5 Green Apps per iPhone per la Sostenibilità e l'Ambiente

In occasione del corso di specializzazione in Green Marketing la sezione Mobile si colora di verde e vi porta alla scoperta del mondo delle Green App, cominciamo con le migliori per iPhone! In uno scenario dove parole come sostenibilità e ambiente diventano ogni giorno più necessarie, ecco cosa può fare il mondo mobile per l’ambiente.

Green Meter

Si tratta di un’ applicazione creata per mostrare molti parametri differenti sul proprio stile di guida. Dopo aver infatti inserito dati sul proprio modello di macchina e informazioni sul proprio stile di guida, l’app provvederà a mostrarvi le migliori soluzioni per aumentare l’efficienza della guida, per risparmiare benzina e dunque inquinare meno.

iCarbonCalc

Questa app vi mostrerà semplicemente quanto inquinamento causate ogni giorno, dividendo le misurazioni fra casa, automobile e spostamenti in aereo. Saranno poi possibile impostare diversi parametri per tenere traccia della propria “Footprints” impressa all’ambiente.

GoodGuide

Vi permetterà scansionare il barcode di un determinato prodotto per valutarne diverse informazioni particolari, come l’impatto sull’ambiente e sul sociale. Al momento sono presenti nei database più di 70.000 prodotti, tra cui si può anche navigare manualmente, l’app è free

GoGreen

GoGreen è una raccolta di consigli tutti da seguire per salvaguardare l’ambiente, ne riceveremo uno ogni volta che decideremo di avviare l’applicazione. Non solo, sarà possibile creare una “Green List” con i tips da tenere a portata di mano.

Pollution

L’app riceverà dati dalle stazioni sparse sul territorio vicino a voi, mostrandovi diverse informazioni, come l’inquinamento dell’aria e quello elettromagnetico. Quanto è inquinata la vostra via? Digitate il vostro indirizzo e lo saprete.

Continuate a seguirci in questa settimana e vi mostreremo tutti i lati Green del mondo mobile! Ecco i link alle app!

Quando il primo bacio finisce su Youtube [VIRAL VIDEO]

Questo video è uno di quelli che di primo acchito ti inteneriscono, che ti fanno pensare quanto sia bello avere dieci anni ed essere ancora così innocenti. Ed infatti, forte della sua semplicità, questo video ha fatto il giro del mondo e in soli cinque giorni ha raggiunto quasi 5 milioni di visualizzazioni su Youtube.

Scorrendo la lista dei commenti, i vari “cute” and “adorable” non si contano davvero. Il problema è che, lo sapete bene, quando pubblichi qualcosa su Internet, ciò che hai postato diventa oggetto di attenzione di chiunque, un chiunque che può scrivere cose non altrettanto adorabili quanto lo sono invece questi bambini.

E così è stato anche per questo video, che ha catturato l’attenzione anche di personaggi evidentemente non troppo inclini a farsi addolcire da immagini di questo tipo, ma bensì ad esclamazioni decisamente meno eleganti. Non aggiungo altro, i commenti scritti da alcuni utenti di Youtube parlano da soli…
Il bello e il brutto della Rete sono rappresentati in questo video. Speriamo solo che vinca il bello 🙂

Image 2011: scopriamo le professioni della green economy a Torino.

Image 2011: scopriamo le professioni della green economy a TorinoIl 2011 è l’anno di inizio di un nuovo modo di interpretare e diffondere l’informazione ambientale e il green thinking. Greenews.info e .Eco, testate giornalistiche indipendenti impegnate nella diffusione dei temi della sostenibilità ambientale, si faranno promotori di un workshop e di un numero monografico.

IMAGE, Incontri sul Management della Green Economy è il nome dell’evento che evoca la fotografia della realtà attuale e la proiezione verso un’immagine futura del nostro Paese, come simboleggiano le virgolette, sempre aperte, del logo.

Il primo appuntamento si terrà a Torino il 26 e 27 maggio 2011, a pochi giorni dall’inaugurazione del Festival Cinemambiente e della Giornata Mondiale dell’Ambiente che cade come ogni anno il 5 giugno. Il workshop intende fornire, attraverso un format innovativo, chiavi di lettura pragmatiche che consentano ai rappresentanti delle imprese, degli enti pubblici, delle università e dei centri di ricerca di condividere le rispettive esigenze e delineare sviluppi concreti, ritagliati sulla particolare realtà italiana.

