Ambient e Guerrilla dal settore Auto: 5 campagne da non perdere!

Oggi sempre più case automobilistiche scelgono azioni di ambient e guerrilla per promuovere le loro auto. Guardate un po’…

CHECK-UP RAPIDO DAL BENZINAIO

Obiettivo della campagna ideata dall’agenzia slovena Mayer McCann per il cliente Petrol è incitare i clienti delle stazioni di benzina a far controllare più spesso i loro veicoli. I distributori Petrol hanno un rapido servizio di controllo rapido Pit Stop che viene pubblicizzato tramite maxi sticker posizionati vicino alle pompe di benzina, il risultato è efficace e divertente, non trovate? 🙂

SMART TOURNANTE:

L’agenzia Proximity BBDO Canada ha creato questa campagna per promuovere un aspetto in particolare della nuova Smart FourTwo: il miglior raggio di sterzata. Ovvero la sua capacità di infilarsi negli spazi più piccoli e di muoversi con agilità nel traffico. Forse però il mezzo utilizzato per i maxi adesivi, una betoniera, non è molto efficace o perlomeno non si comprende subito a colpo d’occhio il messaggio.

MINI COUNTRYMAN:

sui poster:

Mini si contraddistingue da sempre per le sue campagne alternative, ma questa installata a New York in Times Square per pubblicizzare la nuova Countryman è davvero spettacolare! Una Mini a dimensione reale agganciata al cartellone pubblicitario che esalta le prestazioni della crossover 4 ruote motrici sulla neve.

sui tetti:

Sempre negli Stati Uniti l’agenzia Butler, Shine, Stern&Partners pubblicizza la Countryman, questa volta per mostrare robustezza e dimensioni del SUV di casa rispetto alla Mini storica.

GOLF DIGEST:

Per pubblicizzare la rivista Golf Digest l’agenzia Memac Olgivy&Mather ha creato un’azione di guerrilla durante l’Omega Dubai Desert Classic 2011 ottenendo moltissima visibilità e un aumento delle vendite addirittura del 200%, guardate che idea originale!

Il settore insomma sembra andare molto d’accordo con il marketing non-convenzionale. Qual è la vostra campagna preferita o meglio riuscita?
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Il diario online volta pagina con Dayri! Intervista a Will Flagello. [INTERVISTA]

Il diario online volta pagina con Dayri: intervista a Will Flagello

Basilicata, Italia. Un team giovane e brillante. Un prodotto davvero interessante.

E’ questa la ricetta di Dayri, nuova e freschissima web-app che intende rivoluzionare la categoria dei diari online. Una startup web animata dalla passione, dall’energia e dal talento di quattro ragazzi italiani che pensano in grande.
Abbiamo intervistato Will Flagello, portavoce del team.

Ciao Will, e benvenuto su Ninja Marketing. Dicci in due parole chi sei e di cosa ti occupi nella vita.

Ciao Alessandro, ti ringrazio per questa opportunità. Ho appena compiuto i tanto agognati diciotto anni, vivo in Basilicata in una bella cittadina di nome Policoro e frequento il quarto anno del Liceo Scientifico-Tecnologico. “Giochicchio” con i computer da quando avevo due anni e amo il design, la programmazione, il copywriting e l’inglese. Sono italo-canadese per via paterna ma sono nato e ho sempre vissuto nel Bel Paese. 😛

Dietro l’ideazione e la realizzazione di Dayri c’è un team che oltre a te comprende tre persone. Presentacele, illustrando i loro ruoli all’interno del progetto.

Sì, ci sono altri tre ragazzi fantastici: Giuseppe Modarelli, Marco Devincenzis e Pasquale Troccoli. Giuseppe è il lead developer, ha 24 anni ed è anche un eccellente musicista. Marco e Pasquale sono miei compagni di classe. Il primo ama l’inglese e la programmazione, è front-end developer ma sta studiando Ruby. Il secondo invece è un fanatico di hardware e videomaking, e infatti sta gestendo proprio quest’ultimo aspetto in Dayri.

Qual è l’età dei singoli componenti del team?

