Come unire tecnologia e bellezza: Ninja Marketing intervista Dario Picciau

La sezione Techstyle continua la sua ricerca di talenti/realtà italiane che si distinguono nel panorama italiano e non solo. Dopo i ragazzi di JoinPad oggi vi proponiamo la chiacchierata che abbiamo fatto con Dario Picciau, artista e regista internazionale che ha saputo unire tecnologia e bellezza.

Chi è Dario Picciau

È, per prima cosa, una persona umile. E questo lo si capisce da subito, fin dalle prime battute che scambiamo. Incontrare persone così arricchisce l’animo e fa sperare davvero in un domani migliore, basato sulla riscoperta delle cose semplici.

Dario opera principalmente nell’arte e nel suo lavoro fonde volontà, spirito di azione, tecnologia e divertimento.
Si aggira tra Milano, New York e Londra.
Scopriamo la filosofia con cui porta avanti i lavori insieme al suo team.

Filosofia

Il loro modo di concepire il lavoro è proprio come una bottega rinascimentale: c’è un pensiero, dato dal capo progetto, e si lavora per far si che la tecnologia valorizzi il contenuto (come nelle botteghe si lavorava sulla scelta dei colori e dei pigmenti, si usava la conoscenza delle materie prime per valorizzare al massimo il risultato artistico).

E come allora c’è l’intenzione di dire/rappresentare qualcosa, cercando sempre di raggiungere alcuni obiettivi:
comunicare dei valori (contenuti, qualità, innovazione, coinvolgimento): perché le persone devono sentirsi arricchite ed entusiasmate da quei contenuti;
usare le tecnologie: per stimolare l’attenzione delle persone, soprattutto su temi importanti. La tecnologia serve per esaltare il contenuto.

La chiave del discorso è il pensiero individuale, per rendere il nostro futuro e la vita delle persone migliore. Se queste cominciano a riflettere capiscono di trovarsi di fronte ad alcune situazioni e possono esprimere il proprio giudizio (e qui arriva l’importanza della cultura e della conoscenza, che rende le persone migliori e aperte ai cambiamenti).

Attività recenti

Sulphur & Dana

Living Comic System: l’evoluzione della graphic novel. Una vera e propria opera d’arte.
Dalle parole di Settimio Perlini, una delle massime autorità italiane in ambito Apple: “Pensando ad una forma d’arte propria dell’era di iPad, Sulphur & Dana rappresenta una pietra miliare o se vogliamo un perfetto anello di congiunzione tra la pittura, i comics e l’animazione”.

Lo sviluppatore Paolo Godino dice “Si possono ammirare le pagine ed essere rapiti dal mondo in esse rappresentato, soffermarsi sulle singole illustrazioni e subire il fascino della loro bellezza, leggere i testi e farsi coinvolgere da questa delicata storia contro il pregiudizio indotto dalla diversità…. In un primo momento mi era sembrata la richiesta di una applicazione come tante peraltro simile ad una che stavo scrivendo in quel momento.
Poi ho visto le tavole che avrebbero costituito l’opera, basate su un modo di concepire il fumetto mai visto prima. Decisi allora di partecipare con entusiasmo, intravedendo l’eccezionalità e la novità di quanto avremmo potuto realizzare“.

Mentre Claudio Berini di Panorama Economy dice “Da un punto di vista tecnico Sulphur & Dana è un fumetto che prende davvero vita nelle mani di chi opera sull’iPad, con 27 immagini, create in digitale e animate col sistema Living Comic System®.

Le nove tavole mostrano regalano al lettore una strabiliante profondità, un senso della materia di movimento, elementi atmosferici e luci che valorizzano come non è mai stato fatto prima il lavoro del disegnatore e del colorista, offrendo un’esperienza di lettura completamente nuova e sorprendente. Anche per questo motivo il successo internazionale di Sulphur & Dana ha già riscosso l’interesse dei più importanti editori americani di fumetti di genere «supereroico», che vedono nel nuovo format l’evoluzione spettacolare degli universi legati ormai da 70 anni agli avventurieri in costume”.

Librivivi

“Il piacere di un libro che parla come un film”. Non male come presentazione no? Beh, è davvero qualcosa di emozionante ascoltare le voci di stelle come Anthony Hopkins, Robin Williams, Richard Gere, Michelle Pfeiffer, Natalie Portman, Scarlet Johanson, Bruce Willis, Emma Thompson e molti altri. Un cast d’eccezione per dar voce agli audiolibri.
Un catalogo di oltre 180 opere, tra le quali grandi romanzi come Frankenstein, Dorian Gray, Dr. Jekyll e Mr. Hyde, Scrooge, Il canto di Natale.

I LibriVivi sono audiolibri di nuova generazione che propongono i capolavori della letteratura in un modo nuovo, emozionante e coinvolgente trasformando il libro in un vero e proprio “film” da ascoltare, con narrazioni, dialoghi, effetti sonori e musiche.
Realizzare, in Italia, una casa editrice di nuova generazione che trasforma la letteratura e la cultura in aiuto per le persone non è semplice. Ma questo sforzo è stato premiato.
Visitate questa pagina dedicata al perché LibriVivi è davvero emozionante. Capirete subito la bellezza del progetto!

L’uovo

È il primo film italiano di animazione in 3D. Tratto dall’omonima novella in versi del poeta milanese Roberto Malini.
L’uovo è un’opera dai grandi valori umani. Nella campagna di Fabio e Maria non si susseguono solo le stagioni. Tutto è allegorico, emblematico.