Il tema prescelto per Image 2011 è: “La formazione per le professioni della green economy”.
7 le tavole rotonde, da un’ora ciascuna, aperte al pubblico e ispirate ai principali settori trainanti dell’economia verde: Energie rinnovabili, Abitare e lavorare sostenibile, Vivere sostenibile, Mobilità sostenibile, Agricoltura cibo e paesaggio, Comunicazione e informazione e le Professioni delle “5 R” (Rifiuti, Riciclo, Riduzione, Riqualificazione, Recupero).

Numerose le personalità internazionali che prenderanno parte all’evento, come il celebre “no impact man” newyorkese Colin Beavan, autore di “Un anno a impatto zero”, divenuto anche un film documentario di culto per il nuovo l’ecologismo mondiale, che Venerdì 27 incontrerà il pubblico al Circolo dei Lettori.

Trovate qui il programma completo.

All’insegna del riciclo e dell’uso responsabile delle materie, la diffusione dei risultati avverrà attraverso il numero monografico, in carta riciclata, che raccoglierà le interviste ai relatori e verrà presentato in anteprima durante il workshop e successivamente diffuso con il numero di giugno di .Eco, in un pacchetto in Mater-bi biodegradabile.

Ma non solo….
La tutela ambientale è al centro anche della partnership realizzata con l’Associazione Greencommerce e della cena di gala realizzata unicamente con vini e cibi biologici, che accenderà i riflettori sull’ arredamento sostenibile e gli oggetti di eco design.

Il workshop è aperto al pubblico sino ad esaurimento posti,quindi, è utile registrarsi prima del 25 maggio CLICCANDO QUI.

Pdf con i vostri tweet? Ecco TweetBook!

Usate molto Twitter e volete avere una copia dei vostri tweet?? Magari in un pdf per poterli condividere facilmente?

La soluzione c’è ed è gratuita, si chiama TweetBook: un sito che, dando l’autorizzazione all’accesso solita, permette di fare un pdf con i nostri cinguettii.
Le opzioni aggiuntive sono:

– includere le “replies” ai nostri tweet (che allunga di molto il processo di creazione del pdf);
– includere i tweet favoriti;
– generare un archivio in formato xml.

Utilizzarlo è molto semplice. Basta collegarsi al sito (questo il link per l’applicazione), scegliere le opzioni per la copia e cliccare su Generate Pdf.
Questa la schermata che vi apparirà:

Il limite, ad oggi, è di 3200 tweet salvabili. Buon salvataggio!



Il futuro dell'advertising sarà integrato: stream-Twitter delle celebrità, videogiochi online, product placement.

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La morte del banner ed il futuro dell'advertising online

Mark Suster è un imprenditore attivo nel campo delle nuove tecnologie e cura un blog personale dedicato al rapporto tra marketing e new-economy (bothsidesofthetable.com).
Il suo ultimo post – apparso anche su TechCrunch – riguarda la pubblicità del futuro, specialmente quella online, e prende forma a partire da un dato saliente che riguarda la pubblicità del presente: i banner non funzionano.


Suster cita dati e tabelle per dimostrare che di fatto, nonostante la loro lunga storia (il primo banner risale al 1994) e la discreta reputazione di cui godono tutt’oggi, i banner sono assai poco efficaci nel veicolare “brand awareness” o “brand recall”.

Il punto è che sono letteralmente tagliati fuori: rispetto al contenuto della pagina i banner occupano una posizione fin troppo marginale del campo visivo, rappresentando agli occhi dell’utente poco più che una cornice piatta e senza alcun appeal.


Il futuro dell’advertising – sostiene invece Suster – sarà integrato: la pubblicità si fonderà perfettamente con il contenuto che la ospita, come già avviene in alcuni casi (i brand negli stream-Twitter delle celebrità, nei videogiochi online di grande successo o più noti casi di product placement cinematografico) e come secondo molti succederà presto in nuove aree del consumo mediale (tv internet-ready).

Vedremo un advertising sempre più aggressiva e invadente? E come reagiranno i consumatori? Suster ha un sospetto: date loro contenuti meno costosi e a nessuno importerà molto di ritrovarsi i brand ovunque sotto il naso. E’ possibile. Staremo a vedere.

Ombrello con ventilatore: ecco a voi Fanbrella!

Come dire, due piccioni con una fava! Una anticipazione dell’estate ci era arrivata grazie alla collana ad aria condizionata. Stavolta tocca ad un ombrello.

Fanbrella è proprio questo: ti ripara dal sole ed in più, grazie ad un ventilatore incorporato, ti rinfresca anche.