24 Giuseppe, 18 compiuti io, 18 da compiere Marco e Pasquale.

Mixando un tweet con un quick pitch, ti chiediamo di spiegare Dayri ai nostri lettori in soli 140 caratteri.

Vorrei poterlo fare, soprattuto perché amo le quick pitch, ma preferiamo mantenere il riserbo sulle features di Dayri. Spero che i lettori di Ninja Marketing possano perdonarci. 🙂

Come nasce l’idea di Dayri? C’è dietro un’esigenza personale, un’osservazione del mercato, o entrambe le cose?

Sì, esigenza personale. Non ho mai avuto un diario, un po’ per pigrizia, un po’ per mancanza di tempo. Perciò qualche mese fa decisi di guardarmi un po’ in giro per trovare qualche app che facesse al caso mio. Ho speso vari giorni a provare e analizzare i vari Diary.com, OhLife, Penzu e Momento (solo per iPhone) ma nessuno di questi faceva realmente per me per qualche particolare motivo. Così ho pensato a Dayri: una web app, quindi accessibile da chiunque abbia una connessione ad internet, che avrebbe dovuto “schivare” la mia pigrizia e richiedere poco tempo. Ed è effettivamente così. Io ora impiego meno di due minuti per scrivere una mia giornata con Dayri.

Quali sono secondo voi gli ambiti di utilizzo di Dayri? In che contesti della vita quotidiana vi aspettate che l’app sia utilizzata?

Penso che Dayri verrà usato soprattutto a fine giornata, ma sarà comunque possibile modificare i propri giorni; per cui qualcuno può decidere di iniziare a scriverli di mattina per poi completarli prima di andare a letto. È molto versatile e ognuno, in ogni caso, può decidere quando e come usarla. 🙂

Quella dei diari online è una nicchia particolare, che sta lentamente emergendo con la sempre più radicata tendenza al cercare in internet un mezzo per conservare la memoria delle proprie interazioni quotidiane, digitali e non. Rispetto a nomi noti come Oh Life e Diary.com, con quali fattori differenzianti si propone Dayri?

I nostri competitors sono davvero validi. Penzu è davvero ben fatto, non ci sono molte obiezioni da fare a riguardo. OhLife è noto per la mail-reminder e che ti invita a scrivere sul diario, ma per quanto sia comodo si perde il contatto, secondo noi necessario, fra l’utente e l’app stessa. Diary.com invece è troppo generico, non focalizza l’attenzione su un unico aspetto del diario ma ne racchiude vari. Momento è davvero ben fatto da quasi tutti i punti di vista, ma è solo per iPhone. Dayri? Beh, innanzitutto si discosta da Penzu in quanto è pensato per dedicare meno tempo possibile alla stesura della propria giornata. L’immediatezza è la prima cosa che si percepisce quando si inizia ad usare l’app, e l’user experience è pensata proprio per questo: vogliamo fare in modo che l’utente, già dopo il primo utilizzo, sappia cosa fare. Poi la semplicità: Dayri è pensato per essere un diario e si focalizza unicamente su questo aspetto.
Pensiamo che Dayri presenti il diario in un modo nuovo, inedito, e proprio per questo non vediamo l’ora di mostrarlo al mondo. 🙂

Ci sono stati momenti in cui avete pensato di non farcela? Se sì, raccontaci un episodio.

Sì, purtroppo. Avevamo fatto l’application (candidatura per partecipare al programma, NDR) al TechStars quasi per gioco, e invece qualche giorno dopo la Managing Director, Katie Rae, ci contatta chiendoci info. Così le nostre aspettative erano passate dal «ma tanto non ci prenderanno mai» al «dai che possiamo farcela». Poi, dopo un giorno di ansia e “panico”, ci hanno comunicato che non eravamo stati presi. È stato un po’ demoralizzante, non è mai bello essere “rigettati”, ma questo ci ha spronati a fare meglio e a lavorare più duramente. E infatti ora siamo più motivati che mai. 😀

Quali cose, persone o ideali ti hanno sostenuto nel percorso fino al lancio?

Sarebbe scontato se dicessi Mark Zuckerberg, ma è così. “The Social Network” mi ha dato la spinta definitiva, sono stati il film (nonostante non sia veritiero) e la storia di Zuck a darmi coraggio e forza. E poi c’è una frase che mi ha illuminato e che mi ripeto sempre quando le cose si complicano: «The best way to make your dreams come true is to wake up».