I protagonisti, inconsapevoli, ma dotati di libero arbitrio, si trovano nella necessità di rispondere alle domande più importanti: che cosa sono il bene ed il bello? Qual è il fine dell’amore? Quale voce dobbiamo ascoltare, quando la ragione ed il cuore dialogano con noi?

Si tratta di una parabola che ci coinvolge e invita a porci domande fondamentali , che riguardano il significato stesso della vita, il limite estremo dell’amore“.

L’impegno per i diritti umani – Everyone Group

Una nobilissima iniziativa, che con il tempo si è trasformata in un punto fermo nella difesa dei diritti umani. È Everyone Group, un’organizzazione internazionale per i diritti umani fondata 5 anni fa e che lavora a stretto contatto con il Parlamento Europeo e le Nazioni Unite.

Più di 150 membri attivi ed autofinanziati. Negli ultimi tre anni è stata salvata la vita di oltre 600 persone (condannate, deportate o torturate).
Investire parte dei guadagni dell’attività commerciale in attività umanitarie dimostra sul campo la volontà di rivolgerci alle necessità della popolazione, in sostegno delle minoranze e delle persone che non hanno nessuno in loro aiuto.

Conclusioni

Parlando con Dario abbiamo toccato molti temi, tutti importantissimi. Senza mai cadere nella banalità. E questo è il valore aggiunto che lui riesce a darti: ti consiglia, ti suggerisce nei giusti modi, ti fa guardare le cose da un altro punto di vista.

Il punto di vista della persona umile, che ha raggiunto grandi traguardi e che non si è montata la testa. Anzi, è proprio il contrario. Altri si sarebbero messi su un piedistallo godendosi il successo, ma la forza delle grandi persone sta proprio nel rimanere a contatto con la vita di tutti i giorni, quella che ti fa confrontare ogni giorno con le realtà meno belle ma non per questo non hanno bisogno di aiuto.

Come unire tecnologia e bellezza, aiutando il prossimo: complimenti a Dario!

Da Tumblr le parodie ed i memi più divertenti sul matrimonio di William e Kate

Il web in questi giorni è pieno di video, foto e commenti sul Royal Wedding. A volte, è solo con l’ironia che si combatte l’overload informativo di un fenomeno così pervasivo per la cultura pop! Ecco una selezione delle migliori immagini dai 3 Tumblr preferiti da Mashable!

Kate Middleton For The Win

Il riconoscibilissimo stile Lolcats viene usato per ironizzare sullo stile di vita e sulla bellezza di Kate.. una spanna sopra le comuni mortali.

"Che gli invidiosi mi invidino pure!"

"Non vi preoccupate gente, c'è di nuovo una carina da guardare!"

"Oh cielo, credo di aver di nuovo dimenticato dove ho parcheggiato la carrozza"

"Sì, è stato terribilmente difficile scegliere quale isola comprare per la luna di miele"

Royal Wedding Tat

Un’altra pagina molto interessante è la Royal Wedding Tat, che raccoglie una serie di immagini raccolte in crowdsourcing di molti dei prodotti commercializzati nel globo sul Royal Wedding. Tra i più strani occorre segnalare le lenzuola e le statuine di due piccoli meerkat (un piccolo suricate, per intenderci il Timon de il Re Leone) vestiti come William e & Kate, l’anello lecca-lecca Ring Pop.

Prince Charles FTW


Anche se un pò fuori tema, non si poteva ignorare questa pagina di Tumblr che raccoglie immagini in cui Carlo è immortalato mentre osserva con curiosità una pecora, fa facce strane sotto la pioggia o ride di gusto con la moglie Camilla. Kate, questa è la famiglia in cui non vedi l’ora di entrare! 😉

Non c'è niente da vedere (dal 5 maggio su Ninja Marketing!)


Perchè un Ninja guarda con altri occhi.


Un indizio. Vi sveliamo un segreto:

“I Ninja per centinaia di anni vissero sulle montagne, praticando arti esoteriche e dedicandosi allo studio delle leggi fondamentali della natura. Furono così in grado di perfezionare un sistema di arti marziali che gli ha fatto guadagnare la reputazione di guerrieri invincibili”

Tratto da Filosofia su Ninja Marketing.

Dexter Game On: una caccia al tesoro sanguinaria [SPECIALE WEBBY AWARDS]

Che ci fa una torma di fan in giro per San Diego con una ferita sotto l’occhio destro? Semplice, stanno partecipando al Dexter Game On!

Nel corso del Comic Con, lo scorso luglio Showtime e Modernista hanno dato il via alla caccia al tesoro più sanguinosa della storia. Ogni partecipante, munito di un tattoo simile alla ferita che Dexter infligge alle proprie vittime, è stato chiamato ad indagare su un nuovo serial killer. Gadget, t-shirt, ma soprattutto anteprime video dell’ultima stagione sono stati gli ambiti premi per i cacciatori.

La caccia al tesoro interattiva è stata realizzata grazie alla collaborazione con SCVNGR e all’applicazione per Iphone e Android creata in esclusiva per l’evento. La campagna si è così sviluppata sia online, grazie alla diffusione sui  social network e alla creazione di numerosi micrositi dedicati, che offline, culminando in una vera e propria scena del crimine allestita all’interno del Comic Con. Dexter Game On però non si è giocato solo a San Diego, ma è stato diffuso e replicato in contemporanea in diverse città statunitensi, come New York, Los Angeles, Chicago, Seattle. Riuscirà la mano sinistra di Dio a spuntarla anche ai Webby?