Un pulsante sul fondo della maniglia attiva una ventola silenziosa a tre pale, che ruota fino a 650 giri/minuto. La copertura dell’ombrello è in grado di riparare dal 99% circa dei raggi UV. Funziona con 6 pile di tipo AA, che permettono circa sei ore di autonomia.

Il costo? 80 dollari, circa 60 euro.

Outsourcing e startup /1: esploriamone i vantaggi e i rischi.

Outsourcing e startup: esploriamo i vantaggi e i rischi dell'esternalizzazioneCon quest’articolo iniziamo un viaggio nel mondo dell’outsourcing in particolare dal punto di vista delle startup. Il tema ci interessa in modo particolare perchè sempre di più la scelta di esternalizzare alcune funzioni non riguarda più solo le grandi società, ma anche le piccole e medie imprese e le startup.

A questo proposito Seth Godin, autore di diversi libri molto conosciuti tra gli startupper, ci conferma quest’evidenza attraverso il concetto di “Small Is the New Big”. In pratica egli spiega come le startup di successo sposino sempre più frequentemente la filosofia del “grow fast” e riescano spesso ad essere più efficienti, agili e flessibili delle grandi imprese anche grazie all’esternalizzazione.

Come sempre prima di prendere decisioni ad alto rischio è indispensabile conoscere bene a cosa si va incontro e come limitare al minimo la possibilità di sbagliare. Questo è il senso e lo scopo principale di questa serie di articoli.

Quattro buoni motivi per scegliere l’outsourcing

Per iniziare vediamo quali sono le quattro motivazioni principali che spingono le imprese a esternalizzare alcune delle competenze della propria impresa analizzando ognuno di questi aspetti.

#1 Taglio dei costi

Da sempre è stata la motivazione principale per cui le aziende hanno scelto l’outsourcing. Questo perchè consente di modificare la struttura dei costi aziendali scaricando l’ammontare dei costi fissi a favore dei costi variabili. Spesso infatti la scelta di mantenere in casa tutte le funzioni aziendali porta le imprese a dover utilizzare molte risorse per l’apprendimento di competenze che in fin dei conti hanno poco a che fare con il proprio core business. Ciò ha principalmente due effetti: un aumento del prezzo dei propri prodotti/servizi al cliente finale e un incremento notevole dei tempi necessari perchè l’azienda cresca e raggiunga il successo.

#2 Necessità di trovare risorse con competenze molto specifiche

Se è vero che le imprese hanno bisogno di risorse molto esperte per rimanere competitive, non bisogna sottovalutare il fatto che la società e il mercato mutano in modo molto più veloce e radicale rispetto al passato. Di conseguenza ogni impresa ha bisogno di lavorare con persone che siano continuamente aggiornate sugli ultimi trend del mercato, sulle tecnologie più in voga del momento e sulle strategie più attuali per ottimizzare i processi delle imprese. Affidarsi a dei professionisti esterni è in molti casi la garanzia che ciò accada.

#3 Necessità di trovare i migliori esperti sul mercato

In un mercato sempre più globale e competitivo anche nei settori più innovativi è difficile fare la differenza e sviluppare un vantaggio rispetto alla concorrenza. Per questo motivo le aziende hanno bisogno di trovare i migliori esperti che ci sono sul mercato e l’outsourcing consente loro di non essere legati a tempi e luoghi ben definiti. Grazie ad esso le aziende hanno la certezza che le risorse ingaggiate non avranno bisogno di essere formate dal punto di vista tecnico e hanno accumulato negli anni esperienze e competenze in settori molto specifici. Per questo motivo è interesse di tutti coloro che offrono servizi alle imprese costruirsi negli anni una buona reputazione e sviluppare con attenzione la propria professionalità e autorevolezza. D’altra parte per un’azienda assumere una persona molto esperta inciderebbe molto sui costi fissi.

#4 Necessità di essere flessibili

La flessibilità è diventata oggi una condizione che le imprese non possono più permettersi di ignorare, soprattutto quelle più piccole e che fanno fatica ad emergere. Dal punto di vista dei professionisti ciò comporta dover adeguarsi a contratti di lavoro legati a compiti e obiettivi molto specifici e tempistiche non sempre adeguate. Le imprese da’altra parte devono essere pronte a riorganizzarsi velocemente e spesso ciò non è possibile. In modo particolare le grandi imprese sono spesso caratterizzate da una grande rigidità e una sviluppata inerzia al cambiamento. Le piccole società invece temono che affidarsi a dei professionisti esterni abbia dei costi troppo elevati e non si possa perdere il pieno controllo del proprio business. Per entrambi l’outsourcing è senza dubbio l’unica risposta possibile.

