Calvin Klein rilancia CK ONE con una campagna integrata globale [CASE STUDY]

Appassionati di moda oppure no, il primo marzo è una data che i veri ninja non potranno astenersi dal segnare sul proprio calendario. Calvin Klein in tale giorno svelerà completamente la sua più grande iniziativa digitale ad oggi: una campagna transmediale worldwide che comprenderà web, mobile, stampa, cartellonistica e social media.

L’obiettivo che con tale campagna si vuole raggiungere è piuttosto ambizioso: trasformare il brand CK One (fino ad ora identificabile con l’omonima fragranza) in un lifestyle brand globale che comprenderà anche jeans e biancheria intima.
Per raggiungere tale scopo si punterà nel generare traffico su ckone.com, piattaforma web appositamente progettata per ottenere un elevato grado di interattività con l’utente. Essa infatti non solo permetterà di conoscere il brand più da vicino, acquistare prodotti e ottenere informazioni sui protagonisti dello spot principale diretto da Steven Meisel, ma consentirà addirittura di sostituirsi al regista stesso. Gli utenti saranno invitati a contribuire alla campagna sia on-site, caricando la propria versione personale del video, sia off-site con Facebook, Twitter e altri celebri social network.

Gli smartphone giocheranno ancora una volta un ruolo fondamentale: sarà infatti possibile caricare in mobilità la propria versione dello spot con l’incentivo di poter comparire nelle prossime pubblicità del brand. Per rendere ancora più unica tale esperienza, sono state create applicazioni per iPhone, Android e Symbian che, oltre a fornire contenuti aggiuntivi ed integrazione social media, potranno disporre della tecnologia AR con un’innovativa tecnologia di riconoscimento delle immagini, addirittura senza bisogno di codice.

Pubblicità a LED abbelliranno infine i principali cartelloni pubblicitari Calvin Klein nelle piazze di New York, Los Angeles e altre grandi città e in spazi dedicati di alcune metropolitane.

Ricordiamo che Calvin Klein non è nuovo all’utilizzo della creatività applicata in campo tecnologico per fini di marketing: in passato era infatti già ricorso a strumenti come la diretta live streaming e ad un’irriverente campagna pubblicitaria con QR, utilizzato al fine di aggirare la censura per il contenuto erotico, generando buzz. Questa campagna, però, segna comunque un sensibile passo in avanti sul fronte social media rispetto al passato. Gli utenti connessi tra loro nelle differenti piattaforme social, non solo potranno condividere e godere di ogni singola sfaccettatura della campagna, ma ne diventeranno essi stessi parte integrante, il tutto facilitato e supportato dall’utilizzo degli smartphone.

Ecco i link delle App rispettivamente per iOS e Android:

ck one

A seguire il video dello spot, rigorosamente in bianco e nero. Impugnate il vostro smartphone, potreste farne parte anche voi!

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Top 5 Horror – Febbraio 2011

Nei nostri post di solito cerchiamo di mostrarvi le idee più belle trovate in rete, le più interessanti o quelle stilisticamente realizzate meglio.

Ma spesso nelle nostre ricerche ne vediamo anche altre veramente brutte, schifose e stupide e siccome non vogliamo privarvi di nulla, ecco la Top Horror di Febbraio, la classifica con gli orrori del mese.

Se non avete paura dei pubblicitari, beh dovreste averne!

Ancora fuori concorso – Ancora Alfonso Luigi Marra

Fuori concorso perchè altrimenti vincerebbe a mani basse per i prossimi vent’anni, accumula testimonial d’eccezione: dopo Manuela Arcuri e Lele Mora, addirittura lei, la ragazza più chiacchierata degli ultimi 150 anni, Karima “Ruby” El Mahroug. Con la partecipazione del fantasma dell’opera che mette a nudo il regime, e pure lei ovviamente… il labirinto del Bunga Bunga?

Sparate i bambini sui vetri, con HomeAway

Spot assolutamente insensato trasmesso durante il Super Bowl. Vi spiego la trama: un’agenzia governativa segreta ha una “test room” per verificare le condizioni delle persone che vanno in vacanza. Del resto a tutti può fare comodo un po’ di spazio extra, ma quanto? Beh, lanciamo un bambino in aria e vediamo per quanto vola!

