From Wall street to Web street: ovvero il crowdfunding sociale per startup, MADE IN ITALY!

Mentre ninjavo in cerca di tendenze digitali mi sono imbattuto in un articolo di mashable: a quanto pare si tratta delle 5 tendenze del momento che hanno il maggior potenziale per diventare segmenti traino per il mercato, ed in particolare ho posto l’attenzione sul segmento “startups for startups”.

Con la crescita esponenziale che il mercato startup stà avendo, sembra che si sia catalizzata anche la crescita della domanda di servizi utili alle startups stesse, così sono nati servizi come il citato launchrock, per il mercato statunitense, o startupWikli per il mercato italiano.
Sembra infatti che ci siano spazi di nicchia nei mercati, in cui sono economicamente sostenibili business models legati ad attività utili alle startups, il tutto ovviamente attuabile solo in presenza di spirito innovativo e sicuramente in ottica non convenzionale.

Interessante in questo senso è lo stesso kickstarter, dal quale Diaspora pare aver ricevuto il primo “calcio” grazie ad un investimento di circa 10.000$ che ha permesso ad i suoi fondatori di strutturare una campagna di fund rising con un risultato di 100.000$ di seed fund.
A quel punto ho analizzato le features di Kickstarter chiedendomi se e quanto possa funzionare questo business model nel mercato italiano.

Premesso che:
• In Italia abbiamo sicuramente una forte necessità di incastonare la linfa innovativa delle startup nel sistema economico in modo che, queste ultime, possano alimentare la crescita dei nostri mercati e possano attingere alle nostre capacità di investimento privato.
• Dopo la crisi dei derivati del 2008 gli investitori privati sono alla ricerca di metodi innovativi di investimento, e sicuramente gli investimenti in web companies stanno diventando gradualmente dei must dei portafogli dei grandi gruppi di capitale.
• Le startups, in particolare italiane hanno difficoltà nel reperire fondi da investire, siano essi seed funds o investimenti strutturati

Dunque mi son chiesto se non era il momento di lanciare con questo articolo un idea a metà tra una startup ed un marketplace, un serious game che possa dare a chiunque la capacità ed i mezzi informativi che gli permettano di investire in una startup.

Perchè l’investimento sociale è innovativo.

Per chi stia pensando che si possa trattare semplicemente di un copia-incolla di kickstarter è consigliabile arrivare in fondo all’articolo. Ciò per cui questa startup virtuale si differenzia da kickstarter è innanzitutto la struttura: kickstarter provvede fondi per avviare progetti in generale, siano essi startups come è avvenuto con diaspora o fondi per finanziare documentari, films, album musicali, mentre in questo caso il marketplace non sarà altro che un punto di incontro tra l’investimento privato e le startups in cerca di fondi.

Da lurkers ad attori di mercato.

Ho pensato di strutturare questo mercato virtuale esattamente come una borsa in cui quotare le startups o i prototipi. Ogni startups si presenterà al mercato attraverso un elevator pitch virtuale, in cui descriverà il progetto, il business plan ed eventuali strategie.
L’investitore a quel punto potrà aprire un conto ricaricabile presso il portale, e scegliere su quali progetti investire.
La funzione di controllo e di analisi delle operazioni di investimento verrà effettuata in crowdsourcing dagli utenti stessi, saranno gli utenti a valutare con indici e recensioni la capacità reddituale dei progetti, esattamente come avviene nelle borse con il ruolo svolto dalle agenzie di rating. Dopo l’investimento, all’investitore spetterà una quota proporzionale al denaro versato e proporzionale al tipo di offerta con la quale la startup si è presentata.

Social funds raising.