Quattro aspetti di cui tenere conto nell’outsourcing

Sebbene i vantaggi dell’outsourcing siano piuttosto evidenti è indispensabile essere consapevoli che esso non garantisca in modo assoluto il successo di un’impresa e che si possa andare incontro ad alcuni rischi. Vediamo quali sono i principali.

Aspetti da considerare nell'outsourcing

#1 Gli esperti possono in alcuni casi aver bisogno di una lunga fase di briefing

Non è detto che i freelance a cui si affida l’impresa siano preparati adeguatamente rispetto al mercato in cui essa opera sebbene queste persone abbiano competenze tecniche e esperienze sul campo molto sviluppate. In questi casi l’impresa avrà solo due possibilità: cercare a lungo un consulente che abbia sia competenze specifiche sul mercato in cui opera sia una professionalità e una competenza tecnica molto sviluppata o accontentarsi di un buon professionista a cui dare il tempo di apprendere le specificità del mercato in cui andrà ad operare. In entrambi i casi può succedere che ci voglia molto tempo prima di raggiungere uno stato di efficienza e di massima produttività.

#2 Se si ha a che fare con partner d’oltreoceano bisogna tenere in conto le differenze culturali

In molti casi il professionista giusto a cui l’impresa affiderà parte delle proprie attività sarà localizzato lontano dalla sede in cui essa si trova. Da una parte si tratta di uno dei vantaggi che l’outsourcing offre, in particolare grazie alle nuove tecnologie e a internet. Dall’altra bisogna tenere in conto che ogni paese e ogni persona è influenzata dal background culturale in cui è cresciuta. Può succedere a volte che questo crei dei problemi nella gestione operativa delle attività perchè non c’è piena sintonia e compatibilità per quanto riguarda i metodi, gli strumenti utilizzati e i valori a cui ci si ispira anche nella vita professionale.

#3 Utilizzo di diversi mezzi e stili di comunicazione

Anche dal punto di vista della comunicazione interna, stili e abitudini diverse possono essere un problema. Ogni realtà e ogni persona cercherà probabilmente di spingere l’altra parte verso un allineamento per quanto riguarda sia gli strumenti da utilizzare per comunicare che la gestione deilla comunicazione interna tra chi lavora su obiettivi comuni. Il rischio anche in questo caso sta nel rallentare o limitare l’efficienza dei processi di un’impresa.

#4 Difficoltà ad accettare che alcuni colleghi non siano in ufficio con te

Non sempre le imprese e coloro che lavorano all’interno riescono a comprendere ed accettare del tutto che un proprio college possa lavorare a distanza. La capacità di un’impresa sta in questi casi nel gestire nel migliore dei modi possibili gli eventuali conflitti e le incomprensioni che possono emergere tra coloro che sono all’interno o coloro che lavorano da freelance.

Nei prossimi articoli vedremo come sfruttare al meglio i vantaggi illustrati oggi e come difendersi dagli eventuali rischi in cui un’impresa può incorrere.

Stay tuned! 😉


Logo Twago (small)

twago è la piattaforma europea d’intermediazione online per servizi in outsourcing, in grado di mettere in contatto aziende con fornitori di servizi.
I servizi offerti spaziano dalla programmazione, al graphic e web design fino a servizi alle aziende. I fornitori di servizi iscritti nella piattaforma sono sia freelance che aziende di ogni dimensione.

Il concetto è semplice: i Clienti pubblicano progetti (o lavori) su twago. I Fornitori iscritti inviano le proprie offerte, ed il Cliente seleziona il Fornitore che meglio risponde alle sue necessità.
twago offre inoltre un sistema di pagamento sicuro (acconto di garanzia “Escrow”) grazie al quale ogni pagamento tra le parti è protetto e accreditato al destinatario solo a conferma di entrambe le parti; si tratta della prima piattaforma in Europa ad offrire un sistema di pagamento cifrato di questo genere.

L’azienda è nata e ha sede in Germania (Berlino) ed è attiva in Italia dal marzo 2010 con un sito tutto italiano.

Starbucks celebra l’Earth Day e presenta la strategia green per il 2015

Nelle ultime settimane è stato reso noto che Starbucks ha sorpassato nella classifica della catene di ristoranti americane alcuni colossi come Burger King e Wendy’s.