Il CEO di HomeAway dice che lo spot è concepito “per farsi una risata con questa situazione comica”. Come se non bastasse, è stato creato un sito internet dove potete mettere la vostra faccia al posto di quella del bambino. Scommetto che morite dalla voglia di farlo, vero?

Quanto vi piace la salsa del vostro pollo allo spiedo?

Ve lo chiede Nando’s, che evidentemente deve fare un pollo proprio da paura… e se passasse una gentile vecchina mentre lo state mangiando? Non esitereste a mettervi in una situazione imbarazzante, ovvio!

Dopo il “Cristo compagnone”, il “Cristo cameriere”

Non è proprio di lui che si parla, ma il riferimento è molto evidente. Sì, perchè “We do miracles” (facciamo miracoli) è proprio il claim del Butler’s Club. E quale miglior testimonial di un manichino con le stigmate? Va bene il politically incorrect, ma forse qui si esagera. Magari trasformare l’acqua in vino o camminare sull’acqua sarebbe stato meglio.

Fate l’amore, non fate la guerra

Quale dei due preferireste baciare? Quando la proprietaria di un Sexy Shop sposa un venditore di pistole, il negozio del venditore di pistole è un negozio morto! E proprio questo è successo, ad Huntsville in Alabama, USA: in occasione di San Valentino è partita una promozione con la quale si poteva scambiare una pistola portandola nel negozio del marito per un “giocattolo”, chiamiamolo così, da ritirare presso il negozio della moglie, che si chiama appunto Pleasures. E chissà che qualcuno non abbia pensato, dice la signora, “ho questa pistola: vado a rapinare un negozio di liquori o mi compro una bambola gonfiabile?”

La luce fa brutti scherzi se lo schermo non è antiriflesso

Questa non ha bisogno di particolari spiegazioni, vi dico solo che è stata usata in India per la Onida, casa produttrice di elettrodomestici, che si differenzia evidentemente perchè dà un’immagine meno cattiva dei dittatori…

Al solito, lascio a voi i commenti (tanti, mi raccomando), e vi dò appuntamento al prossimo mese, se la cara Silvia Carbone (aka Yukiko) mi conferma il sub-appalto di questa rubrica 😉 .

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Social media e brand reputation: la classifica di Febbraio! [INFOGRAPHIC]

Social media e brand reputation: ecco la classifica!Non è la prima volta che vi parliamo di brand reputation sui social media, anzi: le occasioni sono state tante, dai casi studio eccellenti (per esempio KitKat, John Ashfield, United e Domino’s Pizza) agli how to (come quello dedicato alla gestione dei commenti online).

Parlare di gestione e miglioramento della reputazione di una marca sui social media è importante, soprattutto perché Continua a leggere

Il "capolavoro" Gillette a New York [AMBIENT MARKETING]

In questi giorni, a New York ed esattamente a Soho, campeggia il faccione del giocatore di baseball Derek Jeter, capitano della squadra locale, gli Yankees

Questa volta non è lì per particolari meriti sportivi, ma come testimonial Gillette, che lo ha scelto per rappresentare il suo brand e si impegna tutti i giorni fino al 6 marzo a…fargli la barba!

La particolare campagna, ideata da BBDO New York, si sviluppa intorno all’enorme billlboard, o meglio all’enorme tela che ogni giorno viene pitturata rappresentando ciclicamente un importantissimo rituale maschile, quello della barba: prima, durante e dopo.

Tre Derek in uno: trasandato, pieno di schiuma nell’atto del rasarsi, perfettamente liscio e in ordine. Ogni 3 giorni, si ricomincia da capo.

Significativo lo slogan: “Gillette Masterpiece”, il capolavoro di Gillette. Nulla da aggiungere!

Una campagna creativa e interattiva  che non mancherà di far parlare di sè, con quel tocco di guerrilla che non guasta mai. Bravi!

Segui gli Oscar in prima fila con il tuo iPhone e iPad [UPDATE]

Fervono i Preparativi
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La notte di domenica 27 febbraio al Kodak Theatre di Los Angeles si accendono le luci sul palcoscenico per le premiazioni degli Academy Awards. Grazie a tre apps, una realizzata da Vanity Fair e due dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, quest’anno si potrà assistere alla cerimonia anche grazie a l’iPhone e/o iPad e senza preoccuparti di essere in lista e di avere l’abito giusto.