Banche a portata di iPhone: ecco le soluzioni del Mobile Banking


L’internet banking è un servizio che si definisce in modo davvero originale rispetto a quelli più tradizionali che può offrire una banca. In primis, come accade per l’e-commerce, le transazioni online permettono all’utente un gran risparmio di tempo e spesso anche di denaro (evitando commissioni aggiuntive per il trasferimento).

In secondo luogo, l’utente che preferisce lo sportello digitale a quello tradizionale, è portato a fare switch, ovvero è propenso a cambiare la propria banca di riferimento.

Questo implica attività di marketing che garantiscano la fidelizzazione del cliente, che spesso si dice più soddisfatto dalle banche online che da quelle convenzionali. Puoi leggere a tal proposito l’intervento sul Sole24ore di Sergio Spaccavento, Presidente Aifin (Associazione Italiana Financial Innovation) qui.

Negli ultimi anni un altro canale si è aggiunto a quello dell’e-banking, il Mobile Banking. Il mercato delle transizioni finanziarie via cellulare è attualmente in crescita ed ha molte potenzialità: la facilità di accesso a servizi come il saldo del proprio conto corrente, le ricariche telefoniche, i pagamenti e il mercato azionario, aumenta maggiormente i benefici dell’internet banking di cui abbiamo parlato sopra e potrebbe diventare un mercato interessante anche ad esempio per le aziende assicuratrici e per il settore pubblico.

Potete leggere le previsioni per il 2013 dell’aumento del Mobile Marketing nel mondo qui.

Dopo l’entusiasmo per l’aumento dei conti su banche esclusivamente online, l’idea che un telefono cellulare possa sostituire un bancomat o addirittura un’agenzia bancaria, ovviamente ha aperto un gran numero di discussioni, in particolare sullo sicurezza e il rischio di phishing.

Il discorso sul mobile banking è molto ampio e noi di Ninja Marketing abbiamo pensato che fosse il caso di trattare l’argomento in più appuntamenti.

Iniziamo confrontando le applicazioni rese disponibili dai gruppi di credito italiani.

Monte dei Paschi di Siena

PasKey è l’applicazione gratuita di MPS disponile non soltanto per iTunes ma anche per Blackberry tramite il sito mobile.mps.it. Il gruppo toscano ha puntato moltissimo sull’internet banking prima e sul mobile in seguito, lanciando anche dei video esplicativi dell’applicazione che chiariscono anche la convenienza del conto su smartphone.

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Fineco

Appartenente al gruppo Unicredit, Fineco è la prima banca esclusivamente online in Italia; detto ciò, è anche una delle prime che ha creduto nel mobile e ha da poco aggiornato la sua app free su iTunes. Le novità riguardano il real time di tutte le operazioni, compreso il grafico in tempo reale del patrimonio totale e più di 50 cross valutari su Forex, il mercato delle valute. Un’app dunque per esperti di trading online.

UBI Banca

Un’app davvero completa per quanto riguarda i servizi più richiesti dal cliente comune di una banca: saldo, lista operazioni, bonifici, giroconto, ricariche telefoniche, disponibilità per i possessori di Carta Enjoy di un borsellino virtuale Box, Servizio Clienti, Cerca UBI, per la ricerca delle filiali e degli sportelli bancomat del Gruppo. Leggi qui come scaricare l’app anche per Android.

Webank

E’ una banca online dal 1999 che ha un’app gratuita per tutti gli iDevice: fin qui nulla di nuovo. La novità è che questa banca si è inventata un web reality, Wepadproject, in cui un team di 6 esperti in 6 settimane – dal 2 febbraio 2011 – deve sviluppare un’app per iPad che sia più veloce e che faccia risparmiare più di quella già esistente. Una strategia di marketing integrato con la classica formula “partecipa anche tu alla discussione e vinci un premio (iPad, ovvio)”.

Intesa San Paolo

Intesa San Paolo nel 2009 è entrata nel mercato della telefonia con la collaborazione con il gruppo Acotel. Da ciò è nata Noverca, un operatore mobile virtuale, che è anche lo sviluppatore dell’app “La tua banca” del gruppo Intesa. Questa applicazione è disponibile per Symbian, Blackberry, per iDevice  e per  Android come potete leggere qui.

UniCredit

Nel settembre 2010 su Apple store era stata lanciata Icredit, l’app sviluppata da GenialApps per UniCredit ma questa applicazione fu in poche ore ritirata. Un mese dopo la banca rilanciò la sua app gratuita ufficiale. Oltre a questo aneddoto, l’app in questione fornisce servizi base, dividendoli in “operazioni veloci” verso i beneficiari più frequenti e operazioni tradizionali.

Il Mobile Banking è una nuova e produttiva opportunità per le banche? C’è forse il rischio che un’app possa sostituire a tal punto bancomat e sportelli da mettere in discussione l’esistenza stessa di un luogo fisico come filiali e agenzie dove il cliente può recarsi?

Voi che ne pensate?

Ecco le apps su iTunes di cui vi abbiamo parlato e qualche altra.

Banca Monte dei Paschi di SienaFinecoQui UBIWebankLa tua bancaUniCreditMobile BNLSella.it

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Condividere foto online con Instagram: il percorso di una startup di successo

Condividere foto online con Instagram: il percorso di una startup di successoCondividere foto on line è senza dubbio uno dei trend più importanti degli ultimi 10 anni e sicuramente Instagram non è il primo attore ad entrare in gioco in questo settore, anzi. Bene o male nel corso degli anni ci hanno provato in molti: Yahoo grazie all’acquisizione di Flickr, Google con Picasa e molti altri. In quest’ultimo anno sembra però che si sia entrati in una nuova fase per quanto riguarda questo settore.