Se, per esempio, la startup YepLike (che personalmente credo abbia alte potenzialità) decide di quotarsi per reperire capitali, emetterà una offerta di azioni pari all’investimento necessario, ogni investitore sottoscriverà una quota di questo investimento calcolata proporzionalmente in base alla cifra che si intende far confluire nel capitale della startup.
Yeplike, per esempio, può decidere di offrire il 20% della sua proprietà in cambio di 100€, se un utente decide di investire 1€ possiederà lo 0,2% di yeplike.
A quel punto, se l’offerta di azioni viene assorbita dagli utenti il processo parte e gli utenti saranno a tutti gli effetti azionisti della startup.

Tech is sexy again, ed il mercato lo sa.

Facendo una grossolana analisi di marketing ho pensato innanzitutto all’andamento del risparmio privato in Italia che, nel 2009, stando ai dati diffusi da Bankitalia ammonta a quasi il 30% delle attività finanziarie totali.
Considerando anche il successo che stanno avendo i servizi di investimento online, credo che il marketplace possa inserirsi in quella nicchia di mercato che non si è ancora spinta nei mercati del trading o forex online ma desidera poter effettuare investimenti in startups, soddisfando al contempo sia la necessità di essere “early adopters” di nuove tendenze di mercato, sia la necessità di allocare piccole fette di risparmio.

Stay tuned!

Dunque la discussione è aperta, like or dislike it, but share it, propongo di discuterne sia qui attraverso i commenti sotto o su facebook e twitter utilizzando l’hashtag #webstreet per valutare la fattibilità di questo potenziale strumento di investimento in startups!

Skittles vi fa toccare l'arcobaleno con un dito [VIDEO]

Le vostra dita hanno enormi poteri! Non ci credete? Bene, Skittles vi dimostra il contrario: con un solo dito, potete fermare un pericoloso ladro in fuga, o combattere una guerra da vero eroe!!
O farvi leccare da un improbabile uomo gatto…

Skittles ha creato una serie di video “interattivi” ispirati al tema “Experience the Rainbow“. Vi basterà appoggiare il dito sullo schermo, e diventerete parte integrante dell’animazione!
Questa divertentissima campagna, creata dall’agenzia BBDO Toronto, si appresta già a diventare virale, dopo soli pochi giorni dalla sua pubblicazione: i video hanno già raggiunto quote notevolissime di visualizzazioni su Youtube.
Non vi resta che provare! Qui trovate anche gli altri video  😀

LinkMyHome: la casa si fa social

Dimenticate le richieste di dati come nome, cognome, data di nascita etc.: con LinkMyHome potete creare un account per la vostra casa ed elencarne tutte le caratteristiche.

Il funzionamento è semplice: LinkMyHome è una piattaforma bilingue (italiano ed inglese) destinata agli appassionati di arredamento e design ed integrata con Facebook e Twitter. Inoltre è disponibile anche un blog, ricco di consigli e novità.

Come spiega il suo ideatore Gualtiero Bracci – già co-fondatore di Dolcevitavillas.com, sito focalizzato sull’affitto di residenze di prestigio per le vacanze -: “L’idea di creare questo social network è nata dalla necessità di creare un luogo dedicato a tutti gli amanti della casa che vogliono condividere le proprie idee, proporre consigli e mostrare ai propri amici i dettagli di cui sono più orgogliosi”.

Sul social network, infatti, è possibile inserire informazioni sulla struttura della propria casa, sulla sua tipologia e sull’arredamento scelto. Ovviamente è possibile caricare anche le relative foto.

Inoltre, si troveranno altri utenti conosciuti grazie ad un duplice criterio di ricerca: il nome o la tipologia di abitazione.

Come immaginerete non manca la sezione “market” per la vendita e l’affitto o scambio degli immobili.

Allora, siete pronti a mettere in rete la vostra casa?

MSNBC.com rilancia EveryBlock, social network dedicato agli abitanti di un quartiere! [TRENDS]

MSNBC.com rilancia EveryBlock, social network dedicato agli abitanti di un quartiere!MSNBC.com, realtà operativa nel settore del giornalismo online, ha da poco deciso di rilanciare EveryBlock, una piattaforma acquistata circa un anno e mezzo fa e dedicata alle pratiche di social networking tra abitanti di una stessa zona/quartiere. Scopriamo insieme quali sono le novità apportate da questa operazione!