Gli utenti americani hanno già avuto occasione di provare cosa vuol dire partecipare ad un grande evento dal proprio iDevice in occasione del Super Bowl; adesso questa mobile experience è cresciuta grazie al Live Streaming della Notte degli Oscar e sarà accessibile a tutti gli utenti che hanno un account sullo App Store americano.

In due post precedenti avevamo già parlato del fatto che il mondo del cinema ha un occhio di riguardo per il mondo del mobile.

Vi avevamo infatti parlato della novità su Apple store di due pellicole della Warner Bross in formato apps con la possibilità di accedere a contenuti extra e giochi [qui l’articolo].

E vi avevamo anche detto qui che oltre alla statuetta verrà consegnato ai vincitori una Gold Limited Edition del nuovissimo Xoom Motorola.

Qui di seguito vi sveliamo le 3 apps della Notte degli Oscar 🙂

The Oscar

The Oscars®

E’ un’app gratuita che oltre a trailer, foto, aggiornamenti, offre la possibilità di fare previsioni sui vincitori e condividerli con i principali social network, Facebook e Twitter.

Oscar Backstage Pass

Oscar Backstage Pass

[Account Americano] Puoi assistere alla cerimonia degli Oscar  accedendo al red carpet, al teatro, alle quinte e anche al famoso after party al Governor’s Ball. Ciò che appassionerà gli amanti del cinema è la possibilità di scegliere l’inquadratura preferita con stream multipli dalle telecamere poste fuori e dentro al teatro.

Vanity Fair Hollywood: Oscars® Edition

Vanity Fair Hollywood: Oscars® Edition

Ormai il mercato delle apps pensate ad hoc per un evento fa gola a molti sviluppatori e gli Oscar non fanno eccezione. Come è avvenuto per Sanremo in Italia con l’app de La stampa – leggi qui il nostro approfondimento – anche la testata Vanity Fair ha pensato ad un’app dedicata all’evento: Vanity Fair Hollywood: Oscars® Edition, gratuita e pensata per chi vuole saperne di più sulla cerimonia degli Oscar e vuole condividere pareri e previsioni con i propri amici di Facebook.

Credete davvero di saperne di cinema? Dimostrate con queste apps che è vero!

Coca Cola consegna la felicità in Brasile [AMBIENT MARKETING]

Dopo il successo della “macchina della felicità” nel 2010 , questa volta Coca-Cola ci riprova e lo fa a Rio De Janeiro. La missione di consegnare “un carico di felicità” viene affidata da un furgone in tema con i colori del brand e corredato di “bottone magico” che distribuisce oltre alle bottiglie della bevanda anche palloni, occhiali da solo, sedie da spiaggia, frisby e addirittura tavole da surf. L’effetto è garantito :un sorriso stampato sulle facce di tutti i fortunati partecipanti.

Trovato qui.

Dead Island: attenti a dove andate in vacanza, potreste divertirvi da morire! [VIDEOGAMES]

L’ultima volta che ho sentito parlare di Dead Island era il 2008. Non era ancora uscito The Walking Dead o meglio, non era uscita la serie TV mentre il primo numero del fumetto era già vecchio di quasi 5 anni.

Resident Evil era ben più vecchio – mi asterrò dal farvi la conta delle scorribande dei non morti in terra videoludica –  e alla serie va il merito di aver portato e (riportando) in auge quelle creature tanto care a Romero.

A distanza di tre anni, Dead Island torna a far parlare di sé tra le voci che vedrebbero in vendita i diritti del gioco per una trasposizione filmica made in Hollywood e addirittura il rilancio di una pubblicazione a opera di Deep Silver  che  porterà sul mercato il gioco dello sviluppatore polacco Techland (quello del Chrome Engine che avrete visto all’opera con Call of Juarez per PC) in un imprecisato mese del 2011 nei formati PC/XBOX360/PS3.

Non si tratta di certo di un gioco innovativo. Gli zombie sono – come detto – sempre quelli che abbiamo imparato a conoscere  tranne per il fatto che questa svolta li vedrete ciondolarsi in un’ isola paradisiaca  per dare vita a un hack ‘n slash in prima persona con tanto di armi personalizzabili e sviluppo del personaggio.