I social network da un lato e la diffusione dei dispositivi mobili dall’altra hanno infatti aperto la strada a tutta una serie di startup il cui core business riguarda la creazione di immagini. Basti pensare a Color, startup che recentemente ha ricevuto un cospicuo finanziamento e che si presenta come il primo vero social network che unisce le persone attraverso le immagini. Un altro esempio è Path, la nuova startup del mitico fondatore di Napster Shawn Fanning, che permette di condividere immagini con un gruppo ristretto di amici.

I punti forti e le ragioni del successo di Instagram

– l’estrema semplicità di utilizzo. Nel momento in cui apri l’applicazione hai ben chiaro a cosa serve e come si utilizza. Gli sviluppatori hanno lavorato moltissimo sull’usabilità dell’applicazione per renderla il più fluida possibile raggiungendo ottimi risultati. Non a caso le applicazioni per iPhone che solitamente hanno più successo sono quelle che risolvono molto bene 1 preciso bisogno degli utenti. Ciò ci insegna quanto sia molte volte inutile andare alla ricerca dell’applicazione perfetta e che risolva tutti i bisogni di una certa categoria di persone;

In un articolo di Fast Company il fondatore di Instagram Kevin Systrom afferma:

“When you’re introducing a mobile app, you look around and say, we could be doing 15 different things, but how do we communicate to someone why they would want to download and even sign up for this thing?” Systrom says. “In the mobile context, you need to explain what you do in 30 seconds or less because people move on to the next shiny object. There are so many apps and people are vying for your attention on the go. It’s the one context in which you’ve got lots and lots of other stuff going on. You’re not sitting in front of a computer; you’re at a bus stop or in a meeting.”

– la possibilità di condividere istantaneamente le proprie creazioni su tutti i social network. I filtri introdotti da Instagram hanno inoltre fatto sì che milioni di persone diventassero d’un tratto dei discreti fotografi. Ciò ha creato negli utenti una certa dipendenza e a quanto pare per molte persone Instagram è una delle applicazioni più utilizzate durante la giornata.

– l’introduzione (a gennaio scorso) degli hashtag e dei feed rss che permettono di seguire, come su Twitter, tutte le foto riguardanti uno specifico argomento. Per esempio cercando l’hashtag #starbucks vedrete tutte le foto scattate dai fan di Starbucks.

il rilascio delle API che hanno permesso a moltissime persone di costruire nuove applicazioni sfruttando le milioni di immagini che ogni giorno vengono caricate su Instagram. Vediamo qualche esempio:
– PRINTSTAGRAM, servizio che stampa in diversi formati e su carta fotografica le immagini scattate con Instagram;
– INSTAGREAT, servizio che ti permette di guardare le foto più popolari come se fosse un vero e proprio album fotografico on line;
– MAPSTAGRAM, servizio che visualizza in real time su Google Maps le foto scattate dagli utenti negli Stati Uniti;
– INSTAWAR, il quale mette in competizione due foto caricate in modo casuale, una sorta di Chatroulette per le immagini.

– la scalabilità, ovvero la capacità dei fondatori di gestire grandi flussi di utenti fin dal primo giorno. Forse un flusso così grande di utenti non era del tutto aspettato, ma sembra essere uno dei punti su cui i due fondatori di Instagram si siano concentrati di più e questo ha sicuramente giovato alla diffusione della loro applicazione. Nonostante ciò in fase di lancio il server ha avuto dei problemi e in un’intervista Kevin Systrom ha affermato “I have never felt so sick ever

Quali sono le tappe principali dello sviluppo di Instagram?

Instagram è stata creata meno di un anno fa dai due ventisettenni Kevin Systrom e Mike Krieger e rappresenta non solo uno dei casi di più grande successo dell’ultimo anno, ma anche un esempio di come una startup possa trasformarsi (pivoting) per avvicinarsi maggiormente ai gusti e ai bisogni di una grande quantità di utenti.

Kevin Systrom e Mike KriegerInizialmente i due fondatori stavano lavorando su un’altra Startup, Burnb, un servizio geolocalizzato ricco di funzioni e con alle spalle un finanziamento di 500,000 dollari da parte di investitori del calibro di Andreessen Horowitz e Baseline Ventures. L’idea iniziale era costruire un sistema che combinasse alcuni elementi di Foursquare con alcuni di Mafia Wars (uno dei più famosi giochi prodotti da Zynga). In circa otto settimane il prototipo era pronto per essere presentato ad alcuni amici ad una festa e proprio qui è avvenuto il primo incontro con gli investitori che hanno deciso di fare il primo seed invesment sul loro progetto.