L’azienda, fondata nel 1971 a Seattle, ha mostrato negli anni una grande trasparenza sui temi legati alla Corporate Social Responsability, definiti in maniera chiara nei suoi Report annuali (oramai pubblicati da 10 anni).

Quest’anno, in occasione dell’Earth Day, Starbucks ha ideato un’originale iniziativa per mostrare il forte impegno dell’azienda nel diminuire il più possibile il suo impatto ambientale. Il 22 Aprile chiunque comprasse una travel mug (tazza da viaggio-riutilizzabile) all’interno di uno store Starbucks, otteneva in regalo un caffè o un tè.

L’iniziativa è stata promossa da questo video, diffuso tramite Facebook e il sito ufficiale, che mostra migliaia di newyorkesi che effettuano il passaggio da monouso a tazza riutilizzabile attraverso un’artistica azione di ambient marketing.

L’impegno dell’azienda nel ridurre l’impatto ambientale non è però iniziato con quest’azione. Già dal 1985 Starbucks ha iniziato ad offrire degli sconti ai suoi clienti disposti a passare ad una tazza da viaggio riutilizzabile. E negli anni successivi si è impegnata attivamente istituendo il suo programma “Starbucks Shared Planet”.

Il programma in particolare si articola nei seguenti obiettivi da raggiungere entro il 2015:

Caffè & Agricoltori

– Assicurare la provenienza del 100% del caffè attraverso sistemi di certificazione quali C.A.F.E. Practices o Fairtrade.
– Investire negli agricoltori e nelle loro comunità incrementando i loro presiti a 20 milioni.
– Migliorare l’accesso degli agricoltori ai mercati del carbonio,aiutandoli a generare reddito e proteggendo l’ambiente.

Coinvolgimento della Comunità

– Mobilitare i nostri impiegati e i nostri clienti per farli contribuire per oltre 1 milione di ore a servizi per la comunità.
– Impegnare oltre 50,000 giovani per innovare e intraprendere azioni nelle loro comunità.

Riciclo e tazze riutilizzabili

– Sviluppare soluzioni per il riciclaggio completo per la nostra carta e per la plastica.
– Implementare il riciclaggio front-of-store nei nostri negozi di proprietà.
– Servire il 25 per cento delle bevande distribuite nei nostri negozi in tazze/bicchieri riutilizzabili.

Energia & Acqua

– Ridurre il consumo energetico del 25% nei nostri negozi di proprietà.
– Utilizzare energia rinnovabile pari al 50% dell’energia elettrica totale utilizzata nei nostri negozi di proprietà.
– Ridurre il consumo d’acqua del 25% nei nostri negozi di proprietà.

Green Bulding

– A partire da Dicembre 2010 costruire tutti i nuovi store con materiali riutilizzati, al fine di ottenere la LEED Certification. Il primo store completamente certificato è quello di Seattle, che si può esplorare virtualmente quì.

Molti degli obiettivi precedentemente fissati sono invece già stati raggiunti: la riduzione dell’energia utilizzata è stata nel 2010 del 3,3% rispetto al 2008, anche grazie all’introduzione di lampade a ridotto consumo; l’acquisto di elettricità da fonti rinnovabili è arrivato al 58%; per l’acqua addirittura c’è stato un decremento del 22% rispetto al 2008; l’obiettivo della diffusione e dell’uso di tazze riutilizzabili è invece stato solo dell’1,8% nel 2010.

Per quanto riguarda i “servizi per la comunità” si è svolto in Aprile il Global Month of Service, che ha toccato diverse città come Londra, New York, Shanghai,Seattle e Toronto. Il progetto basato sull’idea di un “buon vicinato” raccoglie volontari e impiegati al fine di realizzare diverse attività nel proprio quartiere: ridipingere mura, realizzare giardini pubblici, sistemare strade adiacenti a scuole etc.

Con una media di 700 tra volontari e impiegati per città, l’evento ha raccolto un grande successo.

BlackBerry PlayBook: RIM presenta il business tablet

Esattamente 20 giorni fa (il 19 Aprile 2011) ha fatto il suo esordio in USA e Canada il BlackBerry PlayBook. Il tablet da 7 pollici sviluppato per l’utenza business, e non, che sta facendo molto parlare di se, sia nel bene che nel male. Ed elencandone di seguito le caratteristiche tecniche più salienti, saremo in grado di risalire infine all’origine di tali voci.

 

[yframe url=’http://www.youtube.com/watch?v=ccjQ_r5Qbi0&feature=player_embedded’]

Intanto diremo che i prezzi disponibili sono: 499 $ per il 16 GB, 599 $ per il 32GB, e 699 $ per il 64GB.  Quindi identici ai prezzi nordamericani per iPad 2 “Wi-Fi only”.