Lascio ad altri siti il piacere di informarvi. Qui ci occupiamo del trailer di lancio gioco che da qualche giorno è online. Non vi anticipo nulla. Non vi ingannino però le 121.104 visualizzazione in 7gg su Youtube, o le 116.300 persone che hanno fatto i like sulla pagina ufficiale di Facebook. Si tratta di un video che ha fatto parlare di sé.  Wired USA, per esempio,  lo ha accolto così:

“It may be the best video game trailer I’ve ever seen; gorgeous, well-edited and emotionally engaging”, anche se poi ha aggiunto, in maniera poco lusinghiera:

“Everyone is hyped up about a short film, not the game itself”

Attenti a dove andate in vacanza!

Brand Reputation? Distruggerla in 140 caratteri firmati Kenneth Cole [CASE HISTORY]

Questa è una storia che forse conoscerete già, perchè nel Social Web per fortuna se n’è parlato già moltissimo. Ma se non la conoscete, leggete questo post, perchè ha davvero dell’incredibile!

Kenneth Cole è lo stilista di Jessica Alba e Sharon Stone, nonchè brand di moda, profumi e accessori di New York.

Il signor Cole, o chi per lui, proprio nei giorni dell’ “EgyptRivolt” (di cui vi ho parlato qui) ha avuto il pessimo gusto di promuovere la sua collezione primaverile, sfruttando la visibilità dell’hashtag #Cairo – hashtag che in quei giorni (e tutt’oggi) viene utilizzato per la nobile causa di costruire una democrazia in Egitto.

Il fattaccio

Ma guardiamolo in azione su Twitter con il suo BlackBerry:

C’è grande confusione al Cairo, alcune voci dicono che hanno saputo che la nostra collezione primaverile è in vendita online“.

Agghiacciante! Qui secondo me non si sta parlando “solo” di fare marketing ad ogni costo, questo non è solo spam ed etichettarlo hashtag hijacking mi sembra ancora riduttivo. Questo secondo me vuol dire non aver rispetto della vita delle persone, e non dimentichiamoci che i Social Media esistono perchè esitono le persone.

Le reazioni online

Mi sembra inutile dirvi che il tweet di Kenneth Cole è stato successivamente cancellato…Non prima però di aver scatenato l’ira di centinaia di twitteri: pensate che si contano ben 1.500 retweet solo nella prima ora!

La caduta di stile è stata riportata anche dall’Huffington Post e così Kenneth Cole ha cancellato il tweet, porgendo anche le sue scuse:

Forse lo stilista (o chi per lui) pensava che cancellando il tweet, la storia sarebbe passata inossorvata, ma come potete immaginare così non è stato! Nel social web l‘informazione scorre veloce e ormai il danno è fatto.

Tanto che sulla pagina fan su Facebook arrivano oltre 500 commenti di insulti di ogni tipo:

Ma non è finita qui, perchè contemporaneamente su Twitter è stato creato un account parodia che si prende gioco del brand con tweet molto simili alla versione originale:

La gente a Mosca sta ESPLODENDO per i nostri sconti”: il tweet si riferisce all’attentato all’aeroporto russo dei giorni scorsi.

Se in Australia avete l’acqua alle caviglie, provate la nostra nuova linea di pantaloncini” – il tweet si riferisce ai recenti allagamenti nell’isola dell’Oceano Pacifico.

Le reazioni offline

Le proteste nei giorni successivi finiscono per invadere anche il mondo reale, perchè qualcuno si è divertito ad applicare un adesivo dell’agghiacciante tweet alla vetrina di uno dei negozi della catena.

Il risultato lo vedete qui sopra, perchè un passante l’ha fotografato e ripostato online, su Flickr. E Kenneth Cole si è trovato a dover chiarire che lo scherzetto fatto sulla vetrina del suo negozio non fosse opera sua.

Dicono che sbagliando si impara, ma Kenneth Cole è recidivo! Si, perchè pensate che all’indomani dell’11 settembre disse questa frase: “Momenti come questi sono momenti importanti per riflettere…Per ricordarci che non è importante solo ciò che si indossa, ma è importante anche essere consapevoli”.

Pensa…prima di parlare, Pensa!