A quel punto Burnb, interamente sviluppata in HTML5, permetteva di fare check in nei posti in cui si andava, pianificare i luoghi in cui si prevedeva di andare, guadagnare punti da sfruttare con gli amici e molte altre cose. Dopo poco tempo i due fondatori di Instagram realizzarono che se avessero voluto creare una vera e propria società, dovevano concentrarsi su una singola funzione. Dopo una serie di indecisioni sulla possibilità di buttare via tutto e ricominciare da capo oppure continuare a lavorare sul progetto iniziale, la decisione fu di tenere in vita solo tre funzioni dell’applicazione: scattare le foto, la possibilità di commentarle e quella di esprimere un giudizio istantaneo su di esse. Il nome della loro nuova creazione, Instagram appunto, serviva a chiarire meglio qual era la funzionalità principale dell’applicazione. Kevin Systrom in persona, in una risposta su Quora, afferma a proposito di questo:

We renamed because we felt it better captured what you were doing — an instant telegram of sorts. It also sounded camera-y

In soli tre mesi l’applicazione raggiunge il suo primo milione di utenti e circa un mese dopo il suo secondo milione. Addirittura il ritmo di crescita è stato più veloce di altri servizi come Foursquare, Facebook e Twitter e questo ha permesso loro di ricevere dopo pochi mesi un investimento di circa 7 milioni di dollari da parte di Benchmark Capital (uno dei maggiori fondi di investimento che ha scommesso su Facebook) e da molti altri business angel, tra cui Jack Dorsey, il fondatore di Twitter e Square. D’altra parte Instagram al momento non ha avuto alcun ricavo, ma come vedremo nel prossimo paragrafo i fondatori di Instagram hanno ben chiara la direzione verso cui stanno procedendo.

Quanti utenti ha al momento Instagram? Quanti sono gli utenti realmente attivi?

Ho deciso di inserire questo breve paragrafo perché sono rimasto colpito da alcuni dati riguardanti Instagrm riportati da Francesco Sullo (una delle persone più attive nel gruppo Italian Startup Scene) nel suo ultimo articolo in cui spiega le motivazioni per cui si trova a dover accantonare per un po’ la sua idea di costruire una sorta di diario personale utilizzando le foto scattate con Instagram.

Grafico Instagram - JmetricsA quanto pare oltre il 60% del totale degli utenti è inattivo e che solo il 5% delle persone ha caricato più di 50 foto su Instagram. Questi dati, provenienti da un’analisi del CEO di JMetrics sull’applicazione, fanno quanto meno pensare che forse sarebbe necessaria una maggiore cautela quando si valuta il successo di una startup. Inoltre sembra che gli utenti utilizzino l’applicazione principalmente per scattare foto in modo quasi compulsivo, ma non sembrano interessati alle funzionalità di social networking che il sistema prevede. Solo il 12% degli utenti infatti segue più di 10 utenti su Instagram.

A questo proposito, ho trovato anche molto interessante un thread comparso su Quora in cui si chiedeva proprio se Instagram rappresentasse davvero un caso di successo oppure fosse solo una moda passeggera. Di tutte le risposte riporto quella che mi è sembrata più interessante in quanto spiega come mai, nonostante tutto, questa startup, possa davvero avere un ruolo fondamentale nel settore del photo sharing:

“One way to distinguish a fad from a trend is to ask what would happen if you reversed the order in which technologies were invented.” So, if Flickr came out tomorrow would Instagram still continue to be successful? I think you could argue that it would, because the app makes sharing easier/more fun/more social than sharing photos via Flickr” (Adam Kazwell)

Qual è il futuro di questa applicazione e la vision a lungo termine dei due founder di Instagram?

In un’intervista di Techcrunch Tv i due fondatori ci parlano del futuro di quest’applicazione. Vediamo per punti che cosa ci aspetta:

– il newsfeed sarà l’elemento su cui si concentraranno maggiormente gli sforzi dei due fondatori. In particolare sono interessati a come le persone scoprono nuovi posti in cui andare o riconoscono degli elementi presenti all’interno delle foto;
– si apre uno spiraglio per quanto riguarda il modello di business. Al momento l’obiettivo è creare un servizio che da una parte crei valore per gli utenti e dall’altra possa essere appetibile per chi fa pubblicità. A quanto pare escludono totalmente che le revenue della startup verranno dalla vendita di filtri aggiuntivi per le foto. Ritengono infatti che Instagram debba puntare a qualcosa di più grande della vendita di filtri fotografici a 99 centesimi l’uno. Fanno riferimento al fatto che da sempre le immagini hanno avuto un ruolo fondamentale nel mondo della pubblicità e Instagram offre molte opportunità in questo senso (basti vedere alcuni brand che già ora utilizzano Instagram per fare marketing);
– l’obiettivo di Kevin Systrom e il suo confounder Mike Krieger è diventare una piattaforma per lo storytelling oppure una nuova piattaforma per l’intrattenimento. La cosa certa è che non sembrano voler fermarsi a ciò che vediamo oggi.
– facendo riferimento al lori servizio di Realtime Feed affermano che la loro vision sarà sempre di più orientata verso “seeing the world through someone else’s eyes”

Chi si aggiudica l'ingresso omaggio per il corso in "Non-Conventional & Viral Marketing" del 6-7 maggio a Milano? The candy goes to....

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Scopri chi viene gratis al corso in "Non-Conventional & Viral Marketing"! #ninjacademy

Venerdì 29 aprile si è concluso il Ninja Candy, il concorso per aggiudicarsi l’ingresso omaggio al corso in “Non-Conventional & Viral Marketing” del 6-7 maggio a Milano. Proprio così: i prossimi venerdì e sabato la Ninja Academy riaprirà porte, portoni e cassettini riproponendo il corso dedicato al marketing non-convenzionale e alle dinamiche che riescono a trasformare le idee in veri e propri fenomeni virali.

La due giorni avrà come colonne portanti Alex Giordano & Mirko Pallera, fondatori di Ninja Marketing, che ci guideranno alla scoperta degli strumenti e delle tecniche necessarie per affrontare e comprendere i principali stili del nuovo marketing, concentrandoci anche sulle variabili necessarie alla progettazione di una campagna virale e sulle linee guida pratiche per la sua realizzazione e diffusione.