Aguzzando lo sguardo Ninja, abbiamo notato però qualcosa che non poteva, e non doveva, passare inosservato ai nostri attenti occhi di cacciatori sul web.

Nel soffermarci appunto sulla versione italiana del sito ufficiale per PlayBook (compresa la BlackBerry fan page Facebook) ne è risultato evidente come il team italiano, che gestisce il tutto, sia rimasto “leggermente” indietro (per modo di dire) al team nordamericano BlackBerry. Infatti in bella mostra all’interno della home page del prodotto campeggia il vecchio video di paragone (del 15 novembre 2010) nei confronti dell’iPad 1!

Video che, si, faceva una volta la sua bella figura, ma decisamente oramai inattuale..

Forse alla squadra italiana di casa RIM stanno fingendo di non sapere che già da un pò esiste sul mercato l’iPad 2, che vanta un chip dual-core A5 (2 volte più veloce) ed una grafica (fino a 9x più veloce) rispetto al modello precedente?… Sembra proprio di si..

Semplice disattenzione? Non la potremmo definire come tale, visto il palese e clamoroso autogoal d’immagine e di credibilità che automaticamente ne emerge, inequivocabile, dell’intero team BlackBerry nei confronti del pubblico italiano, che non deve essere certamente fuorviato da vecchi video! Pubblico italiano che presenta un’unica evidente colpa: Non vede l’ora di sapere, finalmente, una data certa d’uscita per il nostro Paese (forse Giugno?), al di là delle presunte vendite corporate.

Ma passiamo pure oltre a questa “svista” (ingiustificata ed ingiustificabile) tutta italiana nella strategia di web media marketing.

Elogi sul PlayBook (attuali punti di forza):

  • I suoi 7 pollici ne garantiscono una sicura praticità di trasporto, in piena mobilità.
  • Presenta una fotocamera posteriore di 5 megapixel (invece iPad 2 una da 0.92 megapixel, forse l’unica nota dolente del device di Cupertino) ed un’anteriore di 3 megapixel, (ma sprovviste di flash come la concorrenza), con la possibilità di girare video in HD 1080p.
  • Utilizza un processore 1GHz dual-core Cortex-A9, provvisto di chip TI OMAP 4430, abbinato ad 1 GB di RAM.

  • Si caratterizza per il performante “Multitasking ninja” (come RIM stessa lo definisce in questo social-sondaggio)  🙂

  • Presenta il supporto nativo allo standard web Html 5 e alla tecnologia Adobe Flash Player 10.1, ad Adobe Mobile AIR e Java.
  • Si avvantaggia di porte micro USB e micro HDMI.
  • Si distingue per l’ottima qualità del sistema audio in abbinamento alla piena compatibilità con i formati di riproduzione video più diffusi.
  • E’ disponibile la possibilità di scaricamento del client SharePlus Office Mobile (sia nella versione lite gratuita che in quella completa a pagamento).
  • Inoltre, aggiornando l’OS QNX alla versione 1.0.3 (già possibile dal 2 Maggio) si può avere la Video Chat (indispensabile per poter video chiamare gli altri PlayBook tramite Wi-Fi). Poi la possibilità di aggiungere i preferiti all’interno del browser di navigazione. E tramite l’App World si sono resi disponibili per essere scaricati anche il BlackBerry Messenger (per la condivisione delle foto, aggiornamenti dello stato, apertura delle finestre chat) da utilizzare insieme all’app BlackBerry Bridge, grazie alla quale si potranno sincronizzare (via bluetooth) i documenti del proprio smarthphone Blackberry, visualizzarli sul display del PlayBook, modificarli e trasferirli ancora una volta sullo smartphone. Infine, ma non meno importante, la presenza dell’applicazione ufficiale di Facebook, (App che ancora aspetta di essere sviluppata per iPad).