Perché sviluppare una web app? E’ un formato più sostenibile in termini di risorse per la progettazione e infrastrutture rispetto a una native mobile app? O forse è solo l’inizio ed avete in programma anche l’apertura ad altre piattaforme?

Pensiamo che tutti debbano poter usare Dayri. L’unico modo per farlo è la web app. Dayri non sarà mai nativo sui vari mobile OS perché ciò richiederebbe più risorse, più tempo, più lavoro e diminuirebbe la qualità del prodotto finale. Le tecnologie ci vengono incontro in questo senso e noi faremo in modo da accontentare anche chi preferisce usare Dayri sul proprio tablet o sul proprio smartphone con un’interfaccia dedicata. 🙂

Puoi darci un’idea anche approssimativa dei requisiti infrastrutturali per gestire una web app (server, banda, etc)? E’ qualcosa di accessibile a tutti o richiede una certa disponibilità di fondi?

Credo sia accessibile a tutti per i primi periodi perché si trovano buoni prezzi in giro, poi però è necessario trovare un modo per ripagare le spese. Ovviamente l’aumento dei costi è direttamente proporzionale al numero degli utenti (o semplicemente delle visite). Ciò non comporta solo un aumento dei costi infrastrutturali ma implica anche un aumento delle “risorse umane”.

Come designer, dacci la tua opinione sul valore strategico del design nell’ambito degli internet products. Quante chance di successo ha in più il proprio prodotto, se è proposto con una particolare attenzione all’interfaccia e alla user experience? Che esempi ti vengono in mente a riguardo?

Tante, tante in più. Ciò che conta è il prodotto, è vero, ma la user experience e l’interfaccia sono essenziali, dal mio punto di vista, a colpire l’utente e a convincerlo ad usare l’app. Credo che si debba partire dal presupposto che la propria idea l’abbia avuta già qualcun altro e che ci siano già dei competitor sul mercato. L’interfaccia e l’UX (user experience, NDR) diventano fondamentali nel momento in cui ci si trova a fronteggiare un competitor che ha, sommativamente, le stesse feature del proprio prodotto. L’esempio per antonomasia è Dropbox: interfaccia semplice e user experience eccellente. Penso siano state parti essenziali del suo successo.


PR e promozione: come contate di far conoscere Dayri? Avete contattato siti opinion leader come Techcrunch o Mashable, li avete corteggiati attraverso i social media?
Oppure adotterete una strategia dal basso che punta sui referral e sulle condivisioni spontanee (se è così penso che i lettori di Ninjamarketing saranno felici di aiutare :)?

Non abbiamo ancora contattato nessun “leader” della scena, ma siamo riusciti ad ottenere uno spotlight su Beta List qualche settimana fa. Penso sia il modo migliore per iniziare in quanto si riescono a raccogliere qualche centinaia di subscriptions (o anche più).
La strategia che stiamo adottando al momento è quella dei referrals, e la nostra nuova “sign up page” lo dimostra ampiamente. In futuro ci attiveremo sicuramente per contattare anche i “big”.

Da dove nasce la voglia di creare un proprio prodotto e confrontarsi direttamente con il mercato? Hai già altre esperienze in questo senso o è il tuo battesimo di fuoco?

Vedere realizzata una propria idea non ha prezzo. Forse semplicemente per il gusto di farlo. L’ho capito dopo aver sviluppato il mio primo gioco per iPhone, l’estate scorsa. Andò piuttosto bene (Top 100 in Francia e Italia per qualche giorno) nonostante si basi su un gameplay davvero spicciolo. Il consiglio che posso dare è: «Just freakin’ do it». Qualsiasi cosa sia.

Quali obiettivi vi siete posti con Dayri? Quali i piani per il futuro?