Qualche settimana fa vi avevamo chiesto di pensare a qualcosa di assolutamente strabiliante, per soprenderci a suon di non-convenzionalità. Dovevate inoltre far diventare il vostro contenuto il più virale possibile, facendovi sostenere e supportare anche da amici, parenti, colleghi, per guadagnarvi la possibilità di vincere la caramellina Ninja e quindi l’ingresso omaggio al corso.

Dobbiamo ammettere che tutte le idee pervenute sono state all’altezza della situazione: come sempre siete stati creativi, originali, fantasiosi e avete usato tutte le armi a vostra disposizione, compresa una rivendicazione da brividi da parte delle Brigate del Cannolo per salvare il nostro Ninjetto Francesco Rabottini. Ah, se vi state chiedendo che fine abbia fatto, ovviamente l’abbiamo lasciato lì. :mrgreen:

Ninja Candy: Maurizio Zoppi

Stile: Spaventosamente non-convenzionale

Insomma, ognuno di voi è riuscito ad interpretare in maniera differente ma valida la nostra richiesta.. e avete fatto bene! La maggior parte ha dimostrato di preferire il video, ma c’è anche chi ha osato e ci ha provato con una foto, trovandoci assolutamente in linea con ciò che la foto stessa vuole dimostrare: è originale, colorata e coraggiosa. Ci immaginiamo le facce dei genitori che si sono sentiti chiedere: “Mamma, papà, la fate una cosina per me?

Ninja Candy: Clizia Capecchi

Stile: Giocosamente non-convenzionale

Tornando ai video, un altro ottimo esempio è quello che vedete qui sotto. Prima tra tutti a pubblicare il suo contenuto: nonostante il minor tempo a disposizione per pensare alla realizzazione, l’idea che ha dato i suoi frutti: il prodotto finale ha originalità e creatività da vendere. Complimenti!!

Ninja Candy: Manuela Spelta Mignosi

Stile: Ninjosamente non-convenzionale

Ma il contenuto che, oltre al fattore non-convenzionale, ha sapientemente saputo aggiungere anche quello virale – arrivando a più di 300 “mi piace”, è indubbiamente quello di…. MARIO GIARDINA, che proclamiamo dunque vincitore ufficiale del Ninja Candy per il corso in “Non-Conventional & Viral Marketing” del 6-7 maggio a Milano!! Congratulazioni Mario, ti aspettiamo! 😀

Ninja Candy: Mario Giardina

Stile: Patologicamente non-convenzionale

La Ninja Juria di Kwalità non ha saputo resistere: Mario ha davvero mobilitato gli amici Facebookiani per supportarlo in questa “viral mission” e non potevamo non essergliene riconoscenti! Inoltre, l’idea si presta perfettamente a ciò che avevamo richiesto e dimostra l’entusiasmo e l’impegno a favore di un’esperienza alla Ninja Academy che potrà servire a Mario per la sua formazione e, di conseguenza, per la sua crescita professionale.

Ma i nostri complimenti vanno davvero a tutti voi, che avete partecipato mettendovi in gioco, stimolando la vostra creatività e sorprendendoci come sempre. Quindi un grazie a ManuelaClizia e Maurizio, nella speranza di conoscervi presto 😉

Per tutti coloro che fossero ancora interessati e volessero iscriversi al corso, mi raccomando affrettatevi: sono disponibili gli ultimissimissimi posti!

Potete trovare il programma completo e il form di iscrizione sulla landing page di “Non-Conventional & Viral Marketing”!

Se qualche dubbio a riguardo tartassa la vostra testolina, non esitate a contattarci:

info [@] ninjacademy.it o 02 899 26 128

 

Be Unconventional. Be Ninja!

È morto Bin Laden? E i social network impazziscono

Proprio così: Osama Bin Laden è morto. Una notizia che l’America e il mondo intero aspettavano da 10 anni circa, dal maledetto 11 settembre 2001, ore 8.45 a.m. di New York, quando la Torre Nord dal World Trade Center fu colpita da un volo di linea partito da Boston.

Ovviamente, notizie di questa portata nell’epoca del Villaggio Globale del Social Network non vengono ignorate. E se i siti di news si riempiono di editoriali, commenti e cronache della festa scatenatasi in ogni parte degli Stati Uniti, Twitter e Facebook diventano la piattaforma di diffusione della notizia.

Partiamo da Twitter, e come nel caso del terremoto in Giappone in particolare dal numero di tweet rilasciati dopo l’annuncio.

Come si può osservare, il trend è pressochè azzerato prima delle 3 di questa mattina, quando con la conferenza stampa tenuta dal presidente Obama vi è una prima reazione molto corposa, nonostante l’annuncio sia stato dato in orario notturno. Il trend presenta poi una lieve discesa. Da dove arriva tutto questo traffico? Sbirciando su Tweet-o-Meter (ma era prevedibile) si può osservare, come nel caso di Tokyo lo scorso 11 marzo, il baricentro del flusso sia una città direttamente interessata dall’evento (anche se in questo caso, per ragioni morali): New York.

 

L’uomo che ha twittato inconsapevolmente della morte di Bin Laden è stato il pakistano Sohaib Athar (aka @ReallyVirtual) che si è reso conto che c’era qualcosa di strano che stava accadendo ad Abbottabad. Ecco il suo primo tweet, a cui sono seguiti aggiornamenti:

E Facebook? Ovviamente, il popolo di Mark Zuckerberg non sta a guardare.