 

Critiche sul PlayBook (attuali punti di debolezza):

  • La disponibilità della connessione dati solo tramite Wi-Fi, o altrimenti wireless tramite Bluetooth (utilizzando l’app BlackBerry Bridge, ma solo con smartphone del marchio RIM).  Ed in un Paese come il nostro, in cui la diffusione del Wi-Fi pubblico stenta a decollare, bisogna ammettere che è quasi del tutto inutile l’uso del PlayBook in mobilità. Non per caso troviamo l’Italia classificata, in un articolo dello scorso mese de”Il Sole 24 Ore“, al vergognoso 14° posto al mondo, dopo la stessa Hong-Kong, come presenza di hotspot Wi-Fi.
  • La mancanza di un client email nativo e del PIM (Personal Information Management): Davvero qualcosa di inconcepibile per gli amanti del brand BlackBerry! Applicazioni che solo in questi ultimi giorni sono state annunciate di essere state sviluppate e che saranno rese disponibili per questa estate.
  • la mancanza dell’emulatore nativo per le apps Android come da tempo era stato annunciato, (l’attuale sistema operativo QNX presenta evidenti limiti, sopratutto se paragonato all’App Store). La mancata uscita dell’emulatore aveva lasciato scettici in molti; sennonché RIM ha dimostrato finalmente, sempre nei giorni scorsi, di testarne la presenza (l’emulatore prende il nome di Android App Player) al recente “BlackBerry World conference” del 3-5 Maggio. Sarà quindi disponibile entro questa estate 2011? Vedremo, ma quasi certamente non sarà Android 3.0 Honeycomb (l’OS di Google sviluppato apposta per i tablet), scelta quanto mai discutibile!

 

In definitiva il BlackBerry Playbook presenta un hardware di prima qualità, dalle prestazioni eccellenti. Ma il flop commerciale in Nord America è stato evidente (vedesi l’imbarazzante assenza di fila, nel giorno del debutto, davanti agli store di Toronto). E non si è riusciti a far uscire il prodotto nemmeno in concomitanza dell’iPad 2, sancendo attualmente un distacco abissale (sia commercialmente parlando) che come realistica mancanza  di applicazioni (in cui si sta cercando di rimediare, di settimana in settimana).

Il microscopico store della BlackBerry (in numeri di apps) si presenta attualmente ad anni luce dall’App Store, aspettando di rimpolpare le fila del PlayBook  con l’Android Market, grazie al suo emulatore.

C’è da chiedersi perché la RIM ha avuto infine tutta questa dannata fretta nel far uscire il PlayBook (sapendo che fosse ancora immaturo). La battaglia con l’iPad 2 è stata persa in partenza. Un prodotto così evidentemente incompleto sul piano software, non poteva pretendere di fare miracoli.

E dove va a finire la fantomatica “super praticità” del Playbook grazie ai suoi 7 pollici?  Se poi per collegarci, in assenza di Wi-Fi, dobbiamo usare come modem uno smartphone (per forza di cose sempre BlackBerry).

E se si è voluti puntare ad un migliore mobile experience, visto le dimensioni ridotte rispetto all’iPad, perché si stanno accavallando rumors  di una maggiorata versione da 10 pollici per l’autunno?

Una cosa è certa agli italiani converrà aspettare ancora una volta, e quantomeno aspettare una possibile versione 3G/4G del PlayBook, sempre se vogliate davvero usare il tablet di RIM in piena mobilità.

 

Qui di seguito, potete trovare le utili apps di cui abbiamo parlato prima:

Scopri come aggiudicarti l'ingresso omaggio al corso in "Green Marketing: come prosperare nell'economia verde", in programma martedì 24 maggio a Milano. Relatore d'eccezione, in esclusiva per Ninja Academy: John Grant, guru internazionale del settore e autore del bestseller "Green Marketing, il Manifesto", in regalo al corso!

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Vieni gratis al corso in "Green Marketing" con John Grant: progetta il tuo Green Manifesto!

Et voilà, il Ninja Candy si tinge di verde, anzi verdissimo! ….Come perché? 😯

Non fate i finti disinteressati, lo sappiamo che ogni notte, prima di andare a nanna, pensate solo ad una cosa.. Ma no! Che avete capito? Intendiamo il corso in “Green Marketing” che si terrà a Milano martedì 24 maggio, organizzato da Ninja Academy e LifeGate! ^^’

Tutte le direttive per scoprire il programma completo e procedere con le iscrizioni le abbiamo già date QUI ma, giusto per rinfrescarvi la memoria, ci teniamo a sottolineare, ancora una volta, che l’occasione è ghiottissima!

Non solo si parlerà di tematiche attualissime e necessarie quali il Green e la sostenibilità, non solo capiremo come vivere il Green in modo proattivo sia come stile di vita che come politica d’impresa, non solo scopriremo come usare i social media per creare una community attorno ad iniziative di stampo sostenibile, ma tutte queste nozioni verranno fornite da uno dei massimi esperti, nonché guru internazionali del settore: nientepopòdimenoche John Grant, che, al corso, vi regalerà il suo bestseller “Green Marketing, il Manifesto“.