Vogliamo aprire Dayri al maggior numero di utenti possibile, ma sarà un processo graduale. Siamo curiosi di conoscere le reazioni degli utenti e di ascoltare i loro pareri. Abbiamo già vari ed interessanti piani per il futuro ma penso sia prematuro parlarne ora. 😛

Siete un team molto giovane che ha creato un prodotto dalle buone potenzialità. Vi sentite un’eccezione o ci sono molti altri vostri coetanei con le stesse aspirazioni e desideri? La possibilità di crearsi un proprio lavoro è passata culturalmente ai più giovani o l’unico orizzonte possibile rimane il posto fisso?

Se facciamo un paragone con la scena globale non ci sentiamo assolutamente un’eccezione. Molti dei più grandi successi sono venuti da persone che al tempo erano poco più grandi di noi. Se torniamo in Italia… beh un po’ sì. Magari i ragazzi sono scoraggiati dall’attuale situazione politica e socio-economica del Paese, oppure non riescono a vedere sbocchi e quindi non ci provano nemmeno, o magari altri sono scoraggiati dall’ambiente scolastico o dalle persone che, al contrario, dovrebbero sostenerli.
Per quanto riguarda il posto fisso credo che sia sempre stato il “cruccio” italiano, più che “l’unico orizzonte possibile”. Penso anche che in Italia non sia diffusa la mentalità imprenditoriale fra i giovani. Dalle mie parti è davvero raro trovare ragazzi che pensano di aprire un’impresa.

Tu personalmente tieni un diario? 🙂

Ho un Dayri. 😀 Scherzi a parte, finalmente con Dayri ho trovato il mio diario ideale. 🙂

Grazie Will per aver partecipato a questa intervista. Sono certo che la community di Ninjamarketing sarà ansiosa di provare Dayri e di offrirvi tutto il suo supporto 🙂

A tutti i nostri lettori: se vi piace l’idea di tenere un diario online e siete ansiosi di provare il frutto del lavoro di Will e del suo team, non vi resta che dirigervi alla pagina di sign-up e lasciare la vostra mail per partecipare alla beta pubblica non appena sarà disponibile. Io l’ho già fatto 🙂

Le stelle di Hollywood trasformate in eroine Disneyane: gli scatti di Annie Leibovitz

"Where A Moment Of Beauty Lasts Forever" - Jeff Bridges & Penelope Cruz in "La Bella e la Bestia"

La scorsa settimana sono state rilasciate le nuove immagini che si aggiungeranno il prossimo Marzo alla serie  “Disney Dream Portrait” iniziata oramai più di quattro anni fa. Questi ultimi scatti saranno utilizzati in particolare per la campagna pubblicitaria “Let the Memories Begin” legata ai parchi tematici Disney. Dopo Scarlett Johansson (nel ruolo di Cenerentola), David Beckham (come il principe Filippo), Roger Federer (nei panni di Re Artù) e tanti altri, per la prima volta la fotografa di origini ebraiche ha deciso di includere nella campagna alcuni tra i cattivi più famosi della Disney.

I protagonisti dei nuovi ritratti della Leibovitz (che saranno inseriti come supplemento speciale in alcuni magazine americani) sono la coppia cinematografica  Penelope Cruz & Jeff Bridges , i più televisivi Olivia Wilde & Alec Baldwin e infine l’attrice Queen Latifah.

Ecco i primi due ritratti dei “Disney Villains“:

"Where Magic Speaks, Even When You’re Not The Fairest Of Them All" - Alec Baldwin e Olivia Wilde sono lo specchio e la strega cattiva

"Where Memories Take Hold and Never Let Go" - Queen Latifah è Ursula in La Sirenetta

Trovato qui.

Portatevi l'ufficio in tasca con la keyboard mobile Verbatim!

Che bello poter scrivere e-mail e documenti di testo in qualsiasi luogo direttamente dal proprio iPhone! Peccato che però la tastierina minuscola non sia proprio il massimo della comodità, soprattutto per i geek più esperti e per i manager sempre in procinto di inviare velocemente istruzioni e file di testo ai propri collaboratori.

Da oggi problema risolto! L’avevamo sognata curiosando tra gli stand delle novità presentate al CES di Las Vegas, eravamo rimasti a bocca aperta pensando a come sarebbe stato più rapido e immediato comunicare con un dispositivo input efficace e a portata di tasca.