Le fan page intitolate alla dipartita del terrorista più ricercato del mondo sono già molte, in particolare colpisce come si siano rianimate anche quelle che sono state aperte negli anni passati come forum di discussione.

Colpisce anche come vi sia, manco a dirlo, ironia nel commentare la morte di Bin Laden proprio attraverso l’apertura di spazi su Facebook: un esempio? The guy who killed Osama ora ha già 53.800 fan, e c’è da scommetterci, aumenteranno ancora.

Top 5 Horror – Aprile 2011

Nei nostri post di solito cerchiamo di mostrarvi le idee più belle trovate in rete, le più interessanti o quelle stilisticamente realizzate meglio.

Ma spesso nelle nostre ricerche ne vediamo anche altre veramente brutte, schifose e stupide e siccome non vogliamo privarvi di nulla, ecco la Top Horror di Aprile, la classifica con gli orrori del mese.

Se non avete paura dei pubblicitari, beh dovreste averne!

Animali giganteschi e molesti, magari vanno di moda…

Doppia entry, con due spot usciti nello stesso periodo e con lo stesso tema: animali impazziti. Cominciamo da Skittles che ci propone, insieme ad altri due spot assurdi in cui un arcobaleno che fa piovere caramelle è il protagonista, questi piccioni a grandezza umana che vanno a beccare i confettini colorati tra i piedi del malcapitato di turno. Poverino, magari voleva solo mangiarsi due caramelle, ma per fortuna arriva un cane (minuscolo rispetto ai piccioni) che li fa scappare tutti, rigorosamente di corsa, com’è tradizione. Uno solo pensa bene di volare per togliersi dai pasticci e non farsi “beccare”.

Molto simile, ma leggermente più estremo, lo spot di Mikado, che gioca anche con le parole. Nuts in inglese ha infatti diversi significati: noccioline (come il nuovo gusto dei Mikado, appunto), ma anche fuori di testa (come il protagonista che vuole i Mikado alle noccioline). Il risultato di questa “simpatica” trovata è uno scoiattolo gigante vandalo che va in giro a dare fastidio alla gente per strada, tirare per terra gli scaffali nei supermercati e distruggere distributori automatici.

Attente ragazze, le cuffie Zippear vi fanno ballare anche il balcone

Ecco qua il solito spot sessualmente provocatorio: un giovanotto occhialuto se ne sta lì, tranquillo su una panchina a guardare le figure su un quotidiano, quando una ragazza molto piacente, con un parco intero a disposizione, si sistema proprio davanti a lui per fare un po’ di ginnastica. Per fare ginnastica ci vuole la musica giusta ovviamente, un bel Rhythm & Boobs, e alla bella ragazza cominciano a ballare anche le boobs… ora, il prodotto mi sembra anche buono, un paio di cuffie con i sostegni che si possono staccare quando non si fa movimento potrebbero essere veramente una genialata, però, a voi pubblico intelligente chiederei: c’era proprio bisogno di tutto quel ballatoio?

Vivident Cube: La freschezza fuori di testa

Questo lo stiamo vedendo anche in Italia. La freschezza fuori di testa? Solo la freschezza, siamo sicuri? Non è che magari era un po’ fuori anche chi si è inventato questo spot, in cui vediamo esseri umani trasformarsi in Lego e fare un remake del Mistero di Sleepy Hollow, scambiandosi le teste come fossero braccialetti? A questo punto io avrei paura a comprarle, magari arriva qualcuno e mi ruba la testa per provare la freschezza della mia gomma.

Gli spot di Dairy Queen non sono solo brutti, sono proprio inguardabili!

E’ su questa falsariga che Dairy Queen ha prodotto ben TRE spot, uno più assurdo dell’altro, per pubblicizzare il suo gelato, che appunto non è un semplice gelato, è il Blizzard! A darcene dimostrazione è un allegrone che ci delizia con i suoi aneddoti: andiamo in ordine, nel primo abbiamo arcobaleni in fiamme e conigli barbieri, nel secondo pantaloni magici che si girano da soli dall’altra parte, ed infine una chitarra che suona come i versi dei delfini. Alla fine di tutti gli spot c’è il claim, azzeccato come non mai devo dire: “So good it’s ridiculous”. E’ tutto ridicolo davvero.

IKEA e la cartellonistica non vanno molto d’accordo

Dulcis in fundo, una chicca che spero seriamente sia stata colpa del grafico e non di un dipendente IKEA: nel cartellone che offre l’hot dog di manzo a soli 50 centesimi di dollaro, è stato reso chiaro (e scritto anche molto grande) che l’immagine non è a dimensione reale. Che peccato! Visto che il cartellone misura ad occhio e croce 5 metri, con qualche decina di dollari avremmo potuto risolvere il problema della fame nel mondo, magari bastava comprare venti o trenta hot dog da 40 kilogrammi. E’ proprio vero, le cose più semplici sono sempre le più assurde.

Appuntamento al prossimo mese con nuovi orrori pubblicitari! Anzi no, vi faccio un ultimo regalo.

Spot contro la droga con Raul Bova per protagonista

Probabilmente attirerò su di me la collera di quasi tutte le donne che ci seguono, ma dovete vederlo: non commento per non sparare sulla croce rossa, senza parole.

Click the Miss: anche il chirurgo plastico è virale! [INTERVISTA]

Dire che la chirurgia plastica è virale sembrava quasi un ossimoro fino a qualche tempo fa. Mai evocare al tempo stesso la medicina, seppur estetica, e la propagazione di un virus! Eppure la chirurgia plastica è oggi un’idea che si propaga e si diffonde veramente come il più veloce dei virus. La maggior parte delle donne e degli uomini ci pensano e se non ci pensano hanno un’opinione al riguardo, ma nessuno ne ignora le potenzialità incredibili.