Le novità apportate a EveryBlock

Prima di tutto occorre segnalare che, mentre la prima versione di EveryBlock era caratterizzata da una lista di 911 aggiornamenti relativi a news locali, recensioni di ristoranti, etc. di una specifica area geografica, il ‘nuovo’ EveryBlock contiene un campo in cui inserire post e aggiornamenti che possono essere automaticamente condivisi con gli utenti che vivono nella stessa zona.

Cosa succede nel tuo vicinato? Scoprilo con EveryBlock!

Il nuovo sito tenta anche di incoraggiare le discussioni tra utenti, dando ai contributor più attivi speciali honors parzialmente basati sulla decisione degli altri utenti di ringraziarli per i consigli e commenti. Inoltre, gli stessi user possono ora crearsi un profilo personale inserendo foto, biografia, domande di interesse, etc.

Il lifting ha trasformato così la piattaforma in un vero e proprio social network, che offre anche la possibilità di seguire (“follow”: vi ricorda qualcosa? ;-)) specifiche zone geografiche, in modo da essere sempre aggiornati. Inoltre, proprio come nel caso di Twitter, Facebook ed altre piattaforme social,  EveryBlock offre la possibilità di postare messaggi diretti alle persone (geograficamente) vicine a sé.

EveryBlock: epic fail o piattaforma con grandi potenzialità?

Nonostante gli sforzi appena elencati per fare ‘decollare’ il progetto, l’idea del social dedicato alle pratiche di networking tra vicini di casa e persone che vivono in una stessa area non sembra dare ancora i risultati sperati: le statistiche di Febbraio mostrano come il sito abbia raccolto solo 220.000 visite uniche negli USA, cioè 450 al giorno per ognuna delle 16 città statunitensi coperte.

Le 15 città USA di EveryBlock

Probabilmente è l’idea di fondo della piattaforma che non regge: in effetti, gli stessi servizi di EveryBlock sono offerti in maniera indiretta (per esempio) da Facebook o Twitter, con la differenza che essi non offrono SOLO quelli.

Difficile indovinare il seguito del ‘caso EveryBlock’: se volete restare aggiornati ma non vivete in una delle 16 metropoli appena mostrate, potete seguire il blog dedicato, la pagina Facebook o l’account Twitter.

Long(?) life EveryBlock!

10 domande a Rosie Siman, la più giovane Social & Emerging Media Strategist del mondo [INTERVISTA]

Viene da Nashville ed oggi, a 24 anni, ha ottenuto il suo lavoro dei sogni: social & emerging media strategist per Saatchi & Saatchi a NYC. Conosciamola meglio in quest’intervista tradotta da Tangerine!

Dove sei adesso?

Sull’aereo, tornando da SXSW. Sembra lo Spring Break per adulti, troppo bello.

Qual è il tuo posto preferito per fare una colazione di lavoro?

Ci sono poche cose che possono tirarmi giù dal letto verso una colazione di lavoro, ma Lowcountry ha dei biscotti deliziosi.. ed anche un bloody mary al bacon…

Qual è stato il tuo primo lavoro?

Ho lavorato per l’impresa di entertainment branding di Steve Stoute e Jay Z, Translation. Mi sono unita a loro proprio poco prima della recessione ed organizzavamo le feste “Summer Soiree” sul tetto con Jay Z ed i suoi amici quasi ogni venerdì.. mi sembrava di vivere un sogno. Durante il mio tempo lì, abbiamo convinto Wrigley a pagare Chris Brown per fargli scrivere una canzone che in qualche modo incorporasse il brand. “Forever” mi insegue da allora.

Come pensi si possa fare per mantenere motivato il talento nella nostra industry?