Cari ninja, vi annuncio che Verbatim ha finalmente mantenuto la sua promessa e ha lanciato ufficialmente sul mercato al dettaglio la sua ultima novità: la rivoluzionaria tastiera portatile a tecnologia bluetooth, appositamente studiata per essere compatibile con iPhone, iPod Touch e iPad!

Aprendo l’apposito case – grande poco più del nostro iPhone – eccoci di fronte alla nuova tastiera. Basta un click e dall’oggetto misterioso dal design raffinato e accattivante si dispiega una comodissima tastiera a caratteri qwerty dotata anche di un valido supporto per appoggiare il nostro iPhone a mo’ di monitor.

Ma non finisce qui perchè la nuova tastiera trasportabile si rivela un eccezionale dispositivo multitasking che viaggia in perfetta sincronia con il nostro iPhone e che – all’occorrenza – si trasforma anche in una eccellente console multimediale che ci permette di riprodurre, mettere in pausa e controllare la nostra musica preferita iTunes con un semplice click.

Disponibile al momento sullo shop online della Verbatim costa 104 dollari e cioè circa 74 euro.

Finalmente siamo liberi di portarci il nostro ufficio in tasca!

Tagged: il social per un nuovo modo di fare amicizia

Tagged è stato fondato a San Francisco nel 2004 ed è un social network nato allo scopo di condividere interessi, inviare gifts e taggare ed invitare nuovi utenti.

Ad oggi il social ha raggiunto la quota di circa 100 milioni di utenti registrati, il tutto dopo essere passato attraverso una serie di controversie legali dovute all’invio di una massiccia quantità di mail spam.

L’idea di fondo è abbastanza semplice e lo stesso accesso alla piattaforma è facilitato dall’integrazione, in fase di login, con Facebook, Twitter e MySpace.
Ciò che Tagged sottolinea come proprio punto di forza e come fattore di differenziazione rispetto ai concorrenti è che lo scopo primario del network non consiste tanto nel dare la possibilità di restare in contatto con persone che già si conoscono, ma di “incontrarne” di nuove grazie a interessi condivisi, social gaming e suggerimenti di amicizia. L’impianto di base è duqnue in linea di principio fortemente diverso da quello di Facebook e dai suoi obiettivi ma la domanda di fondo, allora, diventa: cos’ha di tanto speciale Tagged? Cosa fa che altri social non fanno?
La risposta è semplice: unisce una serie di features – chat compresa – che sono riprese dalle varie piattaforme allo scopo, presumibilmente, di aggregare un maggior numero di utenti che non necessariamente si conoscono tra di loro ma che sono accomunati da attività ed interessi (riuniti intorno a precisi tags appunto).

Di certo le questioni giudiziarie e la poca specificità della piattaforma non giocano a favore, ma è innegabile che il proliferare e lo svilupparsi di queste reti siano comunque interessanti da osservare, soprattutto a livello di esperienza utente e di ritorno economico (lo scorso anno Tagged ha ricavato 32 milioni di dollari per i profitti ottenuti con la piattaforma, secondo quanto dichiarato dal suo CEO Greg Tseng).

Continueremo dunque il nostro viaggio nell’esplorazione dei nuovi Social…e se ne avete da suggerirci fatevi pure avanti!

Verso un mondo facebookcentrico: le nuove tab iframe

Il disegno di Facebook parte da lontano e si concretizza e si sviluppa nelle piccole-grandi rivoluzioni che passano sotti i nostri occhi, a volte quasi inosservate.
Mark Zuckerberg ha iniziato con il network di Harvard per poi arrivare a 600 milioni di utenti. E’ partito con i messaggi privati per poi (cercare di) aggregare qualunque tipo di messaggio all’interno della super inbox.

“Non vediamo l’ora di vedere i nuovi tipi di app che creerete usando gli iframe nelle tab delle pagine (We are excited to see the new types of apps you build using iframes in Page Tabs)”

Recita così la chiusura del post sul Facebook Developers Blog, dove viene presentata quella che per alcuni, integrata alle nuove fan-page, è una delle più grandi innovazioni che il team di Facebook abbia mai proposto: le tab iframe per le pagine.
Un’idea talmente semplice da essere geniale. In termini pratici questa grande novità tocca, come detto, le fan page: le tab delle stesse (ecco un esempio) oggi possono contenere esclusivamente contenuti FBML (Facebook Markup Language) e FBJS (Facebook JavaScript) che sono linguaggi proprietari e, automaticamente, ricchi di limitazioni in termini di funzionalità.