Come reclamizzarla? Come pubblicizzare le doti di un chirurgo estetico? La Grey Italia ha avuto un’idea molto interessante per il chirurgo Stefanos Vourtsis, ovvero affidarsi al marketing virale ed all’engagement.

L’idea è stata infatti quella di proporre un divertente concorso di bellezza on line dove si presentano due splendide miss, una bionda ed una mora, come nelle migliori tradizioni. Al visitatore del sito www.clickthemiss.com il compito di ritoccare con un click la fisicità delle ragazze in un gioco interattivo che porta a curve sproporzionate, labbra gonfie, orecchie a sventola … fino ad un sorprendente finale.

Il claim recita “Aiuta la bellezza nel modo giusto” e la metafora appare chiara: non abuso ma uso di chirurgia. Non eccesso, fino a creare un mondo di transformers plastificati, ma proporzione. Tutto questo detto con ironia, con il sorriso sulle labbra come il coinvolgimento virale sa fare.

Non è facile affrontare questi temi con la pubblicità perché è invece semplice scadere nel cattivo gusto o nell’abuso dell’immagine del corpo delle donne. Come pure non è facile pubblicizzare i professionisti in modo adeguato: qualche anno fa questo genere di promozione era vietata in Italia e da quando è consentita c’è una certa rigidità e difficoltà a comunicare dei messaggi interessanti.

Click The Miss – Milano – Grey Italia from Ninja Marketing on Vimeo.

In questo caso non solo la campagna strappa un sorriso ma c’è anche uno spunto di riflessione sociale sul fenomeno della chirurgia plastica, al punto che molti siti e riviste dedicati al mondo femminile hanno salutato con gioia il nascere di un filone consapevole della pubblicità estetica. Il sito è stato lanciato da un evento live (ripreso anche da Repubblica.it) in un piacevole sabato milanese dove le due miss hanno simulato una divertente campagna elettorale trai passanti divertiti, invitandoli ad andare sul sito www.clickthemiss.com

A seguire l’intervista a Francesco Emiliani, direttore creativo esecutivo di Grey Italia.

Come nasce la scelta creativa di promuovere la chirurgia estetica attraverso logiche viral e di engagement?

Viviamo in un mondo volgare, popolato da annunci strillati, ragazze messe nella parte infima dell’intelletto, bassezza culturale che nemmeno un bisturi di un chirurgo potrebbe sistemare e così abbiamo pensato di stimolare una parte sempre meno praticata, quella del sorriso. La scelta del virale è nata soprattutto grazie al valore che il sito del chirurgo sta avendo negli ultimi tempi. E’ un professionista che ha capito l’importanza del mezzo e del messaggio. E così ci è sembrato naturale affidarci alla logica viral. Seguendo comunque le indicazioni del cliente che erano proprio nella via di valorizzare il web. Una comunicazione sicuramente sofisticata e certamente non trash. Merito di tutti coloro che hanno lavorato: dal regista Mauro Vecchi alla casa di produzione Cow&Boys, al musicista Vittorio Cosma. insomma, bravi e belli tutti.

Che risultati sta avendo la campagna?

I risultati sono stati molto buoni, soprattutto calcolando che l’evento si è verificato in un sabato milanese molto affollato. La notizia è uscita come reale, ne hanno parlato quotidiani, blog, social network. La gente per strada era coinvolta e coinvolgente e le ragazze due bravissime attrici. Poi il tutto era finalizzato al gioco sul sito, dove comunque la permanenza media era sopra i 2 minuti. La cosa interessante da segnalare è che sul brief hanno lavorato esclusivamente creative donna (compresa la producer che ha seguito tutta la produzione). Quindi erano di parte, clamorosamente coinvolte e sono molto orgoglioso che loro abbiano portato questo progetto al termine. Hanno davvero creato un progetto, con un bellissimo claim finale, “Aiuta la bellezza nel modo giusto“. Appunto.

In un periodo in cui il pubblico sembra scrutare con più attenzione il ruolo del corpo della donna nell’advertising, quanto è possibile percorrere questo tema con un tone of voice ironico?

Io credo per definizione alla esagerazione o al minimalismo della reclame. Tendiamo sempre a far sorridere di più o a far riflettere maggiormente o far sorridere in modo aperto. E’ il nostro lavoro che cambia nel corso degli anni e dei tempi. Purtroppo credo che il corpo della donna sia sicuramente meno oltraggiato dalla pubblicità che da altre situazioni esterne al nostro dorato mondo. Basta leggere i quotidiani, guardare la tv, etc…

Nel mio lavoro ho sempre cercato di non usarlo in modo bieco e finalizzato solo a far “entusiasmare” il pubblico maschile. L’ironia ci salva sempre e dovrebbe salvarci sempre. Io credo che il più bel complimento che si possa fare ad una donna, almeno per me, è poterle dire “io con te sorrido, rido”. Monica Vitti ci ha fatto innamorare con Antonioni ma l’abbiamo amata quando sapeva farci muovere tutti i muscoli della faccia con le sue interpretazioni solari e gaudenti. Purtroppo in pubblicità sono spesso le “bruttine” che hanno il compito di farci sghignazzare. Noi ci abbiamo provato con due bellezze vere e proprie, addirittura con due Miss. Speriamo di esserci riusciti, almeno un pochino.