche di una zona.

Infine, sicuramente un modo per tenere d’occhio l’interessante sviluppo dell’idea è quello di seguire il blog perché, lo ripetiamo, si tratta di una interessante applicazione So.Lo.Mo. e vale la pena studiarne il modello.

Noi sicuramente lo faremo.
Ci rivediamo in Italia, ragazzi! 🙂

Mc Donald's, le pubblicità più belle

Mc Donald’s è una di quelle aziende che per pubblicizzare il suo brand e i propri prodotti non può fare a meno di coinvolgere la creatività.

Ecco alcuni tra i suoi migliori advertising, che ci fanno sospirare “I’m lovin’ it”!

QR codes artistici: The Curiosity Project


Lauren Manning e Camile Wei-hsin lin, giovani neolaureate in Communication Design, hanno provato a fondere le nuove tecnologie con un tocco di genuino handmade. I codici QR che vedete nelle immagini sono infatti realizzati a mano, utilizzando pennarelli e piccoli oggetti come post-it, cioccolatini, calamite… trasformati poi in poster, hanno invaso le strade di New York.

I QR code sono stati realizzati per promuovere l’iniziativa The Curiosity Project: un blog che raccoglie foto, video e ispirazioni creative. Ma questa originale idea di fusione di digitale e artigianale potrebbe certamente essere riciclata per accattivanti iniziative di marketing non convenzionale!