Credo che tutto dipenda dalla capacità di dare alle persone l’opportunità di essere ispirati! Troppo spesso giudichiamo il valore in base a quanto le persone restano in ufficio, o se lavorano durante i week end. Mi piacerebbe vedere le aziende incoraggiare i propri impiegati ad allontanarsi dalle proprie scrivanie e ad esplorare le città in cui si trovano. [Se sei a New York, ti consiglio vivamente Sleep No More di Punchdrunk per un po’ di ispirazione al di fuori del lavoro!] E smettiamolo poi di essere così negativi sulla pubblicità. Diamo a noi stessi ed a quelli intorno a noi il permesso di sentirci ispirati ed eccitati per le cose che facciamo.

Cosa ti motiva?

Sono costantemente motivate da tutte le cose cool che stanno avvenendo nel nostro settore. C’è del lavoro stupendo prodotto e c’è il desiderio naturale di voler essere parte di qualcosa di grande.

Cosa ti eccita della prossima decade?

Sono curiosa di vedere come si evolveranno le comunicazioni tecnologice e digitali. Posso dire che sono eccitata al pensiero del maggior potere che avranno i giovani? Credo che ci siano delle persone molto intelligenti nel nostro campo che sono limitate da adutli, o persone al potere che non si interessano realmente del digital. Per la fine della decade, spero che non staremmo più parlando del tema “I media digital/social sono importanti?”

Cosa c’è sul tuo comodino?

Una lampada arancione, un orogolio, un iPad, un Kindle, una bottiglia di acqua minerale e qualche fumetto.

Se non lavorassi in questo settore, cosa staresti facendo?

Sia mio padre che mio nonno erano nell’industria discografica, quindi probabilmente sarei nell’A&R o nel management di qualche artista se non fosse per l’advertising. Ma in realtà non mi dispiacerebbe lavorare nel business discografico un giorno.

Con chi vorresti bere qualcosa?

Lady Gaga. Il mio ragazzo ed io non eravamo grandi fan, ma ci hanno regalato i biglietti per il suo show all’MSG e la performance è stata incredibile. Da allora non sono stata in grado di smettere di pensare a lei, alla sua artisticità ed alla sua creazione di fama. Gwyneth Paltrow è al secondo posto. Credo abbia fatto un ottimo lavoro ai Grammy ed essendo io di Nashville, l’ho apprezzata particolarmente in Country Strong.

Qual è la tua stravaganza più grande?

Caspita, non sono una persona molto stravagante. Potenzialmente, viaggiare. Adoro viaggiare. Ho dovuto smettere di usare Mint.com perché gli alert su quanti soldi stessi spendendo nei viaggi cominciavano a tormentarmi.

Trovato qui

RadioApps: le trasformazioni della radio secondo il mobile! [TREND]

Gli anni passano per tutti, ma la musica, quella almeno, resta sempre giovane. La riascolti anche dopo 20 anni e riaffiorano le stesse emozioni del passato. Ma la radio, la buona cara vecchia radio, anche lei non invecchia? Beh, pare che la radio non invecchi mai: è il media meno invasivo, quello che ti accompagna ovunque tu sei, in macchina o a casa, mentre cucini o studi. La fruizione della radio è fluida perché si adatta al quotidiano di tutti; grazie al Mobile questo mezzo oggi può rifarsi una giovinezza tutta nuova!

Molti cellulari, anche quelli più datati, sono dotati di radio FM/AM ma l’iPhone ancora no. Qualche utente si lamenta, altri studiano il modo di fare jailbreak sul proprio melafonino.
Ma perché complicarsi la vita se esistono apps per tutti i gusti e i devices, inclusi i tablet, che vi danno la possibilità di scegliere tra migliaia di canali disponibili?
Già, il futuro della radio: una scelta vastissima di stazioni ovunque tu ti trovi, tutto senza dover spostare l’antenna e senza il gracchiare a cui qualcuno è anche un po’ affezionato. La possibilità di trovare non solo il programma radiofonico preferito, ma addirittura il genere musicale che più ci piace.