E’ proprio da qui che partiamo per spiegarvi il Ninja Candy riguardante questo corso super innovativo: dal suo libro che – come sostiene Alberto Mattiacci, “è uno strumento di grande utilità pratica e culturale che pensa (e parla) al futuro“.

Se tematiche quali il Green e la sostenibilità rappresentano la grande, immensa sfida che la nostra generazione deve e dovrà affrontare, perché non iniziare dalle piccole cose, creando, per esempio, voi stessi il vostro Green Manifesto? E perché non dimostrare quali piccoli grandi gesti siete in grado di compiere per salvare il nostro caro e bel pianeta?

 

 

Seguite le istruzioni e, chissà, potreste essere proprio voi ad aggiudicarvi il Ninja Candy! 😉

1. Stilate una serie di punti che andranno a definire il vostro “Green Manifesto”: dovranno essere spunti, iniziative, concetti, idee Green da rispettare e far rispettare. Ovviamente potete scriverlo, oppure disegnarlo, rapparlo, mimarlo, etc. Ricordate che, più sarete creativi e più possibilità avrete di vincere l’ingresso omaggio!

2. Insieme al manifesto, dimostrateci che le vostre non sono solo parole “al vento” e che, per quanto possano essere Green – essendo eoliche, hanno bisogno di essere accompagnate dai fatti! :mrgreen: Documentate quindi uno o più punti che avete messo in atto o avete fatto mettere in atto. Anche qui vale tutto: foto, video, etc.

3. All’interno del materiale, fate riferimento al corso Ninja Academy in “Green Marketing”

4. Diventate fan di Ninja Academy su Facebook!

5. Postate tutto sulla nostra bacheca: per non disperdere il materiale, vi consigliamo di accorpare manifesto e dimostrazione (per esempio: mostrateci il manifesto in un video e fate seguire, sempre all’interno dello stesso, la dimostrazione).

6. Invitate amici, colleghi, parenti – insomma, vere e proprie carovane umane, a cliccare “mi piace” sotto il vostro contenuto. Attenzione perché valgono solo i “like” sulla bacheca di Ninja Academy!

7. Scrivete una mail a info [@] ninjacademy.it ricordandovi di linkare, o comunque segnalarci, il vostro contenuto, lasciando un recapito telefonico, per contattarvi in caso di vincita.

I tre contenuti che riceveranno più “mi piace” arriveranno dritti al podio e, secondo l’insindacabile giudizio dell’esimia Ninja Juria di Kwalitàil migliore si aggiudicherà l’ingresso omaggio per seguire la giornata di corso in “Green Marketing”martedì 24 maggio a Milano, con, appunto, uno dei massimi esperti del settore: John Grant! Con “il migliore” intendiamo colui o colei che esprimerà al massimo la sua creatività, la sua originalità e il suo entusiasmo!

Per ricaricare di energia (solare, mi raccomando) i vostri neuroni e farvi venire in mente l’idea più genialmente Green del pianeta, avete tempo fino a martedì 17 maggio: go go go!

Volete l’esempio che lo stesso John Grant cita all’inizio del suo libro? Il video in questione è “Proper Education” di Erick Prydz e ve lo mostriamo qui sotto. I ragazzi che vedrete potrebbero sembrarvi, a primo impatto, dei teppistelli, ma, in realtà, stanno cercando di contribuire alla salvezza del nostro pianeta. Curioso no? Check it out:

Se invece siete degli inguaribili pigroni o non ce la fate proprio ad aspettare e volete assicurarvi il posto, potete dare un’occhiata al post con tutte le informazioni a riguardo, o alla landing page del corso per scaricarvi il programma completo, oppure potete direttamente procedere con l’iscrizione.

Fino al 15 maggio con la modalità Early Booking potete iscrivervi ad un costo inferiore rispetto al prezzo pieno del corso. Ricordate che, sempre all’interno del post, potete visionare gli sconti dedicati alle iscrizioni di gruppo!

Avviso a tutti i Guerrieri Ninja, che hanno già partecipato ad uno o più corsi Ninja Academy: lo sapete, vero, che avete diritto a 40 € di sconto per ogni grado raggiunto, fino ad un massimo accumulabile di 160 €? 😛

Per qualsiasi altra informazione potete contattare le super maestre Ila & Franzina a questo indirizzo mail: info [@] ninjacademy.it o telefonare allo 02 899 26 128.

Non ci resta nient’altro da dire se non:

Save your planet. Be (a Green) Ninja!