Con il passaggio agli iframe sarà possibile, invece, contenere nei tab qualsiasi cosa il gestore della fan page desideri, sviluppata nei più tradizionali e confortevoli HTML, Javascript e CSS. Persino parte del proprio sito istituzionale, o un suo “adattamento” appositamente elaborato.
La portata del cambiamento è facilmente intuibile: Facebook diventa un contenitore del web, nel quale il titolare di un’azienda potrà non solo presentare il proprio prodotto o servizio aggiornando i suoi fan sulle novità più gustose, come accade oggi, ma anche conservare la propria web identity agli occhi del cliente.

Un compromesso che, evidentemente, hanno ritenuto accettabile negli uffici di Palo Alto: se, infatti, da un lato c’è la perdita del “controllo” sull’utente, non più limitato al layout classico di Facebook, dall’altro la prospettiva di diventare “ombelico del mondo” digitale è evidentemente troppo allettante. Il gioco vale la candela.

Anche se, accanto a quest’affermazione, più d’uno ha posto un punto interrogativo, e i motivi sono diversi. Dalla maggiore complessità di sviluppo ed implementazione delle tab, che richiederanno skills più elevate agli sviluppatori, ai potenziali problemi sugli apparati server di cui le aziende dovranno dotarsi per integrare le applicazioni, necessariamente più performanti e, quindi, costosi.
Senza dimenticare la maggiore libertà di creare applicazioni malware, forse il dettaglio più trascurato nell’euforia generale.

Lo switch off è vicinissimo: dall’11 Marzo non sarà più possibile sviluppare in FBML e FBJS e, nonostante tutte le applicazioni esistenti in quella data continueranno a funzionare, il team di sviluppatori si raccomanda “vivamente” di compiere la transizione il più presto possibile. Occhio però: nonostante le nuove iframe Tabs consentiranno di sbizzarrirsi tra autoplay di video e musica, fino a questo momento non implementabili direttamente nelle tab, ci sono stati ovvi cambiamenti anche nelle Policy che limitano la fruizione di alcuni contenuti.

Facebook si propone di rivoluzionare il mercato e le sue regole, concentrarsi sull’evoluzione continua e credendo nel semplice piuttosto che nel complesso.

Le Donne e Le loro Storie, su Internet: GGD Campania incontra Ninja Marketing!

Girl Geek: nerd al femminile?

Se i nerd sono entrati nell’immaginario collettivo dietro neri occhialoni ossuti, le “girl geek” lasceranno un segno indelebile dal sapore femminile prendendo per la gola il mondo della tecnologia.
Le girl geek sono le “donne hi-tech”, quelle che si occupano di software e tecnologia proprio come gli uomini, ma che amano anche incontrarsi, scambiarsi punti di vista e consigli “tecnologicamente avanzati” davanti ad un’ottima cena destinata a sole donne, appassionate di tecnologia, internet e nuovi media, in cui è possibile incontrarsi e socializzare.

GGD: buona compagnia, un pizzico di innovazione e tecnologia quanto basta

Locandina GGD MarzoLe GGD, girl geek dinner, nascono da un’idea di Sara Blow, una software engineer inglese, stanca di sentirsi in minoranza durante le cene di lavoro circondata da uomini che per di più non le riconoscevano certo il ruolo di tecnico al primo colpo d’occhio. Sara veniva scambiata per qualunque altra cosa, addetta marketing, hostess, ma non per un software engineer…lei non porta occhiali neri!