Chi usa la radio in streaming via internet sa già quanto comodo e interessante sia questa opportunità; l’esperienza mobile ha il valore aggiunto di essere sempre a portata di mano. A volte meglio delle radio incorporate sul tuo cellulare, perché l’offerta è più vasta. Ovviamente qualche contro c’è: occorre un buon piano tariffario e una batteria che duri a lungo, perché il traffico dati è consistente.

Ecco le apps per lo streaming radio più scaricate e quelle delle stazioni italiane più famose.

Wunder Radio

Il Rolling Stone dice che è la migliore, un po’ costosa, 5 euro circa, ha una grafica semplice e grazie alla geolocalizzazione via gps trova le emittenti più vicine a voi. Oltre 30mila stazioni, incluse quelle italiane, permette di scaricare anche quelle che non trasmettono in formato compatibile con l’iPhone. Supporta anche bitrate bassi, cioè rinunciando a un po’ di qualità puoi collegarti alla tua radio preferita anche senza WiFi. Qui trovi i link per i download per Blackberry e Windows, qui sotto invece quelli dell’Apple Store e di Android Market.

Wunder Radio

 

TuneIn Radio

L’app, costo irrisorio 0,79 euro, è molto veloce nello switch, permette di salvare le radio preferite e di registrare i programmi che si sta ascoltando. Inoltre ha un browser personale in cui è possibile navigare durante l’ascolto, evitando l’apertura di altre applicazioni. Qui trovi maggiori informazioni e i link ai download per tutti i device, sotto quelli per iTunes e Android.

TuneIn Radio

 

RDS

La prima stazione in Italia in formato app, è interessante perché interattiva: permette di votare le canzoni in programma e partecipare a concorsi dopo aver fatto login sul sito della radio. Qualche difficoltà per la connessione non WiFi, integra podcast e news e la possibilità di navigare sul sito di RDS. Ecco l’app per Apple e Nokia.

RDS

 

Virgin Radio

L’app per chi ama il rock! Esiste anche l’app Virgin Radio Tv che permette di vedere in video ciò che accade negli studi di Milano. Più di un canale a disposizione, dagli anni 80, ai 70, all’hard rock, il classic e l’alternative. Qui il link a tutti i downlod e sotto quello per Apple.

Virgin Radio TV

 

iDeejay

Disponibile da poco e già scaricatissima, è  l’app free di Radio Deejay che permette di messaggiare in diretta col programma. Ha una sezione con le 50 songs più ascoltate del momento da poter ascolatre in prewiev. Disponibile per iDevice, qui sotto il link a iTunes.

iDeejay

 

Awareness! The Headphone App

Ti piace l’idea di ascoltare la tua playlist preferita ovunque ti trovi con il tuo device e un paio di cuffie? Allora per te che non smetti di ascoltare musica anche in mezzo al traffico, in metropolitana o mentre pedali in bici, ti consigliamo questa app. Durante l’ascolto musicale l’app invia automaticamente in background i rumori percepiti dal microfono esterno che superano una certa potenza. Funziona anche su suoni molto bassi, così che se qualcuno vi sta parlando potrete sentirlo senza togliervi gli auricolari. Per un ascolto in tutta sicurezza!

Awareness! The Headphone App
Ora tocca a voi suggerirci la vostra Top of the App Radio!

Cacche di piccione sulle macchine: "Guerrilla" stickering! [VIRAL]

Al fine di cercare di cambiare la cattiva abitudine degli indiani a non lavare la propria macchina, Brand Care Aura Wash ha realizzato un’ azione di guerrilla stickering piuttosto originale 🙂

L’idea, realizzata dalla 1Pointsize, è quella di utilizzare il classico segno onnipresente su tutte le macchine: l’escremento di piccione! Sono stati creati degli adesivi con tale forma riportanti il seguente messaggio : Il modo più pulito per fare il lavoro sporco. Aura Wash Care “.

Che dire.. un’idea “sporca” per un lavoro sporco ! 😉

Trovato qui.