Beh che dire? Secondo me, questo caso, insieme a quello di GreenPeace vs. KitKat di cui vi ho parlato l’anno scorso, entrerà a far parte corsi di comunicazione aziendale e brand reputation.

Nelle vecchie logiche di comunicazione i brand avevano più tempo per decidere cosa dire e come dirlo. Oggi, nell’era dei Social Media, la comunicazione è real time, quindi il tempo per prendere le decisioni è breve. Ma questo non giustifica i Brand ad essere frettolosi ed improvvisati..Anzi!

Questo perchè se una volta forse era possibile gestire le opinioni negative dei consumatori “nascondendole sotto il tappeto“, oggi non lo è più: tutti noi nel Social Web abbiamo la possibilità di far sentire la nostra voce. Quindi Brand siate responsabili, e più “umani”!

Al via l’Ebook Lab Italia. A Rimini per decidere il futuro dei libri [EVENTO]

Dopo mesi di preparativi e di rumors inizia l’Ebook Lab Italia.

Alla Fiera di Rimini è tutto pronto per accogliere i più grandi studiosi e gli innumerevoli visitatori che dal 3 al 5 marzo si confronteranno – per la prima volta in Italia – sul futuro dei libri elettronici e sulle problematiche relative ai sistemi DRM.

In pieno stile “open source”, assisteremo a un vero e proprio laboratorio interattivo e a una “tavola rotonda” in cui i partecipanti potranno confrontarsi sullo stato della “rivoluzione digitale” nel nostro Paese e sui suoi possibili sviluppi nell’editoria.
L’evento, fortemente voluto dagli organizzatori e dalla comunità scientifica ed editoriale, cercherà di colmare il forte ritardo dell’Italia nello sviluppo di una cultura inerente i sistemi digitali e dei dispositivi di lettura in formato elettronico.

Abbastanza lontani dalla storia dei primi tentativi di progettare un libro elettronico, è solo dalla metà dell’anno 2009 che si inizia seriamente a pensare a una diffusione dei punti vendita per ebook anche in-store e da siti italiani. E ancora oggi – sebbene sulla rete possiamo notare un tripudio di opinioni positive legate agli ebook reader delle varie case produttrici – notiamo anche che coloro che hanno esposto le proprie opinioni sono pur sempre un piccolo numero di appassionati.

Secondo Guido Scorza, presidente dell’Istituto per le Politiche dell’Innovazione, ciò è dovuto al ritardo culturale del nostro Paese, ancora abbastanza restio a passare dall’idea del “possesso”, rappresentata dal libro cartaceo, all’idea di “condivisione” che l’era digitale e l’ebook portano con sé.
In un’intervista rilasciata la scorsa estate, leggiamo infatti che, superato a monte l’annoso problema del diritto d’autore, resta invariato il gap che ci separa dall’era digitale (che sarà obbligatoria, per legge, per tutti gli editori a partire dal 2012) e che solo “se il Paese comprenderà che cultura, informazione ed intrattenimento possono conservare la qualità anche fuori dalla carta, allora, l’era dell’e-book potrà, finalmente dirsi arrivata”.

Cosa facciamo allora? Ci teniamo in disparte in attesa degli eventi? Ma certo che no!
Appuntamento alla Fiera di Rimini, curiosi e gasati per la nostra rimonta.

Come si promuove l'aria? Con un billboard invisibile!

Un billboard provocatorio e decisamente non convenzionale è stato installato nei pressi di Vancouver, al confine Usa – Canada. Quest’opera, dal nome ‘Non-Sign II’, è stata commissionata dal Governo degli Stati Uniti e realizzata dalla Lead Pencil Studio.

Il billboard vuole pubblicizzare il “nulla” o meglio aria pulita! Come si può promuovere aria pulita?

Lo L.P. Studio : ” abbiamo sfruttato l’efficacia dei billboard per “sviare” l’attenzione dal paesaggio … questa “apertura permanente” situata tra le due nazioni non vuole far altro che dare una chiara visione delle mutevoli condizioni atmosferiche e non solo..”

Il “non solo” è riferito chiaramente al fatto che il mondo dovrebbe fare qualcosa di concreto per cambiare le cose..

Un’idea alquanto geniale.. il messaggio, proprio come il billboard, è chiaro! 🙂