Per ovviare a questi abituali e incresciosi equivoci, la Blow decide di organizzare una cena per sole donne che lavorano nell’IT. Era la Londra dell’agosto del 2005, e come prevedibile un evento del genere avrebbe goduto istantaneamente di una diffusione a macchia d’olio. Cosi è stato Inghilterra, Irlanda, Germania, Girl Geek di casa nostra
E’ chiaro che un’iniziativa del genere avrebbe trovato terreno fertile nel Paese degli spaghetti, della pizza, e del mandolino, e soprattutto nel Paese in cui le donne sono maggiormente istruite degli uomini (e scusate se è poco!!): nel 2010, infatti, il 37,6% delle giovani donne ha seguito un percorso di istruzione con maggior successo, contro il 30,7% dei colleghi maschi.

E’ stata Milano ad ospitare le prime quattro cene nel biennio 2007/2008 ed a fare da cornice agli incontri delle donne che lavorano nel settore dell’hi-tech, trasformandosi in una comunità, in cui chiaramente anche gli uomini sono benvenuti. Le cene sono Girls only, ma come buone “regine del focolare”, le donne possono invitare a cena i “signori uomini”. Belgio, Olanda, Grecia, Canada, Nuova Zelanda, Australia, Malaysia, USA…e chiaramente Italia.

GGD Campania

Le Girl Geek Dinner stanno facendo il giro dell’Italia e del mondo e ora finalmente anche la terra della pizza e della mozzarella di bufala ne avrà una tutta sua!

Francesca Ferrara, Viviana Capraro, Mariarosaria Buono, Aurora Incardona e Roberta Bartoli (due eccezioni di origine siciliana), Alessia Passatordi e Chiara Menido sono le professioniste partenopee che danno vita all’evento: un team di donne campane di eccezione che lavorano nella comunicazione e nel marketing e non vedono l’ora di incontrare il pubblico femminile appassionato di new media, internet e tecnologie. Non si dica ancora in giro che tra le donne vige solo rivalità per favore!

L’appuntamento è fissato per l’11 Marzo 2011 alle ore 19.00 presso il Mumble Rumble, Via Bonito 19 B, Napoli.

E se qualcuno avesse ancora qualche dubbio… non di sola cena si tratta, la scaletta prevede:

– La proiezione di due filmati curati da NinjaMarketing per il progetto Techlovers, che raccontano l’esperienza di due donne campane, note agli internauti, e del loro rapporto con internet;

– La testimonianza dal vivo della scrittrice Raffaella R. Ferrè dallo stile dissacrante e graffiante già autrice di Santa Precaria e della blogger Giada Divisato, occhi da orientale per la rete che impera nella sua dimensione “estetica Anestetica” .

– La presentazione della raccolta dei 100 tag derivata dal contest realizzato in collaborazione con 100 Tag appunto, luogo virtuale in cui è possibile esprimersi liberamente su 100 temi, 100 argomenti diversi legati tutti dalla necessità di essere affrontati per poter capire appieno il presente e lavorare per un futuro migliore.

– La premiazione delle vincitrici del contest fotografico “Geek Shots” realizzato in collaborazione con Kodak.

– E un momento di “social networking” per allargare il proprio giro di contatti.

Il programma completo lo potete consultare qui!

Chiaramente come ogni evento social che si rispetti è necessario registrarsi on line compilando il form.

Ogni donna può invitare 3 donne oppure pur mantenendo invariata la maggioranza 2 donne e 1 uomo!

Che altro dire se non : “Donne in Tavola!!!

Infoline: +39 338.4156856

Tick Tock! Apple per il Campus MovieFest [VIDEO]

Tick Tock! Apple per il Campus MovieFest [VIDEO]Almost everything -all external expectations, all pride, all fear of embarrassment or failure- these things just fall away in the face of death, leaving only what is truly important”. Steve Jobs.

È la citazione con cui si conclude questo bellissimo video, dal titolo “Tick Tock” realizzato da un gruppo di studenti americani all’interno del progetto Campus MovieFest. In poco tempo sono state oltre 500mila le visualizzazioni su Youtube.

Campus MovieFest (CMF) è il più importante film festival per studenti al mondo. È nato nel 2000 dall’iniziativa di quattro studenti della Emory University: il nome originale era “iMovieFest”, perché i cortometraggi vengono sin dall’inizio realizzati esclusivamente con computer Apple e software Final Cut e iMovie.
Ma la bellezza dell’iniziativa sta nel fatto che la casa di Cupertino concede gratuitamente l’utilizzo degli strumenti informatici a questi ragazzi, per un tempo di una settimana, durante il quale gli studenti possono creare il loro corto di cinque minuti.
Oggi il festival coinvolge decine di college americani (perfino l’Università di St. Andrews in Scozia), e registra tra gli sponsor diverse multinazionali.