Creatives for Japan è una gallery con i poster realizzati per l’occasione da creativi italiani e internazionali, art director di agenzie, grafici, illustratori, fotografi e artisti.

I poster sono acquistabili online direttamente dal nostro sito (CLICCA QUI) con una donazione minima di 20 euro. Il 100% del ricavato (escluse le spese di spedizione) sarà donato all'associazione Save the Children per l’emergenza Giappone.

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Creatives for Japan, è partita l'iniziativa Ninja per il Giappone

Il Giappone, sconvolto da un terremoto di 9 gradi della scala Richter, dal suo conseguente tsunami con onde alte più di dieci metri e dal pericolo della catastrofe nucleare, cerca di resistere ad una catastrofe senza precedenti.

Creatives For Japan

Come vi abbiamo anticipato sulla nostra pagina fan, abbiamo pensato di lanciare una iniziativa a sostegno dei nostri fratelli giapponesi: Creatives for Japan è una gallery con i poster (70×100 cm) realizzati per l’occasione da creativi italiani e internazionali, art director di agenzie, grafici, illustratori, fotografi e artisti.

Vi ricordiamo inoltre che se siete dei creativi e avete un soggetto da proporci, potete scrivere a japan[chiocciola]ninjamarketing.it e mandarci soggetti incoraggianti, pieni di speranza e che non siano possibilmente incentrati sulla bandiera del Giappone!

Se invece conoscete un corriere che voglia sponsorizzare le spedizioni, mettetelo in contatto con noi (japan[chiocciola]ninjamarketing.it) in modo che si possa donare l’intero ricavato.

Come acquistare

poster (70×100 cm) sono acquistabili online direttamente dal nostro sito (CLICCA QUI) con una donazione minima di 20 euro (pagamento tramite PayPal). Acquistate uno o più poster dal sito! Il 100% del ricavato (escluse le spese di spedizione) sarà donato all’associazione Save the Children per l’emergenza Giappone.

I poster saranno stampati in serie limitata dall’industria poligrafica Grafica Metelliana e recapitati in un tubo di cartone.

Forza Guerrieri, acquistate i nostri poster e aiutateci a condividere questa nostra iniziativa con il maggior numero di persone possibili. Uniamo le nostre forze per un gesto che conta!

[BREAKING NEWS] Facebook Questions da oggi è anche in Italia


La scorsa settimana  avevamo cominciato a parlarvi di Facebook Questions e finalmente il nuovo tool è disponibile anche in Italia. Ora, dunque, è possibile creare domande e sondaggi visibili agli amici e agli amici degli amici.

E’ possibile fare una domanda alla quale è possibile rispondere con una risposta aperta; oppure c’è la modalità più classica del sondaggio, dove si possono impostare un massimo di 3 risposte. In entrambi i casi la “social question” sarà visibile nel mainstream.

Non solo, nel mainstream apparirà anche il link dove sarà scritto che avete risposto ad una domanda; in questo modo anche i vostri amici, cliccando sul link, potranno partecipare al sondaggio, pur senza avere tra i contatti colui che ha postato per primo la domanda. Accanto al link, infine, sono stati aggiunti il pulsante “follow”, per seguire l’andamento del sondaggio, e il pulsante “ask friends”, per selezionare alcuni tra i vostri amici a cui chiedere di rispondere alla domanda.

Come vi avevamo già raccontato, il principale social network che Facebook sembra sfidare con questa novità è Quora. Ma, mentre Quora permette di fare domande per ottenere risposte da qualunque utente, Facebook Questions punta sul fattore fiducia, facendo in modo che i consigli provengano (anche) dai vostri amici. Non a caso, il pay off scelto da Facebook è “ Get answers from the people you trust” (Ottieni risposte dalle persone delle quali ti fidi).