E noi di NinjaMarketing non ci stupiamo certo che dietro ad un successo del genere ci sia un nome come quello di Apple, che da sempre associa la sua immagine e la sua mission a concetti di creatività e ispirazione.
Questo video ruota intorno ad una citazione del fondatore, Steve Jobs (che da poco ha festeggiato il suo compleanno, celebrato anche dai ninja!) quasi fosse un ringraziamento per l’opportunità che Apple dà a questi ragazzi. Almeno ci piace pensarlo.

In ogni caso, davvero grandi complimenti a questi ragazzi! Good Job(s) guys!

Foursquare 3.0: Nuove funzioni per far crescere gli affari Geo2.0 [HOW TO]

E’ arrivato il secondo anniversario dalla nascita di Foursquare e come ogni buon compleanno che si rispetti è arrivato un regalo, ma questa volta sarà il festeggiato a farlo: Fourquare lancerà la sua versione 3.0 per Android e iPhone.
In soli due anni tale social network basato sulla geolocalizzazione è riuscito ad ottenere 7.5 milioni di utenti e a passare da solo dipendenti, ossia i fondatori Dennis Crowley e Naveen Selvadurai, a oltre 50 dipendenti.
L’idea iniziale era quella di rendere più semplice la fruizione delle città, mentre i check-in servivano solo come unità atomica per la misurazione di un posto. Ben presto si capì che conoscere l’intero contesto seguendo anche l’evoluzione cronologica dei check-in sarebbe stato più divertente, sociale ed interessante. E’ così che l’obiettivo fondamentale di tale strumento è diventato quello di fare da cassa di risonanza per il mondo reale, per godere appieno di nuovi posti e nuove esperienze ed è questa la strada su cui la versione 3.0 proseguirà.

La prima grande novità di questa versione è la nuova scheda “Explore”. Si tratta di un sistema di ricerca, che sfruttando il sistema di geolocalizzazione del nostro device, permetterà di individuare i posti consigliati inerenti al tema ricercato, nelle nostre vicinanze. La vera particolarità consiste nel fatto che tali suggerimenti del sistema non saranno casuali o predeterminati, ma saranno tagliati su misura per noi. Essi saranno infatti calcolati sulla base di un particolare algoritmo che prende in considerazioni molti fattori tra cui i luoghi in cui si è stati, i posti visitati dagli amici, il grado di fedeltà con i vari posti, le categorie dei vari tipi di luoghi che si è soliti frequentare non solo differentemente in base ai giorni della settimana ma anche tenendo conto dell’ora in cui si effettua la ricerca. Il sistema, a ricerca terminata, “raccomanderà” un posto e fornirà addirittura la motivazione per cui si è giunti a tale conclusione (ad es. se è il luogo più frequentato dai propri amici).
All’esterno della scheda “Explore” potremo vedere emergere, sempre tra i dati ricercati, coloro che più si sono distinti nelle categorie desiderate mentre nella scheda “Me” potremo farci guidare dalle categorie e posti che sono stati più frequentati dai nostri amici.

Foursquare anche nella versione 3.0 proseguirà sulla strada di incoraggiare e motivare il comportamento delle persone, incoraggiandole a esplorare attivamente il mondo che si spande intorno a loro.


Ultima novità, ma non per importanza, è la crescente importanza attribuita dal celebre social network per i commercianti. Saranno infatti introdotti 6 nuovi tipi di “Specials” che permetteranno di premiare (attraverso sconti, offerte speciali e quant’altro) non solo il “Mayor” ma anche i clienti fedeli, i nuovi clienti o semplicemente tutti coloro che si trovano in zona in quel determinato momento.
Gli utenti con BlackBerry dovranno pazientare ancora un poco tempo per poter sfruttare Foursquare 3.0 mentre la versione per per gli utenti Symbian e WP7 è ancora in fase di elaborazione e la sua uscita non è prevista a breve.