Ma la novità non è attiva solo per i profili personali. Anche sulle fan page, infatti, è comparso il pulsante “Questions” e questo attirerà sicuramente l’attenzione degli “uomini di marketing”. Il nuovo strumento, se ben utilizzato, potrà fidelizzare ulteriormente i fan al proprio brand e, soprattutto, potrà far incrementare il numero di fan di una pagina.  Sta ai brand utilizzare nel modo migliore, senza imbrogli, questo nuovo strumento di marketing messo a disposizione da Facebook.

Un’azienda televisiva potrebbe fare sondaggi sui personaggi preferiti dai fan e dar loro maggior rilievo, un’azienda che produce gelati potrebbe chiedere ai fan qual è il gusto che manca… per non parlare dell’uso creativo e divertente che potrebbero farne gli utenti, creando maggiore engagement su Facebook, come già succede con le pagine, le foto e gli eventi.

Che ve ne pare? Avete già iniziato ad usarlo?

Top 5 Horror – Marzo 2011

Nei nostri post di solito cerchiamo di mostrarvi le idee più belle trovate in rete, le più interessanti o quelle stilisticamente realizzate meglio.

Ma spesso nelle nostre ricerche ne vediamo anche altre veramente brutte, schifose e stupide e siccome non vogliamo privarvi di nulla, ecco la Top Horror di Marzo, la classifica con gli orrori del mese.

Se non avete paura dei pubblicitari, beh dovreste averne!

I poster sul Giappone te li potevi risparmiare

Per la serie “ma che cavolo vi fanno fare a scuola di pubblicità?” guardate un po’ cosa ha partorito la mente di uno studente olandese intorno al 22 del mese… vi traduco solo i claim, per chi avesse poca dimestichezza con l’inglese. Il primo dice “menomale che il nostro lampadario è resistente all’acqua. Certo però vi serve un soffitto”, mentre il secondo è “non preoccuparti Giappone. La Fatboy Edison funziona per 6 ore dopo essere stata ricaricata”. Sono senza parole, veramente senza parole.

L’unica birra che non comprerei

Questo ragazzone tedesco dovrebbe convincermi a comprare la sua birra, ma non ci riesce per nulla… anche la canzoncina, a dirvi la verità, non aiuta. Che dite voi? Magari soprassediamo sugli innumerevoli stereotipi sui tedeschi descritti dallo spot?

Equal PayDay rivendica le pari opportunità

Primo DISCLAIMER: Non guardate il video se avete appena mangiato o siete deboli di cuore.

Secondo DISCLAIMER: Se ve lo stavate chiedendo, le nonne presenti nello spot NON sono assolutamente le nostre Ninja girls (loro sono più belle).

Passiamo allo spot, remake del videoclip di Satisfaction del dj Benny Benassi, con queste arzille donnine che lavorano e si offrono contemporaneamente alla gioia dei maschietti. Se vi siete un po’ innamorati chiedeteci pure il numero di un bravo psicologo.

Se questa è matematica, io sono un guru del marketing

Questo spot del governo inglese per valorizzare la scuola ed incoraggiare i neo-laureati a diventare insegnanti. Peccato che, nel risolvere una banalissima operazione con l’elevamento a potenza, la prof protagonista dello spot commetta un grossolano errore, notato per primo proprio da uno studente quindicenne. Epic fail? Per la cronaca, il risultato sarebbe g elevato a 14, mentre invece la prof dà i numeri e i ragazzi giustamente li segnano sulla cartella del bingo.

In effetti c’è chi può e chi non può, ma Luftal aiuta tutti

Le facce dei personaggi protagonisti sui poster dicono tutto… con tanta nonchalance loro danno sfogo a tutta la loro riserva di gas naturale, ma non tutti se lo posso permettere. Argomento delicato per questi poster, immagino non sia facile dover pubblicizzare un farmaco contro il meteorismo. Comunque, la metafora non è riuscita benissimo, se guardate le scene sui cartelloni. Cioè, una discarica, il mattatoio del pesce e la sala delle autopsie? Non c’era qualcosa di più discreto?